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Autore: moonlight97    07/08/2015    0 recensioni
La storia è ambientata in Francia tra il XVI e il XVII secolo. Carlos, il protagonista, arriva a Calais, città portuale della Francia settentrionale, per affari; là tra amore, amicizia e un po' di mistero quella che sembrava essere iniziata come una semplice avventura spensierata si trasformerà in un qualcosa di molto più pericoloso e Carlos e i suoi amici dovranno mettercela tutta per spuntarla.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo Scontro 


Camminavano ormai da tempo e tutti iniziavano a sentire l'umidità che penetrava a fondo nelle loro ossa. Il paesaggio era veramente spettrale: l'oscurità calava sul bosco in cui si erano appena inoltrati e la nebbia avvolgeva i fusti degli alberi, mentre si sentivano provenire dal mare il fragore dei tuoni.
Tra poco quella tempesta arriverà anche qui..., pensò Carlos mentre si stringeva nelle spalle.
Riuscirono una buona volta ad uscire dalla foresta e si sentirono sollevati alla vista di un'imponente montagnola scura che si ergeva dinanzi a loro. Era la grotta indicata sulla mappa: là avrebbero trovato gli Victor Foyr e il tesoro.
“Amici e compagni,” esordì Carlos in tono plateale, facendo voltare tutti verso di lui.
Forse dovrei fare l'attore, pensò compiaciuto.
“Siamo giunti alla nostra meta dopo tanta fatica e rimanendo sempre insieme, nel bene e nel male. Abbiamo superato notevoli difficoltà, ma ormai il più è fatto: non ci resta che andare là e conquistarci la gloria! Ah!”
Gli si avvicinò Julien a braccia aperte
“Amico mio...” disse prima di tirargli un colpetto sul capo. “Non sei mica Giulio Cesare...”
“Ahi! Era per tirarvi un po' su di morale, è mezz'ora che avete dei musi lunghi che vi arrivano a terra...”
Conclusa questa breve commedia, il nostro gruppo, accese alcune torce, si addentrò nella caverna.
È scontato dire che c'era buio pesto, le pareti erano umide e le pietre del terreno, scivolose, rendevano difficile camminarvici. Mentre procedevano quasi trattenendo il respiro, udirono in lontananza delle voci: una, più potente delle altre, sembrava che stesse dando ordini a destra e a manca, mentre le altre si risolvevano in un brusio indistinto. Dopo aver svoltato a sinistra, si ritrovarono in uno spiazzo, al centro del quale si trovava un baule ricolmo d'oro che scintillava alla luce delle fiaccole; attenti a non farsi vedere, Carlos e gli altri si disposero dietro alcuni massi più grandi e stavano in attesa del momento più opportuno per coglierli alla sprovvista.
“...è un po' in ritardo.”
Victor Foyr stava parlando con un uomo, che nessuno riuscì a vedere distintamente fin quando il suo volto non fu illuminato dal fuoco. Carlos sobbalzò, facendo rotolare giù dei sassi.
Foyr alzò lo sguardo e disse, con un ghigno beffardo:
“Su, non essere timido!”
Il ragazzo fece un respiro a pieni polmoni, strinse i pugni e si alzò.
“Padre.” disse, guardando negli occhi l'uomo di fianco a Victor.


I minuti seguenti furono carichi di tensione: Carlos era di nuovo alle strette e si aspettava che Foyr gli chiedesse di scegliere fra suo padre e i suoi amici, e quest'ultimi erano troppo sconvolti dall'ultima rivelazione per poter fare qualcosa.
“Oh, andiamo! Dov'è finita tutta la tua spavalderia?”
Carlos rimase in silenzio per qualche istante, poi, a denti stretti, disse:
“Voglio... voglio delle spiegazioni. Adesso.”
Dopo alcuni istanti di silenzio, la voce di Victor Foyr si sollevò, temibile.
“Tanto morirete qui oggi o sarete messi a tacere da Van Khal, quindi tanto vale che vi spieghi le cose come stanno. Innanzitutto sapete già, se voi due” disse indicando Elyse e Julien “siete abbastanza svegli, che io sono invaghito della signorina Montfleur. Oh, ma che orrore! Oh, che villano!”
Fece qualche gesto un po' teatrale: si sentiva padrone della scena con gli occhi di tutti rivolti su di sé. Nessuno diceva niente.
“Per quanto riguarda Van Khal è ancora tutto lineare. Quale sarà mai il suo intento?” proseguì con una punta di ironia “Controlla già una buona parte di Calais. Il tesoro è solo un ulteriore mezzo per accrescere le sue risorse e corrompere altri uomini e proseguire la sua ascesa sociale. Credo che abbia in mente qualche omicidio per sbarazzarsi dei suoi rivali ed ottenere un posto a corte. Ma tanto sono tutte cose che in questo spietato mondo succedono, no? Comunque, adesso viene il bello: Richard DuBarry. Quello stolto si era indebitato con Van Khal e aveva tentato in tutti i modi di liberarsi di quel fardello; una volta venuto a sapere di una mappa che conduceva ad un tesoro, ha colto l'occasione al volo e gli ha rubato la mappa. Era talmente stolto da non pensare a cosa stava andando incontro. L'ira del signor Van Khal è tremenda di suo, immaginate voi cosa possa fare a chi lo tradisce. Il caro Richard però, guarda caso, è intimo amico del qui presente Pedro del Olmo, il tuo adoratissimo padre” disse, rivolgendosi a Carlos.
Il silenzio era pesante ed questa rivelazione incombeva a tutti come una spada di Damocle sul capo.
“Prima di venire a sapere che Van Khal lo voleva morto, DuBarry aveva già mandato lettere a tuo padre, richiedendone la presenza a Calais per delle questioni di vitale importanza. Tuo padre, vedendo che le lettere si facevano sempre più frequenti e le richieste più pressanti, aveva esortato Richard a trovarti e a parlare con te. Così...”
Carlos lo interruppe.
“Così mi ha trovato e mi ha dato la mappa, però aveva già scoperto che Edmund lo voleva uccidere e non mi ha detto niente per questo motivo. Poi Richard è stato assassinato e immagino che Van Khal o chi per lui si siano informati e abbiano scoperto di me o impossessandosi delle lettere o dalle voci della gente al ballo. Ingegnoso devo ammetterlo.”
La situazione era una polveriera pronta ad esplodere e non appena Foyr ebbe finito di parlare si scatenò il caos: Victor diede ai suoi uomini l'ordine di attaccare, Carlos e gli altri risposero prontamente. Lo scontro si protrasse per alcuni minuti, nei quali Victor colse l'occasione di fuggire col tesoro trascinandosi dietro Pedro. Non appena Carlos si fu liberato di un nemico, precipitò all'inseguimento: pur impegnato a combattere, non l'aveva perso d'occhio e aveva visto dov'era andato. Lo raggiunse e gli puntò la spada contro la schiena.
“Arrenditi.” sussurrò con tono minaccioso.
Victor non lo ascoltò e replicò con un affondo. Il ragazzo seppe schivarlo abilmente ma parte della sua veste fu stracciata. L'uomo agguantò il padre di Carlos e gli puntò la spada alla gola.
“Fai un altro passo e potrai dire addio a tuo padre.”
Il ragazzo rimase per un momento impietrito, poi si slanciò all'improvviso. Pedro urlò quando sentì la spada ferirgli la spalla: l'intervento improvviso di Carlos aveva deviato il colpo. Gli altri due rotolarono in terra avvinghiati; Carlos sentì una lama conficcarglisi nel braccio destro ed emise un grido di dolore lacerante. Si rialzò e, brandendo la spada con l'altra mano, balzò all'attacco, disarmando il nemico.
“Pietà. Ti scongiuro, so che non sei un assassino.” piagnucolò Victor Foyr ai piedi del giovane.
Carlos stava per ribattere ma quando vide che l'uomo stava tentando di prendere la lama da terra, con un'abile rotazione del polso gli ferì entrambe le mani così da impedirgli di maneggiare la spada.
Tornarono nell'altra sala Carlos, Pedro e Foyr che veniva tenuto stretto dai due. Gli altri si erano sbarazzati di tutti i nemici, che giacevano a terra doloranti e disarmati.
Elyse, il volto bagnato da lacrime di gioia nel rivederlo sano e salvo, corse incontro a Carlos e gli gettò le braccia al collo.
“È tutto finito.”
L'abbracciò stretta, affondando il capo tra i capelli biondi di lei.

Tutti si guardavano: erano sporchi di terra, un po' ammaccati, con i vestiti stracciati e alcuni addirittura erano feriti, ma quello era il sapore dolce-amaro della vittoria.  




Spazio Autore
Pubblico questo capitolo con un ritardo imperdonabile.
Mi ingonocchio sui ceci. Pubblico subito anche l'ultimo capitolo, quindi vi saluto per bene nel prossimo spazio autore.
A presto, prestissimo. 
   
 
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