Note: originshipping {Adriano x Rocco Petri } |
R-Verde
Parole: 616
{You won't disappear, will you?}
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Resti immobile sulla soglia della sala d'onore, i tuoi
occhi chiarissimi sono tutti per il cielo. Un tripudio di colori lo illumina,
mentre scintille brillanti cadono da esso, splendendo fulgide come stelle.
Il meteorite è stato neutralizzato con successo. Vera, la nostra salvatrice, ce
l'ha fatta. Inutile dire che non ho mai dubitato di lei. Sconfiggermi alla
Torre dei Cieli era stata una prova abbastanza schiacciante.
Mi avvicino e i tuoi occhi si abbassano, c'è una luce strana in essi, una luce sbagliata.Sorridi,
sei contento, eppure c'è quell'ombra che ti offusca il viso, ci sono parole non
ancora dette che già pesano nell'aria. Ho paura di sentirle.
«Ti sono grato per l'aiuto alla Torre dei Cieli». Rido, ridiamo entrambi, è
buffo sentirti ringraziare la persona che consideri ormai più scontata, è
tragico e spaventoso. O la riuscita della missione ti ha commoso al punto tale
da farti cambiare idea, oppure c'è dell'altro, e ho bisogno di saperlo.
Il tuo è un discorso lungo. Parla di insicurezze verso il futuro, di
rivelazioni che finalmente ti son giunte. Parla del tuo non esserti sentito
all'altezza, del dispiacere che ti ha colpito nel sentirti inutile.
Parla, soprattutto, di cose che devi vedere coi tuoi occhi.
No.
«Questo mondo è davvero grande... Capisco che ho ancora molte cose da imparare
sulla natura, sui Pokémon e, naturalmente, sugli essere umani...
Voglio girare il mondo, guardarlo con i miei occhi ... Sentirlo sulla mia
pelle... Devo mettere in pratica io stesso ciò che ho detto a Vera.»
Il mio cuore si spezza. Perchè, in questo esatto momento, mentre ti giri e mi
guardi, tu te ne sei già andato.
E io ti ho già perso.
«Rocco ... Non avrai mica intenzione di partire ...»
Stupido, ovvio che sì. La sua risata è un pugno nello stomaco, il suo negare fa
male, è fuoco sulla pelle. Ho sempre detestato il fuoco.
Mi rassicuri, non sparirai da un momento all'altro, continuerai a curarti delle
tue responsabilità qui alla Lega. Poi però c'è una pausa, un segno sullo
spartito grosso e scuro prima che si cambi musica, e l'aria diventi triste e
pesante.
«Però ... se un giorno potrò attuare il mio progetto...»
Altra paura, nella mia testa sento tutto il concerto. Il basso domina la
scena, il suono è cupo e promette dolore. Il violino, invece, piange lento e su
toni alti, è una cantilena d'amore mai incominciato, son lacrime che cadono da
un salice.
«Spero che tu mi sosterrai, Adriano.»
La pugnalata arriva, è violenta, è bruciante, mi dilania proprio sullo sterno,
in mezzo al petto, affonda e trafigge e si rigira, insoddisfatta.
È qui. Il tuo corpo è qui, i tuoi occhi nei miei son ancora qui, eppure tu sei già
partito, la tua mente già trepida per l'avventura. E mi chiedi la cosa più
difficile di tutte, mi chiedi di sostenerti, di esserti a fianco.
Di lasciarti andare.
Silenzio. Il concerto tace, per un momento, prima di tornare a suonare. Ora
sono tanti, tutti gli strumenti, c'è un pianoforte, gli archi e gli ottoni.
Sono una musica bassa, appena udibile, sono il rumore della mia voce che
sussurra una battuta, mentre ingoio fiele e ricaccio indietro il groppo alla
gola con prepotenza.
«Allora non mi resta altro che assecondare i desideri del signorino!»
Ridacchio, ridi. Prego che tu non veda gli occhi che si fan lucidi, le lacrime
che premono sulle ciglia per rotolare lungo le guance. Non potrei sopportare di
lasciare andare anche loro, oltre che te, sebbene anch'esse non vedano l'ora di
scoprire com'è il mondo.
Mi vuoi guardar negli occhi ma i miei li scosto. Perchè alle tue ultime parole
non posso resistere, perchè sono un pugno che si serra sul mio cuore.
Perchè sono la tua felicità in cambio della mia.
«Grazie, Adriano.»
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{Post Scriptum:
Come penso sia ovvio, questa breve fanfiction è incentrata su uno dei momenti
conclusivi dell'episodio Delta di ORAS. Essendo un'accanita Originshipper non
ho potuto fare a meno di dare la mia personale interpretazione di ciò che ha
provato Adriano a questa richiesta così difficile di Rocco, che lo obbliga non
solo a lasciar andare un amico {un amore, nella mia visione - mh, mh}, ma anche
a rinunciare alla sua città e alla sua palestra per addossarsi l'incarico di
Campione, come poi farà in Smeraldo.