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Autore: Laila    27/01/2009    7 recensioni
Tofu non può certo perdere il compleanno della cara Kasumi.
Commedia a sfondo romantico-demenziale di tre cap, basata su tre aforismi, di William Shakespeare, Samuel
Johnson e Moorehead Dr.Bob (spero che non si stiano rivoltando nella tomba)
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kasumi Tendo, Tofu Ono
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La scelta del momento

L'amore è la saggezza dello sciocco,
e la follia del saggio”

(Samuel Johnson)
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Indossava i farinosi guanti di lattice, in certi casi.
Il facoltoso cliente disteso a pancia in giù sul lettino, con solo le mutande a rivestirlo era uno di quei casi.

Prendeva appuntamento una volta al mese nel suo ambulatorio, ed aveva numerosi hotel sparsi nelle zone termali più fiorenti del paese.
- Oh, dottore! Lei sì che sa quali tasti toccare! - si profuse affettuosamente il signor Akira – Tre mesi di terapia e la mia schiena sembra rinata!
Lo specialista spostò la frangia da un lato, se l'era fatta crescere troppo e ormai gli faceva ombra sulle lenti.
- Ricorda quando venne la prima volta? I suoi canali energetici erano un disastro, ed era così contratto! - ribadì infilandogli con precisione la punta del dodicesimo ago sotto pelle.
- Ci vogliono diverse sedute, ma l'agopuntura è molto più efficace dei medicinali sul corpo umano! Altri tre trattamenti e sarà come se i dolori non ci fossero mai stati! - osservò giusto per rassicurarlo sull'imminente guarigione del disturbo.
Fece per traforarlo ancora, ma si fermò sorpreso.
Il corpulento Akira rimasto troppo a lungo in quella posizione, mosse il sedere, increspando la carta assorbente monouso del lettino. Era l'uomo di mezz'età con la pancia e la schiena più flaccide che avesse visto nei suoi anni di occupazione.
- Signor Tanaka! La pregherei di rilassarsi, come già saprà gli aghi non le faranno alcun male, però deve restare fermo, fino a quando non glieli toglierò. Ne va del buon esito della terapia, capisce?
Al cenno affermativo del cliente, Ono riprese a bucarlo nei punti cutanei scoperti dell'ultima meridiana. Dopo un po', la lingua del cliente si ridisciolse.
- Quella lassù è la sua laurea? - chiese scoccando un'intensa occhiata alla parete di sinistra.
- Proprio quella - rispose senza voltarsi a rimirare i vecchi allori.
L'attestato risplendeva dietro al vetro della cornice laccata d'oro, il signor Tanaka poteva scrutarlo sorvolando l'area di confine fra la tenda, e la scrivania di ciliegio.
Fischiò, un fischio lungo.

- L' università di Nikkò, la città natale di mia zia, dicono sia molto severa... non mia zia, anche se mia zia pure non scherza! Ah!Ah! Ha per caso qualche aneddoto da raccontarmi?
Spinto dalla domanda tendenziosa di Akira, frugò nella memoria ancora vivida al punto che sembrava passato solo un giorno.
Pensò a quanto si era impegnato per ottenere il massimo dei voti, per dimostrare a suo padre che poteva farcela davvero.
Non sentiva il bisogno di seguire il suo esempio ed entrare a far parte del distretto di polizia di Tokyo.
Poteva ancora sentire il rumore delle porte chiuse in faccia agli amici per rimettersi a studiare.
Alla tensione che aveva in corpo il giorno della laurea e a quando dopo l'esame aveva potuto godere del “lusso” di farsi un bicchierino con gli amici del corso.

Prima di disperdersi come pipistrelli alla luce del sole l'avevano sollevato di peso e fatto saltare per aria cantando inni improvvisati per l'occasione, nonostante i più fossero ubriachi fradici.
Personalmente lui a tredici aveva perso il conto dell'alcol che si era scolato, e dopo quei “generosi salti” aveva passato il resto della serata a smaltire la sbornia nel bagno di un pub.
Al contenuto -seppur dimostrato- entusiasmo del suo defunto padre e all'abbraccio caldo di sua madre, quando l'avevano ritrovato, debole e maleodorante a ciondolare nel suo appartamento, il giorno dopo.
Era ancora arrabbiato con lui?

Sul letto di morte suo padre l'aveva perdonato, forse per liberarsi la coscienza, ma i suoi occhi velati di sofferenza, raccontavano un'altra storia.
Era stato severo per proteggerlo dal mondo sporco conosciuto lavorando alla centrale, la sua ossessione dopo la mamma. Lei che era diventata la sua valvola di sfogo, l'obbiettività nella follia e il rifugio di Eikici Tofu nei momenti difficili.
Aveva avuto un buon padre, solo un po' troppo protettivo.
Quel foglio rappresentava il riconoscimento dei suoi anni di studi e sacrifici, anche nel campo sentimentale, e il difficile appoggio ottenuto da papà.
- Proprio così – si schiarì la voce – Hanno professori eccellenti e ti preparano con molti stage... - Il signor Akira sembrò a suo modo insoddisfatto, ma non approfondì oltre, preferendo cambiare argomento.
- Dottore, sa una cosa? - fece una pausa ad effetto misurandolo con lo sguardo e proseguì.
- Lei qui è sprecato! Dovrebbe comprarsi uno studio nella Tokyo bene! Uno di quei locali in affitto sui grattacieli con vista panoramica! Non mi dica che non ci ha mai pensato! Quadruplicherebbe i suoi affari in un mese! Potrei consigliargliene alcuni a prezzi davvero interessanti...
Tofu sfilò via i guanti, gettandoli nel cestino a fianco, senza nemmeno alzarsi dal suo posto.
- Ho aperto questo ambulatorio da soli cinque anni e non mi lamento del suo andamento... tentare la fortuna altrove sarebbe rischioso, qui mi sono fatto una clientela... - sviò.

L'uomo sgranò gli occhietti a mandorla – E' solo per questo che resta intrappolato quaggiù?
- E' permesso? - La domanda posta da una voce angelica riecheggiò nelle sua testa come un eco.

Molti paesani gli avevano raccontato nei dettagli quello che gli succedeva, quando lei si avvicinava troppo.
Tofu stesso aveva ipotizzato una teoria sulle sue insolite reazioni, provocate dal diretto contatto con Kasumi.
Difficilmente però sarebbe riuscito a dimostrare quella teoria, poiché andava contro ogni legge fisica e raziocinante.
Viveva un'esperienza extra-corporea in cui il cervello, anziché l'anima, migrava via dal corpo.
E il suo corpo, non era certo in fin di vita quando gli elementi si combinavano per farlo impazzire! I suoi parametri vitali, eccezion fatta per la coscienza, erano nella norma.
Come fosse il passeggero di una macchina lasciata in folle e spinta giù dall'orlo di una lunga, impressionante discesa. Tutt'intorno a lui sfrecciava, suoni e colori si disperdevano alla velocità della luce. E più scendeva, più perdeva il controllo della vettura, divenendo al contempo decisamente ilare nei modi.

Tutto il mondo appariva superfluo, tutto tranne lei.
- Dottore, che le prende? - l'acuta perplessità espressa da... “come diavolo si chiamava?” il suo paziente, divenne di secondaria importanza.

Dalla porta vibrarono due tocchi leggeri, appena accennati.
- Avanti! - gridò lo specialista, il quale alzatosi repentinamente, accolse il suo ingresso impettito.
La ragazza indossava una camicetta glicine con dei volant applicati sul bavero interamente abbottonato e una gonna di chiffon a strati obliqui.

Le file di stelle stampate alternativamente sul tessuto dimostravano oltre che un effetto decoupage, la perfezione appena meno velata sulle ginocchia ed i polpacci ben torniti.
La longuette somigliava alla nota marca di un cioccolatino italiano, e salvo distoglierne il più in fretta possibile lo sguardo attonito, si rese conto sconcertato che l'avrebbe scartata come siffatto dolcetto.
La signorina Tendo portava con sé anche una striminzita busta da spesa.
- Ch-che lieta sorpresa! - balbettò schiaffeggiando a pieni palmi la schiena incuneata del signor Tanaka, non altrettanto entusiasta di vederla lì.

- No-non mi aspettavo una sua visita!
L'amata guardò la schiena arroventata e butterata del paziente, increspando per un attimo la fronte.
- E' un nuovo tipo di massaggio? - chiese, dando tempo ad Akira per rotolarsi giù dal lettino, afferrare i propri indumenti dalla sedia e sparire come una lucertola nello spiraglio aperto della porta.
- No-noi abbiamo finito – affermò il dottore e osservando il posto vuoto precedentemente occupato, alzando di un tono la propria voce aggiunse:

- Signor Akira, passi alla segreteria del signor panda, per confermare il prossimo appuntamento!
Il dolce profumo all'iris che la giovane emanava, lo incantò come ogni volta.
- La signora Mariko è in casa? - chiese la visione angelica, facendolo cadere a precipizio dalle nuvole.
Mia madre...

Urlò quindi un:
- Mamma! Mamma, abbiamo una-...- per poi scuotere vigorosamente la testa.
Mariko era in visita da una lontana parente.
- Qu-quasi dimenticavo!
Prese lo scheletro della clinica per l'ulna e la trascinò via assieme al piedistallo di supporto.

- Mi madre è fuori città al momento... Si tratta di una cosa da donne? Vuol lasciare un messaggio a Betty? - propose facendo vibrare lo scheletro a pochi centimetri da lei.
La ragazza scoprì le labbra in un sospiro sorridente e dannatamente contagioso.
- Volevo solo riportarle il piatto che mi aveva prestato – si mise ad arrossire – Non è proprio il suo, ma ne ho trovato in vendita uno simile, ecco tutto!
Betty afferrò la busta, annuendo al posto del dottore e poggiandola sopra una pila di libri disposti sulla sua scrivania.
- Io non so che dire... le sono obbligato! - rispose Betty in falsetto, oscurando col cranio il volto del dottor ventriloquo improvvisato.
Tastando col pollice il cammeo appuntato sul bavero della camicia, la cara Kasumi aggirò il lettino, portandosi più vicina a lui:
- L'ho fatto con piacere, ma vorrei tanto chiederle un favore, posso? - sussurrò liberando con grazia gli elastici degli occhiali, dalla curva delle sue orecchie in fiamme.

- Voglio vedere i suoi... - s'interruppe, lasciandolo in sospeso.
Senza occhiali, gli si paravano davanti macchie di colori fioche e informi, simili a pennellate tremule uscite da un quadro impressionista.

Non riusciva a spiegarsi il perché, ma si sentiva osservato e ansioso di rompere il silenzio, così che disse la prima cosa che gli sovvenne.
- Desidera comprare degli occhiali come i miei? - e spostandosi in avanti si sbilanciò.
Trovò le labbra di Kasumi sotto le sue, mentre si assicurava l'equilibrio aggrappandosi alle sue braccia sottili.
Gioia, incredulità, spavento e poi panico lo travolsero uno ad uno, da capo a piedi.
La spinse via con strazio, ma anche con una certa fermezza.
- Mi dispiace Kasumi! Come sta? - implose senza riuscire a mettere a fuoco l'espressione della dolce Kasumi.
- Che cosa dice?! Di cosa si dispiace, sono stata io a baciarla...
- Kasumi la prego! Non si addossi questa colpa! E' stato un mio errore, mio soltanto! Sono inciampato, me ne assumo ogni responsabilità! Dimentichiamo quanto è accaduto! - si affrettò a precisare abbassando il mento, in attesa di sapere di che morte doveva morire.
- Davvero cred... - la risposta della ragazza si affievolì lasciando il posto ad uno scricchiolio concitato.
- Oh... Capisco! Porti i miei saluti a sua madre... addio dottore! - concluse la frase con un timbro dissonante.

Ono capì che se n'era andata, ascoltando la cadenza ritmica dei suoi tacchi farsi vaga.
Tastando la scrivania ritrovò ed indossò nuovamente i suoi occhiali.
Una delle lenti era evidentemente incrinata.
Il battito centrifugo del cuore si stava regolarizzando e la mente immigrava nel suo corpo vuoto per mettersi di nuovo in produzione.

Kami, cosa ho fatto! Perché con lei non riesco ad essere me stesso?


L'amore è la saggezza dello sciocco,
e la follia del saggio”

(Samuel Johnson)

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L'angolo dell'autrice:

Prima di tutto voglio ringraziarvi  per i numerosi commenti ricevuti, che mi hanno dato la spinta decisiva per allungare questa one-shot e farla diventare a più cap (sono 3) il vostro affetto è sentito e ricambiato! Questo cap è dedicato all'introspezione di Tofu che ho cercato di rendere per come io lo vedo. Se ci fossero errori od altro, prego a chi ne veda di segnalarmeli. Ci tengo a fare un lavoro certosino^^e mi fa piacere ricevere questi tipi di segnalazioni! Passo a ringraziarvi personalmente:

Tiger eye: Mi ha fatto davvero felice la tua recenzione, temevo per l'ooc di Tofu, spero di non aver rovinato con degli errori questo cap, scadendo di forma, mi sto ancora allenando con il punto di vista unico : P perciò conto sul tuo occhio aquilino^^ed il tuo giudizio complessivo, sempre tanto atteso!

Mikamei: Tofu è un po' in difficoltà quando vede Kasumi, e anch'io li trovo deliziosamente teneri assieme.

Ilarietta-chan: Grazie^^! Anche a me comunque capita di rileggere qualche passaggio perché l'ho scorso troppo in fretta ^__-

gabrychan: Un sorrisino sulle labbra? ^^mi fa piacere sentirtelo dire! Spero ti sia piaciuto anche questo cap!

lavs684: Hai colto l'essenza dello scorso cap, le tue parole sono state come una manna dal cielo, grazie infinite! A presto!

Riccardo: Grazie zio! Kasumi e Tofu non sono molto facili da descrivere nero su bianco e leggere il tuo commento favorevole mi ha dato una sferzata di grinta!

Akane25:  Grazie^^! I baci non sono tutto per descrivere un emozione, nel tuo ultimo cap di  Nrdp mi hai emozionato con una certa scena! 

maryku:  Sì, Kasumi è duttile come casalinga. Spero di sentirti anche sulla base di questo cap, ci conto^_-

Kuno84: Papu, sei veramente gentile e spero di continuare su questa strada ancora per un po', ispirazione permettendo.... Grazie per l'appoggio che mi dai!

Apple92: Grazie Apple! Mi ha fatto davvero piacere leggere il tuo commy^^!

Un saluto a tutti! 

Ci sentiamo al prossimo cap!

Laila

   
 
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