Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: sapphire     09/08/2015    4 recensioni
-John, è una domanda semplice. Io vorrei sapere se, nel caso ti dovessi tradire, avresti delle preferenze-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ok  
Titolo: Che assurdità!
Rating: verde
Generi: Romantico
Paring: Johnlock
Note: One Shot miracolosamente corta –credo di aver battuto la testa- ispirata ad uno sketch di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, la coppia più bella della storia della tv italiana –o almeno secondo me- quei due bisticciavano in modo così dolce che ho dovuto scriverci sopra una Johnlock.
Non svelo nulla. Leggetela fino in fondo prima di pianificare il mio omicidio.  XP
 
 
Sherlock è della BBC e degli eredi di Conan Doyle ed io piango per questo.


Che assurdità!

 

 
 
 
 
Lo sfogliare di un giornale, il ronzio di una zanzara e il soffuso ciabattare della signora Hudson erano gli unici rumori che scandivano il tempo nell’appartamento.
Era una giornata tranquilla ed oziosa: nell’aria aleggiava quel delicato odore di biscotti al cioccolato che faceva sciogliere il cuore e lo stomaco di John, rendendolo pacifico e rilassato.
La Domenica era il giorno della settimana che John preferiva in assoluto. O almeno lo era stato prima delle undici e venti, perché, a quell’ora precisa, Sherlock, decise di parlare.

Era rimasto tutta la mattina sulla poltrona a leggere un libro di chimica, tranquillo e sereno, ma era ovvio che quell’idillio non potesse durare ancora a lungo.
<< Come, scusa? >> domandò John piegando i bordi del giornale per poterlo osservare. Era sicurissimo di aver sentito male perché, una domanda del genere, nessun uomo sano di mente avrebbe avuto il coraggio di porre perciò gli lasciò il beneficio del dubbio, aspettando che rispondesse, magari rimangiandosi ciò che aveva appena chiesto.
<< John, è una domanda semplice. Io vorrei sapere se, nel caso ti dovessi tradire, avresti delle preferenze >>
A quel punto il giornale venne ignorato completamente.
<< Preferenze? >> chiese per amore della ragione, sperando vivamente di aver capito male.
Sherlock non alzò gli occhi dal libro << Per il mio nuovo amico >>
<< Sherlock, che cosa diavolo stai dicendo? >>
<< Ti ho chiesto sei hai - >>
<< Ho capito! Non osare ripeterlo! >> gridò a quel punto lanciando il giornale sul tavolo con un gesto repentino. Era ovvio, oramai, che Sherlock non stesse scherzando e ciò lo gettò nella più totale confusione mentale << Ma sei impazzito? Dovrei avere delle preferenze per qualcuno che dovresti portati a letto? >>
<< Ovvio, il tuo parere è molto rilevante per me >>
<< E’ un esperimento? >> domandò John con il cuore in gola e le mani che formicolavano dal bisogno di prenderlo a pugni.
<< No, non lo è. E’ una questione della massima importanza >>
<< Ma che- >> balbettò a disagio << Ma che razza di discorso è … io … non ci posso credere! >> e si strofinò la mano sul volto rinnegando di star morendo di gelosia. Insomma, non poteva essere una domanda seria quella di Sherlock. Sarebbe stato assurdo solo pensarlo perciò, John, decise di prenderla sul ridere, per sdrammatizzare e poi dimenticare l’intera mattinata dentro un sorso di tea.
Si alzò, sorridendo all’idea di aver smascherato uno scherzo dell’unico consulente investigativo al mondo, e si decise ad andare in cucina.
<< Che assurdità! Ma con chi mi vorresti tradire tu, ah! Lascia perdere >> e cominciò a ridere beffandosi dell’espressione offesa di Sherlock.
<< Quindi andrebbe bene chiunque >> continuò imperterrito.
<< Ma non andrebbe bene nessuno! >> gridò John esasperato lasciando da parte il tea prima di infrangere le tazze di porcellana della signora Hudson.
<< No, John, uno deve andarti bene per forza >>
Tornò in salotto e fronteggiò Sherlock, il quale lo guardava con aria curiosa, attendendo una risposta.
Buon Dio, era serio, pensò.
Dio, ti prego, fa che non sia serio o lo uccido.
<< Prima che ti prenda a pugni come l’anno scorso … >>
<< Oh, John, non fare il drammatico ora. Dammi un nome almeno saprò regolarmi >>
<< Regolarti? >> sibilò allibito.
A quel punto, Sherlock sorrise e si alzò, posando le mani a coppa sul viso sconvolto di John e lo baciò due volte << Voglio che tu sia contento >> sussurrò sulle sue labbra << Non posso tradirti con uno qualsiasi, a te deve piacere quella persona >>
Gli occhi di John sgranarono ancor più e all’improvviso un crampo allo stomaco lo costrinse a gemere.
Aveva il cuore in gola, non riusciva nemmeno a respirare.
Non poteva essere vero, non era reale.
<< Sherlock … io non ti basto? >> pigolò terrorizzato all’idea di non essere abbastanza per l’uomo più stronzo e straordinario dell’universo.
<< John >> continuò strofinando il naso contro la sua guancia << Non è questo il punto >> e l’attimo dopo, la signora Hudson, urlò dal piano di sotto, annunciando l’arrivo di Lestrade.
<< Greg? >> chiese incredulo allontanandosi da Sherlock.
<< Nemmeno lui va bene? >>
<< Cosa? >> sbraitò << Sherlock, che diavolo stai - >> non riuscì a finire la frase. Lestrade si presentò alla porta con un sorriso imbarazzato e salutò entrambi. John lo fissò con astio contando i passi che mancavano per arrivare alla sua pistola.
<< Greg >> mormorò Sherlock in saluto.
<< Adesso ricordi anche come si chiama? >>
<< E’ ovvio, John >>
<< Voi due siete matti! >> gridò incredulo << Ma cosa diavolo vi è preso? Greg, sei uno dei miei amici più cari! Perché? >>
<< Pensavo che tu e Sherlock aveste parlato … credevo ti andasse bene >>
<< Andarmi bene? Ma hai perso la testa, per caso? Perché dovrebbe andarmi bene che tu e Sherlock - >>
<< Sì, ne abbiamo parlato prima >> tagliò corso Sherlock con un sospiro << Vogliamo andare? >>
<< Certo >> rispose Lestrade serenamente.
John stava per avere un collasso nervoso.
Non era reale … non poteva esserlo.
L’ultima frase diede inizio al funerale dei suoi neuroni << John, non mi aspettare alzato, ci vediamo domani >> e gli sorrise ignorando completamente lo stato emotivo in cui lui versava.
John non ci pensò nemmeno un secondo e corse loro dietro con la mente nel panico e il cuore in gola.
<< Sherlock! Non osare! Mi hai capito? Torna qui! Non- >>
 
<< JOHN! >>
Essere catapultati da un universo all’altro. Ecco come si sentiva John in quell’istante.
Non aveva idea di dove si trovasse, perché fosse arrivato lì, quanti anni avesse e soprattutto se ciò che stava vivendo fosse reale.
<< John … >>
Chiuse gli occhi e prese un respiro, ignorando quella voce lontana che lo stava chiamando.
Il buio della stanza non lo aiutava a capire cosa stesse succedendo.
<< Era la guerra, vero? >> continuò una voce che assomigliava un po’ troppo a quella di Sherlock. Lo stesso Sherlock che voleva apertamente tradirlo con Lestrade.
<< Fottiti >> mormorò totalmente stralunato << Come puoi farmi una cosa del genere dopo tutti questi anni? Siamo sposati, per la miseria, perché vuoi farmi questo? >>
<< John? Non capisco di cosa stai- >>
<< Oh, davvero? Vai da Lestrade se non capisci! Io voglio il divorzio >>
A quel punto un clic annunciò l’improvviso accendersi della abatjour accanto a lui.
La stanza si illuminò di una luce soffusa mostrando il viso sconvolto di Sherlock il quale, seduto accanto a lui sul letto, lo stava tenendo fermo.
<< Perché vuoi il - >>
<< Ma che ore sono? >> balbettò tornando in sé, rendendosi pienamente conto di essere sveglio. Si sentiva come se qualcuno gli avesse dato una botta sulla testa e fosse svenuto ritrovandosi poi nel suo letto.

<< Le quattro >> sussurrò Sherlock scostandosi << Sognavi e stavi per cadere a terra >>
<< Ah >> e prese un respiro << Era un incubo … solo un incubo >> trasse un altro respiro rincuorandosi all’idea di essere di nuovo nel suo spazio temporale e non in qualche strana e sconvolgente dimensione onirica.
<< Non era la guerra >> constatò Sherlock con aria sospettosa.
<< No, solo una delle tue brillanti idee >> sbottò scostandosi bruscamente il lenzuolo di dosso.
<< Hai sognato me e ora vuoi il divorzio …  >> brontolò lui con aria corrucciata. John lo vide incrociare le braccia al petto in attesa di una spiegazione plausibile e possibilmente rapida.
<< Voglio il divorzio dallo Sherlock del sogno >> disse e si specchiò nei suoi occhi chiari riconoscendo in quel particolare la realtà. Era bello essere a casa, pensò inconsciamente.
Sherlock accennò un sorriso << E che tipo era il me del sogno? >>
John gli rifilò un’occhiataccia << Uno stronzo che mi chiede il permesso per tradirmi con Lestrade >>
A quel punto, Sherlock, sussultò e rimangiò una risata che rischiava di soffocarlo, ma non si trattenne a lungo e si lasciò andare ad un’ilare manifestazione di divertimento facendo sbuffare John: non si era mai sentito così incompreso in tutta la sua vita, ma non riuscì a risultare contrariato a lungo. Era davvero raro vedere Sherlock ridere a quel modo, senza controllo. Di solito capitava quando Anderson scivolava in una pozza di sangue, ma quella notte era proprio John il giullare di corte. Non sapendo se sentirsi offeso, amareggiato o ammaliato da quelle risa, optò per il sarcasmo: << Ah, ah, davvero divertente >>
<< John, sei uno spasso, davvero >> gemette fra le risa convulsive << fra tutti perché Lestrade? >>
<< Non lo so, va bene? In questo periodo passate tanto tempo assieme >>
<< Che assurdità >> commentò con irriverenza.
<< Non è un’assurdità >>
<< Era un caso complicato >>
<< Beh, al mio inconscio non gliene importa molto! >>
Sherlock tornò serio all’improvviso; lo osservò per diversi minuti prima di alzarsi dal letto e muovere un passo indietro. John lo seguì con lo sguardo << Lo sai che sei l’unica persona al mondo con il quale io ritenga di poter stare. Penso che altri al di fuori di te siano idioti e mi farebbe ribrezzo anche solo stringer loro la mano, perciò smettila di fare sogni così assurdi >>
<< Non lo decido io >> protestò John rituffandosi fra i cucini << Dio, non riuscirò più a dormire … e nemmeno a guardare Greg in faccia >>
<< Eri geloso? >> domandò Sherlock con curiosità, gli occhi fissi su John il quale ricambiava con uno sguardo carico di aspettativa.
Non trovò il fiato per rispondergli.
Con un gesto secco Sherlock si tolse la vestaglia rimanendo nudo di fronte a John e al suo povero cuore tachicardico. Dopo essersi svegliato si era momentaneamente dimenticato che Sherlock non indossava mai nulla sotto quell’indumento e ci rimase di sasso osservandolo mentre si avvicinava a lui con eleganza ferina.
<< Sono sempre geloso di te >> ammise con un fremito, ammirando la sua pelle serica brillare alla luce della piccola lampada.
 Perse il fiato di nuovo quando lo vide arrampicarsi sul letto e sovrastarlo senza dargli la soddisfazione di toccarlo.
Come fossero passati da ridere di un sogno al sesso mattutino era un mistero. Spesso, quando lo vedeva nudo, alcuni passaggi logici gli rimanevano oscuri.
Sherlock sorrise con aria di sfida.
<< Vuoi ancora il divorzio? >>
<< Non lo so … >> mormorò con un sorriso posando le mani sui suoi fianchi lisci << Potrei valutare l’idea di restare, magari per sempre >>
<< Interessante, quindi dipende tutto da me >> sussurrò con malizia posando una mano sul suo petto.
<< Sì … >>
<< John … dopo quello che ti farò, non potrai neanche chiamarlo un avvocato >> e sorrise mefistofelico mordendo le sue labbra a sangue.
John rispose al bacio con altrettanto entusiasmo, perdendosi nel calore di quel corpo e nel profumo di quella pelle pallida, e l’assurdo sogno, come promesso, passò presto in secondo piano.
 
 
 
 
 
Note: È un po’ scema, lo so, ma in questi giorni sto impegnando i miei neuroni nella creazione di due long drammatiche quindi per riprendermi scrivo queste … ehm cose.
Spero vi sia piaciuta lo stesso =)
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: sapphire