Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Evillinnie    27/01/2009    10 recensioni
«Cosa ci fai quassù?»
Ryuzaki non sente.
Light ripete.
Ryuzaki si volta.
Light sente un brivido.
Un tocco così, è troppo.
[ Light/L ]
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

(Rin)tocco

 

 

 

Il fatto che guardasse in basso e avesse lo sguardo di un uomo destinato a morire non c'entrava nulla.

Quello, di certo, non lo impietosiva né lo toccava - sfiorava - di un solo millimetro. Se poi fosse qualcosa in grado di tirargli un pugno non gli avrebbe fatto male.

Un Dio non prova dolore.

Nemmeno il fatto che i capelli, capelli sporchi, i suoi, fossero una massa insipida di pioggia e fili di un tessuto consunto lo toccava - sfiorava. Se però gliel'avesse chiesto, avrebbe immerso le dita in quella chioma e avrebbe trovato un tessuto ch'era seta e qualcosa che scivolava appena, così, un soffio. Infinite lacrime. In un gergo più usato, forse era un pianto.

Sul capo ciondolante di L c'era un pianto.

Non immerse la mano, che rimase nascosta nella sua tasca fredda ad inumidirsi contro una pioggia che non arrivava.

I suoi occhi forse c'entravano qualcosa.

A ben vedere, però, non erano diversi dai soliti. Decisamente, non erano gli occhi a toccarlo. E poi sfiorarlo. Poi, sparire.

Sarebbero potuti essere loro, e Light non avrebbe sospettato. Light, Light giocava a fare l'investigatore.

Quel giorno, quel giorno poteva esserlo.

C'erano le sue mani.

Erano sporche di dolci, succhiate, i morsi che affondano e i denti che riemergono. Una saliva che non conserva più il suo sapore.

Quelle potevano essere. Light le fissò a lungo.

Ryuzaki guardava in basso e sul suo capo c'era un pianto. I suoi occhi erano banalmente i soliti, le sue mani erano lavate dalla pioggia.

Light le fissò a lungo.

Decisamente, non erano le mani a toccarlo. E poi sfiorarlo. Poi, sparire.

Però, potevano essere.

Aveva la bocca schiusa e le labbra scostate, quello inferiore era sporgente. La superficie era lucida. Non intravedeva la lingua.

Era scalzo. Le piante aderivano perfettamente alle piastrelle del pavimento. Un piede per una piastrella. Erano paralleli.

Light lo studiò ancora, incerto, ma finse di essere bravo perché bravo doveva essere, e quando arrivò a quelle labbra pensò che, dopotutto, se fossero loro a toccarlo, sfiorarlo e lasciarlo andare, avrebbe sentito il dolce.

Ci volle molto tempo prima che riuscisse a staccare gli occhi dalla sua bocca.

I piedi non si erano ancora mossi, ma escluse a priori che fossero loro - anche se i calci di Ryuzaki gli avevano fatto male, e l'avevano toccato, sfiorato e infine erano spariti. Il dolore, gentilmente, bruciava fibre del suo tessuto.

Quale tessuto nel preciso non sapeva. Banalmente - quasi quanto gli occhi di L - avrebbe potuto dire del suo cuore, ma non aveva un cuore, e quello che Ryuzaki toccava non era altro che una superficie scivolosa.

Difatti, alla fine spariva.

E ci riprovava testardamente, L, a toccarlo. Non sapeva con cosa, e questo gli provocava immenso fastidio, come un segreto a due passi dalla verità. Proprio, proprio due passi.

E L riprovava. Poi cadeva, poi ricominciava.

Light Yagami si sentiva immensamente a disagio quando Ryuzaki lo toccava, e lo sfiorava e poi spariva.

Sapeva che quel tocco si sarebbe ripetuto.

 

«Cosa ci fai quassù?»

Ryuzaki non sente.

Light ripete.

Ryuzaki si volta.

Light sente un brivido.

Un tocco così, è troppo.

 

«Ascolto le campane.»

Ryuzaki non sente.

Light ripete.

Ryuzaki si volta.

Light sente un brivido.

Due passi verso di lui.

«Sei sordo?»

Light non sente.

Ryuzaki si porta le mani alle orecchie.

Entrambi, sono storditi.

Entrambi, sono sordi.

Light fa due passi indietro e cade nell'acqua;

il pianto sul capo di L ricade distintamente a rintocchi.

 

Sordi, per sentirsi.

 

 

***

 

 

N/A

Non ho finito l'anime. Per la precisione, sono al venticinquesimo episodio. Non ho resistito dallo scrivere qualcosa su quei due, ecco. E non resisterò nemmeno in futuro, me lo sento. *alza bandiera Fangirl Mode ON*

Dunque, ecco, non vorrei essere nei vostri panni. Sai quanto sudore di fronte per capire il senso di questa fanfic? Per me, le campane di Ryuzaki sono Light, e Light non è mai riuscito ad ascoltare Ryuzaki. Voglio dire, entrambi provano a capirsi, toccarsi, sentirsi, eppure falliscono. Falliscono miseramente. Falliscono perché sono sordi.

O perché non vogliono sentire.

Però ci provano. Ryuzaki ci prova, a toccarlo, e Light prova a capire cos'è quel tocco. Infine, l'apice. Quel pianto che L ha sul capo, un ammasso di lacrime, cade a terra a rintocchi. Lo sentite, il suono? Loro, si toccano. Lì, nella pioggia. Campane contro campane.

Mi chiedo se tutto questo abbia effettivamente senso. Solo, mi piaceva, quindi eccola qui.

Ja ne,

Linnie.

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Evillinnie