Verso il Futuro – In Ricordo di un Amore
Ren se n'era andato ormai
da tre anni.
Nana anche era sparita e nessuno osava
più aprire bocca per iniziare discorsi già
conclusi da tempo e che
avrebbero solamente riaperto ferite talmente profonde da sembrare
insanabili.
Hachi ormai, anche se continuava a
ripetere il contrario, si era arresa a ritrovare l'amica e con lei
avevano gettato la spugna prima Shin, poi Nobu ed infine Yasu.
Lei non voleva tornare.
Probabilmente aveva deciso di superare
la perdita dell'uomo che amava mettendo le distanze da tutto e da
tutti, troncando i rapporti con il suo passato, ma senza smettere di
cantare. La sua voce l'avrebbe accompagnata per sempre.
Hachi continuava a rigirarsi le foto
dell'amica tra le mani mentre osservava per la milionesima volta quel
viso così bello, ora incorniciato da lunghi capelli biondi,
come se
attraverso i suoi occhi pieni di tristezza potesse in qualche modo
riportarla da lei e sentirla cantare un'ultima volta.
Nana.. ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate?
Pensò,
mentre le
lacrime ricominciavano ad accumularsi sulle palpebre inferiori per
poi scivolarle rapide lungo le guance. Si asciugò il viso
con un
gesto noncurante, per poi alzarsi dalla panca adiacente al grande
tavolo di legno che aveva visto costruire dalla vocalist molto tempo
prima, quando il loro
futuro era ancora qualcosa di incerto ed il loro destino sembrava
unito dal filo indistruttibile della vera amicizia.
Sarebbe ritornata
da Takumi, per ricominciare una volta per tutte e permettere ai loro
due figli di vivere una vita normale con due genitori che si amavano.
Tuttavia di lì a
poco avrebbe ricevuto una strana quanto inaspettata sorpresa.
Bussò
alla porta
dell'appartamento poco prima che Hachi decidesse di andarsene.
Tre colpi leggeri
ma allo stesso tempo decisi. Gli stessi che ricevette il suo cuore
quando si ritrovò davanti la fotocopia dello sfortunato
chitarrista
dei Trapnest.
-Ehm, salve. Sto
cercando Nana Osaki.. mi hanno detto che abita qui- domandò
lo
sconosciuto, che dalla voce si rivelò essere una ragazza.
Le mani di Hachi
corsero alla bocca, in un gesto di stupore, alla vista di quella
donna così bella e tanto simile a Ren.
I capelli, tagliati
molto corti, erano stati tirati su con il gel mentre dal naso sottile
ed affilato spuntavano due piccoli anellini d'argento.
Le labbra, dipinte
di viola erano piccole e distese in un lieve sorriso, mentre i suoi
occhi scuri erano dolci e rassicuranti.
Indossava una
giacca di pelle nera con borchie acuminate che spuntavano dalle
spalle e dal colletto, e sotto di essa si intravedeva una canotta
color porpora mezza strappata che le fasciava il seno piccolo ed il
ventre piatto con stile.
Le gambe erano
coperte da fuseaux neri, anch'essi strappati con tagli trasversali in
quasi tutta la loro lunghezza per poi sparire dentro a pesanti anfibi
dalla suola rialzata.
-N-Nana non è in
casa... posso aiutarla io?- rispose Hachi, con voce tremante. Gli
occhi della ragazza si fecero improvvisamente tristi.
-Ah, capisco..
dunque, immagino che le voci siano vere. Se n'è andata
davvero..-
sospirò, parlando più a se stessa che alla sua
interlocutrice, che
continuava a fissarla con aria stralunata.
-Mi scusi.. ma lei
chi è?- domandò infine Hachi.
La ragazza riportò
lo sguardo nelle iridi castane di lei, come se quella domanda
l'avesse stupita. Poi tese la mano e sorrise gentile.
-Mi chiamo Satsuki.
Satsuki Honjo -
*
-Yasu!!!- urlò
Hachi, spalancando la porta del piccolo appartamento.
-Oh, Nana... cosa
succede?- chiese il giovane avvocato nonché ex batterista
dei Blast,
alzandosi istintivamente dalla sedia e voltandosi verso la ragazza.
-C'è una donna..-
il fiato corto le mozzò la voce -..dice di essere la sorella
di
Ren!- esclamò poi tutto d'un fiato, portandosi le mani alle
ginocchia e piegandosi in avanti per riprendere il respiro. Era
arrivata dall'amico praticamente correndo e il suo fisico non
sembrava voler collaborare più di tanto.
Con uno scatto
fulmineo il giovane si sfilò gli occhiali, cosa che faceva
raramente, per piantare le sue iridi sgranate in quelle della
ragazza.
-Nana.. ma che
stai..- esclamò, cercando di mantenere la calma.
-Yasu, non sono
impazzita! Adesso è al vecchio appartamento, le ho detto di
aspettarmi lì..- disse lei, portandosi una mano al petto.
Il ragazzo si passò
una mano sul viso, come per cercare di focalizzare la situazione e
reagire in modo razionale, poi fece un respiro profondo e
afferrò il
cellulare.
Hachi capì dal
rumore di tasti che probabilmente aveva intenzione di chiamare
qualcuno.
-Avverto Nobu e
Shin, tu pensa a dirlo a Takumi. Ci penserà poi lui ad
avvertire gli
altri se lo riterrà opportuno..- disse solamente, la voce
ridotta ad
un sussurro.
-V-va bene..-
rispose lei, recuperando il cellulare dalla borsa.
Si sarebbero
trovati tutti nella stanza 707 per incontrare Satsuki. La donna che
portava lo stesso nome della figlia di Hachi e lo stesso cognome
dell'unico amore di Nana.
Quando
Yasu, Nobu,
Shin e Hachi varcarono la porta dell'appartamento per poco non si
misero a gridare dalla sorpresa.
Quella donna era
davvero uguale a Ren.
Li aveva aspettati
pazientemente per più di un'ora, come testimoniavano le
numerose
cicche ormai spente dentro ad un piccolo posacenere.
Satsuki si voltò
verso di loro con aria interrogativa, per poi alzarsi dalla panca
accostata al tavolo e dirigersi a grandi passi verso i nuovi
arrivati.
-Satsuki Honjo. È
questo il tuo nome?- domandò Yasu, poco convinto.
-Esatto. Voi invece
siete..?- chiese di rimando, osservando incerta i volti degli altri
componenti del gruppo.
Si presentarono
senza riuscire a distogliere lo sguardo sbigottito dal viso della
ragazza. Il suo sorriso, il suo sguardo, persino l'odore. Era in
tutto e per tutto uguale a Ren.
-Quindi voi siete
amici di Nana Osaki..- disse lei, guardandosi in giro spaesata -.. ma
lei dov'è?- chiese infine, mentre tra loro calava un
silenzio colmo
di imbarazzo e tristezza.
-Non lo
sappiamo...- sussurrò infine Nobu, mentre serrava i pugni
con rabbia
-..ormai di lei non abbiamo altro che fotografie-
Satsuki sgranò gli
occhi per la sorpresa, poi sospirò sconfitta sorridendo
amara.
-Dunque, lo amava
così tanto..- disse, più a se stessa che agli
altri. Tra di loro
calò nuovamente il silenzio, rotto dopo qualche istante dal
rumore
secco della porta d'ingresso che scricchiolava sui cardini.
La voce profonda di
Takumi ferì le loro orecchie.
-Allora? Dov'è?-
gridò il marito di Hachi, irrompendo nella stanza come un
tornado.
Era visibilmente scosso e quando vide la ragazza non riuscì
a
trattenere un'esclamazione di stupore.
-Diavolo.. è
uguale a Ren..- disse, impallidendo, mentre stringeva convulsamente
la mano di sua moglie.
La ragazza sorrise
mesta, portandosi le mani in tasca e guardando altrove.
-Credo.. di dovervi
delle spiegazioni-
Satsuki
Honjo
nacque dalla stessa madre di Ren, lo stesso giorno, alla stessa ora
ma tre minuti e quaranta secondi più tardi.
Erano gemelli.
I due bambini
finirono però presto in orfanotrofio e l'unica a venire
adottata fu
lei.
Visse in una
famiglia benestante per diversi anni, con un padre ed una madre che
l'amavano con tutto il cuore ma che presto si videro costretti a
raccontarle la verità.
Fu dopo
quell'episodio che Satsuki decise di incontrare Ren.
Aveva cercato più
e più volte di stabilire un contatto con lui, dapprima
fingendosi
una sua fan e scrivendogli lettere, poi andando a tutti i concerti
della sua band ed infine seguendolo a Tokyo quando aveva deciso di
lasciare i Blast.
Aveva condiviso con
lui tutto, pur avendo mantenuto le distanze. Aveva pianto quando le
porte automatiche del treno avevano separato, in quello che doveva
essere un addio, il giovane e Nana. Aveva gioito del suo successo con
il nuovo gruppo, pur continuando ad informarsi per quanto riguardava
la sua vecchia band, e non aveva potuto fare a meno di tirare un
sospiro di sollievo quando aveva sentito dai mass media che la
vocalist e lui erano tornati nuovamente insieme.
Mentre raccontava,
il bagliore dell'anello di brillanti che Nana aveva mostrato alle
telecamere il giorno della proposta di matrimonio parve folgorarla
una seconda volta. Che ricordo meraviglioso.
Fu così che una
sera lo aspettò di fronte al suo appartamento, vestita da
uomo per
non farsi riconoscere e speranzosa che la sua somiglianza con il
fratello le permettesse di aggirare la sicurezza e passare
inosservata. Si scambiarono solo poche parole, giusto ciò
che
serviva per potersi permettere di avere l'uno la consapevolezza
dell'esistenza dell'altra, ma Ren non sembrava stupito della sua
comparsa improvvisa. Era come se se lo fosse sempre aspettato, come
se una parte di lui sapesse di condividere l'anima con un'altra
persona, esclusa Nana.
Trascorse una notte
da lui, ma non dormirono. La passarono interamente lui alla chitarra
e lei ad accompagnarlo con la sua voce, dapprima per scherzo poi con
sempre più entusiasmo.
-Fu lui a farmi
comprendere la bellezza del suono della mia voce, prima di allora non
l'avevo mai notata- concluse, passandosi una mano tra i capelli,
imbarazzata, ravviandoli un po' come faceva Ren.
I presenti nella
stanza non avevano battuto ciglo durante il racconto della ragazza, e
non appena la sua voce si interruppe calò un silenzio quasi
opprimente.
Fu il rumore di
passi affrettati lungo il corridoio e lo scricchiolìo della
porta
che veniva aperta di slancio a far trasalire i presenti, che si
voltarono immediatamente verso la figura minuta che era appena
arrivata, ancora ansimante, e con i riccioli castani tutti arruffati
che ricadevano a casaccio su un volto ora rigato di lacrime.
-Oh mio..-
Reira si lanciò
sulla ragazza, abbracciandola stretta ed iniziando a singhiozzare
come una bambina, mentre Takumi cercava inutilmente di consolarla e
calmarla. Doveva essere stato uno shock per la cantante dei Trapnest
sapere dell'arrivo in città della sorella di Ren.
-Non ci posso
credere.. io non.. tu sei..- farfugliava la ragazza, continuando a
guardare Satsuki con gli occhi colmi di speranza e affetto. Affetto
che inesorabilmente era riaffiorato nel suo cuore insieme al ricordo
dello sfortunato chitarrista.
La sorella di Ren
capì immediatamente i sentimenti di Reira e non
poté fare a meno di
curvarsi su di lei per poterla guardare negli occhi ed accarezzarle
dolcemente il capo. Sapeva il trauma che lei aveva subito dopo la
scomparsa di suo fratello, sapeva di quanto fosse importante il dono
che Reira aveva e quanto meravigliosa fosse la sua voce. Sapeva anche
del suo rifiuto a cantare anche solo una nota, dal momento che la
chitarra di Ren non avrebbe mai più fatto risuonare le sue
corde. Ma
lei voleva fare qualcosa. Voleva ripagare sia i Trapnest che i Blastper
essersi presi cura di suo fratello
e provare a riportare la speranza nei loro cuori. Riportare alla luce
la memoria di Ren e sentire il suo sorriso dentro al suo petto,
perché una parte di lui viveva ancora in lei.
-Reira, vorresti
cantare ancora una volta.. con me?-
Si
diedero
appuntamento una settimana dopo in quello che anni prima era lo
studio di registrazione privato dei Trapnest e Takumi, che era
l'unico a conoscenza dei piani di Satsuki, era già
lì insieme alla
ragazza.
La giovane si
trovava già al di là del vetro, le cuffie a
coprirle le orecchie ed
un microfono professionale a pochi centimentri dalle sue labbra.
Quando tutti furono
entrati, Reira in primis anche se aveva rifiutato la proposta della
ragazza, il leader dei Trapnest fece partire la base
che Satsuki gli aveva fatto comporre al pianoforte e fu allora che
qualcosa li toccò nel profondo.
Era una musica
dolce e delicata, ma allo stesso tempo decisa e ritmata, e sembrava
incredibilmente perfetta nel momento in cui la voce della giovane
risuonò nella stanza.
Era così pura.
Hachiko si ritrovò
a pensare di non aver mai sentito una voce così bella in
tutta la
sua vita. Forse soltanto Nana era riuscita a farle battere
così
forte il cuore, la sera che improvvisò il concerto insieme a
Nobu
sul tavolo della cucina.
Nobu dal canto suo
non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e Shin presto si
dimenticò di avere ancora la sigaretta accesa tra le labbra.
Yasu aveva una mano
appoggiata sulla spalla di Reira ed il suo sguardo sembrava
impassibile, anche se un brivido gli percorse la schiena nel momento
in cui la voce di Satsuki divenne talmente potente e piena di
sentimento da far perdere un battito a tutti i presenti.
Era come se
l'intero universo avesse rallentato per restare ad ascoltare quella
voce meravigliosa, come se nulla al mondo importasse eccetto lei.
Quando la canzone
terminò, gli occhi di Reira si riempirono nuovamente di
lacrime e la
castana non poté impedirsi di cadere sulle ginocchia,
nascondendosi
il viso tra le mani.
Quella voce le
aveva fatto vibrare persino l'anima, ma quello che lei ritenne
stupefacente fu l'incredibile passione che riuscì a
trasmetterle con
quelle poche parole. Parole che tuttavia parevano raccontare la
storia di una vita intera. La vita di Ren. Di Hachiko. Di Satsuki.
Di lei.
Non si accorse
nemmeno del braccio di Shin intorno alle sue spalle, mentre un
improvviso calore al centro del suo petto sembrava infonderle
indelebilmente la forza che la perdita del suo amico le aveva tolto.
La forza di alzare
di nuovo la testa. La forza di tornare a cantare. La forza di tornare
a vivere.
saaaalve a tutti :D ho deciso di scrivere questa one shot per provare a dare vita ad un seguito alla storia (ahimè) incompleta di NANA. In questa storia ho voluto trattare principalmente il punto di vista dei componenti delle due band... ma non è escluso che possa scriverne incentrata però sui pensieri di Nana Osaki dopo la sua fuga :3