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Autore: Lyerenshadow_nekkun    06/08/2015    1 recensioni
Metteremmo come rating il rosso perché questa fanfiction è altamente a rischio shock, ma non lo faremo.
Metteremmo come genere il drammatico, perché ad un certo punto la situazione la diventa, ma non faremo nemmeno questo.
Questa pazza role - nata dalle menti contorte di quattro autrici che evidentemente in quel momento non avevano nulla di meglio da fare che ridicolizzare i loro personaggi preferiti - è un regalo per il compleanno di Lerenshaw, che compie gli anni proprio oggi!
Auguri Okaasan!!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ai Mikaze, Altri, Otoya Ittoki, Reiji Kotobuki, Syo Kurusu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tokiya, non aprire quella porta!


In una vita precedente...

Quello era un pomeriggio speciale in casa Ichinose.
Syo sgambettava seduto sul tavolo, mentre attendeva che il dolce della merenda finisse di cuocersi in forno.
Papà Tokiya era andato a lavorare e finalmente si era deciso a lasciare da soli i suoi figli, senza chiamare la tata. In fondo erano stati piuttosto convincenti con i loro occhioni da cerbiatto e comunque erano ormai grandi abbastanza per potersene restare a casa da soli.
Dall'alto dei suoi sei anni, Syo si considerava già adulto a sufficienza per poter badare alla casa. E se anche non era ancora in grado di far tutto - in fondo il dolce lo aveva preparato il fratello, non lui, così come sempre il fratello aveva acceso il forno, lui non ne era ancora capace - aveva sempre tempo per imparare. Cosa ci voleva a cucinare un po' - anche se aveva paura del fuoco - o a lavare due piatti - anche se non sapeva nemmeno cosa fosse il detersivo -? Nulla! Quindi ci sarebbe riuscito.
E comunque c'era sempre Rei-nii pronto a intervenire. Lui che di anni ne aveva quindici sapeva fare molte più cose di Syo - non per niente i biscotti erano stata opera sua - e forse effettivamente era per quello che papà Tokiya li aveva lasciati soli: perché c'era Reiji che era un po' più grande.
Ma dall'alto dei suoi sei anni, questo Syo ancora non l'aveva capito, anche perché, conoscendoli, il maggiore tra i suoi fratelli non sembrava proprio essere Rei-nii... Era qualcosa su cui avrebbe ancora dovuto riflettere.
 
Ai era davvero scocciato da quella situazione: perché papà si era deciso a lasciarli da soli da un giorno all'altro? La tata non costava tanto -lo aveva sentito dire proprio al papà mentre era al telefono con zio Hayato- e loro non erano pronti a rimanere da soli.
No, non lo erano per niente.
Lo dimostrava il silenzio che c'era in quel momento, quella che i libri che leggeva Ai chiamavano 'la quiete prima della tempesta'; lo dimostrava anche il fatto che prima di uscire, papà Tokiya lo avesse preso da parte per raccomandarsi di tenere d'occhio Rei-nii quando poteva.
Perché lui, a cinque anni, doveva sorvegliare un bambino quindicenne?
Oh, se lo chiedeva ma sapeva darsi pure una risposta: bastava guardare Rei-nii per due minuti e si capiva chi tra i due era VERAMENTE il più grande.
Ai sbuffò e si diresse verso la sala con un libro in mano -quello che il suo adorato papà gli aveva comprato due giorni prima-, accucciandosi poi su un divano che aveva la perfetta visuale su tutta la stanza e la cucina.
Ignorando il pianto continuo di Oto-nii, iniziò a leggere.
 
Reiji era più che soddisfatto di avere finalmente il controllo di tutto in assenza di papà! Cioè, in realtà non gli aveva proprio detto che sarebbe stato lui a doversi occupare dei nanetti - chissà perché aveva parlato con Ai-Ai poco prima di uscire e non con lui -, ma era la cosa più logica a cui pensare visto che era il maggiore! Posò le mani sui fianchi e osservò la situazione: Ai-Ai leggeva tranquillo sul divano, Syo-chan... boh, forse era andato in bagno, nulla di cui preoccuparsi, mentre Otoyan... Intenerì il suo sguardo quando lo vide piangere in un angolino. Il piccolo di casa sentiva già la mancanza di papà. Si avvicinò a lui, chinandosi alla sua altezza, bussando scherzosamente sulla sua testa, nel tentativo di rubargli un sorriso. 《Toc-Toc~ C'è qualcuno qui?》, chiese, sedendosi davanti a lui. 《Mio adorabile Otoyan?~ Rei-nii ha una sorpresa per te, sai? Però qualcuno deve rispondere, altrimenti Rei-nii se ne va!》
 
Otoya non voleva restare solo con i suoi fratelli, voleva il suo papà o, al massimo, la tata, alla quale aveva iniziato ad abituarsi da poco.
Ma le parole di Reiji l'avevano incuriosito, così tirò su col naso e si stropicciò un occhietto, mentre guardava il maggiore con aria imbronciata.
《Ci sono io》, rispose, guardando Reiji speranzoso.
Magari la sorpresa era che era uno scherzo e il papà non usciva?
 
Syo si stava iniziando a stancare a restarsene lì seduto. Oltretutto c'era qualcosa che non andava: i suoi fratelli non si vedevano - probabilmente chiusi nel salone invece che lì da lui in cucina -, lui continuava a sgambettare - poteva giurare di non aver fatto niente! -, il dolce era in forno, eppure quella puzza di fumo non se la stava certo sognando. Che avessero acceso un fuoco nell'altra stanza?
Preso dalla curiosità - e incurante della scia grigiastra che iniziava a uscire dal forno - si diresse verso il salone.
All'entrata vide Oto e Rei-nii parlottare, ma non si preoccupò particolarmente di cosa stavano dicendo, mentre invece la sua totale attenzione fu attirata dalla figura del suo fratellino minore seduto sul divano a leggere.
Ormai già dimentico di ciò che era andato là a fare, si avvicinò ad Ai-chan e si sedette al suo fianco, immobile e con lo sguardo fisso su di lui.
Aveva come un potere di fargli staccare gli occhi dal libro, poco sapeva che quello era il potere dell'irritazione.
 
Ai vide il suo fratellone preferito arrivargli al fianco, sedendosi sul divano nel posto giusto accanto a lui.
Sentiva il suo sguardo acquamarina su di sé, fisso e determinato, e ciò lo infastidiva molto: solo lui poteva analizzare così a fondo le persone, solo lui poteva osservare le persone senza la minima preoccupazione di metterle a disagio.
Sospirò, e sentì un odore di bruciato solleticargli il naso: nella sua mente comparve l'immagine dei biscotti di Rei-nii in un forno fumante.
Qualcuno lo avrebbe dovuto avvisare... ma di sicuro Ai non avrebbe detto nulla.
Più disastri papà Tokiya trovava a casa, più si sarebbe convinto che la tata serviva per davvero, e così Ai avrebbe potuto stare tranquillo senza avere il peso della 'responsabilità' dei suoi fratelloni.
«Che c'è?», chiese freddo incrociando lo sguardo di Syo-nii.
Sentendo il suo silenzio gli venne in mente un'idea strepitosa. «Sai cosa, niisan? I biscotti nel forno stanno bruciando, lo senti? Ora non allarmiamo Rei-nii... metti qualche libro di cucina di papà nel forno, che così la carta assorbe l'incendio nel caso scoppiasse, okay?»
 
A quel "ci sono io", Reiji cercò in ogni modo di trattenersi dall'abbracciarselo tutto e riempirlo di baci. Come si poteva non stravedere per quella creaturina così illegalmente coccolabile?! In realtà non credeva nemmeno che esistesse una simile parola, ma poco importava! Con l'indice e il medio afferrò il nasino del minore e portò l'altra mano al suo orecchio. 《"Ci sono io" ha fatto proprio bene a rispondere!~》sorrise, tirandogli appena il nasino. 《Perché ora avrà in regalo da Rei-nii questa lucentissima moneta, con cui potrà andarsi a comprare un bel gelato! Boom, paw, pooh! 》 E dopo aver pronunciato una delle sue tante formule magiche, fece comparire la suddetta moneta dell'orecchio di Otoya, contentissimo di vedere quello sbrillucichio eccitato negli occhi. Con Otoyan e Syo-chan era bellissimo mettere in pratica uno dei suoi hobby preferiti, soprendendoli ogni volta con un trucco nuovo. Peccato che il piccolo Ai-Ai non fosse poi così interessato alla magia... ma un giorno o l'altro gli avrebbe fatto cambiare idea per certo! Reiji si sporse per dare un bacio sulla fronte al piccolo, regalandogli un buffetto sulla guancia. 《Che ne dici di andare più tardi a prenderci questo gelato? Prova a chiedere anche a Syo-chan e ad Ai-Ai se ne hanno voglia!》, propose, porgendogli il mignolo. 《E prometto anche di portarvi al parco giochi, che ne dici?》
In quel momento uno strano odore raggiunse le narici di Reiji, ma non se ne curò più di tanto: dopotutto il timer per quei biscotti non era ancora suonato, quindi non c'era alcun pericolo.
 
L'idea aveva fatto passare le lacrime al rosso, che però era leggermente deluso dal fatto che la sorpresa non era stata il rientro di suo padre.
La promessa di gelato e parco giochi era allettante, e il trucchetto di magia gli aveva fatto battere le mani, divertito.
《Rei-nii》, sussurrò annusando l'aria e guardandosi intorno, 《c'è puzza》.
 
A Syo brillarono gli occhi mentre ascoltava attentamente le parole di quello che sarebbe dovuto essere il suo fratellino minore, ma che in realtà sembrava davvero il più grande lì dentro. E Syo quasi lo venerava, pendendo dalle sue labbra per ogni parola che gli diceva.
《Sarà fatto, Ai-chan!》
Si alzò di scatto dal divano, mettendosi in piedi di fronte al fratello e portando una mano sulla fronte come in un gesto militare, col sorrisone a trentadue denti che non aveva alcuna intenzione di sparire dalla sua faccia.
Corse poi in cucina, non prestando attenzione agli altri due fratelli che se ne stavano ancora rincucciati nell'angolino dell'entrata, e non appena aprì la porta, uno sgradevolissimo odore di bruciato lo colpì alle narici.
"Non è niente, Ai-chan ha detto che posso rimediare... se rimedio agli errori di Rei-nii papà sarà contento!", pensò Syo, mentre si avvicinava a uno scaffale e ne tirava fuori diversi libri di cucina. Si accertò di prendere quelli che suo padre utilizzava di più - magari più erano usati, più funzionavano - per poi avvicinarsi al forno e aprirlo.
Subito una colonna di fumo si alzò, facendolo tossicchiare appena. 《Signor fumo, stia calmo, ora ci penso io!》
Leggermente preso dal panico - non si aspettava che il Signor fumo si fosse arrabbiato così -, lanciò i libri nel forno e lo richiuse subito, correndo poi fuori dalla cucina, verso Ai.
《Tutto fatto, Ai-chan! Il signor fumo era un po' arrabbiato, ma ora dovrebbe essere più tranquillo!》
 
Ai sorrise riflettendo l'espressione del suo fratello maggiore: certo che era davvero migliore rispetto agli altri due!
«Bravo, Syo-nii!», esclamò, facendogli posto sul divano accanto a sé ancora una volta. «Te l'ho detto io che era meglio farlo in fretta! Sei davvero forte, un supereroe!», lo adulò, facendolo riempire d'orgoglio: sapeva quanto piacessero a lui quelle cose...
Aspettò che si sedesse al suo fianco prima di avvolgergli le spalle con un braccio e iniziare a leggere ad alta voce il libro che aveva in grembo: parlava di come i cavalieri seguivano sempre gli ordini dei principi... Un po' come Syo con lui.
 
In effetti non poteva negare che della puzza ci fosse, ma non poteva esserci davvero qualcosa di sbagliato con i suoi biscotti e il tempo: era una ricetta che gli aveva dato un suo compagno di classe, Natsuki, e gli aveva assicurato che se avesse seguito alla perfezione la ricetta e li avesse lasciati quell'ora e mezza in forno, sarebbero usciti deliziosi! 《Dici di andare a dare un'occhiata, Otoyan?》, gli chiese, alzandosi da terra e prendendolo in braccio. 《Forse sembra solo a noi un odore strano...》, ci riflettè, andando a controllare gli altri due fratellini. Sorrise intenerito nel vedere quei due angioletti leggere un libro insieme. 《Ne, voi sentite puzza di qualcosa?》
 
Qualcosa gli suggeriva che, se avesse aspettato Rei-nii, la puzza sarebbe cresciuta anche di più, così il piccolo Otoya iniziò a divincolarsi e scese dalle sue braccia, correndo fino alla cucina.
Era normale che l'aria fosse diventata grigia là?
Rimase fermo a fissare la nuvola grigia... come c'era entrata in casa?
Dopo aver sgranato gli occhi, corse di nuovo dai fratelli e tirò la manica del maggiore.
《Rei-nii》, lo chiamò. 《Rei-nii, una nuvola è entrata in cucina!》
 
Syo guardò incuriosito i due fratelli sulla porta del salone, sicuramente Oto aveva scambiato il signor fumo per la signora nuvola. Nonostante avessero la stessa età, Oto era molto più ingenuo in confronto a lui, che invece era già un piccolo ometto. Questo pensava Syo, mentre si alzava dal divano e si avvicinava ai due, tirando l'altra manica del maggiore.
《No, no! Rei-nii stai tranquillo! Prima signor fumo era tanto arrabbiato ma Ai-chan mi ha dato un consiglio e ora tutto è risolto! Sono stato bravo?》, lo guardò implorante, prima di riprendere a parlare. 《Mi ha anche detto che sono un supereroe!》, si battè un pugnetto sul petto, soddisfatto del suo operato.
《Sicuramente quella signora nuvola che Oto ha visto, era solo il signor fumo che ci stava salutando prima di andarsene.》
 
《Non sembrava che voleva andare via》, puntualizzò Otoya, arricciando le labbra di fianco, incerto. 《Anzi, per me voleva venire qui...》
 
«Io ho visto dei libri assorbire il fuoco nei cartoni animati!», mentì Ai, togliendosi ogni responsabilità di quello che sarebbe successo poi.
Si tirò Syo più vicino e sorrise intenerito dalla sua innocenza. «Sì, sei bravo! Il più bravo dei supereroi! Hai svolto la tua missione alla perfezione!», disse.
Poi il suo sguardo corse al più grande dei suoi fratelli e con un tono innocente lo avvertì: «Forse è meglio andare a scacciare la nuvola».
Okay, aveva voluto movimentare la serata, ma aveva bisogno della cucina, non poteva lasciare che andasse a fuoco.
 
Reiji impallidì e corse immediatamente in cucina, scoprendo con orrore da dove proveniva quella nuvola grigia di fumo. Rapido, aprì il forno e per poco non si soffocò quando una nube ancora più intensa lo avvolse. 《Ai-Ai!》, urlò dalla cucina, cercando di mantenere un tono tranquillo: l'ultima cosa che voleva era mettere in ansia i più piccoli. 《Sono...》, si fermò, tossendo.  《... f-felice che tu a-abbia finalmente c-cominciato a guardare i c-cart-》, un altro colpo di tosse, mentre era impegnato a infilarsi i guanti da forno per levare via quei dannati libri - i preferiti di papà, tra l'altro! - che a poco a poco avevano cominciato a prendere fuoco. 《... rtoni!》, continuò, buttandoli nel lavello e aprendo l'acqua. 《Ma non devi davvero pensare che quello che fanno vedere si possa fare anche nella vita reale! P-parlane con Rei-nii la prossima volta, va bene?》, sospirò di sollievo, andando immediatamente a spegnere il forno ormai mezzo andato insieme ai suoi biscotti. Beh, poteva succedere di peggio, no? Papà non se la sarebbe presa per così "poco", in fondo aveva evitato che la casa andasse a fuoco! Tutto era sotto controllo! ... Peccato che non avesse previsto che scattasse l'allarme antincendio, anzi, in realtà si era dimenticato della sua esistenza, forse perché papà non era mai arrivato a livelli come i suoi in cucina. Lentamente, bagnato fradicio, spuntò nuovamente in soggiorno, scostandosi i capelli appiccicati sul viso da un lato. 《Il vostro fratellone ha tutto sotto controllo!》, assicurò con un sorriso a trentadue denti, mostrando il segno di vittoria con le dita. 《Solo... meglio non entrare in cucina...》
 
Il rumore dell'allarme e l'esplosione d'acqua fecero scoppiare a piangere anche Otoya, spaventato e sempre più convinto di volere il suo papà o la tata.
Le sue grida iniziarono a duellare con l'allarme, in una gara per il dominio dell'audio nella casa.
《BASTA!! VOGLIO PAPÀ! REI-NII E AI-CHAN E SYO-CHAN FANNO ENTRARE MOSTRI CATTIVI!!!》 singhiozzò con tutto il fiato che aveva, buttandosi a terra e piangendo terrorizzato.
Prima il signor fumo, poi la signora nuvola... che altro?!
 
Syo sgranò gli occhi vedendo di Rei-nii completamente bagnato e sentendo Oto piangere a dirotto dalla paura dell allarme. Si strinse ancora di più nel mezzo abbraccio del suo fratellino Ai, sentendo un brivido di freddo scorrergli lungo la schiena, come se ad essere stato bagnato fosse stato lui. Si immedesimava sempre troppo in ciò che vedeva.
《Rei-nii! Piove in casa!》, urlò, cercando di sovrastare le grida del fratello e indicando dietro le spalle del maggiore, dove oltre la porta si potevano vedere schizzi continui di acqua partire dal soffitto e arrivare in ogni angolo della cucina.
《Vuol forse dire che anche la signora nuvola si è arrabbiata? E ora come facciamo?》
Guardò preoccupato Ai-Ai al suo fianco, lui sapeva sempre cosa fare nei momenti di panico.
Invece lui non riusciva a pensare a un possibile rimedio... sarebbero morti annegati nella loro stessa casa? Forse avevano bisogno di una barca...
 
Ai si fermò a riflettere per un attimo, chiudendo gli occhi per isolarsi dagli altri. E ora che si faceva con tutto quel casino che Rei aveva combinato?
Li riaprì e vide lo sguardo azzurro del fratellino pieno di fiducia. Doveva fare qualcosa! Per lui!
«Mm... Syo, vai a prendere un bicchiere d'acqua a Otoya».
Scese dal divano e si avvicinò a quest'ultimo, facendogli una carezza appena accennata sui capelli: «Stai tranquillo! Ci penserà Ai-chan a risolvere il disastro di Rei-nii!», gli assicurò.
Prima di sfilare via dalla sala lanciò un'occhiata colpevolizzante al maggiore dei quattro e scosse la testa, come a dirgli che di lui non ci si poteva proprio fidare.
Andò verso l'entrata e tirò giù uno dei telecomandi attaccati alle pareti e iniziò a maneggiarci, finché non digitò un codice -quello che faceva sempre il papà- e l'allarme smise di suonare, così come la pioggia di scendere dai 'doccini'.
Tornò in sala come se non fosse successo nulla e si rimise sul divano con il libro sulle gambe: lui non avrebbe mosso un dito per pulire.
Era tutta colpa di Rei-nii.
 
Reiji si mise a scuotere i capelli bagnati, schizzando un po' dappertutto, cercando di asciugarseli proprio come farebbe un cane. Si infilò poi le dita tra le ciocche e se le tirò con forza, guardando la cucina ancora avvolta da nubi strane di fumo e praticamente allagata per terra. Ringraziò il cielo che Ai sapesse quel maledetto codice che lui finiva sempre per dimenticarsi. 《B-bene Ai-Ai! Stai pure tranquillo, ora ci pensa Rei-nii!》, gli si avvicinò per arruffargli amorevolmente i capelli, scattando poi a prestare la sua attenzione a Otoya. 《No, no! Non piangere, piccino!》, gli si accucciò davanti, cominciando a fare boccacce varie per cercare di farlo ridere. Si mise una mano nella tasca posteriore dei pantaloni ma non ci trovò la carta che si portava sempre dietro per distrare lui e Syo in momenti di pianti spacca timpani come quello. 《Guahdah cosah fah Rei-nii!》, allargò gli angoli della bocca al massimo, ma se per un attimo aveva pensato di avercela fatta visto che Otoya aveva smesso di piangere, quello dopo riprese con un'intensità maggiore, se possibile, rispetto a prima. Come se non bastasse si mise a suonare anche il telefono di casa! Una volta visto il piccolo Syo-chan di ritorno con quel bicchiere d'acqua in mano, glielo prese, chiedendogli di andare a rispondere al posto suo mentre pensava lui a dare da bere al rosso, nel tentativo di riuscire finalmente a calmarlo.
《Chiedi chi è. Se lo conosci continua a parlarci, sennò chiudi, okay?》si premurò di dirgli, e al suo annuire ritornò a Otoya.
《Forza, bevi un po' di acqua buona buona! Questa è speciale, sai? Viene da un fiume di un paese incantato! La leggenda dice che se bevi quest'acqua si avvererà un tuo desiderio!》, riflettè su ciò che aveva appena detto, aggiungendo:《Però ci vuole un po' prima che si avveri!》
Quale desiderio poteva avere il piccolo se non il ritorno di papà?
 
Otoya bevve, imbronciato, e l'acqua effettivamente aveva un sapore strano, più amaro.
Ma se era magica e avrebbe avverato il suo desiderio di far tornare PRESTO il suo papà...
Appena finì il bicchiere iniziò a sentirsi strano, confuso. Ricominciò a piangere come un ossesso perché la stanza gli girava intorno.
 
Syo eseguì gli "ordini" che gli erano stati dati dai suoi fratelli il più velocemente possibile. Mentre si stava avvicinando al telefono, buttò un occhio indietro, verso Oto che aveva appena bevuto il bicchiere d'acqua da lui preparato e ripensò alle parole dette da Rei-nii. Non sapeva che l'acqua di quella bottiglia di vetro tenuta nello scaffale del salone fosse magica, a saperlo avrebbe preparato un bicchiere anche per sé. Anche se effettivamente era un'acqua particolare: non era del tutto trasparente, era invece piuttosto sul giallognolo... un'acqua magica di nome "vino bianco". Si segnò mentalmente questo nome, ripromettendosi che dopo l'avrebbe provata anche lui - voleva proprio poter esprimere un desiderio -.
Prese quindi la cornetta in mano, come aveva richiesto Rei-nii, e se la portò all'orecchio. 《Uhm... io sono Syo, lei chi è, signor telefono?》, disse incerto. In fondo non aveva mai risposto al telefono prima.
 
Ai riprese a leggere, all'apparenza in tutta tranquillità, ma in realtà stava pianificando già il prossimo passo.
Che cosa avrebbe potuto fare? Lanciò un'occhiata all'orologio sul comò per leggere l'orario -papà gli aveva insegnato come fare- e notò che papà sarebbe tornato fra ancora un'ora e mezza... Aveva tutto il tempo per far combinare qualcosa ai suoi fratelli.
Ma quando vide Otoya girare su se stesso e barcollare, pensò che ci stavano già pensando da soli a combinarle.
Sperava che papà avrebbe chiamato la tata la prossima volta, dopo quello che stavano combinando DOVEVA chiamarla.
 
Che cosa diavolo stava succedendo a Oto, adesso?! Portò il bicchiere alle narici e ne annusò il contenuto, strabuzzando gli occhi. Oh, papà lo avrebbe ucciso. 《Vino?! Davvero?!》, si tirò una manata sulla fronte. 《O-oto... ti senti bene, piccolo?》, gli chiese poi, afferrandogli il viso leggermente arrossato tra le mani. No, si sarebbe ammazzato da solo. Come aveva potuto permettere che succedesse tutto quello?! Che razza di fratello maggiore era se non era in grado di occuparsi un pomeriggio dei suoi fratellini?!
 
《Uh? Sei uno dei fratelli di Reiji?》, chiese Ranmaru dall'altro capo del telefono. 《C'è tuo fratello? Devo parlargli》, disse, seduto alla panchina del parco a cui si erano dati appuntamento quel pomeriggio. Quell'idiota era in ritardo di mezz'ora, ormai, e non aveva nemmeno risposto ad una delle sue chiamate sul cellulare. Se da una parte era furioso all'idea che si fosse dimenticato di quello stupido appuntamento organizzato proprio da lui, dall'altra non poteva negare di essere in pensiero.
 
La risposta alla domanda di Reiji da parte di Otoya fu un singulto.
E un sorrisino.
E un altro singhiozzo.
《Gira tuuuutto》, ridacchiò il bambino, prima di mettersi a girare anche lui e poi atterrare seduto. Invece di piagnucolare ancora si mise a ridere, per poi cercare di acchiappare una ciocca dei capelli di Reiji, anche se la sua mano sembrava continuare a passarle attraverso.
Quell'acqua magica che aveva bevuto era davvero strana!
 
Syo rigirò il filo del telefono attorno a un dito, in ansia nel sentire una voce alla quale, in quel momento, non sapeva attribuire un volto. L'aveva già sentita ma non ricordava di chi fosse.
Rei-nii aveva detto di continuare a parlare con signor telefono in caso lo conoscesse, sennò di chiudere, ma in caso non ricordasse se lo conosceva o meno cosa avrebbe dovuto fare?
C'era solo un modo: consultare Rei-nii. Non voleva certo causare problemi.
《S-signor telefono... devo chiedere a Rei-nii cosa fare.》
E detto ciò, rimise la cornetta a posto - chiudendo quindi la chiamata - per poi andare verso un Reiji che sembrava piuttosto nel panico... Di certo non per colpa sua, lui lo stava solo aiutando a minimizzare i problemi, proprio come in quel caso.
《Rei-nii, se al telefono sento una voce che non ricordo se la conosco o no, devo buttare giù o continuare a parlare? Penso comunque che cercasse te...》, fece il suo migliore sorriso. Sì, aveva fatto proprio un bel lavoro a chiedere a lui.
 
Ai vide Syo spaesato da quella telefonata: se era lì in quel momento significava che aveva già messo giù la chiamata, così per evitare che Rei-nii si arrabbiasse con il suo niisan preferito dovette intervenire -ancora-.
Chiuse il libro -ancora- e scese -ancora- dal divano, per cercare di dare -ancora- una mano a Reiji e salvare la situazione.
«Ci penso io!», affermò, prima di impettirsi e mostrarsi un principe affidabile agli occhi del fratello-cavaliere.
Corse verso il telefono e schiacciò il bottone che riprendeva l'ultima chiamata.
Non appena un ringhio gli rispose, Ai capì che si trattava del fidanzato di Rei-nii.
Tappò la cornetta un secondo per sussurrare a Syo un "è quello che fa cose zozze con Rei-nii", prima di dedicarsi alla telefonata.
«Reiji è occupato al momento», disse con tono volutamente equivoco. «Si sta dando da fare con Otoya che è ubriaco! Lo sta facendo... riprendere», sussurrò l'ultima parola malizioso.
Sì, lo aveva visto fare in uno dei film che papà Tokiya aveva girato.
 
Reiji regalò un buffetto a Syo. 《Devi mettere giù! Se hai fatto così, sei stato bravo!》, gli disse velocemente, afferrando Oto in braccio. 《Troviamo della vera acqua, Otoyan》, gli disse portandolo in cucina e facendolo sedere sul bancone. 《Starai decisamente meglio... spero》, pregò, aprendo il frigo per prendere una bottiglia d'acqua e riempire subito un bicchiere. 《Bevi lentamente...》, gli disse, tenendogli la nuca con una mano e accompagnandolo piano con il bicchiere nella bevuta. 《Rei-nii risolverà tutto...》, gli baciò la fronte, socchiudendo gli occhi. In realtà non ci credeva nemmeno più. Doveva accadere un miracolo che potesse aiutarlo con quella situazione.
 
Ranmaru rimase a fissare davanti a sé un piccione, in silenzio. Che cosa diavolo stava combinando quel deficiente? Chiuse immediatamente la chiamata e si mise subito in cammino verso casa loro. 《Oh, mi auguro che tu abbia una scusa convincente a tutto questo》, ringhiò, accelerando il passo.
 
Dopo aver bevuto l'acqua, il pancino di Otoya iniziò a girare come la stanza...
《Ho sonno, Rei-nii》, borbottò, con la testa che ciondolava avanti e indietro come il resto del busto.
Ridacchiò ancora, agitando le dita dei piedini nudi, e tese le manine per toccarle.
Il ché lo fece sbilanciare un po'troppo verso il bordo del bancone e lui presto si sentì scivolare verso il pavimento.
O era il pavimento che saliva?
 
Syo saltellò verso Ai, felice di essere stato lodato da Rei-nii, per poi mettersi a sghignazzare capendo finalmente che al di là del signor telefono c'era il "tipo che faceva cose zozze con Rei-nii".
《Dici che verrà qui per farle in diretta? Forse dovremmo preparare un po' di pop corn, non credi Ai-chan? Così ce le godiamo meglio!》
Gli brillavano gli occhi mentre lo diceva e, non aspettando neanche la risposta del più piccolo, lo prese per un polso e lo trascinò in quel lago di cucina, dove trovò proprio Rei-nii intento a non far cadere Oto dal tavolo. Era per caso un nuovo gioco quello? E se sì, perché non l'avevano invitato a giocare con loro?
Subito tutto l'entusiasmo dell'attimo prima svanì, e Syo mise il broncio, incrociando le braccia al petto.
La cucina era completamente allagata, doveva preparare i pop corn, trovare un posto comodo dove poter guardare le zozzerie del fratello... insomma, aveva milioni di impegni da portare a termine, e quei due giocavano! E il brutto era che non riusciva a scacciarsi dalla testa l'immagine di quel gioco. Sì, perché nonostante tutti gli impegni che aveva, lui voleva giocare!
 
Ai tirò Syo per mano verso il microonde e ci infilò il sacchetto con il mais dentro.
Sapeva che in cucina aveva piovuto, tutto era bagnato e allagato... Era il caso di accendere il coso elettrico?
Scrollò le spalle e sospirò: al massimo si sarebbe rotto quell'aggeggio e papà ne avrebbe comprato uno nuovo.
Schiacciò il pulsantino di accensione e per i primi secondi tutto sembrò funzionare... Ma dopo pochi istanti il microonde iniziò a impazzire, saltare sul posto emanando scintille.
“Come i fuochi d'artificio!", fece in tempo a pensare Ai prima che una scintilla gli cadesse sulla punta dell'indice e lo bruciasse.
«Ahia!», urlò, attirando l'attenzione di tutti.
Porse il ditino a Syo con le lacrime agli occhi, per infilarglielo in bocca: «Leccalo come faceva Rei-nii l'altra sera al suo fidanzato! Anche se non dici che sei un dottore mi passa la bua!»
Ancora si chiedeva perché quella sera in cui Ai e Syo li avevano spiati, Rei-nii aveva mentito al suo ragazzo dicendogli che era un dottore e che doveva farlo sfogare per fargli passare la bua che aveva alle zone coperte.
Ecco, questa era una cosa che non aveva proprio capito.
 
《Ai!》, urlò Reiji spaventato - le parole dell'azzurro non le aveva minimamente sentite -, allontanando i bambini dal microonde. 《Siete impazziti?! Non avete visto che era tutto bagnato?!》, urlò, avvicinandosi cautamente per spegnere tutto, mettendo per sicurezza Oto a terra, cosicché non finisse con lo sfracellarsi sul pavimento senza di lui. Sospirò esausto, massaggiandosi una tempia. Doveva aver fatto qualcosa di sbagliato nella sua vita precedente, era l'unica spiegazione logica che sapeva dare. 《Ecco, bravo. Lecca il dito di Ai-Ai così gli passa. Poi vai a bagnarlo con un po' d'acqu- OTOYAN, NON ENTRARE NEL FORNO!》, tuonò, spaventando tutti e tre. Sospirò nuovamente, riacciuffando quel piccolo ubriaco. 《Scusate, non volevo urlare, io...》, scosse la testa. 《Andate in bagno a bagnare quel dito. Tu invece stai buono sul divano, okay, Otoyan?》, gli accarezzò la nuca, posandolo lì e rimboccandosi le maniche. Come prima cosa doveva prendere degli stracci e asciugare tutto, poi... poi ci avrebbe pensato.
 
《Ma ho freddo, Rei!》, protestò il rosso, cominciando a frignare. 《E mi fa bua il pancino, però non voglio che Syo me lo lecchi》, si premurò di chiarificare.
Gli pesavano le palpebre e tutto era strano... d'un tratto ebbe così freddo che provò a tirare la tovaglia giù dal tavolo per usarla come coperta.
Peccato che sul tavolo ci fossero ancora dei piatti dalla colazione...
Il frastuono che fecero fracassandosi a terra lo costrinse a battere in ritirata, tirandosi dietro la tovaglia duramente conquistata.
Iniziò a correre in cerchio nel salone, urlando e strillando e piangendo.
 
Syo fissò il dito, poi Ai, poi Reiji, poi di nuovo Ai, fino a tornare con lo sguardo sul dito.
《Non dirò che sono un dottore. Io non sono un dottore e non dico le bugie. Papà ci ha insegnato a non dirle e non capisco perché Rei-nii le abbia dette... anche lui dovrebbe aver imparato a non dire bugie. Strana la vita.》
Dopo queste constatazioni sull'esistenza umana - che dall'alto dei suoi sei anni gli sembravano da premio nobel per la letteratura -, prese la manina di Ai-chan tra le sue e portò il suo ditino alla bocca, schiudendo appena le labbra e cominciando a leccarlo.
《Fa meho mahe chosì?》, chiese, con ancora il dito in bocca che gli impediva di parlare per bene. Confidava nelle molteplici qualità di Ai-chan per farsi capire. Non per niente era col suo adorato fratello che stava parlando, quello che dimostrava più anni del maggiore tra loro quattro: non poteva certo non capirlo!
 
Ai sorrise al maggiore, prima di sfilargli il dito dalle labbra e sorridergli.
«Ora va decisamente meglio», commentò prima di trascinarlo nuovamente sul divano.
Aveva tutte le ciabatte bagnate e appoggiandosi agli stipiti gli si erano bagnati pure i vestiti. Prese a spogliarsi e consigliò all'altro di fare lo stesso.
Quando entrambi rimasero in mutande Ai si sedette al suo fianco e riprese la lettura del libro ad alta voce, tra uno starnuto e l'altro.
Un'ora... Solo un'ultima ora...
 
《Otoyaaan!》, urlò Reiji dalla cucina, non trovando nemmeno la forza di alzarsi e fermarlo. Ormai era prossimo ad una crisi di pianto isterico, non ce la faceva più. Perché doveva essere lui il fratello maggiore?!
Improvvisamente suonarono al campanello e Reiji poté dire di aver visto tutta la sua breve vita scorrergli davanti agli occhi come un film - un film niente male, in realtà, sopratutto quando si godette le scene non adatte ai minori tra lui e Ran-Ran -.《Sono morto》, disse, camminando a gattoni verso la porta d'entrata, e rialzandosi in piedi reggendosi alla maniglia. Non controllò nemmeno di chi si poteva trattare, era certo che papà, non fidandosi di lui, avesse deciso di tornare prima del tempo e fare così una sorpresa. Guardò per un'ultima volta quel disastro e sorrise ai bambini. 《Sono contento di essere stato il vostro fratellone》, mormorò, aprendo finalmente la porta. 《Scusaperquellochevedrai, iohofattoilpossibileperevitaretuttoquesto!》, buttò fuori tutto d'un fiato, strizzando con forza le palpebre.
《Cosa diavolo hai detto, cretino?》
Reiji riaprì un occhio, poi fece lo stesso anche con l'altro, e per poco non svenne per la gioia. Gli si buttò letteralmente tra le braccia, e fu solo grazie all'abitudine di Ranmaru di ricevere simili abbracci da parte sua che non finirono per cadere all'indietro. 《S-sono... così... felice d-di... vederti!》
Ranmaru sospirò, e lasciò perdere il fatto che fosse totalmente fradicio e che, di conseguenza, stesse bagnando anche lui. 《Cosa è successo di così grave da farti dimenticare il tuo cavolo di appuntamento?》, gli chiese, passandogli una mano tra i capelli. Reiji sbarrò gli occhi e saltò all'indietro, mantenendo le mani sulle spalle dell'albino. 《Il nostro appuntamento! Me ne sono-》
《Dimenticato, sì. Me ne sono accorto》, gli colpì la fronte con l'indice. 《Ce ne saranno altri, non ha importanza. Piuttosto, mi hanno parlato di qualcuno di ubriaco in casa tua. In che guaio ti sei cacciato questa volta?》, lo squadrò, alzando un sopracciglio. 《Spero che nella spiegazione ci sia anche un perché a te che sei tutto bagnato.》
《Beh...》, si grattò una guancia, guardando altrove. "Pessimo segno", si disse Ranmaru mentalmente, già pronto a indietreggiare e andarsene. 《Il forno con dentro i biscotti è esploso, facendo così scattare l'anticendio. Otoya ha bevuto del vino bianco al posto dell'acqua e ora è ubriaco e sta correndo in tondo per il soggiorno come un pazzo. Ai si è scottato un dito accendendo il microonde bagnato, ma poi Syo gli ha leccato il dito e ora è tutto passato. Sono sul divano, solo con le mutande addosso, a leggere un libro. Non credi che siano carini?》, concluse, ritornando a guardare il suo ragazzo e afferrandolo prontamente per l'avambraccio prima che potesse scappare.
《E... visto che Ran-Ran mi ama tanto tanto...》, continuò con un sorriso serafico, trascinandolo in casa e chiudendo la porta a chiave. 《Mi aiuterà a risolvere questo casino. Vero?》, si sporse appena per dargli un bacio sulle labbra, ma tutto ciò che ottenne fu il palmo della mano sulla sua faccia.
《Devo aver perso qualche rotella per stare ancora con uno come te...》, brontolò, inorridendo alla vista di tutto quel caos.
《Nah, semplicemente mi ami talmente tanto da accettare tutti i miei difetti!》, sorrise, leccandogli il palmo della mano che ritrasse quasi subito. 《Dopo avrai la tua ricompensa...》,si avvicinò al suo orecchio, sussurrandoglielo con malizia. Gli schioccò poi un bacio sulla guancia e andò a raccattare il piccolo Otoya. 《Per il momento penso a lui! Tu occupati della cucina, per favore! Ai-Ai e Syo-chan non ti daranno fastidio!》 E detto questo sparì al piano di sopra.
Ranmaru grugnì ancora, levandosi di dosso la giacca e buttandola addosso a quei piccoli aspiranti nudisti. 《Vi ammalerete, se state così》, disse, andando poi a dare un'occhiata allo stato effettivo cucina. Oh, Reiji avrebbe dovuto darci davvero dentro con quella ricompensa se voleva farsi perdonare.
 
Una volta in braccio, Otoya iniziò a cantare a squarciagola tutte le canzoncine che conosceva, arrivando infine - una volta posato sul letto - a urlare con tutto il fiato che aveva in gola Independence, con tanto di mosse imparate dal video ufficiale, mentre si dimenava sul materasso.
La sua performance si concluse quando il suo stomaco si ribellò a tutto quello e lui finì col vomitare addosso al fratello, per poi ricominciare a piangere per il mal di pancia e mal di testa.
 
Il gesto improvviso del "tipo che fa cose zozze con Rei-nii" aveva interrotto la lettura di Ai-chan e Syo si ritrovò a stringere la giacca tre le sue manine, cercando di coprire bene entrambi.
Ai aveva preso a starnutire sempre più frequentemente da quando erano tornati sul divano e ciò fece corrugare la fronte al maggiore. Lì c'era bisogno del suo intervento. Immediatamente!
《Ai-chan, copriti bene o ti tornerà la febbre come il mese scorso. Per colpa di Rei-nii che ha allagato tutto adesso sei congelato! Tranquillo, qui penserà a tutto il tuo eroe!》
Si alzò in piedi - non curandosi di essere praticamente nudo - e raggiunse Ranmaru nella cucina allagata.
《Tu... sei il tipo che fa cose zozze con Rei-nii, vero? Ti chiama sempre Ran-Ran... o "ancora"... o "di più"... o "ahhh"》, disse, cercando di emulare tutti quegli strani suoni che aveva sentito dalla bocca di Reiji quella volta in cui - per chissà quale motivo - fingeva di essere un dottore.
《Io posso chiamarti solo Ranma-nii o preferisci "ahhh"?》
Non aspettò la sua risposta - non badando nemmeno per un momento alla sua faccia sconvolta - e riprese a parlare. 《Io e Ai-chan volevamo dei pop corn, ma il microonde si è rotto. Conosci un altro modo per prepararli? Sai, aspettavamo la diretta da tanto tempo...》, e accompagnò il tutto coi suoi migliori occhi da cucciolo che sapeva fare.
 
Ai nel mentre aveva seguito il fratellone, perché anche se era il più bravo anche lui riusciva a combinarne.
Dietro la porta della cucina aveva ascoltato tutto, fiero dei discorsi adulti di Syo-nii, e aveva aspettato che finisse per stringersi la giacca sulle spalle e rivelare la sua presenza.
«Ehi, tipo-che-fa-cose-zozze-con-Rei-nii», richiamò la sua attenzione avvicinandosi verso di lui.
«Non mi sembri un tipo che farebbe i popcorn a noi», confessò, avanzando verso di lui lentamente.
«Perciò chiariamo la situazione: tu ci fai i popcorn senza nessun microonde -o con, se ci riesci- e in cambio io e Syo-nii cerchiamo di provare a tentare di non farti avere guai», disse, con lo sguardo freddo.
In un gesto veloce gli saltò addosso, facendolo inevitabilmente cadere a terra. Ai ignorò i grugniti del maggiore e iniziò a slacciargli i bottoni della giacca: «Sai, Rei-nii non è l'unico che sa fare il dottore per convincerti a fare i favori...», pronunciò malizioso, anche se in realtà la storia del dottore ancora non l'aveva capita.
Starnutì per tre volte, prima di pronunciare col naso tappato: «Allora, ci stai, marmocchio?»
 
Reiji non poteva credere a ciò che avevano appena visto i suoi occhi. Intanto non avrebbe mai pensato che il piccolo Otoyan avesse quel talento innato nel ballo - avrebbe dovuto parlarne con papà, magari potevano assumerlo per qualcosa -, ma, cosa più importante, non poteva credere che...
《Mi hai vomitato addosso?!》, fece, guardandosi sconvolto la maglietta sporca e puzzolente. Trattenne un conato, tappandosi il naso. Ci si poteva licenziare dall'essere il maggiore?
Deglutì, ignorando, per quanto potesse esserne capace, ciò che il non-più-così-adorabile Otoyan aveva rigurgitato. 《Vieni qui, frafellino》, lo prese da sotto le ascelle e lo portò in bagno. 《Ora facciamo passare questo brutto mal di pancia con i massaggini super efficaci e conosciuti in tutto l'Universo di Rei-nii!》, strofinò la punta del naso con quella dell'altro, sorridendogli. 《E con questi anche il cattivo mal di testa se ne andrà, sai?》, gli disse, facendolo sedere sul bordo del lavandino e sciaquandogli con un po' d'acqua la bocca sporca. 《Poi andiamo entrambi a cambiarci,  così papà sarà contento di vederci belli, puliti e profumati!》, ridacchiò, porgendogli una mano chiusa a pugno che fece scontrare con quella del più piccolo. 《Bene! Mettiamoci all'oper-》, peccato che dovette interrompersi prima di poter concludere e cominciare a mettere in atto la seconda parte del suo piano - alla prima ci stava già pensando Ran-Ran, grazie al cielo -, perché sentì dalla sua stanza il cellulare squillare. Riafferrò Oto da sotto le ascelle e lo fece sdraiare nuovamente sul letto andando a controllare chi fosse. Quando lesse "papà" perse probabilmente vent'anni di vita. "Oddio, oddio, oddio, oddio, oddio...", fu il suo unico pensiero al momento. "Non insospettirlo", si disse, aprendo finalmente la chiamata e rispondendo un con acuto - tono che finiva sempre per utilizzare quando qualcosa non andava -: 《Ciao, paparino!~ Come va? Qui tutto benissimo, sai? Mh-mh, tuuuuuttto sotto controllo per merito- no, papà, per merito mio, non di Ai-Ai. Certo, chiaro. Ovvio che ho spento il forno! Mi prendi forse per un irresponsabile? Mh-mh, mh-mh, mh-mh... C-COME?! Sarai qui prima del tempo?! Per quale assurdo motiv- No, non mi dispiace affatto, anzi, i bambini saranno contenti. Oh? Vuoi parlarci? Certo te li pas- mh? Pa--pà? N-n--on ti sen--to più tan--to bene! Problemi con la li--nea! Vabbè, as--pettia--mo il tuo ritorno! Ci-》, lasciò perdere quel "ciao" e chiuse quanto prima la telefonata. Era semplicemente spacciato. 《Otoyan, sbrighiamoci!》, lo riprese prima che potesse rotolare giù dal letto, afferrò dall'armadio qualche capo a caso per cambiare entrambi e si chiuse in bagno. 《Se ci vestiamo subito, papà arriva ancora più in fretta! Facciamo del nostro meglio, okay?》, si sforzò di sorridergli. Se papà scopriva cosa aveva combinato in sua assenza, poteva scordarsi di uscire di casa per il resto dei suoi giorni.
 
Ranmaru per poco non si strozzò con la saliva. Non solo aveva quasi finito per calpestare quel nano dai capelli biondi mentre era impegnato a cercare gli stracci, quello stesso nano, insieme a quell'altro - meno nudo di lui visto che aveva la sua giacca addosso - aveva ammesso di aver assistito di nascosto a una delle serate in cui Reiji aveva avuto voglia di fare un po' di gioco di ruolo. Quella domanda, poi - io posso chiamarti solo Ranma-nii o preferisci "ahhh"? -, lo aveva traumatizzato a tal punto che non era stato nemmeno in grado di fermare quello che aveva sempre ritenuto essere il più sveglio della famiglia insieme al padre, naturalmente... e che ora... stava provando a spogliarlo per fargli fare quei pop-corn?! Si pulì disgustato con una mano il viso, su cui quel piccolo pervertito gli aveva starnuti ben TRE volte, e con l'altra fermò le mani di Ai, guardandolo con fare omicida. 《Tu e quell'altro ora fate i bravi MARMOCCHI e ve ne tornate sul divano senza darmi altro fastidio. In caso contrario, potete sognarvi di arrivare alla prima elementare, perché Ranma-nii vi farà fuori senza alcuna pietà》, si rialzò - ulteriormente irritato dal fatto che ora fosse fradicio anche lui - e avvolse a entrambi un avambraccio attorno al busto, sollevandoli da terra e andando a lanciarli - letteralmente - sul divano. Piegò il busto e si mise le mani sui fianchi, guardandoli minaccioso. 《Guai a voi se spiate me e Reiji in altre situazioni come quella》, ghignò sadico, afferrando il mento dei bambini e facendogli reclinare leggermente il capo all'indietro. 《E se ne farete parola con vostro padre, Ranma-nii vi taglierà la lingua. Sono stato abbastanza chiaro?》, ringhiò, mollandoli malamente. 《Ora ritornate a leggere quel libro e non rompete》, li liquidò, ritornando in cucina. Non solo stava perdendo il suo tempo ad aiutare Reiji a risolvere i suoi problemi, doveva essere anche quasi molestato da uno dei suoi fratelli nani!
 
《PAPÀ TORNA????》 Reiji aveva detto le parole magiche: Otoya si spogliò di fretta, calpestando i pantaloni senza troppi problemi e quasi strappandosi la maglietta di dosso, ma se quella parte era stata abbastanza facile, rivestirsi fu una lotta. Iniziò a saltellare per infilare i pantaloni - senza accorgersi che erano al contrario - e, mettendosi di fretta e furia la maglia, finì col perdercisi: con una manina che spuntava dal colletto e un'altra da sotto la maglia, il bambino iniziò a vagare alla cieca.
《Rei-nii?? Dove sei? È buio! Non trovo il buco!!》
E quelle furono le sue ultime parole prima di urtare contro qualcosa di duro e sentire un forte "SBANG!" vibrare nella stanza mentre lui ruzzolava a terra.
 
Syo sentiva della urla e dei rumori e tonfi strani dal piano di sopra ma non fece domande - e soprattutto non gli passò nemmeno per l'anticamera del cervello di andare a controllare, fatti loro... chiunque fossero questi "loro" - e si accomodò meglio sul divano dove era stato malamente buttato insieme ad Ai-chan da quello che ora aveva deciso di non chiamare più Ranma-nii. Non meritava quel nome chi trattava male il suo fratellino.
《Signor "ahhh"》, cominciò, emulando di nuovo quello che lui non sapeva essere un gemito, 《è stato davvero cattivo con noi. E dire che sei anche stato gentile, stavi facendo il dottore come piace a lui... dovremmo dirlo a Rei-nii forse?》
Riflettè un attimo, sentendo Ai starnutire nuovamente al suo fianco ed interrompendolo ancora prima che questi iniziasse a rispondergli. 《Se hai tanto freddo posso darti un bicchiere di quell'acqua magica: se esprimi un desiderio si avvererà! Potresti desiderare di non ammalarti!》, disse subito, inginocchiandosi sul divano rivolto verso di lui con gli occhi che gli brillavano, ricordando ciò che Rei-nii aveva detto poco tempo prima a Oto.
 
Ai sorrise e per un attimo si tenne stretto al suo fratellone: lui era così caldo!
«L'acqua magica non la voglio», affermò. «Sono abbastanza grande e forte da riuscire a fare tutto senza la magia», esaltò la sua figura davanti al biondo.
Dopo altri pochi secondi si staccò da lui e si sforzò di scendere dal divano e rimanere in piedi, trascinando il maggiore con sé: forse gli stava venendo la febbre per davvero.
Di sottofondo immaginò una di quelle musiche profonde, come quando nei film i protagonisti facevano delle azioni epiche, e si sentì ancora più fiero di se stesso quando arrivarono fino al piano superiore - tutte quelle scale sembravano una montagna, soprattutto mentre girava tuuutto come a Otoya -.
«Voglio mettermi qualcosa su», disse a Syo. «Fa freddo e la giacca di quel moscerino-marmocchioso puzza!»
 
Finito di essersi infilato la maglietta, lasciando, orgoglioso, il piccolo Oto fare tutto da solo, cercò con lo sguardo proprio il rosso, trovandolo svenuto per terra con un grosso bernoccolo sulla testolina. Non. Era. Successo. Davvero.
《O-Otoyan...》, lo chiamò, un angolo della bocca aveva preso a tremargli in preda a tic nervoso, proprio come il suo sopracciglio destro. Si chinò al suo fianco e lo afferrò tra le braccia, schiaffeggiandogli piano una guancia. 《N-non fare s-scherzi, O-Otoyan...》, balbettò, pura paura gli si leggeva negli occhi. Passava l'esplosione del forno, l'allagamento della cucina, il fatto di avergli fatto bere per sbaglio del vino - era capitato anche a lui, dopotutto, da piccolo - e tutto quel dannatissimo caos: ma Otoya privo di sensi no, quello non se lo sarebbe perdonato. Lo tenne stretto contro il suo petto, ormai davvero sul punto di piangere. 《Dai, piccolo, apri gli occhi per Rei-nii...》, sussurrò, cullandolo. Quando lo vide veramente sollevare le palpebre, lentamente, Reiji sentì come un peso enorme dissolversi dal cuore. 《Grazie al cielo》, affondò il viso tra i suoi capelli, stritolandolo in un abbraccio. Peccato che quel groppo in gola fosse ancora lì. 《Ne, dimmi, quante dita sono queste?》, gli mostrò indice e medio insieme e quando si sentì dare la risposta esatta, rilasciò un sospiro di sollievo. 《Devi aver preso la testa dura da Rei-nii》, scherzò, accarezzandogli delicatamente il bernoccolo. 《Vedrai che passerà presto》, assicurò, ma gli angoli della bocca tornarono presto ad abbassarsi all'ingiù, udendo dei rumori fuori dal bagno. Strinse talmente tanto forte i denti che la mandibola cominciò a dolergli, ma non se ne curò. Tenendo sempre Oto tra le braccia, uscì dal bagno e si diresse verso la camera di Ai e Syo, che avevano preso a buttare vestiti all'aria uno dopo l'altro. Posò Otoya per terra e con un sorriso diverso dal solito tirò un pugno con tutta la forza in suo possesso contro la porta della stanza, facendo sobbalzare i minori. Il rumore fu così forte che persino Ranmaru dal piano inferiore si chiese che cosa stesse succedendo là sopra. 《ORA BASTA VOI DUE! NON CREDETE CHE SIA SUFFICIENTE IL DISASTRO DI SOTTO?!》, tuonò, finendo anche con lo sputacchiare un po'. In volto aveva un'espressione che avrebbe fatto invidia a una delle peggiori di Ranmaru. 《MI SONO DAVVERO SCOCCIATO, SAPETE?! POSSO IMPEGNARMI QUANTO VOGLIO MA TANTO NON SERVIRÀ A NULLA, PERCHÉ VOI METTERETE NUOVAMENTE IN DISORDINE! MA A CHI IMPORTA?! TANTO PAPÀ SE LA PRENDERÀ CON REI-NII VISTO CHE È IL MAGGIORE!》, urlò più forte di prima, una vena voluminosa cominciò a pulsargli sul collo, il viso era ormai tutto rosso. 《BEH, A REI-NII IMPORTA!》, si lasciò scivolare per terra, appoggiandosi allo stipite della porta. Le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento cominciarono a rigargli le guance. Ecco, ora che si era sfogato poteva anche chiedere umilmente perdono ai più piccoli, che lo stavano fissando sconvolti. Era finito col spaventarli una seconda volta nel giro di una sola giornata! 《N-non v-volevo... u-urlare. S-sapete che v-vi voglio t-tanto b-bene...》, singhiozzò, tentando di asciugarsi il viso con le maniche della maglietta. 《Solo che non so che fare! Papà sarà qui a momenti e la casa è ancora in disordine e voi siete nudi, e Oto ha un bernoccolo e...》, abbassò il capo, abbattuto. Nulla, aveva fallito. 《È proprio vero che sono un pessimo fratello maggiore. Una punizione a vita sarebbe ancora troppo poco...》, sospirò rassegnato, tirando su col naso.
 
Otoya iniziava a non poterne più. Da quando il suo papà era uscito, non ne era andata bene una!
E adesso gli faceva anche più male la testa!
《VOGLIO PAPÀ!》, strillò con tutto il fiato che aveva, correndo poi in balcone e, aggrappandosi alla ringhiera, urlò ancora. 《PAPÀ DOVE SEI?? TORNA QUI!!!!》
Dopotutto, era stato l'adulto a dirgli che, ovunque si fossero trovati, lui l'avrebbe sempre sentito chiamare se avesse avuto bisogno, no?
Bene.
Aveva bisogno.
E il suo papà l'avrebbe sentito.
Doveva!
 
Syo rimase un attimo sconvolto dal comportamento di Rei-nii e di Oto. Non si aspettava una crisi di nervi del genere. Posò a terra la maglia che aveva in mano - povera vittima pronta a essere lanciata sul pavimento alle sue spalle insieme agli indumenti tirati fuori alla rinfusa giusto un attimo prima - e si avvicinò al maggiore lentamente, certo che lui fosse il solo a poter calmare Oto in quel momento e quindi per nulla intenzionato a subirsi le sue ire e grida in prima persona. Sarebbe spettato a Reiji una volta ripresosi.
Non sapeva bene cosa fosse successo, perché Reiji si fosse scaldato tanto e se la fosse presa con loro, ma probabilmente quella volta l'avevano fatta grossa e se si era arrabbiato così tanto era sicuramente colpa loro.
Si inginocchiò e gli gattonò a fianco, stranito nel notare che stava piangendo. Vedere quel suo lato più fragile portò anche Syo alle lacrime, che non riuscì a trattenere quando iniziò a parlare, intervallandosi di tanto in tanto con qualche singhiozzo sommesso.
《N-noi siamo stati... dei fratellini cattivi! S-scusaci Rei-nii! Non lo faremo più!》, e scoppiò in un pianto sonoro.
 
Ai fece uno sbuffo avvicinandosi ai due.
«Oh, ma piantala Syo-nii. Non ha detto una sola cosa che fosse vera», lo informò, mettendogli una mano sulla spalla.
«Noi non siamo stati cattivi! Noi cercavamo solo delle maglie da metterci perché faceva freddo», disse asciugandogli le lacrimucce e spostando al maggiore uno sguardo più freddo.
«Noi, Rei-nii, mettiamo in disordine perché sappiamo che ci sei tu a mettere in ordine, poi».
Con quella frase -che aveva letto in uno dei libri gialli di papà- gli fece capire che in un modo o nell'altro contavano tutti e tre i minori su di lui.
«Tanto lo sappiamo tutti che in realtà è colpa di quel microbo puzzolente e marmocchioso laggiù. Quello che fa le cose zozze con te», sbuffò, incrociando le braccia al petto e starnutendo per tre volte.
Crollò sulle ginocchia, quando improvvisamente il mondo riprese a girare tuuutto. Si appoggiò a Reiji, cercando di tirarsi su, ma senza successo.
 
Reiji ignorò le urla di Oto, i pianti di Syo e il quasi svenimento di Ai. Tenne quest'ultimo tra le sue braccia, lo sguardo perso a contemplare il vuoto, pensieroso, riflettendo sulla parole di Ai. "Tanto lo sappiamo tutti che in realtà è colpa di quello che fa cose zozze con te". Non si chiese nemmeno il perché Ai sapesse delle cose che faceva con Ranmaru, piuttosto si domandò se poteva davvero utilizzare quella scusa per levarsi dai problemi. Scosse la testa con vigore, sistemandosi meglio tra le braccia Ai e tastandogli la fronte. In effetti un po' scottava, nulla di troppo grave che un'aspirina non avrebbe risolto. "Ecco, sono anche diventato un insensibile", pensò, non solo riferendosi alla febbre di Ai, ma anche perché riprese in considerazione l'idea di dare tutta la colpa a Ran-Ran. In fondo papà a lui non avrebbe staccato la testa... forse. Però poi Ranmaru avrebbe ammazzato lui... Cioè, ci avrebbe provato, lui poi si sarebbe fatto perdonare doppiamente, come la maggior parte delle volte in cui combinava pasticci che lo facevano arrabbiare. Il suo sorriso si fece nuovamente raggiante a quell'idea geniale. Baciò la fronte ad Ai e afferrò un maglioncino lì vicino, infilandoglielo. 《Bene! Sembra che Rei-nii non morirà oggi! Grazie infinite Ai-Ai! Sei davvero intelligente!》, gli accarezzò una guancia, abbracciandolo. 《Scusa, è per colpa mia se stai male. È colpa mia se state male tutti, ma se me lo permettete, la prossima volta farò sicuramente meglio! C-certo, se non vi fidate più di Rei-nii, lo capisco...》, mormorò l'ultima frase con voce flebile, prendendo poi dei pantaloni sempre lì per terra e mettendoglieli addosso. 《Syo-chan, non piangere. Prendi dei vestiti che Rei-nii ora veste anche te》, gli sorrise dolcemente, osservandolo obbedire. 《Otoyan, perché non vieni qui con noi? Facciamo un gioco se volete, mentre aspettiamo papà! Uh?》, sogghignò nel vedere un'altra cosa a terra tra quei vestiti, a lui molto familiare. 《Prendi quella carta. Ho un sacco di nuovi trucchi da farvi vedere! Dovete resistere solo un altro po'...》
 
Ranmaru, dalla cucina, sentì un improvviso brivido percorrergli la schiena. Qualcosa non andava. La casa era fin troppo tranquilla, adesso. Sospirò, lasciando perdere. Qualsiasi cosa stessero combinando, non poteva essere peggiore di quell'inferno a cui si stava occupando.
《Anzi, con quelli non sarebbe impossibile...》, si massaggiò le palpebre con due dita, mettendosi davanti al forno. 《Vediamo cosa posso fare con te...》
 
Dopo aver smesso di urlare, certo che il padre ormai l'avesse sentito e fosse già sulla via del ritorno, Otoya obbedì al fratello e tornò verso di lui raccogliendo la carta e nascondendola dietro la schiena; poi - tenendola in mano - finse di prenderla da dietro l'orecchio del maggiore, illudendosi di poter essere credibile, e gliela offrì con uno dei suoi sorrisoni che, quel giorno, erano stati pochi, se non si contavano quelli inquietanti da ubriaco.
 
Syo si asciugò frettolosamente le lacrime, preoccupato per Ai ma contento che ci fosse stato Rei-nii pronto ad accudirlo. Certo, avrebbe saputo fare anche lui - anche se non sapeva come -, però avere una persona più grande accanto era di sicuro di maggiore aiuto. Bisognava approfittarne.
Prese quindi un paio di pantaloncini e una maglietta e andò da Rei-nii per farseli mettere, con gli occhi che brillavano di aspettativa.
《Anch'io voglio fare i giochi con le carte! Anch'io, anch'io!!》
Per quanto gli riguardava, proprio non capiva per quale motivo Reiji si stesse scusando con loro. Era stata una bellissima giornata, andata avanti senza problemi, almeno fino a quando non era entrato il signor "ahhh", allora sì che le cose erano cambiate! Però, dall'alto dei suoi sei anni, Syo era convinto che loro quattro da soli quel giorno avevano dato prova di poter restare a casa da soli. Il loro papà ne sarebbe certamente stato contento!
 
Ai sospirò accoccolandosi contro il fratello, in uno dei rari -RARISSIMI- gesti di non superiorità che teneva col maggiore.
«Rei-nii», lo chiamò. «Grazie per avermi detto che sono intelligente. Cioè, già lo sapevo, ma tu l'hai detto e questo significa che sei intelligente pure tu... Un po'», si corresse.
Starnutì ancora una volta, forse due o tre, e si pulì il nasino sulla maglia dell'altro.
«Posso stare qui? Fa freddo e tu sei caldo...», disse, iniziando a tremare un po'.
Forse quel Rei-nii a qualcosa poteva servire.
 
Reiji, dopo aver aiutato anche il piccolo Syo a vestirsi ed essersi sorpreso al tentativo di Otoya di imitarlo, sussurrò ad Ai un "puoi stare tra le mie braccia tutto il tempo che vuoi. E grazie per aver dato anche a me dell'intelligente", accarezzandogli poi i capelli con una mano, pronto a fare il primo trucco con l'altra, sotto gli occhietti curiosi del rosso e del biondo. Fu sul punto di farla sparire dalla sua mano, quando il campanello di casa suonò improvvisamente. Reiji scattò immediatamente in piedi con Ai ancora in braccio, venendo presto imitato dagli altri due. 《O-okay, è il m-momento. Mi raccomando, dite a papà che siamo appena tornati a casa dopo essere stati al parco fino ad ora, e che Rei-nii ha chiamato Ran-Ran per tenere d'occhio la casa!》, la seconda parte in realtà non aveva molto senso dato che potevano semplicemente chiudere a chiave, ma sinceramente, poco importava ormai. Non appena sentì le urla di Ranmaru al piano di sotto, Reiji si decise a scendere con i bambini. "Ricorda che ti amo, Ran-Ran...", disse mentalmente, sperando che in un modo o nell'altro i suoi sensi di colpa svanissero almeno in parte.
《Oi! Reiji! Devo aprire-》, ma non terminò la domanda, perché vide quegli strambi scendere come razzi giù dalle scale. 《No, Ran-Ran, ci sono!》, gli sorrise, andando ad aprire la porta.
《Ehi, non ho finito qua, non finirai nei guai con tuo padre?》, si pulì la fronte imperlata di sudore con le mani sporche di nero, sporcandosela a sua volta, dopo aver tentato di rendere quantomeno presentabile quel forno, naturalmente senza successo.
《T-Tranquillo, a me non dirà nulla...》, rispose girato di spalle, mettendo mano alla maniglia.
Ranmaru si appoggiò al bancone, sospirando. Al massimo avrebbe potuto cercare di venire in aiuto di Reiji nel mezzo della predica, per vedere di riuscire ad accorciare il più possibile la punizione che gli avrebbe dato.
 
《PAPÀ!!!》, urlò Otoya, appena la porta fu aperta, lanciandosi senza troppe cerimonie fra le braccia del padre appena quello fu visibile sulla soglia, venendo preso prontamente in braccio come aveva predetto.
《Ciao anche a te, Oto... che avete combinato? C'è... puzza di bruciato? E quelle impronte per terra?》, mentre l'adulto parlava, il bambino lo stringeva con tutte le sue forze e strofinava una guancia sulla sua.
《Mi sono divertito con Rei-nii e gli altri, però mi sei mancato!》, esclamò, rivolgendo uno dei suoi sguardi più dolci e dei suoi sorrisi più angelici al padre che, suo malgrado, sorrise a sua volta e ricambiò delicatamente la stretta prima di passare in rassegna i volti degli altri figli.
《Allora? Che avete combinato, mh?》
 
Syo era ancora al fianco di Rei-nii, diviso tra la felicità del rivedere il suo papà e il disappunto del sapere che il pomeriggio di svago senza nessuno a controllarli era finito. Vinse subito la prima delle due opzioni sulle quali si era soffermato a riflettere - chiedendosi mentalmente domande del tipo: "e ora come dovrei reagire?" - e si lanciò verso papà Tokiya, che ancora aveva in braccio Oto, arpionandoglisi alle gambe.
《Papà! Ci sei tanto mancato!》, cominciò con entusiasmo, per poi rivolgergli un sorrisone a trentadue denti. 《Rei-nii è stato bravissimo e oggi ci siamo divertiti tanto! Abbiamo giocato al parco!》 È vero che non doveva mentire mai, ma l'aver visto il suo fratellone così sconvolto pochi attimi prima l'aveva convinto a stare al gioco dettatogli proprio da Rei-nii. Per non parlare del fatto che bisognava sempre prendere esempio dai maggiori, e a mentire per primo era stato proprio Reiji... sempre con quella storia del dottore. Non se la sarebbe dimenticata presto.
 
Ai nel mentre era ancora frastornato: non sapeva più che fare, se avesse mentito allora a quel punto tutto il suo piano per avere ancora la tata non sarebbe servito a nulla. Nemmeno tutto quel disastro.
Scosse la testa sul petto di Rei-nii, prima di girarsi e rivelare il suo volto accaldato al padre.
«Papà», lo chiamò in un sussurro. «Rei-nii è stato davvero tanto bravo, ma io non sono stato bene così».
Tese le braccia perché voleva prendere il posto di suo fratello Otoya. «Papi papi, la prossima volta voglio la tata! Non voglio stare a badare a loro! Voglio stare tranquillo a leggere!», ammise infine, con gli occhietti lucidi per la febbre.
 
Reiji non aprì bocca, rimase semplicemente con un sorriso forzato sulle labbra, attendendo che papà si accorgesse finalmente che cosa c'era oltre le loro schiene.
Ranmaru aspettò allo stesso modo che oltre al casino, il signor Ichinose si accorgesse anche della sua presenza.
 
《Anche io voglio la tata!》, esclamò subito Otoya, unendosi al fratello. Era stato terrificante quel giorno!
《Che cosa...? Perché?》
《Siamo ancora piccoli. Rei-nii non può coccolarci tutti!》, sperando che tale logica reggesse, Otoya tentò la sua ultima arma: gli occhioni dolci. 《Mi manchi di meno se c'è la tata》.
E si sa, Tokiya a quegli occhioni non sapeva resistere.
Dopo aver messo giù il figlio, prese in braccio il più piccolo e gli sorrise.
《Va bene... uhm... stai male? Hai le guance rosse... e...》, dopo avergli sfiorato la fronte con una mano, lanciò un'occhiata a Reiji, minaccioso. 《Perché ha la febbre?》
E finalmente si accorse di Ranmaru. E del disastro alle sue spalle.
《Che cosa è successo?》, sospirò, preparandosi al peggio.
 
Syo si guardò intorno, passando prima dal volto - ormai scuritosi - del papà, a quello arrossato di Ai-chan, da quello quasi implorante da cucciolo di Oto, fino all'espressione mezzo disperata mezzo colpevole di Rei-nii. Non doveva mettersi in mezzo, avrebbe lasciato le spiegazioni al maggiore... era giusto così, anche perché lui più di tutto NON voleva mettersi in mezzo. Cercò solo di pensare ai giochi che gli aveva promesso Rei-nii, così sì che si sarebbe tranquillizzato. Tutto sarebbe andato per il meglio, ne era certo!
 
Ai sospirò al silenzio del maggiore: sapeva che i suoi sensi di colpa non gli avrebbero fatto fare il primo passo per nulla al mondo, perciò toccava a lui risolvere la situazione.
«Papà!», richiamò la sua attenzione. «Non ti arrabbiare con Rei-nii! Te la dico io la verità! È che...», sospirò teatralmente. «È che quello che fa cose zozze con Reiji ha combinato tutto questo disastro! Ha pure offerto a Otoya un bicchiere di vino bianco mentre Rei-nii era a farmi riposare un po' a letto con Syo!!»
 
Ranmaru fu pronto ad andare in soccorso di quell'idiota, ma le parole del nano che lo aveva quasi molestato lo fermarono.
《CHE COSA?!》, tuonò, sbattendo con forza il palmo della mano contro il bancone. Si augurava che Reiji smentisse subito quella bugia! Il suddetto Reiji sobbalzò appena nel sentire Ranmaru così arrabbiato. Forse questa volta lo avrebbe ammazzato davvero, la ricompensa sarebbe servita a ben poco...
《E-esatto》, deglutì, potendo giurare di avvertire già addosso lo sguardo omicida dell'albino. 《Li avevo portati al parco per farli giocare un po' e prendere dell'aria fresca, poi Ai-Ai si è sentito male e siamo tornati. Visto che dovevo occuparmi di lui ho chiamato Ran-Ran per darmi una mano e... quandosonoscesoalpianodisottohotrovatoquestodisastro!》, buttò fuori tutto in una volta, pregando al contempo mentalmente che il suo Ran-Ran potesse perdonarlo.
"Sei carne morta, Reiji", pensò Ranmaru, cominciando a scrocchiarsi le nocche. Se sperava davvero che stesse al gioco, si sbagliava di grosso. 《Signor Ichinose! Qui l'unica cosa vera detta da quel microbo è che facciamo zozzerie, glielo posso assicura-》 Okay, forse dire quello non era stata una cosa sveglia da parte sua.
 
《Hai dato del vino bianco a Otoya?!》
Quella fu la prima cosa che venne pronunciata da Tokiya mentre restituiva Ai a Reiji e marciava a grandi falciate verso Ranmaru, fino a raggiungerlo e fissarlo dall'alto in basso.
《E mi hai allagato la cucina? Posso sapere almeno come hai fatto?》, sospirò, mentre una vena iniziava a pulsargli sulla fronte.
E aveva ignorato bellamente la faccenda delle zozzerie.
Almeno per il momento.
《Anzi lascia perdere. Dimenticherò questa storia a tre condizioni: la prima, sistema questo disastro. La seconda: la prossima volta tu ti occuperai di Ai, Syo e Otoya e Reiji della casa, e la terza...》, nascose abilmente un ghigno. 《Niente zozzerie con mio figlio per un mese. E credimi, lo saprò se sgarrerete》, e con quello lanciò un'occhiatina ad Ai e Syo, i suoi informatori principali.
Almeno così aveva punito entrambi i maggiori della situazione.
《Ai, Otoya, adesso a voi ci pensa papà. Reiji, tieni occupato Syo》, e quella fu la fine della discussione.
E della rocambolesca giornata.
 
 
 
Extra~

《Come sarebbe niente Ran-Ran per un mese?!》, urlò sconvolto, afferrandosi il viso tra le mani.
《Io devo fare cosa?! Signor Ichinose, io-!》, ma fu inutile, perché l'adulto se n'era già andato con Ai e Otoya. Chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo, avvicinandosi a Reiji. 《TU!》, urlò afferrandolo per il collo.
《S-scusa?》, provò, e Ranmaru fu davvero sul punto di strozzarlo se non si fosse messo in mezzo il piccolo Syo.
《Signor "ahhh", Rei-nii, non preoccupatevi》, sussurrò con fare complice. 《Vi aiuterò io a farvi incontrare per le vostre zozzerie! Però io e Ai-chan possiamo assistere? Dovete spiegarci la cosa del dottore!》
Gli occhi di Reiji si illuminarono e dedicò tutta la sua attenzione al piccolo cominciando a chiedergli che cosa avesse in mente per aiutare lui e Ran-Ran, rispondendo poi alla sua richiesta dicendo che per il momento erano ancora piccoli, ma che se avessero voluto sapere qualcosa in più sui giochi di ruolo, una volta diventati grandi, sarebbe stato per loro un ottimo maestro!
Ranmaru, nel frattempo, fissò quei due sconvolto.
《Dopo questo...》, disse, lasciandosi cadere seduto a terra. 《... ho bisogno ancor di più di un'aspirina...》
 
 
 
 
 

Note delle autrici:
Ed eccoci qua, con questo tentativo di role comica, dove abbiamo cercato di riprodurre in chiave utapriesca (XD) la nostra famigliola felice! In fondo tu sei la nostra Okaasan quindi non potevamo che dare al tuo "fratellino" il ruolo del padre! *^* E dato che è anche il suo di compleanno, siamo certe che sia pienamente in tema… o per lo meno lo speriamo! XD E naturalmente avrai capito i ruoli vari:
Syo -
pinky_neko
Ai - Lyel
Reiji e Ranmaru - Takkun
Otoya e Tokiya - Starishadow
Speriamo di averti fatta almeno sorridere e che questa cosuccia ti possa piacere! Mi raccomando, fatti sentire appena puoi!! ^^
E cosa più importante... BUON COMPLEANNO OKAASAN! *0*
A prestissimo, le tue adorate figliolette! :3


 
   
 
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