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Autore: Prato_Azzurro    05/08/2015    2 recensioni
Okay, scusate il ritardo XD troverete le scuse formali dentro.
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Almeno per lui sarebbe stata una liberazione stare lontano dai compagni che lo paragonavano al Ron di Harry Potter. Che disco rotto! Sempre a chiamarlo col suo secondo nome. Malediceva sempre il suo bis nonno che portava quell’appellativo. E suo padre che gli aveva trasmesso il gene dei capelli rossi. E il cognome che cominciava con la W.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Ross Lynch
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Eric Ron Willis odiava dover uscire di casa per svolgere mansioni domestiche. Concretamente odiava uscire, se posso generalizzare. Quando i gradi centigradi superavano l’età di suo padre, oh, era anche peggio. Il signor Willis aveva preferenze, pensava; non le affibbiava ad Annabeth - ma quando mai!, era la sua pupilla -, no, toccava sempre a lui.

Come se lui non avesse mai nulla da fare il dieci di luglio [okay allora, mi pare che in America si finisca dopo la scuola ma ci siano più vacanze, quindi… facciamo finta che la scuola finisca ai primi di luglio visto che non so bene quand’è XD]. Certo, la sorella invece doveva sempre “svolgere gli esercizi di psicologia” o “uscire con Ryland”. Insomma, mai aiutare in casa.

Eh già, proprio lo odiava!

E allora aveva deciso: spiare i due ragazzi. E delle uova da comperare se ne sarebbe occupato certamente dopo.

Loro erano già tornati a casa; era distante pochissimo dal campus, sì, ma ci tornavano quasi ogni giorno per far compagnia a Ryland il quale volo aereo era fissato per il giorno dopo. Sarebbe tornato  Los Angeles e la ramata era tristissima; separarsi dal suo ragazzo sarebbe di certo stato molto struggente - forse più per Eric, che avrebbe dovuto sorbirsi le lamentele dell’adolescente i cui ormoni la facevano impazzire più del solito.

Almeno per lui sarebbe stata una liberazione stare lontano dai compagni che lo paragonavano al Ron di Harry Potter. Che disco rotto! Sempre a chiamarlo col suo secondo nome. Malediceva sempre il suo bis nonno che portava quell’appellativo. E suo padre che gli aveva trasmesso il gene dei capelli rossi. E il cognome che cominciava con la W.

Annabeth Maya Willis era identica a suo fratello - e non solo poiché fossero gemelli. Eppure non riuscivano comunque ad andare d’accordo. Non capiva come facesse Ross Lynch a sopportare Ryland: era l’esatta copia di Ron - avete capito bene, pure lei lo chiamava così! Possiamo solo dare le nostre condoglianze al povero Eric. Ed il bello era che non si fosse ancora spiegata come facesse a piacerle una persona identica al fratello.

Eh sì, era anche lei una fan dell’attore biondo. Insomma: quale diciassettenne non lo conosceva? Al terzo anno si parlava solo di lui ormai. E il povero Ryland era sempre circondato da ragazze che volevano l’autografo del fratello - e le grida di Annabeth, ah!, la gelosia!

Pensare come era divenuto famoso! In pochissimo tempo. Dopo una serie televisiva della Disney aveva spiccato il volo come cantante pop. Aveva una voce inimitabile!

Oh, ma non ho tempo per digressioni. Torniamo a Ron - e qui il cuore mi duole nel chiamarlo così (ma non troppo, sia chiaro).

Era proprio nella stradina davanti al campus. Il suo piano era progettato nel più piccolo particolare - e, se glielo si fosse stato chiesto, avrebbe risposto che anche essere visto da Ryland lo fosse, ma limitiamoci alla narrazione.

- Oh, Eric - esclamò il castano, facendo voltare anche Annabeth. La ramata, impiegata nel guardare un po’ disgustata le gambe abbronzate che spuntavano da sotto il vestito bianco - oh, le donne! -, non aveva nemmeno figurato il fratello tra le altre persone che li guardavano un po’ stupiti - insomma, Annabeth Maya Willis che indossava un vestito? Per di più che arrivava alle ginocchia? Singolare caso.

- Che ci fai qui?

Con dolcezza Annabeth tolse il braccio da sotto quello del suo fidanzato - il quale, con non poco equilibrio, riuscì a non cadere per terra come un vaso di cristallo spinto giù da una credenza - e si avvicinò al fratello, molto felice - notate l’ironia - di vedere la ragazza.

- Tu, razza di… - e qui mille complimenti che fecero proprio arrossire il ragazzo a cui erano rivolti (mi sento in vena d’ironia oggi!). - Cosa diamine ci fai qua? Dovevi fare la spesa!

Ed Eric, le cui accuse l’avevano ferito nel profondo, aveva un discorso pronto e persuasivo. - Eh, passavo di qui per andare all’Ipermarket e…

Annabeth si commosse così tanto da cominciare a dargli affettuose carezze sul viso (si fa per dire).

- Ehm, - si intromise Ryland, i jeans blu che in effetti, pensò, tiravano molto sulla protesi, - dai, smetti di schiaffeggiare Eric, andiamo a prenderci un bel gelato. - E poi, si disse, moriva di caldo. Per un appuntamento con Annabeth, però, avrebbe rinunciato alle comodità dei pantaloncini e della sedia a rotelle. Per un amante delle passeggiate era cosa da poco, eh. Peccato lui le odiasse.

Annabeth, triste nel dover lasciare il fratello, gli scoccò un’occhiata di fuoco. Come per avvisarlo di non farsi più vedere ai suoi appuntamenti. O forse perché non le aveva comprato le uova.

Che i lettori non si aspettino sia finita qui; benché Annabeth fosse sveglia lo era anche il gemello e di certo non si sarebbe lasciato rovinare i piani.

Voleva proprio spiarli e vederli baciare, tanto per principio, per schernire poi sua sorella.

E lo vide, quel bacio - e, forse, troppi.

Prima su una panchina, le labbra sporche di cioccolato e mascarpone. Poi in riva al mare, i capelli appiattiti in testa e le tavole da surf con appiccicata sabbia bagnata. Successivamente al bar, la Coca-cola che si insinuava tra le bocche degli amanti. Infine un bacio che sapeva del calore dell’abbraccio ricevuto da Ryland.

Alla fine si annoiò così tanto di vederli baciare da ritornare a casa.

Pensò che forse Ryland Michael Lynch non fosse così terribile per la sorella; certo, non avrebbe mai desiderato si mettesse con una persona sorda e senza una gamba - per quanto protesi e apparecchi acustici potessero aiutare - ma forse non era un’idea così malsana farli stare insieme.

Dopo due anni di amicizia doveva per forza nascere qualcosa. Per forza.

Con la morte del professore di Psicologia - sullo stesso aereo di Ryland - si erano tutti un po’ divisi e, con il trasferimento di Louis, tutto era peggiorato all’improvviso, proprio quando sembrava migliorare.

Non odiava Ryland, per l’amore del cielo!, solo avrebbe voluto che la sorella avesse qualcuno di sano, forte, capace di proteggerla. Poi però si ricredette: in fondo, il castano avrebbe fatto di tutto per Annabeth.

Alla fine si erano ritrovati tutti e quattro felici, chi lontano chi vicino. Era quello l’importante, si disse, un sorriso in volto mentre apriva la porta di casa sua.

Nulla avrebbe potuto togliergli il sorriso dalle labbra.

- Eric Ron Willis, ti avevo specificatamente ordinato di fare la spesa!

Beh, non aveva calcolato suo padre.

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Okay, non mi chiedete da dove spunta. Momento di noia del 30 marzo (perché quello che leggete risale a quella data), del tipo che ho dovuto aspettare che la mia ff finisse.

Sì lo so, ora siamo ad agosto.

Ehm, cazzo. Sorry. XD

So che siete tutti in vacanza per cui posto per i poveri fantasmi che la leggeranno XD poi in quei tempi provavo a scrivere con tanti stili - come vedete il narratore [modestamente io] qui è onnisciente XD

Ecco boh, non è il mio stile, era solo di prova. Spero che nessuno mi linci XD

Prato_Azzurro

P.S.: Grazie mille sia a chi avrà il tempo di lasciare una recensione sia a chi leggerà sia chi leggerà tra tre anni quando tornerà dal mare. Chiedo venia per non aver postato prima T.T

Buone vacanze a tutti! :*

  
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