Nuhinake

Conservo l’anima cristallina di un giovane:
correva fra le vie caotiche del mio cuore
e seguendo il sole che lo aveva riportato in vita,
andava incontro all’amata sposa di fiori vestita.
Oggi piango sulle sue ossa intrise di radiazioni.

Conservo gli occhi d'una ragazza sorridente
che cercava un modo per spezzare il sottile filo
che cuce ogni popolazione tra odio e amore.
La sua immagine scheggiata, scomposta in riflessi
è ora un mosaico sull’antica pagoda immortale.

Conservo le mani dei genitori che hanno stretto
tra braccia rassicuranti i figli dai volti sconvolti;
conservo le gambe di chi si è gettato nel fiume
e la voce di chi ha recitato preghiere inventate
chiedendo di poter distillare acqua dal fuoco,
silenzio dal rumore, un soffio di vita dall’ipocentro.

Conservo tutto ciò nel Genbaku Dome¹ e nel vento,
su vecchie pietre e scale cosparse d'ombre vive,
sugli argenti e le ceramiche fusi insieme dal calore
e scheletri che ancora cercano pace dopo il dolore.

Ero una città distrutta che implorava compassione.
Sono una città rinata che non smette di ricordare.

*

"Nuhinake" di Monique Namie
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