Sono passati otto anni dalla fine della rivolta. Otto anni dalla morte di Prim e dal mio addio a Gale. Otto anni in cui io non ho più una famiglia, un padre che mi porta nei boschi, Prim che gioca con la sua capra Lady, e mamma che sorride a noi e a papà. Otto anni in cui ho ricominciato a vivere con Peeta.

Non ho più sentito Gale dal giorno dell’esecuzione di Snow. Non sono ancora riuscita a perdonarlo. Ma, nonostante ciò, continua ad inviarmi delle lettere dal Distretto 2. Lui sa che io continuo a pensare alle bombe lanciate a Capitol City che uccisero i bambini accolti all’Anfiteatro cittadino, alle sue bombe che uccisero Prim. Spesso vado nei boschi, ma non caccio, non ne ho più bisogno.

Passo le mie giornate così, seduta sulla roccia che in una vita passata condividevo con lui. Ma è troppo grande senza il suo corpo accanto a me. A più riprese, chiudo gli occhi e conto fino a dieci, credendo che quando li riaprirò, lui si sarà materializzato senza rumore, come spesso faceva. Ma devo ricordare a me stessa che Gale è nel 2, ha un gran bel lavoro, e probabilmente sta baciando un’altra ragazza, capace di amare il suo fuoco interiore, molto simile al mio. Scavo dentro di me, cercando rabbia, odio, nostalgia. Trovo soltanto sollievo.

Mia madre, a differenza sua, non si fa sentire, e dedica tutto il suo tempo nell’ospedale del Distretto 4, dimenticandosi di avere ancora una figlia. Solo poco tempo fa però è venuta a fare visita qua nel 12. L’ho incontrata di sfuggita, ma poi sono scappata lontano da lei, letteralmente divorata da un terrore che pareva antico quanto la vita stessa.

E so che non tornerà mai più, e chiunque sa il perché, lo so io, lo sa Haymitch , e lo sanno anche gli abitanti del Distretto, che ha cominciato a ripopolarsi dopo le bombe incendiarie. Non riesce a pensare a nessuno, talmente straziata dalla morte di Prim. Prim, che, per quanto lo voglia, non tornerà mai più  reale. Ma torna ogni volta che leggo il libro che abbiamo ideato io e Peeta, dove lui disegna la persona a noi cara e io la descrivo, per non dimenticare nessuno.

Ho cominciato a passare le mie giornate con lui, ormai. Lui va in panetteria, io vado nei boschi, mangiamo insieme, con la compagnia di Haymitch quando non è troppo ubriaco, e la notte cerchiamo di aiutarci con i nostri incubi, che vengono puntualmente a farci visita ogni giorno, quasi a ricordarci chi siamo, di aver ucciso migliaia di persone innocenti, come se noi non ne siamo consapevoli. Sa bene cosa ne penso io riguardo all’argomento “famiglia”, sa che io non voglio sposarmi, non voglio avere figli, almeno non ora, ho troppa paura, tutte le persone a cui tenevo sono morte, Finnick, Prim, mio padre, Cinna, e anche Gale, che, per quanto adesso non riesco a pensare a lui in maniera positiva, non posso negare che non è stato importante per me.

Ci sono ancora i giorni brutti, in cui Peeta afferra lo schienale di una sedia e aspetta finchè i flashback non sono finiti, e in cui io nelle mattine brutte, mi sembra impossibile trarre piacere da qualcosa perché tempo che possano portarmelo via. E in quei momenti faccio mentalmente un elenco di ogni atto di bontà che ho visto fare.
È come un gioco. Ripetitivo. Persino un po’ noioso, dopo tutto questo tempo. Ma esistono giochi molto peggiori a cui giocare.


 

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Ciao :')
Come si vede dalle frasi in corsivo, ho preso alcune parti dell'epilogo e delle pagine prima, spero di non aver fatto un casino. Si riesce a capire che mi sento a disagio a scrivere le note? Ora capisco gli autori che non sanno cosa scrivere!
Ehhhh niente, spero solo lasciate qualche commento (e con commento intendo anche insulti e critiche).
Spero di ritrovare l'ispirazione per scrivere ancora!
fedeisnotonfire