Follia.
La mia.
Gli altri
dicono di me che sono
Strana
Pallida
Pazza
Noiosa
e che sono
La brutta copia della società.
Il tentativo fallito di essere come gli Altri.
Cioè essere
Normale.
A volte mi sembra di essere
Una timida e insignificante spettatrice della Vita,
Che sospira tristemente
perché vorrebbe diventare un'attrice
e recitare sul Palco diventando una delle altre sei miliardi di marionette del Tempo,
ma non lo fa
Perché l'unico modo di essere Attrice è salire sul suo palco personale,
così oscuramente vuoto,
con spettatori che la osservano tetri e ottusi,
Incapaci di Comprendere.
E più passa il tempo, più mi accorgo
che la mia sofferenza diventa il mio piacere,
e che i miei ospiti preferiti sono gioiose e pericolose figure
Insane,
Pazze,
Inventate,
con cui vorrei discorrere per non recitare
Da sola.
Le mie giornate passano
Tra libri
Tanta musica
Tanto computer
Tra i rimproveri degli Altri
che vedono in me
la scintilla spegnersi
e cercano di aiutarmi
nei modi più sbagliati possibili.
Ma il tempo passa e,
mentre la Bambina che è in me
strilla di non voler crescere e la ragazza che dipende da lei
L'accontenta
perché essa stessa è
come un disegno sfumato compiuto
per modificare il Riflesso della vera me Immortale per noia,
mi accorgo di non aver più bisogno degli altri.
Perché io stessa
Ora
sono diventata la prova che la meravigliosa follia
di essere Bambina
può essere più forte dell'altrui desiderio
di essere vittima del Tempo e della Normalità
che ora non può più catturarmi
perché io stessa sono diventata Bambina
crescendo e soffrendo
nella Pietà degli Altri
che vedono in me
una pericolosa bambolina distrutta
da Annientare.
E lo fanno
colpendo la bambina che dimora
il mio corpo.
Nel loro patetico tentativo di farmi crescere e istruirmi sul loro ideale di Vita.
Ma non hanno capito
che già da tempo ho imparato
che la mia Debolezza è anche la mia Forza
e che la debole Bambina in me
è più Forte di loro.