Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: Magika_221B    06/08/2015    2 recensioni
Le gambe al petto, Jungkook respirava lento, seguendo i passi dei pendolari appena usciti dall'ufficio dopo un giorno di duro lavoro, nell'aria calda e umida di metà Luglio. [..]
Un assassino, forse un mostro, ma le sue dita continuavano a pizzicare le corde di quella chitarra, e le sue poche note scivolavano nella tarda serata di una Seoul vista dall'alto, e nei pensieri spenti di un paio di occhi tristi, alla finestra del mondo in silenzio. [...]
Accenni JiKook.
Genere: Dark, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Park Jimin
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The untold story of monsters and stones.


Seoul al tramonto passava frenetica e immobile sotto i suoi occhi scuri, resa muta da quella spessa finestra alla quale aveva appoggiato la testa, guardandovi semplicemente attraverso senza pensare a nulla. Confinata nell'interminabile calare della sera, la città si accendeva di lampeggianti, cartelloni pubblicitari, negozi d'abbigliamento non ancora giunti all'orario di chiusura e vecchi pub più in la, verso le strade ingrigite e cupe della periferia. La luce del sole, ridotta ormai a pochi e pallidi raggi rossastri, incendiava le nuvole sopra i grattacieli adibiti a sedi delle grandi multinazionali, dando vita ad un gioco di luci quasi soprannaturale, riflesso appena negli occhi tristi di un ragazzo contemplante il nulla, seduto alla finestra.

Le gambe al petto, Jungkook respirava lento, seguendo i passi dei pendolari appena usciti dall'ufficio dopo un giorno di duro lavoro, nell'aria calda e umida di metà Luglio.

Si sarebbe dovuto preoccupare di ordinare la cena, ma lo spettacolo di quella città così caotica e imprigionata nel silenzio di una semplice lastra di vetro, lo aveva spinto a dimenticare la fame e a sedere sul davanzale, la mente svuotata da ogni sorta di pensiero, un ciuffo di capelli neri davanti al viso.

Ed ora era li, come una piccola pietra nella ghiaia, ferma al centro del mondo che gli scorre intorno, davanti alla vuota confusione di una città nell'ora di punta.

Con un sospiro più profondo aveva rilassato i muscoli del collo, gettando indietro la testa, contro il muro. Intorno a lui tutto era pervaso di una strana luce riflessa, un'aspettativa fluida e invisibile, sospeso nell'attendere qualcosa di inesistente, persosi di certo nello scorrere dell'infinito calare della sera.

Iniziato da chissà quando, qualche accordo di chitarra classica proveniva dalla porta dell'appartamento adiacente al suo, quello dove non stava mai nessuno. Solo un giovane ragazzo, forse un po più grande di lui, ogni tanto arrivava, apriva quella porta e se la richiudeva dietro, lasciandosi alle spalle la scia di un bellissimo sorriso e un paio d'occhi, per quanto potesse sembrare assurdo, spaventosamente freddi, atterrenti come vetri frantumati nel silenzio, ghiacciati, un demone nel corpo di un bellissimo angelo.

Quel ragazzo aveva un nome, una delle poche cose che ancora gli rimaneva attaccata addosso, che non aveva perso tra le fermate delle metropolitane e i vicoli bui della Seoul notturna, impregnati di alcol e fumo, e gonne troppo corte.

Jimin, era un nome quasi insulso nel complesso. Non rimaneva certo impresso tra i frammenti della memoria, non brillava tra i ricordi più vividi. Ciò che in lui non si poteva fare a meno di non notare erano propio le sue iridi lucide e tremende, invase da fotogrammi di notti serene, passi svelti, di inchiostro indelebile su corpi esangui, di urla, preghiere non ascoltate e ultimi istanti, l'orrore della morte.

Quegli accordi, quelle note, erano fiochi e quasi trasparenti, come l'umanità rimasta nel suo essere.

Un assassino, forse un mostro, ma le sue dita continuavano a pizzicare le corde di quella chitarra, e le sue poche note scivolavano nella tarda serata di una Seoul vista dall'alto, e nei pensieri spenti di un paio di occhi tristi, alla finestra del mondo in silenzio.

Nessuno racconta le storie di due amanti mai stati tali, nessuno vuole ascoltare oltre la finestra, oltre un paio di note accordate da un assassino. Eppure quei due ragazzi, mai incontratisi prima per un caffè, o per una delle strade cupe e ingrigite della periferia, in quell'istante si erano trovati a condividere frantumi di un tempo irrecuperabile, vissuto una sola volta, insieme, senza sapere nulla l'uno dell'altro. A guardare il grande amore , nessuno si interessa ai singoli istanti, alle profonde connessioni tra due persone così distanti come lo possono essere un diciottenne triste e un angelo dall'anima sporca. La loro effettiva vita, in questo racconto, non è rilevante. Perchè si siano ritrovati li, a condividere il silenzio di un tramonto un mostro e una piccola pietra, resterà una storia taciuta.

 

L'angolino della disagiata

Torno su EFP dopo una lunghissima assenza per pubblicare questo piccolo

eperimento. Spero possa piacervi anche se non è granchè ^^

La JiKook non è particolarmente esplicita qui, ma ho preferito comunque

mettere Slash tra gli avvertimenti.

Le recensioni sono gradite (giuro che non mordo XD)

Magika_221B

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Magika_221B