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Autore: MissBethCriss    05/08/2015    0 recensioni
In questa vita di cicatrici e amore, una domanda sarà posta a chi saprà ricordare. E un fiore riuscirà a sbocciare nei cuori di chi saprà amare; è come un'onda il suo odore, vi inonderà con ardente passione. E chi saprà amare, ad occhi chiusi, si fiderà dell'altro, e amerà senza riserve. Poiché quando il sole sarà tramontato, al buio, vi rimarranno solo dei ricordi sulla linea del tempo.
▻ Day One: Post Glee
▻ Day Two: Book AU
▻ Day Three: NYU! Seblaine
▻ Day Four: Hogwarts
▻ Day Five: Free Day
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Beth's CornerBuon quarto giorno della SW a tutti! Era da un po' che volevo scrivere qualcosa ambientato in questo mondo magico, ma non ho mai avuto l'ispirazione giusta. E la SW fa miracoli! Spero che vi piacerà!
Grazie alla beta Betta l'Omonima per l'aiuto e per avermi appoggiato lo smistamento di Blaine in una casa che in pochi collegano a lui.
Buona lettura!

Questa storia partecipa alla Seblaine Week 2015
Day Four: Hogwarts

Ricordi sulla linea del tempo

Rododendro

 
Era la prima volta in cinque anni che Sebastian si trovava a correre per i corridoi di Hogwarts a perdifiato, come se da quella corsa dipendesse la sua stessa vita. Era in ritardo per la lezione di Pozioni; dopo aver passato la notte in bianco per studiare per il G.U.F.O, addormentandosi alle prime luci dell’alba, non aveva proprio sentito la sua sveglia.
Gliela farò pagare, pensava Sebastian mentre cercava di non far cadere i libri che teneva in braccio, non dovevano lasciarmi dormire, quei farabutti. Quando andrò a Diagon Alley mi dirigerò al negozio “Tiri Vispi Weasley” e comprerò di tutto, Mou Mollelingua, Pasticche Vomitose e chi più ne ha più ne metta. Intanto cercherò degli incantesimi in biblioteca, non la passeranno liscia, parola di Smythe. Me la pagheranno, e anche cara.
Quando arrivò davanti alla porta non si scomodò a bussare ed entrò subito, trovandosi puntati contro tutti gli occhi dei suoi compagni di corso. Individuò subito gli insulsi Serpeverde che ridevano sotto i baffi, e sentì le mani fremergli: voleva prendere la bacchetta e sfigurarli, farli diventare maiali, topi, o qualsiasi altra cosa. Voleva fargliela pagare, ma per via dell’ira nemmeno lui sapeva come vendicarsi.
In un angolo, intanto, Blaine Anderson tirava un sospiro di sollievo: sapeva che il suo amico non poteva permettersi troppe assenze, se davvero voleva fare il G.U.F.O. Come se Sebastian riuscisse a leggergli nel pensiero, si girò verso di lui e gli strizzò l’occhio. Per un momento la rabbia si era placata.
 — Qual buon vento la porta qui, signor Smythe? Mi fa piacere che abbia deciso di unirsi a noi. La prego, si avvicini, stavamo giusto per iniziare — gli disse il professor Lumacorno invitandolo con un gesto della mano ad avvicinarsi.
Quando gli fu di fronte gli sorrise per rassicurarlo del fatto che non gli avrebbe tolto punti: per una volta avrebbe chiuso un occhio.
— Signor Smythe, mi saprebbe dire cos’è l’Amortentia?
A Sebastian vennero in mente molte risposte saccenti, aveva già letto qualcosa sull’Amortentia e l’aveva trovata roba per dodicenni frivole e stupide a tal punto da scambiare una semplice infatuazione per amore vero, del quale Sebastian dubitava l’esistenza.
Decidendo di non tirare troppo la corda, si limitò a dire: — È una pozione d’amore, signore. La più potente.
— Molto bene, Sebastian Smythe, molto bene. L’Amortentia non è solo un filtro d’amore qualunque, è il più potente filtro d’amore al mondo. Causa una forte infatuazione o ossessione per una persona, ma non il vero amore, quello, miei cari studenti, non si può creare artificialmente, nossignore. L'Amortentia ha un odore diverso per ogni persona che lo sente, secondo le fragranze che gli piacciono di più. L’odore può essere particolare, il profumo della pelle di una persona, l’odore delle pagine dei libri antichi o semplicemente l’aroma inebriante delle foglie del tè. Può essere qualsiasi cosa, anche una qualsiasi fragranza che una persona non si rende conto di apprezzare. Ora, signor Smythe, la invito ad odorarla per primo e a dirci cosa sente.
— L’odore dell’erba dopo la pioggia, la tarte aux pommes e... — Sebastian sbarrò gli occhi quando riconobbe la terza fragranza, le gote gli divennero scarlatte e balbettò qualcosa di incomprensibile. L’intera classe lo osservava incuriosita, così come il professore, che per la prima volta lo vedeva visibilmente in imbarazzo.
— Signor Smythe, la terza fragranza?
Sebastian passò in rassegna tutti i tipi di fragranze che conosceva e disse la prima cosa che gli si trovò sulla punta della lingua. — Rododendro.
— Rododendro? — ripeté il professore, ma vedendo il notevole turbamento nel suo volto preferì non dire altro. — Bene, classe, tutti voi l’odorerete e appunterete sulla pergamena ciò che sentirete.
Poi si volse verso Sebastian, che ancora guardava con lo sguardo perso in chissà quali pensieri il fumo che cambiava colore a secondo della fragranza. — Signor Smythe, può tornare al suo posto, grazie.
Sebastian fece un segno impercettibile con la testa e si andò a sedere vicino a Blaine, che lo guardava incuriosito e con uno strano sorriso sulla faccia.
— Finiscila — gli disse il più alto fra i denti, infastidito dall’espressione che aveva in viso.
— Io non sto facendo nulla — sussurrò l’altro alzando le mani in segno di resa. — Si può sapere che cos’era la terza fragranza?
Sebastian fece per parlare e poi chiuse la bocca. Quando la riaprì gli disse: — Rododendro.
— Bas, dai.
— Rododendro.
— Sai cos’è un rododendro?
— Ma certo che lo so, per chi mi hai preso? — gli rispose stizzito il Serpeverde. L’amico, per tutta risposta, incrociò le braccia sul petto e alzò un sopracciglio per invitarlo a continuare la delucidazione sul rododendro.
— Rododendro, definiscici rododendro quella cosa che... che si mangia, no no, è una bevand- può essere colorato. No, ok. Oh, ma fottiti, Anderson — disse seccamente Sebastian, e si girò dall’altra parte dichiarando finito il discorso.
— È un dannato fiore, idiota che non sei altro. La prossima volta di’ che senti odore di margheritine, okay? — lo rimbeccò Blaine, voltandosi stizzito.
Dopo un po’, il professore si avvicinò e fece odorare l’Amortentia anche a Blaine, che annotò diligentemente ciò che aveva avvertito. Sorrise al professore e  soffiò sulla pergamena per far asciugare l’inchiostro, poi voltò pagina.
Sebastian si sporse verso di lui, cercando di sbirciare qualcosa con la cosa dell’occhio, ma non riuscì a leggere nulla. Blaine, che aveva captato i movimenti dell’altro, mise i gomiti sul foglio. L’altro sbuffò stizzito.
A fine lezione si alzarono e uscirono dall’aula, uno di fianco all’altro, in un silenzio che sarebbe durato ancora per poco.
— Che cosa hai sentito?  — gli chiese il Serpeverde.
— Ho sentito la deliziosa fragranza dell’ eau de “fottiti, Smythe” — gli rispose il moro, che ben presto si perse nella marea di studenti che cambiavano aula. Sebastian sbuffò e si diresse verso la lezione successiva, con la testa già persa in ciò che avrebbe fatto quando le avrebbe finite.
 
I due non si videro per tutto il pomeriggio: sembrava che Sebastian fosse sparito dalla faccia della terra. Non si era fatto vivo né agli allenamenti di quidditch né in biblioteca, dove, ormai dal secondo anno, i due amici si incontravano per compensare le carenze dell’altro. Quando Blaine non vide l’amico Serpeverde aspettarlo davanti all’ingresso della Sala Grande si preoccupò: aveva paura che ce l’avesse con lui per quello che gli aveva detto dopo la lezione di Pozioni, e Blaine odiava litigare con il suo migliore amico, soprattutto per delle sciocchezze. Visto che gli era passata la fame, il Tassorosso si grattò la nuca pensando a dove potesse essersi cacciato l’amico. Poi comprese.
L’odore dell’erba dopo la pioggia.
Una volta gli fece vedere il luogo dove andava quando aveva bisogno di staccare e smettere di essere Sebastian Alexander Elijah Smythe, il figlio di uno dei più importanti Ministri della Magia che il mondo avesse mai avuto, nei cui confronti tutti nutrivano alte pretese, e poteva essere solo Sebastian. Il giorno in cui lo portò per la prima volta nel suo rifugio segreto, l’erba era ancora umida dopo l’acquazzone del giorno precedente. Si erano seduti su una delle radici di un grande albero che emergevano dal suolo ed erano rimasti lì, in un silenzio rotto solo dai loro respiri.
Si mise a correre. Non sapeva perché, sapeva solo che non voleva essere arrabbiato con lui per un secondo di più.
Lo trovò lì, come aveva immaginato. Aveva gli occhi chiusi e il volto illuminato dal chiaro bagliore della luna.
È bellissimo, pensò, per poi ricacciare nei meandri della sua mente quel pensiero che da qualche mese lo tormentava di notte, impedendogli di dormire. Non era una buona decisione pensarci.
— È libero quel posto a fianco  a te?
Sebastian, sentendo la voce dell’amico, spalancò gli occhi e li puntò su di lui. Blaine trovava molto affascinanti gli occhi del Serpeverde, soprattutto quando la luce faceva emergere delle sfumature che lo lasciavano senza fiato. La luce lunare rendeva il suo verde più grigio, come un lago tormentato dalla tempesta. Allo stesso tempo, il buio li rendeva impenetrabili, mascherando tutte le emozioni che vi vivevano. Blaine era il solo che sapeva leggerli anche quando il sole ormai era tramontato sul suo viso, ma ora erano indecifrabili perfino per lui. Sebastian gli stava nascondendo qualcosa.
— Che ci fai qui, Anderson? — gli chiese l’altro a bassa voce.
— Non lo so — rispose francamente sedendosi al suo fianco. — È tua abitudine quella di aspettarmi fuori dalla Sala Grande e oggi non c’eri — fece una pausa e poi aggiunse — Ho avuto paura.
— Di cosa?
— Di tante cose, sono successi così tanti fatti negli ultimi mesi, che ci potrebbe capitare di tutto. E soprattutto… avevo paura che fossi arrabbiato con me.
Sebastian rise e si girò verso l’amico. —Io? Arrabbiato con te? E perché mai, killer?
— Io prima di tutti dovrei sapere quanto detesti le persone troppo insistenti e se non vuoi dirmi quale sia la terza fragranza è un tuo diritto. E mi dispiace per il fottiti di questa mattina, e-
Sebastian era così stufo di sentirlo blaterare quelle scuse che non gli doveva, che spinto da una forza invisibile gli prese il volte tra le mani e lo zittì baciandolo. Dapprima Blaine si ritrovò pietrificato: fra tutti i pensieri che si erano rincorsi nella sua mente prima di trovarlo, questo era lo scenario che proprio non si sarebbe mai aspettato. Poi, quando si accorse di percepire il calore di Sebastian attraverso la sua camicia, realizzò che ciò che stava accadendo non era né frutto di un sogno, né di una proiezione dello specchio delle Emarb; si rilassò contro di lui poggiandogli dolcemente una mano sulla nuca, e lo attirò ancora più vicino a sé.
Quando si staccarono, Blaine non mollò la presa, e Sebastian appoggiò la sua fronte contro quella del più basso, che non smetteva di sorridere. — Oggi sono sparito perché ho rifatto l’Amortentia, avevo bisogno di una controprova — gli disse, per tranquillizzarlo: non era sparito perché era arrabbiato con lui. — Vuoi sapere qual era la terza fragranza? Però poi tu devi dirmi le tue.
Blaine annuì.
— Ti ricordi quando l’anno scorso ci siamo ubriacati? Beh, tu non lo eri troppo, ma io ero così andato che non mi ricordavo nemmeno la parola d’ordine del mio dormitorio, e per non farmi dormire sul pavimento mi hai portato nel tuo. Sgattaiolammo nel tuo letto senza far rumore, beh, almeno ci provammo. Mi ricordo anche le tue risate sommesse, gli scappellotti che mi desti quando facevo troppo rumore. Mi ricordo una fiamma che mi divorava il petto, avevo una voglia così grande di baciarti, che penso che mi mandò più fuori di testa dell’alcol che mi scorreva sulle vene. Tutto questo per dirti, che beh, la terza fragranza che ho sentito oggi era il tuo odore impregnato nel cuscino.
Blaine strinse gli occhi e le labbra si tirarono in un dolce sorriso. — Non sapevo che nel tuo mare di lussuria ci fosse un isolotto romantico, Smythe — lo canzonò mentre sfiorava il naso contro il suo. Sebastian gli lasciò un piccolo bacio sulle labbra.
— Tutta colpa tua, mi hai infettato.
— Mi prendo ogni responsabilità — Blaine rise e sfiorò ancora le labbra dell’altro.
— Ora veniamo a te.
— L’odore dell’inchiostro sugli spartiti - io non so che inchiostro usi il Maestro, ma è un qualcosa di meraviglioso -, l’odore del legno e rododendro.
— Rododendro?
— Sì, da quello che ho capito odora della persona che ami, quindi la seconda fragranza che ho sentito è stata quella del rododendro.
Sebastian rise e si chinò per baciarlo, e mentre lo faceva riusciva a sentire le labbra dell’altro distese in un sorriso. — Dobbiamo rientrare? — gli chiese il più alto dopo un po’, tra un bacio e un sospiro.
— Restiamo ancora un altro po’, non mi va di tornare nel loro mondo.
— Daremo troppo nell’occhio se tardiamo ancora.
— Tu dai sempre nell’occhio, adori essere al centro dell’attenzione di tutti, non vedo perché adesso tu debba essere così preoccupato.
— Sono preoccupato per il mio nome, cosa credi? Non mi posso fare vedere in giro con un Tassorosso, penseranno che mi sono accontentato, e gli Smythe non si accontentano — gli disse prendendolo in giro. Blaine gli colpì l’avanbraccio e fece per andarsene.
— Non m’interessa degli altri. Solo di te — gli sussurrò all’orecchio. Si lasciò cadere contro il legno robusto della quercia, che fu muta spettatrice di quella scena, e tese la mano verso il moro che si fece tirare giù. Le braccia del Serpeverde lo circondarono in un abbraccio, e la sua mano destra si poggiò contro il corpo del Tassorosso, percependo il suo cuore battere all’impazzata.
I due rimasero a osservare le stelle in cielo, senza proferir parola. Quando una stella cadente attraversò veloce la volta celeste, i due si limitarono a stringersi di più in quel loro abbraccio. Non espressero alcun desiderio, in quel momento avevano tutto ciò che desideravano.
 
 
Betta’s Corner: Ciao! Siamo quasi giunti alla fine della week, e questa è probabilmente la os che ho preferito. Insomma, è stato difficile decidere la casa di Blaine (per me era ovvia la casa Tassorosso, ma ok), ma il risultato è sicuramente molto carino. Perché non lasciate una recensioncina? Farebbe piacere ad entrambe le Bette. Un bacio, a domani!
 
   
 
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