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Autore: Fra99_    08/08/2015    1 recensioni
Violetta è una semplice ragazza di campagna,che per studi,si trasferisce in una grande città con la sua cara nonna.Lei è una persona con un doloroso passato alle spalle e,nonostante tutto,è rimasta quella ragazza genuina e ben educata che fin da piccola è stata.Ma il destino la porterà a conoscere un ragazzo dagli occhi smeraldo,alto e muscoloso che gli farà scoprire il senso del pericolo.Violetta rimarrà la ragazza semplice di campagna?Come affronterà la sua paura di innamorarsi?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sento il rumore della sveglia che mi avverte che sono già le sette in punto.Apro le palpebre e fisso il soffitto pensando che proprio oggi inizio scuola,in una nuova scuola in un'altro paese.La voce di mia nonna mi ricorda che sono ancora sotto le lenzuola in pigiama,quindi è meglio sbrigarsi non vorrei fare tardi il primo giorno,prendo al volo i vestiti che avevo scelto e lasciato ieri sera sulla sedia e vado in bagno.Dopo 15 minuti mi guardo allo specchio e sono sempre più soddisfatta della scelta dei vestiti,indosso una gonna di jeans lunga fino al ginocchio,una camicia bianca e sopra un maglione a quadri,metto le mie amate converse nere e mi lego i capelli castani in una coda di cavallo e si ora sono pronta. Esco velocemente dalla camera e corro in cucina dove trovo mia nonna a spalmare la marmellata fatta da lei sulla fetta biscottata,ma sono troppo agitata per mangiare quindi gli dico velocemente buongiorno ed esco.Attraverso il vialetto di casa mia e corro alla fermata:per mia grande fortuna l'autubus è arrivato subito,questa è la terza volta che lo prendo:due volte con mia nonna e una da sola oggi,nel paesino dove abito non esistono queste macchine giganti o quelle auto di modelli e colori diversi,da me si va solo a piedi o a cavallo e di sicuro l'aria è molto più leggera, ma mia nonna mi dice sempre che ci farò l'abitudine.Il bus si ferma davanti a me,si aprono le porte e salgo trovo un posto davanti e mi siedo,mi giro verso l'interno del bus per non morire dalla noia e vedo uomini in giacca e cravatta con una cartellina a presso,gente comune e due signore anziane che chiaccherano tra di loro e più in fondo vedo un ragazzo con uno zaino,dei jeans e una maglietta con lo scollo a V circondato da ragazze con dei look decisamente diversi dai miei ecco quello è il solito ragazzo che diceva mia nonna mentre stavamo sul treno nel tragitto verso qui:mia nonna li cataloga come puttanieri io all'inizio non sapevo cosa volesse dire e mia nonna mi incominciò un lungo discorso a dir poco imbarazzante,insomma in poche parole devo stare lontana dai tipi come lui.Scendo velocemente impaziente di cominciare questa nuova vita,entro dal cancello blu e nel cortile trovo vari ragazzi alcuni che fumano comodamente sulle panchine tra cui il ragazzo visto sul bus,altri impauriti come me,ma sopratutto mi soffermo sui ragazzi che si abbracciano amichevolmente saranno di sicuro alcuni della mia classe,è brutto entrare in seconda perché i gruppetti che dice sempre mia nonna sono già formati e quindi io sarò tutto da sola quest'anno.Intanto che mi faccio i film mentali e domande sulla esistenza della vita suona la campanella mi passo una mano tra i capelli per controllare di non avere nessun capello fuori posto ed entro.
Aperta la porta,mi trovo davanti un lungo corridoio ai lati ci sono armadietti,le pareti sono di colore verde,mentre il pavimento è composto da piastrelle di granito color marrone chiaro,ma grazie ai manifesti rendono l'ambiente leggermente più femminile.Il mio primo problema è la posizione del mio armadietto,quando sono venuta a iscrivermi con mia nonna,mi diedero un foglietto con scritto dove si collocava,rimasi a decifrare quel foglietto e intanto andai avanti senza guardare dove stessi andando,sento dei passi avvicinarsi a me,alzo lo sguardo e vedo un ragazzo con dei perfetti lineamenti,bocca color rosato,capelli marroni con il tipico ciuffo in su e due occhi smeraldo lucente guardo bene e mi accorgo che era il tipo che si trovava sul bus e sulla panchina stamattina,io rimasi a guardalo ad occhi aperti,lui sorrise "Hey sei nuova per caso?" il mio cuore iniziò ad accelerare ,essendo molto timida tendo a borbottare e tendo a sudare più del normale "s-si"penso di essere diventata ormai tutta rossa "cerchi il tuo armadietto scommetto" io annuii,si allungò verso di me per vedere dove si trovasse,rimase un minuto a decifrarlo "ah ho capito sta vicino ai bagni delle femmine,vicino al mio "o-ok"mi fece segno di seguirlo e io lo seguii, mentre andammo io rimasi in silenzio che potevo dire,in questo momento non riesco a dire neanche due parole senza balbettare,mi fermai a guardare il suo viso come una ebete,lui si voltò,tossì "ecco il tuo"si girò verso il suo e lo aprì "g-raa-zie" mi voltai anch'io verso il mio,presi il lucchetto e misi la data di nascita di mia nonna,in questo momento vorrei tanto che fosse qui.Chiusi l'armadietto e mi voltai verso lui e rimasi a bocca aperta dalle foto di ragazze prese dalle riviste ,sigarette e tanto alto,si accorse che le stavo vedendo e si mise a ridere,in questo momento avevo una specie di farfalle nello stomaco e mi sento fortemente imbarazzata ripensando alla mia faccia osservando ciò che aveva all'interno dell'armadietto "che lezione hai adesso?"mi bloccai dai miei pensieri "emm...scienze della terra" andai così spedita che ho paura che non ha capito"ah anche io" e si volta verso un gruppo di ragazze.Un ciao poteva dirmelo,ma lasciai perdere e andai dritta in classe al suono della campanella, non è stato difficile trovarla perché davanti alla porta c'é un cartellone enorme con scritto la materia, penso fatto dalle ragazze del quinto perché è veramente molto artistico.
Appena entrai mi sentii gli occhi di tutti su di me,gente che rideva e altra che mi ignorava decido anch'io di ignorarli e mi cercai un posto,mia nonna mi diceva sempre che il primo posto è il migliore per seguire la lezione e decisi di mettermi al centro davanti purtroppo da sola. Entra il professore vestito da una specie di hippie con pantaloni a zampa di elefante e camicia con capelli lunghi legati, insomma un tipo abbastanza strano e mentre camminava verso la cattedra mi alzai in piedi come facevo nella mia vecchia scuola,ma mi voltai e vidi che tutti rimasero seduti facendo finta di nulla e una ragazza bionda accanto al tipo mi lanciò una carta appallottolata,non fu un bel comportamento da parte sua,ma la invidiavo perché stava vicino a lui. Il professore si sedette guardó tutti e il suo sguardo si posizionò sul mio "tu!" Mi indica "sei nuova giusto?" "Si" continuando a guardarmi "come ti chiami?" "Violetta,violetta castillo" "ok,castillo venga qui davanti a esporsi" tra tutte le cose che mi potevano capitare proprio quella di andare davanti a tutti a parlare,sopratutto di me e neanche della seconda guerra mondiale o di cose del genere,ma accettai la dura verità,mi alzai e passai a lato del mio banco mi giro accanto alla cattedra e mi trovo gli occhi di tutti puntati verso di me,ma il il mio sguardo cade su una persona in particolare:al ragazzo con occhi verde smeraldo e il sorriso che rimarrei ore e ore a guardarlo,ma scossi la testa e iniziai a parlare "mi-i chi-amo violetta c-astil-o e v-engo da-a un p-p-picco-olo paes-ino"in questo momento non finivo di sudare sentivo gli occhi su di me, la gente che mi scannerizzava,cercai di abbassare lo sguardo o di togliere lo sguardo dal tipo con occhi smeraldo,ma non ci riuscii e con il cuore che accelerava sono uscita dalla classe,così di colpo senza pensarci e ora corro corro,nel corridoio per fortuna non c'è nessuno stanno tutti a lezione o almeno quasi tutti,vado dentro il bagno delle ragazze mi siedo in un angolo e aspetto che il battito del cuore ritorni regolare,mentre respiro pesantemente mi immagino la figuraccia davanti a tutti,metto la testa tra le ginocchia e odiandomi del mio carattere e del mio fisico stavo pensando e ripensando agli occhi smeraldo del tipo e alle foto nel suo armadietto era veramente misterioso...e prima che me ne accorgessi iniziarono scendere lacrime sul mio viso...
   
 
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