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Autore: Obsidian_Butterfly    27/01/2009    4 recensioni
Due ragazzi... una confessione... un sentimento che li lega... quello dell'amore....
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Confessioni di un amore segreto



Ho passato due giorni ha scrivere questa piccola storia e regalarla al mio ragazzo con cui ieri ho compiuto un anno. La dedico a lui nella speranza che possa piacergli e ringrazio tutti coloro che la leggeranno e chi recensirà… Quello riportato qui sotto è tutto vero, nulla di inventato^^

Grazie di tutto per questo splendido anno passato insieme …. Spero ti piaccia …


Perché l'amore pu
ò essere tanto dolce quanto spaventoso
Non avevo idea che la mia vita sarebbe cambiata in poco tempo... tutto per un ragazzo che ha catturato la mia attenzione, la mia curiosità, la mia voglia di essergli amica.

Tutti dicono che l'amicizia tra ragazzo e ragazza non esiste... bene, chi disse quel detto, aveva perfettamente ragione. Puoi provare ad essere amico di tale ragazzo o ragazza ma alla fine inevitabilmente rimani infinocchiato come niente, senza neppure accorgertene.

Prima di quel giorno non avevo mai provato realmente ad amare qualcuno, mi ero sempre limitata ad osservare gli altri, soprattutto le amiche andare avanti, fidanzarsi trovare qualcuno con cui legare.
Ho sempre avuto paura dell'amore lo ammetto, ma ho anche sempre desiderato amare qualcuno con tutta l'anima...

Il mio problema è sempre stata la paura di essere rifiutata, di non essere abbastanza carina per gli altri...
Chi vorrebbe una ragazza strana, alta 1.50 che sembra una sedicenne? Nessuno...
Fino a quel giorno... quel giorno che cambi
ò tutta la mia vita...

Voglio per
ò fare un piccolo passo indietro; mi ricordo ancora la prima volta che lo incontrai... non uno dei soliti incontri dove ti scambi la mano e ti presenti.

La mia amica mi moll
ò per puro caso a suo fratello più grande, leggermente ubriaco... immaginate cosa ne veni fuori: rideva, rideva e non la smetteva di dire le più assurde stupidaggini, tanto che pensai da quale oscuro pianeta provenisse.
Beh, pensavo di non doverlo più incontrare e che quello fu solo un puro caso, ma da quel giorno non me lo scrollai più di dosso.
Diventammo come due calamite, due confidenti... ci dicevamo tutto e imparammo a conoscerci...
L'unico problema che lui era sempre circondato da ragazze ed io n’ero gelosa...
Gelosa perché volevo che simili attenzioni le dedicasse anche a me; per
ò a modo suo ero speciale per lui, un'amicizia speciale che era molto strana agli occhi degli altri.

Per me lui era come un piccolo angelo caduto che nascondeva il suo vero io per non rimanere deluso dagli altri ancora, dopo anni di sofferenze, di lotte per andare avanti, di non perdere quelle poche speranze che aveva...
E ogni giorno che passava me ne innamoravo sempre di più, anche se aveva sempre altre ragazze ed io rimanevo solo la sua amica.
Preferivo stare zitta e non rovinare quella speciale intimità che solo noi due avevamo...
Mi bastava cos
ì, essere sua amica niente di più e niente di meno e celare i miei sentimenti ai suoi occhi e guardarlo da lontano.
Come poi sarebbe potuto piacergli una ragazza che non era né strafiga n’appariscente come le altre?
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, anche se inevitabilmente combini casini involontari.

- Cosa provi per me? - Ecco la fatidica domanda che speri sempre di non sentirla pronunciare da qualcuno; perché tutto si blocca, il mondo si ferma e perdi il controllo di tutte le azioni fisiche e mentali. La temperatura sale a mille mentre cerchi di mettere insieme le prime parole che ti vengono in mente.
È lì che mi fissa con il suo sguardo che mette soggezione, i suoi bellissimi occhi che non si staccava da me ed io lì, imbarazzata come non mai, in silenzio.

- Perché questa domanda? - Chiedo con un altro interrogativo, anche se è molto scorretto da parte mia: l’educazione vuole che quando una persona ti pone una domanda, si risponda… invece io sto cercando di prendere tempo per capire le sue intenzioni e di sistemare le mie idee… che cosa dirgli? La verità e mettere in chiaro le cose, oppure mentirgli spudoratamente e lasciare le cose come stanno?

- Beh… sto bene con te, mi piace la tua compagnia - Inizio e tiro un lungo respiro mantenendo la calma, che calma non è perché inizio a giocare convulsamente con i capelli arricciandoli intorno alle mie dita evitando di guardarlo direttamente in faccia, con lo sguardo che vaga altrove… appoggio i miei occhi per un decimo di secondo su di lui e sulle sue labbra appare un sorriso divertito.

Quanto l’odio quando fa cos
ì, riesce a mettermi in imbarazzo con niente, mi fa diventare di tutti i colori possibili di rosso! Continuo a guardarmi intorno; siamo usciti per trascorrere il pomeriggio sotto sua richiesta e ora in pieno gennaio sotto il gelo pungente,ci ritroviamo al lago seduti su una panchina… a parlare di noi due… chi lo avrebbe mai detto…

- Solo questo? - Continua con il suo interrogatorio curioso di sapere ogni cosa che la mia mente pensa; a volte vorrei che sapesse leggere nel pensiero cos
ì evito di aprire la bocca per paura di dire qualche cavolata ed evitere le sue continue domande, perché troverebbe quel che carca dentro di me… questa volta punto il mio sguardo su di lui che si è girato a guardare il lago aspettando la mia risposta… non è mai stato un ragazzo paziente e sento che sta facendo molta fatica ad aspettare ora.

- Vuoi la verità? Mi piaci e anche tanto; non il tuo aspetto fisico come tutte, ma il tuo modo di essere, il modo in cui mi tratti, il modo in cui ti rivolgi a me ogni volta… amo i tuoi bellissimi occhi che sanno sempre guardarmi dentro, amo il fatto che mi capisci con niente… credo di essermi innamorata di te… - Ecco l’ho detto, sono ufficialmente pazza… Ora che succederà? Dirà che non gli interesso, che sono solo un’amica e niente di più, che non è interessato a me ed io da stupida ci rimarr
ò male dicendo che va bene così, e quando sarò a casa mi butterò sul letto a piangere tutte le lacrime che ho, per tornare il giorno dopo ad essere quella di sempre nascondendo la mia delusione.

- Perché non me lo hai detto prima? Avrei ricambiato… anche tu mi piaci… - Mi guarda negli occhi serio, mai vista la sua espressione cos
ì seria prima d’ora; non posso credere a quello che ha detto in questo momento … dovrei essere felice, contenta di tutto ciò, ma dentro di me si fa avanti la paura di quello che può portare questa rivelazione… un senso d’angoscia m'invade e le lacrime iniziano a scendere da sole lungo il viso. Perché tutto questo? Perché ho paura che la nostra storia non possa durare? Perché se ci mettiamo insieme con tutti i casini che abbiamo, durerebbe poco…
In altre parole voglio stare con lui, ma allo stesso tempo non voglio… che casino… come a volte pu
ò essere assurda la vita… come tutto può diventare ancora più confuso di quanto non lo sia già.
Non riesco a pensare razionalmente, vedo lui che mi guarda preoccupato, mentre si avvicina di più e con una mano mi accarezza la guancia asciugando le mie lacrime…
La sua mano cos
ì calda a contatto con la mia pelle fredda riesce a scaldarmi. Tutto questo non ha senso, per mesi ho desiderato poter stare con lui e ora che ne ho la possibilità sono più confusa di prima.
È questo l’amore? Se è così, fatemi tornare indietro.

- Ehi, cosa c’è? - Mi chiede preoccupato; se sapesse cosa mi tormenta in questo momento mi manderebbe al diavolo senza pensarci due volte.
Devo dirglielo, devo essere sincera con lui come ho sempre fatto e se mi vuole bene capirà della decisione che sto per prendere... meglio cos
ì per tutte e due.
Mi alzo dalla panchina, mi metto davanti a lui e con sguardo deciso come mai prima d’ora, lo guardo negli occhi senza abbassare di un millimetro lo sguardo.

- E’ meglio per tutte e due se non ci sentiamo più… non possiamo stare insieme… - Dico tutto questo in un sussurro, non so neppure io cosa mi prenda, ma è quello che la mia testa ha trovato come soluzione in questo momento; evitare di far soffrire ancora entrambi, è stato un errore conoscerci e frequentarci anche se lo rifarei mille volte, ma a volte bisogna prendere scelte che non piacciono a nessuno.
Farà male ad entrambi, ma lui è stato sempre un tipo forte e supererà la cosa… non sono la sua ragazza ideale poi.

- Neppure come amici? - Chiede supplichevole come non avevo mai visto prima: gli occhi gli si appannano di velate lacrime, gli avevo spezzato il cuore… di nuovo… mi sono trasformata in una delle tante ragazze, che rifiutavano di accettarlo per com’era, ma il mio rifiuto era ben diverso dagli altri.
Era tutto cos
ì perfetto, così bello trascorrere il tempo con lui anche solo da amica e sarebbe stato ancora più fantastico se avessi potuto essere la sua ragazza.
Ma ho dannatamente paura d’amare, paura di essere amata perché nessuno prima d’ora mi ha accettato per la persona che sono.

- No ti prego… devo… devo andare – Prendo la sua mano dolcemente posata ancora sul mio viso, la sposto per poi girarmi e correre via senza una meta precisa… so solo che mi sento il suo sguardo alle spalle che mi fissa. Non voglio girarmi, devo continuare a correre, non voglio vedere quel viso rigato dalle lacrime per colpa mia …
Mi sento terribilmente in colpa, sono davvero una deficiente, ma che diavolo sto facendo? Mi ha confessato il suo amore per me e io che faccio? Scappo davanti all’evidenza come una bambina di tre anni.
Ma infondo il mio animo è ancora bambino.

Lui che con me si è sempre mostrato gentile, che si è fatto in quattro quando stavo male, che è riuscito a confidarsi con me dopo anni di tristezza e di baratro, lo stavo lasciando di nuovo solo come tutti gli altri.
Idiota. Scema. Cretina.
Ecco cosa sono.

Corro fino a casa mia, mi fiondo in camera buttandomi sul letto, affondo il viso nel cuscino finendo di versare le ultime lacrime…
Il cellulare continua a vibrare incessantemente nella mia tasca, so per certo che è lui che continua a cercarmi…
Lo ha sempre fatto e se non rispondo subito inizia ad agitarsi come niente, pensando che mi fosse capitato qualcosa.
Tiro fuori il cellulare dalla tasca leggendo gli ultimi messaggi; sono suoi…

“ Ti prego rispondi… non capisco perché sei scappata… ho rovinato tutto, mi dispiace”

Rovinare tutto lui? Ma perché si sta assumendo colpe non sue? Ho rovinato tutto io con quattro parole nel giro di due secondi e l’ho lasciato li, solo su una panchina… ho paura che possa fare qualche cazzata; non è mai stato tipo da stare tranquillo fermo in un angolino ad aspettare la prossima mossa.
Quello che gli passa per la testa lo fa e devo ammetterlo che parecchie volte l’ho ripreso e riportato sulla retta via.
Leggo il secondo messaggio lasciato nel giro di pochi minuti:

“ Perché non mi vuoi? Se non posso averti mia, vado via di casa… non ha senso rimanere qui quando questa vita fa schifo e non ci sei tu a rendermela felice”

Sono un mostro, devo fare qualcosa … Lo amo, lo voglio tutto per me, voglio farlo felice come non mai, ma ormai è tutto perduto per il mio stupido errore.

Mi alzo velocemente dal letto, raccolgo il cappotto nero buttata per terra appena entrata in camera e mi fiondo giù per le scale più velocemente possibile correndo lungo la strada che porta a casa sua; tutto questo correre non fa bene per la mia asma.
Me lo sento, creper
ò ancora prima di essere arrivata al suo cancello d’asfissia per mancanza d’ossigeno; ma perché quando serve la macchina non c’è mai?
Vedo la sua casa in lontananza, un enorme villa di quattro piani immersa nel bosco di questo sperduto paesino, circondato dal verde e dalle montagne … Dio fa solo che non sia troppo tardi.
Mi attacco al citofono facendolo suonare ripetutamente finché una voce a me familiare risponde.

- Ma chi è che rompe! - Grida la voce di suo fratello esasperata al ricevitore, ho esagerato un po’, ma sono di fretta e il tempo non è dalla mia parte in questo momento. Faccio un respiro profondo prendendo aria sperando che sia ancora in casa e non sia già andato via …

- Sono di fretta… apri per favore - la sicura del cancello scatta permettendomi di entrare nel giardino e raggiungere l’entrata di casa, dove sulla soglia mi aspetta Jake più assonnato che mai; i capelli tutti scompigliati e gli occhi pieni di sonno… ovvio, sono le due del mattino, nessuna persona sana di mente andrebbe a bussare nel pieno della notte a casa di altri.

- Se cerchi Kai è partito; è tornato a casa strano, ha fatto le valigie dicendo di non fermarlo - Lo sapevo, alla fine è partito… E ora come faccio?
Ringrazio Jake e mi scuso per il casino notturno e torno in strada sedendomi sul marciapiede. L’unica soluzione in questo momento che mi viene in mente e di chiamarlo al cellulare, sempre se non lo abbia spento per non farsi trovare.

Compongo il numero che è sempre in cima alla lista delle chiamate e lascio suonare insistente fino a quando risponde la segreteria; gli lascio un messaggio di supplica di rispondere e di dirmi dov’è in quel momento…
“sono alla stazione perché? Non ti sei divertita abbastanza?” Arriva un suo messaggio dopo qualche minuti e sento che qualcuno da lassù vuole darmi ancora una possibilità e di certo non voglio sprecarla per nessuna ragione al mondo, questa volta sar
ò sincera al cento per cento e pur di non farlo partire m’inginocchierò davanti a lui supplicandolo di rimanere o se deciderà di salire su quel maledetto treno mi metterò sulle rotaie a costo di farmi arrestare.

Non ti muovere da l
ì per favore ti devo parlare” Mando il messaggio sperando di trovarlo ancora li, quando arriverò. Mi dirigo verso la prima fermata del pullman sperando che passi il più in fretta possibile. Di notte le corse sono limitate e passano ogni due o tre ore per di più sono al freddo e al gelo e mi stupisco d’essere ancora intera e non un pezzettino di ghiaccio.
Ok, sto perdendo completamente la testa, ma in questo momento voglio solo Kai vicino a me.
Finalmente il pullman arriva e quando salgo l’autista mi guarda in modo strano; so già cosa pensa, cosa ci fa una ragazza in giro in piena notte da sola… Amen, non ho tempo di pensare anche a questo.
Nel giro di dieci minuti sono in stazione, deserta tra l’altro, scendo ed entro dentro e me lo trovo l
ì… seduto su una delle poltrone in sala d’aspetto con la testa tra le mani a pensare sicuramente alle parole che gli ho rivolto poche ore prima.

- Posso sedermi? - Chiedo una volta che mi sono avvicinata senza farmi sentire, cosa impossibile dato che ha un udito da far invidia a tutti… Alza lo sguardo verso di me facendo cenno alla poltrona di fianco alla sua, segno che posso accomodarmi l
ì... Mi siedo sulla poltrona blu togliendo la sciarpa a causa del troppo calore che c’è in quel posto che mi sta soffocando.

- Pensavo non volessi più vedermi - Mi dice ironicamente prende una sigaretta da dentro i jeans, sta per accenderla, ma lo fulmino con lo sguardo; sa perfettamente che odio il fumo specie nei luoghi chiusi e poi è leggermente vietato fumare in un posto pubblico… Ci manca solo più la multa e ho finito la giornata in bellezza.
Ripone la sigaretta di nuovo nei pantaloni si alzi in piedi, e inizia a fare avanti e indietro davanti a me.
Troppo nervoso… troppo agitato… lo conosco fin troppo bene …

- Io… volevo chiederti scusa… - Inizio piano; questa volta cerco di non essere precipitosa e pensare prima di parlare, per non dire qualcosa d’inadeguato. Già la situazione non è delle migliori e una sola parola fuori posto potrebbe mandare tutto all’aria di nuovo.
Le mie mani sono strette a pugno e sento le unghie affondare nella carne, mentre Kai più furioso che mai mi guarda con rabbia.

- Un po’ tardi per delle scuse, Siana. Ti sbandiero ai quattro venti i miei sentimenti e tu te ne vai - sta gridando come non ha mai fatto prima, meno male che ci siamo solo noi due o mi sarebbe toccato trascinarlo fuori dalla stazione lontano da tutti... Mi alzo in piedi anch’io avvicinandomi a lui, abbracciandolo...
Lo sento irrigidirsi, il corpo diventare immobile per quel gesto inaspettato; ora dovevo solo aspettare la sua reazione, mi sarei meritata un suo rifiuto.
Invece le sue braccia mi avvolsero completamente e il suo mento appoggiarsi sulla mia testa. Affondai il volto nel suo petto perdendomi nel suo profumo che mi è sempre piaciuto. Quel’odore che sentivo a 20 metri di distanza e ogni volta sapevo che era lui, che m’inebriava i sensi da farmi perdere la testa …

- Mi dispiace un sacco… non volevo dirti quelle parole... ho paura che tutto questo sia un sogno e che domani mi sveglier
ò e le parole che mi hai detto siano solo una fantasia… la più bella di tutte - Gli dico liberandomi del peso di quei pensieri che mi hanno sempre dato il tormento. Sento la sua presa sempre farsi sempre più forte attorno a me, come se non mi volesse lasciar andare.
Non andrei lo stesso da nessuna parte, vorrei restare per sempre tra le sue braccia e perdermi nel suo calore milioni e milioni di volte ancora, fino ad essere intossicata dalla sua presenza… come una droga… ma una droga buona, leggera come l’aria, come le nuvole bianche che quando le vedi ti sembrano soffici e morbide. Oppure come la nutella o la cioccolata che una volta che inizi a mangiarla non smetti più.

- Voglio stare con te, ma ho paura di essere deluso un’altra volta - Mi confessa sedendosi di nuovo sulle poltrone in questo silenzio surreale nel bel mezzo di una stazione vuota, si trascina con se, facendomi sedere sulle sue gambe perdendosi nei suoi ricordi di quando la sua ex ragazza, il suo primo amore lo aveva tradito e da allora ha deciso di chiudere il cuore a tutti ed evitare di prendere altre delusioni.

- Ti prometto che non ti deluder
ò mai, che potrai sempre contare su di me e che non ti tradirò mai… - Non voglio deluderlo anch’io come hanno fatto le altre, voglio che sia felice, voglio provarci con tutta me stessa, e poi se c’è il mio piccolo angelo insieme a me tutta diventa più facile.

Di nuovo le lacrime rigano il mio viso, ma questa volta sono di felicità, io e lui e nient’altro… Beh, preferirei un posto più romantico alla stazione dei treni, ma è speciale lo stesso…

- Ti prego non piangere per
ò... se non la smetti ti butto nel Ticino – cerca di farmi sorridere e ci riesce benissimo: è sempre stato speciale in questo, quello di farti ritrovare il sorriso, quando sei triste, e di trasformare una situazione seria in qualcosa di divertente tanto che a volte ti viene da tirargli qualcosa dietro per aver rovinato tutto. Ma come prendersela con lui, io non ci sono mai riuscita e credo che mai ci riuscirò.

- Allora ti tocca portarmi a Roma per buttarmi nel Ticino – Rispondo strofinandomi gli occhi rossi di pianto, quando dopo la mia affermazione Kai scoppia a ridere tanto che gli spuntano le lacrime agli occhi dal ridere… che cosa ho detto di tanto divertente? Magari ho qualcosa in faccia e sembro un clown tanto da farlo ridere.

- Siana… il Ticino non è a Roma - Risponde quando riprende finalmente fiato; che figura del cavolo, devo imparare la geografia… Divento rossa pomodoro tanto che mi nascondo la faccia tra le mani che vengono subito prontamente levate da lui che mi sorride dolcemente.
I nostri sguardi s’incrociano per un istante che sembra interminabile, quando i nostri visi si avvicinano piano piano fino a quando le nostre labbra si toccano in un delicato bacio… le sue labbra cos
ì morbide si muovono dolcemente sulle mie senza irruenza, senza fretta, quasi come a studiarmi… decido di non rimanere impassibile al bacio e cerco di approfondirlo fino a, quando le nostre lingue entrano a contatto e il bacio diventa più passionale …
Non so per quanto rimanemmo li, a baciarci, in quel silenzio surreale, ma so per certa che quella notte ci scambiammo una promessa prima di tornare a casa… una promessa che non è ancora stata infranta perché il nostro amore è eterno, nonostante i litigi e i problemi… Ma è anche pieno di risate e felicità….

 

Insieme per sempre … nel bene e nel male … ovunque e dovunque …

….Per sempre ….



Un anno fa mi innamorai di un angelo che mi donò il suo cuore... ancora oggi, dopo tanti pianti, risate e litigate il nostro amore ci unisce ancora più forte che mai... Ti amo non dimenticarlo mai... la tua piccola peste....




 

   
 
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