Confessioni di un amore segreto
Ho passato due giorni ha
scrivere questa piccola
storia e regalarla al mio ragazzo con cui ieri ho compiuto un anno. La
dedico a
lui nella speranza che possa piacergli e ringrazio tutti coloro che la
leggeranno e chi recensirà… Quello riportato qui
sotto è tutto vero, nulla di
inventato^^
Grazie di tutto per questo
splendido anno passato
insieme …. Spero ti piaccia …
Perché l'amore può essere tanto dolce quanto
spaventoso
Non avevo idea che la mia vita sarebbe cambiata in poco tempo... tutto
per un
ragazzo che ha catturato la mia attenzione, la mia
curiosità, la mia voglia di
essergli amica.
Tutti dicono che l'amicizia tra ragazzo e ragazza non esiste... bene,
chi disse
quel detto, aveva perfettamente ragione. Puoi provare ad essere amico
di tale
ragazzo o ragazza ma alla fine inevitabilmente rimani infinocchiato
come
niente, senza neppure accorgertene.
Prima di quel giorno non avevo mai provato realmente ad amare qualcuno,
mi ero
sempre limitata ad osservare gli altri, soprattutto le amiche andare
avanti,
fidanzarsi trovare qualcuno con cui legare.
Ho sempre avuto paura dell'amore lo ammetto, ma ho anche sempre
desiderato
amare qualcuno con tutta l'anima...
Il mio problema è sempre stata la paura di essere rifiutata,
di non essere
abbastanza carina per gli altri...
Chi vorrebbe una ragazza strana, alta 1.50 che sembra una sedicenne?
Nessuno...
Fino a quel giorno... quel giorno che cambiò tutta la
mia vita...
Voglio però fare un piccolo passo
indietro; mi ricordo ancora la
prima volta che lo incontrai... non uno dei soliti incontri dove ti
scambi la
mano e ti presenti.
La mia amica mi mollò per puro caso a suo fratello
più
grande, leggermente ubriaco... immaginate cosa ne veni fuori: rideva,
rideva e
non la smetteva di dire le più assurde stupidaggini, tanto
che pensai da quale
oscuro pianeta provenisse.
Beh, pensavo di non doverlo più incontrare e che quello fu
solo un puro caso,
ma da quel giorno non me lo scrollai più di dosso.
Diventammo come due calamite, due confidenti... ci dicevamo tutto e
imparammo a
conoscerci...
L'unico problema che lui era sempre circondato da ragazze ed io
n’ero gelosa...
Gelosa perché volevo che simili attenzioni le dedicasse
anche a me; però a modo suo ero speciale per
lui, un'amicizia speciale
che era molto strana agli occhi degli altri.
Per me lui era come un piccolo angelo caduto che nascondeva il suo vero
io per
non rimanere deluso dagli altri ancora, dopo anni di sofferenze, di
lotte per
andare avanti, di non perdere quelle poche speranze che aveva...
E ogni giorno che passava me ne innamoravo sempre di più,
anche se aveva sempre
altre ragazze ed io rimanevo solo la sua amica.
Preferivo stare zitta e non rovinare quella speciale
intimità che solo noi due
avevamo...
Mi bastava così, essere sua amica niente di
più e niente di meno e
celare i miei sentimenti ai suoi occhi e guardarlo da lontano.
Come poi sarebbe potuto piacergli una ragazza che non era né
strafiga
n’appariscente come le altre?
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, anche se inevitabilmente
combini
casini involontari.
- Cosa provi per me? - Ecco la fatidica domanda che speri sempre di non
sentirla pronunciare da qualcuno; perché tutto si blocca, il
mondo si ferma e
perdi il controllo di tutte le azioni fisiche e mentali. La temperatura
sale a
mille mentre cerchi di mettere insieme le prime parole che ti vengono
in mente.
È lì che mi fissa con il suo
sguardo che
mette soggezione, i suoi bellissimi occhi che non si staccava da me ed
io lì, imbarazzata come non mai, in
silenzio.
- Perché questa domanda? - Chiedo con un altro
interrogativo, anche se è molto
scorretto da parte mia: l’educazione vuole che quando una
persona ti pone una
domanda, si risponda… invece io sto cercando di prendere
tempo per capire le
sue intenzioni e di sistemare le mie idee… che cosa dirgli?
La verità e mettere
in chiaro le cose, oppure mentirgli spudoratamente e lasciare le cose
come
stanno?
- Beh… sto bene con te, mi piace la tua compagnia - Inizio e
tiro un lungo respiro
mantenendo la calma, che calma non è perché
inizio a giocare convulsamente con
i capelli arricciandoli intorno alle mie dita evitando di guardarlo
direttamente in faccia, con lo sguardo che vaga altrove…
appoggio i miei occhi
per un decimo di secondo su di lui e sulle sue labbra appare un sorriso
divertito.
Quanto l’odio quando fa così, riesce a mettermi in
imbarazzo con
niente, mi fa diventare di tutti i colori possibili di rosso! Continuo
a
guardarmi intorno; siamo usciti per trascorrere il pomeriggio sotto sua
richiesta e ora in pieno gennaio sotto il gelo pungente,ci ritroviamo
al lago
seduti su una panchina… a parlare di noi due… chi
lo avrebbe mai detto…
- Solo questo? - Continua con il suo interrogatorio curioso di sapere
ogni cosa
che la mia mente pensa; a volte vorrei che sapesse leggere nel pensiero
così evito di aprire la bocca per
paura di dire qualche
cavolata ed evitere le sue continue domande, perché
troverebbe quel che carca
dentro di me… questa volta punto il mio sguardo su di lui
che si è girato a
guardare il lago aspettando la mia risposta… non
è mai stato un ragazzo
paziente e sento che sta facendo molta fatica ad aspettare ora.
- Vuoi la verità? Mi piaci e anche tanto; non il tuo aspetto
fisico come tutte,
ma il tuo modo di essere, il modo in cui mi tratti, il modo in cui ti
rivolgi a
me ogni volta… amo i tuoi bellissimi occhi che sanno sempre
guardarmi dentro,
amo il fatto che mi capisci con niente… credo di essermi
innamorata di te… -
Ecco l’ho detto, sono ufficialmente pazza… Ora che
succederà? Dirà che non gli
interesso, che sono solo un’amica e niente di più,
che non è interessato a me
ed io da stupida ci rimarrò male dicendo che va bene così, e quando sarò a casa mi butterò sul letto a piangere tutte le
lacrime che ho, per tornare
il giorno dopo ad essere quella di sempre nascondendo la mia delusione.
- Perché non me lo hai detto prima? Avrei
ricambiato… anche tu mi piaci… - Mi
guarda negli occhi serio, mai vista la sua espressione così seria prima d’ora;
non posso credere a quello che ha
detto in questo momento … dovrei essere felice, contenta di
tutto ciò, ma dentro di me si fa avanti
la paura di quello che
può portare questa
rivelazione… un senso d’angoscia
m'invade e le lacrime iniziano a scendere da sole lungo il viso.
Perché tutto
questo? Perché ho paura che la nostra storia non possa
durare? Perché se ci
mettiamo insieme con tutti i casini che abbiamo, durerebbe
poco…
In altre parole voglio stare con lui, ma allo stesso tempo non
voglio… che
casino… come a volte può essere assurda la
vita… come tutto
può diventare ancora
più confuso di quanto non lo sia
già.
Non riesco a pensare razionalmente, vedo lui che mi guarda preoccupato,
mentre
si avvicina di più e con una mano mi accarezza la guancia
asciugando le mie
lacrime…
La sua mano così calda a contatto con la mia
pelle fredda riesce a
scaldarmi. Tutto questo non ha senso, per mesi ho desiderato poter
stare con
lui e ora che ne ho la possibilità sono più
confusa di prima.
È questo l’amore? Se
è così, fatemi tornare indietro.
- Ehi, cosa c’è? - Mi chiede preoccupato; se
sapesse cosa mi tormenta in questo
momento mi manderebbe al diavolo senza pensarci due volte.
Devo dirglielo, devo essere sincera con lui come ho sempre fatto e se
mi vuole
bene capirà della decisione che sto per prendere... meglio
così per tutte e due.
Mi alzo dalla panchina, mi metto davanti a lui e con sguardo deciso
come mai
prima d’ora, lo guardo negli occhi senza abbassare di un
millimetro lo sguardo.
- E’ meglio per tutte e due se non ci sentiamo
più… non possiamo stare insieme…
- Dico tutto questo in un sussurro, non so neppure io cosa mi prenda,
ma è
quello che la mia testa ha trovato come soluzione in questo momento;
evitare di
far soffrire ancora entrambi, è stato un errore conoscerci e
frequentarci anche
se lo rifarei mille volte, ma a volte bisogna prendere scelte che non
piacciono
a nessuno.
Farà male ad entrambi, ma lui è stato sempre un
tipo forte e supererà la cosa…
non sono la sua ragazza ideale poi.
- Neppure come amici? - Chiede supplichevole come non avevo mai visto
prima:
gli occhi gli si appannano di velate lacrime, gli avevo spezzato il
cuore… di
nuovo… mi sono trasformata in una delle tante ragazze, che
rifiutavano di
accettarlo per com’era, ma il mio rifiuto era ben diverso
dagli altri.
Era tutto così perfetto, così bello trascorrere il tempo
con lui
anche solo da amica e sarebbe stato ancora più fantastico se
avessi potuto
essere la sua ragazza.
Ma ho dannatamente paura d’amare, paura di essere amata
perché nessuno prima d’ora
mi ha accettato per la persona che sono.
- No ti prego… devo… devo andare –
Prendo la sua mano dolcemente posata ancora
sul mio viso, la sposto per poi girarmi e correre via senza una meta
precisa…
so solo che mi sento il suo sguardo alle spalle che mi fissa. Non
voglio
girarmi, devo continuare a correre, non voglio vedere quel viso rigato
dalle
lacrime per colpa mia …
Mi sento terribilmente in colpa, sono davvero una deficiente, ma che
diavolo
sto facendo? Mi ha confessato il suo amore per me e io che faccio?
Scappo
davanti all’evidenza come una bambina di tre anni.
Ma infondo il mio animo è ancora bambino.
Lui che con me si è sempre mostrato gentile, che si
è fatto in quattro quando
stavo male, che è riuscito a confidarsi con me dopo anni di
tristezza e di
baratro, lo stavo lasciando di nuovo solo come tutti gli altri.
Idiota. Scema. Cretina.
Ecco cosa sono.
Corro fino a casa mia, mi fiondo in camera buttandomi sul letto,
affondo il
viso nel cuscino finendo di versare le ultime lacrime…
Il cellulare continua a vibrare incessantemente nella mia tasca, so per
certo
che è lui che continua a cercarmi…
Lo ha sempre fatto e se non rispondo subito inizia ad agitarsi come
niente,
pensando che mi fosse capitato qualcosa.
Tiro fuori il cellulare dalla tasca leggendo gli ultimi messaggi; sono
suoi…
“ Ti prego rispondi… non capisco
perché sei scappata… ho rovinato tutto,
mi dispiace”
Rovinare tutto lui? Ma perché si sta assumendo colpe non
sue? Ho rovinato tutto
io con quattro parole nel giro di due secondi e l’ho lasciato
li, solo su una
panchina… ho paura che possa fare qualche cazzata; non
è mai stato tipo da
stare tranquillo fermo in un angolino ad aspettare la prossima mossa.
Quello che gli passa per la testa lo fa e devo ammetterlo che parecchie
volte
l’ho ripreso e riportato sulla retta via.
Leggo il secondo messaggio lasciato nel giro di pochi minuti:
“ Perché non mi vuoi? Se non
posso averti mia, vado via di casa… non ha
senso rimanere qui quando questa vita fa schifo e non ci sei tu a
rendermela
felice”
Sono un mostro, devo fare qualcosa … Lo amo, lo voglio tutto
per me, voglio
farlo felice come non mai, ma ormai è tutto perduto per il
mio stupido errore.
Mi alzo velocemente dal letto, raccolgo il cappotto nero buttata per
terra
appena entrata in camera e mi fiondo giù per le scale
più velocemente possibile
correndo lungo la strada che porta a casa sua; tutto questo correre non
fa bene
per la mia asma.
Me lo sento, creperò ancora prima di essere
arrivata al
suo cancello d’asfissia per mancanza d’ossigeno; ma
perché quando serve la
macchina non c’è mai?
Vedo la sua casa in lontananza, un enorme villa di quattro piani
immersa nel
bosco di questo sperduto paesino, circondato dal verde e dalle montagne
… Dio
fa solo che non sia troppo tardi.
Mi attacco al citofono facendolo suonare ripetutamente
finché una voce a me
familiare risponde.
- Ma chi è che rompe! - Grida la voce di suo fratello
esasperata al ricevitore,
ho esagerato un po’, ma sono di fretta e il tempo non
è dalla mia parte in
questo momento. Faccio un respiro profondo prendendo aria sperando che
sia
ancora in casa e non sia già andato via …
- Sono di fretta… apri per favore - la sicura del cancello
scatta permettendomi
di entrare nel giardino e raggiungere l’entrata di casa, dove
sulla soglia mi
aspetta Jake più assonnato che mai; i capelli tutti
scompigliati e gli occhi
pieni di sonno… ovvio, sono le due del mattino, nessuna
persona sana di mente
andrebbe a bussare nel pieno della notte a casa di altri.
- Se cerchi Kai è partito; è tornato a casa
strano, ha fatto le valigie dicendo
di non fermarlo - Lo sapevo, alla fine è partito…
E ora come faccio?
Ringrazio Jake e mi scuso per il casino notturno e torno in strada
sedendomi
sul marciapiede. L’unica soluzione in questo momento che mi
viene in mente e di
chiamarlo al cellulare, sempre se non lo abbia spento per non farsi
trovare.
Compongo il numero che è sempre in cima alla lista delle
chiamate e lascio
suonare insistente fino a quando risponde la segreteria; gli lascio un
messaggio di supplica di rispondere e di dirmi
dov’è in quel momento…
“sono alla stazione perché? Non
ti sei divertita abbastanza?”
Arriva un suo messaggio dopo qualche minuti e sento che qualcuno da
lassù vuole
darmi ancora una possibilità e di certo non voglio sprecarla
per nessuna
ragione al mondo, questa volta sarò sincera al cento per cento e
pur di
non farlo partire m’inginocchierò davanti a lui supplicandolo
di
rimanere o se deciderà di salire su quel maledetto treno mi
metterò sulle rotaie a costo di farmi
arrestare.
“Non ti muovere da lì per favore
ti devo parlare” Mando il messaggio sperando
di
trovarlo ancora li, quando arriverò. Mi dirigo verso la prima
fermata
del pullman sperando che passi il più in fretta possibile.
Di notte le corse
sono limitate e passano ogni due o tre ore per di più sono
al freddo e al gelo
e mi stupisco d’essere ancora intera e non un pezzettino di
ghiaccio.
Ok, sto perdendo completamente la testa, ma in questo momento voglio
solo Kai
vicino a me.
Finalmente il pullman arriva e quando salgo l’autista mi
guarda in modo strano;
so già cosa pensa, cosa ci fa una ragazza in giro in piena
notte da sola… Amen,
non ho tempo di pensare anche a questo.
Nel giro di dieci minuti sono in stazione, deserta tra
l’altro, scendo ed entro
dentro e me lo trovo lì… seduto su una
delle poltrone in
sala d’aspetto con la testa tra le mani a pensare sicuramente
alle parole che
gli ho rivolto poche ore prima.
- Posso sedermi? - Chiedo una volta che mi sono avvicinata senza farmi
sentire,
cosa impossibile dato che ha un udito da far invidia a
tutti… Alza lo sguardo
verso di me facendo cenno alla poltrona di fianco alla sua, segno che
posso
accomodarmi lì... Mi siedo sulla poltrona
blu togliendo la sciarpa a
causa del troppo calore che c’è in quel posto che
mi sta soffocando.
- Pensavo non volessi più vedermi - Mi dice ironicamente
prende una sigaretta
da dentro i jeans, sta per accenderla, ma lo fulmino con lo sguardo; sa
perfettamente che odio il fumo specie nei luoghi chiusi e poi
è leggermente
vietato fumare in un posto pubblico… Ci manca solo
più la multa e ho finito la
giornata in bellezza.
Ripone la sigaretta di nuovo nei pantaloni si alzi in piedi, e inizia a
fare
avanti e indietro davanti a me.
Troppo nervoso… troppo agitato… lo conosco fin
troppo bene …
- Io… volevo chiederti scusa… - Inizio piano;
questa volta cerco di non essere
precipitosa e pensare prima di parlare, per non dire qualcosa
d’inadeguato. Già
la situazione non è delle migliori e una sola parola fuori
posto potrebbe
mandare tutto all’aria di nuovo.
Le mie mani sono strette a pugno e sento le unghie affondare nella
carne,
mentre Kai più furioso che mai mi guarda con rabbia.
- Un po’ tardi per delle scuse, Siana. Ti sbandiero ai
quattro venti i miei
sentimenti e tu te ne vai - sta gridando come non ha mai fatto prima,
meno male
che ci siamo solo noi due o mi sarebbe toccato trascinarlo fuori dalla
stazione
lontano da tutti... Mi alzo in piedi anch’io avvicinandomi a
lui, abbracciandolo...
Lo sento irrigidirsi, il corpo diventare immobile per quel gesto
inaspettato;
ora dovevo solo aspettare la sua reazione, mi sarei meritata un suo
rifiuto.
Invece le sue braccia mi avvolsero completamente e il suo mento
appoggiarsi
sulla mia testa. Affondai il volto nel suo petto perdendomi nel suo
profumo che
mi è sempre piaciuto. Quel’odore che sentivo a 20
metri di distanza e ogni
volta sapevo che era lui, che m’inebriava i sensi da farmi
perdere la testa …
- Mi dispiace un sacco… non volevo dirti quelle parole... ho
paura che tutto
questo sia un sogno e che domani mi sveglierò e le parole
che mi hai detto siano solo una fantasia… la più
bella di tutte - Gli dico
liberandomi del peso di quei pensieri che mi hanno sempre dato il
tormento.
Sento la sua presa sempre farsi sempre più forte attorno a
me, come se non mi
volesse lasciar andare.
Non andrei lo stesso da nessuna parte, vorrei restare per sempre tra le
sue
braccia e perdermi nel suo calore milioni e milioni di volte ancora,
fino ad
essere intossicata dalla sua presenza… come una
droga… ma una droga buona,
leggera come l’aria, come le nuvole bianche che quando le
vedi ti sembrano
soffici e morbide. Oppure come la nutella o la cioccolata che una volta
che
inizi a mangiarla non smetti più.
- Voglio stare con te, ma ho paura di essere deluso un’altra
volta - Mi
confessa sedendosi di nuovo sulle poltrone in questo silenzio surreale
nel bel
mezzo di una stazione vuota, si trascina con se, facendomi sedere sulle
sue
gambe perdendosi nei suoi ricordi di quando la sua ex ragazza, il suo
primo
amore lo aveva tradito e da allora ha deciso di chiudere il cuore a
tutti ed
evitare di prendere altre delusioni.
- Ti prometto che non ti deluderò mai, che potrai sempre
contare su
di me e che non ti tradirò mai… - Non voglio
deluderlo anch’io
come hanno fatto le altre, voglio che sia felice, voglio provarci con
tutta me
stessa, e poi se c’è il mio piccolo angelo insieme
a me tutta diventa più
facile.
Di nuovo le lacrime rigano il mio viso, ma questa volta sono di
felicità, io e
lui e nient’altro… Beh, preferirei un posto
più romantico alla stazione dei
treni, ma è speciale lo stesso…
- Ti prego non piangere però... se non la smetti ti butto
nel
Ticino – cerca di farmi sorridere e ci riesce benissimo:
è sempre stato
speciale in questo, quello di farti ritrovare il sorriso, quando sei
triste, e
di trasformare una situazione seria in qualcosa di divertente tanto che
a volte
ti viene da tirargli qualcosa dietro per aver rovinato tutto. Ma come
prendersela con lui, io non ci sono mai riuscita e credo che mai ci
riuscirò.
- Allora ti tocca portarmi a Roma per buttarmi nel Ticino –
Rispondo
strofinandomi gli occhi rossi di pianto, quando dopo la mia
affermazione Kai
scoppia a ridere tanto che gli spuntano le lacrime agli occhi dal
ridere… che
cosa ho detto di tanto divertente? Magari ho qualcosa in faccia e
sembro un
clown tanto da farlo ridere.
- Siana… il Ticino non è a Roma - Risponde quando
riprende finalmente fiato;
che figura del cavolo, devo imparare la geografia… Divento
rossa pomodoro tanto
che mi nascondo la faccia tra le mani che vengono subito prontamente
levate da
lui che mi sorride dolcemente.
I nostri sguardi s’incrociano per un istante che sembra
interminabile, quando i
nostri visi si avvicinano piano piano fino a quando le nostre labbra si
toccano
in un delicato bacio… le sue labbra così morbide si muovono dolcemente
sulle
mie senza irruenza, senza fretta, quasi come a studiarmi…
decido di non
rimanere impassibile al bacio e cerco di approfondirlo fino a, quando
le nostre
lingue entrano a contatto e il bacio diventa più passionale
…
Non so per quanto rimanemmo li, a baciarci, in quel silenzio surreale,
ma so
per certa che quella notte ci scambiammo una promessa prima di tornare
a casa…
una promessa che non è ancora stata infranta
perché il nostro amore è eterno,
nonostante i litigi e i problemi… Ma è anche
pieno di risate e felicità….
Insieme per
sempre … nel bene e nel male … ovunque e dovunque
…
….Per sempre ….
Un anno fa
mi innamorai di un angelo che mi donò il suo cuore... ancora oggi,
dopo
tanti pianti, risate e litigate il nostro amore ci unisce ancora
più forte che
mai... Ti amo non dimenticarlo mai... la tua piccola peste....