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Autore: StormyPhoenix    07/08/2015    3 recensioni
Nulla inganna più dell'apparenza, e vale anche per Ashley Purdy che sotto la patina dell'uomo sicuro di sé, affascinante e donnaiolo nasconde la parte più fragile di sé...
Ho la fama di donnaiolo impenitente, ma quasi nessuno, eccetto i miei amici più stretti che sono anche i miei colleghi di band, si preoccupa di scoprire cosa cela la mia immagine. [...] Ma se si scavasse più in fondo e si oltrepassasse la mia immagine, verrebbe fuori dell'altro [...]
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Orbene, ho deciso di essere clemente e vi posto il nuovo capitolo dopo appena una settimana, solo che per il prossimo ci sarà da attendere un poco di più perché non sto avendo moltissimo tempo e l'ispirazione viene a tratti u.u
Grazie a tutti i lettori e i recensori per il loro interesse e il loro affetto!
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Black Veil Brides, Love isn't always fair / Scars On Broadway, Serious






Non ho idea di quanto tempo sia passato quando avverto i movimenti del ragazzo vicino a me, ma non riesco a svegliarmi; il discreto mal di testa che ho mi impedisce di recuperare totalmente la lucidità e rimango immobile e ad occhi chiusi, sospesa in un limbo fra il sonno e la veglia.
«Amber...» lo sento sospirare all'improvviso, con voce sonnolenta, mentre mi stringe ancora un po' a sé e preme lievemente le labbra sulla mia fronte; sento il mio viso farsi rovente e prego che non se ne accorga.
Rimaniamo così per non so ancora quanto tempo, finché non avverto la luce del sole sugli occhi e sono costretta al risveglio; una volta aperti gli occhi, noto che anche lui è sveglio e la cosa accentua il mio imbarazzo, essendo ancora stretta fra le sue braccia.
«B-buongiorno...» balbetto leggermente.
«A te...» mormora, con un sorrisino, anche lui visibilmente impacciato a causa della situazione.
«N-non è successo niente stanotte, vero?» chiedo, improvvisamente assalita dal timore di aver fatto qualcosa che non doveva essere fatto nei momenti di poca lucidità.
Ashley corruga le sopracciglia per un attimo. «No, affatto. Come mai me lo chiedi?»
«M-momentaneo spavento, volevo solo assicurarmi di non aver combinato niente.»
Il ragazzo rimane pensieroso per qualche secondo, poi distende i tratti del viso; tende una mano e mi sfiora una guancia con il pollice e, pur colta di sorpresa, non mi sottraggo. Il suo tocco è delicato e dolce e non suscita in me alcun istinto di ripugnanza o fastidio.
«Sei bellissima, sai?» mormora, accennando un sorriso.
«Con questa faccia schifosa post alcol e sonno?» storco il naso e rido, ma vedo che Ashley è serio.
«Sì, anche con questa faccia» asserisce.
«Non mi starai mica prendendo in giro, vero Ash-»
Non faccio in tempo a finire di protestare che Ashley mi chiude la bocca con un bacio; sussulto al contatto con le sue labbra soffici e calde e la forza di ribellarmi viene improvvisamente a mancare, per cui non oppongo resistenza.
«Ora mi credi?» sussurra Ashley, ponendo giusto qualche millimetro di distanza fra i nostri visi.
«Ash, io...» cerco di dire qualcosa, ma non so davvero cosa dire. Mi sento legata al mio ragazzo, in un qualche modo gli sono affezionata, ma allo stesso tempo sono attratta da lui in una maniera impressionante che quasi mi intimorisce.
Mi metto a sedere, imbarazzata. «Avrei bisogno del bagno, dov'è?»
«Ultima porta in fondo al corridoio.»
Mi alzo, tenendo la testa bassa nel tentativo di nascondere le guance rosse, poi apro la porta, mi guardo intorno con circospezione ed esco, richiudendo la porta senza rumore.
Dio, cosa ho fatto? 
Ho baciato di nuovo Ashley... 
E al mio ragazzo non ci ho pensato neanche un istante, come se non esistesse.
Questo dovrebbe comunicarmi qualcosa?
Credo di sì, ma è un qualcosa che richiede dei cambiamenti radicali e non mi sento ancora pronta ad agire ed accettare le ignote e inquietanti conseguenze.
Intanto da domani fino agli inizi di novembre sarò a contatto con lui e so che succederà qualcosa... qualcosa che mi costringerà infine a scegliere.

-Ashley-
«Puoi darmi un passaggio per tornare a casa, per favore?»
La voce di Amber interrompe il filo dei miei pensieri; mi volto verso di lei e annuisco, rapido. «Il tempo di vestirmi e ti accompagno. Oggi lavori fino alle 19?»
«Sì, e vorrei preparare i bagagli stamattina per non ridurmi all'ultimo momento e sclerare, normale amministrazione per me» risponde, con una risata.
Mi rivesto più velocemente possibile, mentre lei inizia a scendere al pianterreno; scendo e prendo le chiavi e il mio casco da dove li ho lasciati la sera prima e lei mi segue.
Il viaggio di ritorno mi pare breve, troppo breve, e quasi subito arriviamo a destinazione.
«Grazie mille, e appena puoi ringrazia i tuoi colleghi per la serata di ieri, è stata davvero molto piacevole» dice, togliendosi il suo casco e restituendomelo. «A presto, Ash» mi saluta, stampandomi un bacio su una guancia e poi allontanandosi.
«A presto, Amber.»

-Amber-
Appena entrata a casa, mi lascio cadere mollemente sul divano, rimanendoci per qualche minuto.
A volte detesto rimanere da sola con me stessa, e questa è una di quelle volte. Non capisco cosa ho in questa testolina che mi impedisce di decidermi una buona volta a fare qualcosa.
Provo a fare a me stessa un giochetto di domanda e risposta, come se la vocina nella mia mente dialogasse con me.
Perché stai con Matt?
Perché provo qualcosa per lui, no?
Non puoi rispondere ad una domanda con un'altra domanda. Allora, qual è il vero motivo?
Volevo provare a ricostruire con lui una relazione che potesse essere bella come lo era nei primi tempi in cui stavamo insieme.
Sei sicura che fosse bella, o eri innamorata e sei diventata anche mezza cieca?
Per dei versi era bella, dopo la prima rottura ho realizzato che per amore ho ignorato molte cose e accondisceso troppe volte.
Dunque, è possibile ricreare un idillio che non c'è mai stato?
Ne dubito fortemente, ma si può riprovare.
E cosa stai ottenendo? Sei felice con lui?
In teoria ho ottenuto che stiamo insieme, ma in realtà no, non sono così tanto felice.
Dunque? Cosa ti tiene ancora legata a lui?
Un affetto che comunque provo, sarà pure abitudine, e anche quel famoso senso di colpa.
E puoi continuare così? Con lui che ti dà a malapena qualche attenzione, ti maltratta, ti usa per il suo piacere e poi ti ignora?
No, ma pensavo di poterlo aiutare a cambiare, lui stesso mi disse che potevo aiutarlo a migliorare...
Illusa. Gli uomini, se vogliono cambiare, cambiano da subito, non cercano la scusa della donna che deve aiutarli. L'istinto da crocerossina è una fregatura. Davvero credevi fosse possibile?
Forse sì. Ma, come già detto, sono un'illusa.
C'è qualcuno che ti rende più felice di Matt?
Sì.
Chi?
Ashley.
Toh, il famoso bassista dalla fama di donnaiolo impenitente, sicuro di sé e dall'indiscutibile fascino che in realtà cela dietro l'immagine tutta un'altra persona. E come?
Beh... già che mi riservi attenzione pur essendo un VIP per me è tanto. Poi è un amico caro, sincero, affidabile e simpatico. Mi sta vicino, pur sapendo che sono impegnata, mi fa la corte senza essere invadente... e mi ha già baciata due volte, con tutto quello che ne è conseguito.
Bene, in queste affermazioni c'è già qualcosa su cui riflettere.
Sì?
Se non sei rimasta indifferente ai suoi baci, qualcosa vorrà pur dire.
Sicuramente. Beh... bacia bene.
Seee, chi vuoi convincere che è quello il motivo per cui hai reagito al suo bacio?
Nessuno, ma è la verità.
Hai avuto una reazione perché ti piace la persona che te lo ha dato. Un bacio può dartelo chiunque, ma ti emoziona se la persona che te lo dà ti piace. Pensi che io sia fessa?
No, no... beh, è una giusta osservazione. Allora sì, direi che mi piace.
Allora cosa aspetti a mollare quel caciocavallo su due gambe e correre fra le braccia del bel musicista?
Mi blocca il senso di colpa precedentemente citato.
Ah. E ne vale la pena?
Cosa, di farmi bloccare da questo o di averlo?
Entrambi.
Non lo so. So solo che io, persona solitamente fedele al partner, quella sera, a quel famigerato party, ho bevuto tre drink pur sapendo che reggo poco l'alcol e ho baciato un ragazzo che non si è sottratto e l'ho fatto come se avessi avuto una temporale amnesia della mia situazione sentimentale. E mi sento in colpa perché ho predicato bene e razzolato male.
Beh, tutti lo fanno in fondo, ma l'importante è riconoscere il proprio errore, no?
Certamente.
Tu lo riconosci il tuo errore, allora perché ti tormenti ancora da sola?
Perché Matt me lo rinfaccia spesso, come se fosse un motivo per non fidarsi più di me.
Ecco, vedi? C'è un altro errore, ma non è tuo: è suo. Se ci pensi bene ti viene in mente, te lo ha detto anche Ashley quel giorno, nel giardino di casa tua.
Cioè? Che se lui non avesse già iniziato ad ignorarmi e maltrattarmi io non avrei cercato in un'altra persona le cose che lui non mi dava?
Brava Amber. E allora, chi ha la colpa? Chi sbaglia e se ne pente, o chi sbaglia e non gliene frega niente di scusarsi?
Direi la seconda cosa.
E allora?
Non ho ancora abbastanza coraggio per decidermi... temo di sbagliare lasciando Matt e dando una chance ad Ashley.
Timore comprensibile, ma nel frattempo potresti almeno decidere di mettere fine all'accanimento terapeutico che è diventata la tua relazione, no?
Ci penserò. Ma poi c'è anche dell'altro...
Cioè?
Ancora non conosco Ashley molto bene e voglio conoscerlo meglio prima di iniziare una relazione con lui, sono già rimasta scottata troppe volte e voglio essere cauta.
Saggia decisione, ragazza.
Solo in quel momento mi ricordo di non aver ancora acceso il cellulare e mi affretto a farlo, mettendolo in carica; appena è acceso, mi rendo conto di avere alcune chiamate perse, una da parte di Soraya e altre tre da parte di... Matt.
Pochi secondi dopo il display si illumina di nuovo e compare il nome di Matt, segno che mi sta chiamando, e dopo qualche squillo rispondo.
«Pronto?»
«Ciao. Finalmente ti sei decisa a rispondermi, eh?»
«Non l'ho fatto apposta. Ieri sera mi si è scaricato il cellulare e l'ho messo a caricare stamattina perché ieri ho fatto tardi e mi sono svegliata poco fa.» Non è una bugia, ma diciamo che c'è un'omissione.
«Fai la bella vita, eh?»
«Anche se una persona lavora, esiste una cosa che si chiama "vita sociale" per la quale ogni tanto vale la pena fare tardi.»
«Per "vita sociale" intendi frequentare quel gruppo di schizzati?»
«Non sono pazzi, e comunque non ti riguarda. Io non mi metto a sindacare sulla gente che frequenti, e anche nel tuo gruppo ci sono elementi discutibili, per cui non apriamo la discussione che è meglio.»
«Beh, sono il tuo ragazzo, mi importa.»
«Toh, ti importa solo ora? Che coincidenza, ti interessi solo ora perché sto frequentando un gruppo di ragazzi, sebbene di solito ci sia anche compagnia femminile nel gruppo.»
«Vabbè, lasciamo perdere. Stasera possiamo vederci?»
«No, mi spiace. Da stasera fino agli inizi di novembre lavorerò con quel "gruppo di schizzati" come loro truccatrice nel tour che iniziano stasera con i Bullet For My Valentine.»
«E me lo dici ora, così?»
«Tu non mi dici mai nulla della tua vita e dei tuoi impegni. E poi te l'ho detto un giorno prima, quanto preavviso volevi? Ho avuto l'incarico ieri.»
«Ah. E quindi?»
«Sarò la loro truccatrice, avrò uno spazio mio sul loro tour bus insieme agli altri membri dello staff e alla fine verrò anche pagata.»
«Bene. E quindi quando ci vediamo?»
«A novembre, come già detto.»
«E come faccio ad aspettare così tanto?»
«Improvvisamente ti dispiace aspettare? Ma come, non sei sempre impegnato al punto che non hai quasi tempo per contattarmi ed uscire con me? Senti, sono stufa e ora devo andare a fare le valigie per domani, oggi pomeriggio lavoro, non ho altro tempo da perdere, quindi ciao.»
Chiudo la telefonata senza nemmeno aspettare che mi risponda, poi sbuffo sonoramente; apro la libreria musicale e metto in riproduzione la playlist con i brani più pesanti e rabbiosi per cercare di sbollire la rabbia mentre faccio le valigie.
Mentre tiro fuori della roba dall'armadio per piegarla e metterla in borsa, mi ricapita fra le mani la maglia nera con il teschio-acchiappasogni, quella che indossavo la sera che ho conosciuto Ashley, e per qualche secondo mi fermo, ricordando quella serata e ogni piccola cosa che, adesso, mi sembra tanto dolce; dopo un po' mi riscuoto e torno con i piedi per terra, mettendo la canotta da parte per indossarla quella sera.
  
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