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Autore: Aklylia45    10/08/2015    7 recensioni
E se i personaggi di "The 100" fossero gli studenti di Hogwarts?
Sono passati ormai vent'anni dalla sconfitta di Voldemort e la scuola di magia e stregoneria ha finalmente riaperto i battenti,per accogliere i nuovi studenti in totale sicurezza e serenità.
Tuttavia qualcosa non va...
A qualche settimana dall'inizio della scuola alcuni studenti scompaiono e nelle loro stanze vengono rinvenute alcune parti del corpo dei malcapitati.
Un killer si nasconde a Hogwarts ma nessuno lo trova, nessuno sa chi sia...
Clarke e i suoi amici dovranno scovare l'assassino prima che uno di loro venga preso..
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VENDETTA STILE WEASLEY

 

 

«Che cosa è successo a Charlotte?» chiese Clarke, sgranando gli occhi.
«La Mcgranitt ha detto che a causa dello shock per la lezione di volo, i suoi genitori hanno dovuto ritirarla da scuola e portarla in un posto da babbani...com'è che l'ha chiamato?» disse Raven «Ospedale psitiatrico?»
«Psichiatrico» la corresse Clarke «Intendi dire ospedale psichiatrico. È dove i babbani portano le persone con...ecco, problemi mentali».
«È una cosa orribile» commentò Jasper battendo i pugni sul tavolo, facendo saltare le posate e vibrare pericolosamente i bicchieri «Se solo sapessimo che è stato!»
«Lascia stare Jas» lo calmò Monty con aria rassegnata «Hai sentito la Mcgranitt, no? Potrebbe essere stato chiunque!»
Raven annuì, abbassando lo sguardo, mentre Finn si passò una mano tra i capelli, cosa che faceva solo quando era nervoso o si sentiva impotente e frustrato, cosa che non gli piaceva affatto.
«A meno che...» borbottò Clarke «Avete detto che Madama Bumb ha controllato la scopa, giusto?»
«Si» rispose Monty, curioso di sapere dove l'amica stesse andando a parare «Per vedere se era difettosa o cose del genere, ma non ha trovato nulla di strano...»
Gli occhi di Clarke s'illuminarono.
«Bene» concluse «Allora so cosa è successo!»
«Clarke» la interruppe Finn «andiamo, non...»
«So chi è stato!» lo ignorò lei.
Calò il silenzio, mentre tutti si guardavano l'un l'altro, studiandosi a vicenda, cercando di capire le reazioni dei rispettivi compagni.
Dubbio, interesse e perplessità.
Ecco cosa provavano.
«Clarke» intervenne Finn, rompendo il silenzio inquietante che si era formato «se sai chi è stato, allora dillo»
«Non qui» rispose lei, vedendo Octavia che entrava nella Sala per la cena «A mezzanotte, nella Sala Comune di Grifondoro»
«Clarke» disse svelta Raven «Io non posso entrare, non so nemmeno la strada!»
«Cerca Nick-Quasi-Senza-Testa, digli che ti mando io, digli di portarti a Grifondoro, la parola d'ordine è ''Peperoni ripieni''» disse allora la bionda.
«Clarke» fece Jasper serio «è contro le regole»
«Fidatevi di me!» ribatté lei.
Nessuno rispose.
Nessuno voleva davvero rischiare il tutto per tutto, infondo, si trattava solo di una supposizione, buttata lì a caso durante la cena, da una ragazza che si era risvegliata solo poche ore prima in infermeria, dopo un'orribile caduta.
Solo un pazzo avrebbe potuto accettare.
«Io ci sto!» disse Finn.
Clarke gli lanciò uno sguardo colmo di gratitudine, mentre le sue labbra si mossero mimando un ''Grazie'', a cui Finn rispose con un sorriso.
«È CONTRO LE REGOLE!» ripeté Jasper alzando la voce e sillabando le parole per dare enfasi alla frase.
«Lo so, mi dispiace davvero mettervi in questa situazione, ma...»
«Io e Monty non aspettiamo altro!» concluse Jasper sorridendo.
«Davvero?»
«Mio angelo, pensi davvero che ti lasceremmo infrangere una regola senza di noi?» chiese il ragazzo stringendo la mano che Clarke aveva posato sul tavolo.
«La prima infrazione è la più speciale» aggiunse Monty «È un dolce ricordo che ci si porta nel cuore per sempre... ricordo ancora la mia...»
«Qual'era?» chiese Finn divertito.
«Ci introducemmo nel dormitorio femminile, ci chiudemmo nell'armadio e spiammo Melissa Cross, una del sesto anno...» raccontò Jasper
«Una settimana in punizione come giardinieri» aggiunse Monty «Ci fecero potare persino il Platano Picchiatore...ma ne fu valsa la pena, fidatevi!»
Jasper annuì.
«Grazie del sostegno, ragazzi» si commosse Clarke, segnandosi come appunto mentale di controllare sempre l'armadio prima di cambiarsi o prima di dare il consenso alla compagna di farlo, con il sospetto che Jasper avrebbe volentieri spiato Octavia «Siete i migliori!»
Poi si voltarono tutti verso Raven, che fino ad allora era rimasta zitta.
«Charlotte era una Corvonero» iniziò «Nessuno tocca uno della mia Casa e la fa franca! Contatemi!»
Octavia, che si era fermata a parlare con Wells al tavolo di Tassorosso, si sedette vicino a Finn e riempì il calice di succo di zucca.
«Ciao ragazzi! Che mi sono persa?» chiese allegra.
«Niente di speciale» rispose Clarke prima che qualcuno le potesse dire la verità.
L'avrebbe lasciata fuori da quella faccenda, perché era di suo fratello che sospettava.
Era Bellamy Blake il colpevole.
A mezzanotte Clarke era sveglia e vigile.
La prima cosa che fece quando l'orologio di sua padre segnò che era l'ora di andare fu girarsi e controllare che Octavia stesse dormendo.
Il respiro della ragazza era regolare e Clarke poté riconoscere da alcuni movimenti rapidi della palpebra della compagna che questa stava sognando, così scivolò lentamente dal letto posando i piedi nel pavimento gelido, rimpiangendo di non avere indossato i calzini la sera prima, e si alzò.
Raggiunse la Sala Comune saltellando sui piedi per non fare baccano, in modo alquanto buffo, accorgendosi, raggiunta la destinazione, di essere l'ultima: Raven, Monty e Jasper erano seduti sul tappeto davanti al camino, mentre Finn attizzava il fuoco.
«Raven!» esclamò Clarke « alla fine ce l'hai fatta!».
«È stata dura»!» confessò la Corvonero giocherellando con il lembo del tappeto «Quel fantasma era proprio una piaga! L'ho incontrato che svolazzava allegramente per il corridoio Nord di Corvonero con la testa che gli penzolava sulla spalla...Ma si rende conto di quanto sia inquietante? Comunque, l'ho fermato e gli ho detto: ''Nick-Quasi-Senza-Testa? Mi manda Clarke, mi devi portare da Grifondoro''...Non l'avessi mai fatto! Per prima cosa mi ha fatto una testa così per non averlo chiamato Sir Nicholas de Mimsy, e tra parentesi, me lo potevi dire che era così permaloso, per poi iniziare a dire che 'La signorina Clarke' non infrangerebbe mai le regole! Non ha fatto altro che tessere le tue lodi!»
«Si» ridacchiò Finn mettendosi a sedere vicino a Clarke «Quel fantasma è pazzo di lei»
«Ho dovuto spiegargli che lo facevi per Charlotte, allora lui si è convinto, dopotutto ''La signorina Clarke è proprio il tipo che difende gli innocenti''» continuò Raven, a tratti facendo il verso al fantasma, provocando risate da parte di tutti.
Clarke colse al volo quel momento spensierato per sganciare quella bomba e, mentre i ragazzi si stavano ancora ricomponendo, sussurro: «Bellamy Blake»
La confessione ebbe l'effetto sperato, e in un instante calò il silenzio.
Finn alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché Clarke fosse andato in fissa per quello sbruffone di Blake.
«Come puoi dirlo con certezza, Clarke?» sbottò, risentito all'idea che Bellamy assorbisse così tanto i pensieri dell'amica.
«La scopa è stata incantata!» iniziò calma Clarke, fingendo di non essersi accorta del tono infastidito dell'amico «Ci sono varie maledizioni che si possono fare ad una scopa per farle perdere il controllo, ma una sola non lascia tracce su di essa! L'ho letto su ''Quidditch attraverso i secoli ''!»
«Tracce?» chiese Raven storcendo un po' il naso «Che tipo di tracce?»
«Tracce magiche» spiegò Clarke «Nel mondo Babbano, sulle merci che vendiamo, stampiamo un codice di riconoscimento per fare l'inventario. Ogni codice è diverso, quindi ogni codice riconduce solo a quel determinato prodotto di quel determinato negozio.
Le bacchette fanno una cosa simile: lasciano una traccia in alcuni incantesimi, una traccia riconducibile solo a quella determinata bacchetta.
Solo una fattura in particolare non lascia quella traccia, e per farla bisogna mantenere il contatto visivo.»
«Clarke» sospirò Raven
«Bellamy era lì!» disse Clarke sulla difensiva «Lui era lì!Perché se non per fare la fattura alla scopa di Charlotte?»
«Non era solo» osservò Raven con sguardo indagatore «C'erano anche Tristan e Murphy con lui...»
«Perché proprio Bellamy» chiese Jasper quasi leggendo nel pensiero di Raven.
Clarke non sapeva cosa rispondere.
Perché proprio Bellamy?
Perché non poteva essere stato qualcun altro?
Eppure era davvero convinta che fosse lui il colpevole, solo non sapeva spiegarne il motivo...
Forse era per il fatto che fosse sempre così misterioso ed enigmatico, o semplicemente per come l'aveva guardata quando Clarke aveva raccolto la scopa durante la lezione di volo.
A Clarke non importava, era Bellamy Blake il colpevole, e questo bastava.
«Per lo stesso motivo per cui ti aveva fatto quel livido sull'occhio incantandoti il libro» decise, ponendo fine al silenzio teso che si era creato mentre rifletteva «Era una scherzo finito male»
«E allora noi che facciamo?» chiese Finn.
«Semplice!» sorrise Jasper facendo uno sguardo complice a Monty «Gli facciamo uno scherzo.»
Il piano era tanto facile quanto spassoso.
Jasper e Monty, tra le scorte del ''Tiri Vispi Weasley'' avevano qualche filtro d'amore fai da te, a cui bastava aggiungere del DNA della persona di cui il destinatario della pozione si doveva innamorare e Raven, nessuno seppe mai come, aveva un capello di Anya Parker.
«Come glielo daremo?» domandò un giorno Raven a pranzo, mentre Octavia era in biblioteca e non poteva sentirli confabulare «Blake non mi sembra il tipo che te la faccia passare liscia...»
«A questo ci penserà Clarke» disse Jasper mentre tirava fuori la bottiglia di cristallo contenente il filtro e la faceva delicatamente scivolare sulla tasca dell'amica bionda.
«Io?» domandò Clarke perplessa «Perché proprio io?»
«Perché tra noi tu sei l'unica che ci parla con Blake!»
«No, non è vero!» ribatté lei con la faccia in fiamme dall'imbarazzo.
«Invece si» rispose Finn «Ieri ti ho vista parlarci di nuovo»
«E la prima volta che ti ho incontrata avevi i capelli arancioni e stavi in mezzo al corridoio CON BELLAMY BLAKE» concordò Monty scandendo le ultime tre parole per dare enfasi al concetto.
«E poi ti fissa sempre a pranzo e a cena» aggiunse Raven «Non puoi tirarti indietro proprio adesso, lo facciamo per Charlotte, ricordi?»
Clarke sospirò.
Era tutto vero, avevano ragione su tutto: con Bellamy ci parlava spesso, però non erano mai state conversazioni poco amichevoli.
Dopo la partita di Quidditch i botta e risposta erano tornati all'ordine del giorno, come se in campo Bellamy in campo non l'avesse fatta finire a terra per poi portarla in braccio in infermeria mentre era incosciente, però adesso Clarke si sentiva i suoi occhi addosso più spesso di prima.
Aveva deciso che era solo un'impressione, che alla fine era andata in fissa anche lei per Bellamy, come tutte le Serpeverde allampanate di Hogwarts, ma Raven aveva appena confermato i suoi dubbi.
Avrebbe tanto voluto dire a Finn che il giorno prima, Bellamy l'aveva solo presa in giro per la punizione ottenuta dal professore di ''Storia di Hogwarts'' che consisteva nel preparare almeno due rotoli di pergamena sulla costruzione e l'architettura del castello, a Monty che era stata Octavia a mollarla in corridoio col fratello maggiore, a Jasper che lo aveva visto mentre vendeva delle merendine vomitose al maggiore dei Blake, che poi aveva messo tra le scorte di dolci del povero Wells, facendolo stare male per giorni, e a Raven che probabilmente Bellamy la fissava solo per disprezzarla, invece accettò.
«Benissimo» sbottò con sguardo arrabbiato, infilando una mano in tasca per sfiorare il filtro «Qual è
il piano?»
«Facile» spiegò Jasper «Vai là, lo distrai e svuoti la bottiglia sul suo calice»
«Ne basta una goccia» aggiunse Monty orgoglioso.
«Adesso?» Clarke sgranò gli occhi.
«Si, Griffin!» ordinò Raven «Adesso!»
Clarke si alzò malferma e guardò il tavolo di Serpeverde: Bellamy, per la prima volta da settimane, era seduto da solo, tutto assorbito dalla lettura di un libro imponente dalla copertina scura.
Era raro che Bellamy stesse da solo a pranzo, infatti di solito una calca di studenti e sopratutto di studentesse facevano a botte pur di sedersi con lui, e tutti in quella Casa pendevano letteralmente dalle sue labbra, compresi quei rammolliti di Prefetti.
Lui diceva, loro ascoltavano, lui andava, loro seguivano.
Nonostante le convenzioni, era Blake i leader di Serpeverde.
E per una volta, il leader era da solo, un'occasione imperdibile.
Clarke fece un profondo respiro e si avvicinò lentamente al tavolo Serpeverde, sedendosi davanti al ragazzo, dando le spalle ai complici Grifondoro.
Bellamy alzò lo sguardo dal libro e sorrise, per niente sorpreso, come se avesse già capito chi era la ragazza seduta di fronte a lui prima di vederla.
«A cosa devo l'onore, principessa?» chiese chiudendo il libro con un po' di teatralità, senza staccare gli occhi da quelli azzurri di Clarke.
Clarke imprecò tra se e se.
In tutto quello scompiglio non si era nemmeno resa conto che non aveva neppure una scusa per sedersi lì.
«Sto cercando Octavia» disse tutto in un colpo, cercando di mascherare la punta di panico provocatale dagli sguardi sorpresi e velenosi, a seconda del sesso, dei Serpeverde, puntati su di lei.
«No, non è vero» rispose Bellamy annoiato, versando del succo di zucca sul calice «Sa benissimo dov'è mia sorella.»
Sbruffone! pensò Clarke.
«Ok mi hai scoperto, sono seduta qui perché sono perdutamente e follemente innamorata di te!» sibilò con ovvia ironia, facendo pure il verso a tutte le spasimanti del maggiore dei Blake.
«Dimmi qualcosa che non so, principessa» ridacchiò il ragazzo «No, sul serio, che ti serve?»
«Ma sono serissima!» esclamò Clarke questa volta scherzosamente.
Bellamy inarcò il sopracciglio, sfoderando la sua faccia da ''Ah si?'', facendo scoppiare a ridere la Grifondoro.
«Io...» iniziò Clarke cercando un'idea plausibile per scusare la sua presenza lì, senza però alcuna ispirazione.
Dai Griffin, concentrati!!E non ridere alle sue facce buffe come una deficiente! si rimproverò.
«Ti hanno mandato qui Reyers, Collins, Green e Jordan, vero?» domandò il ragazzo lanciando un'occhiata eloquente al tavolo dove i complici di Clarke li stavano fissando con trepidazione e alte aspettative.
Clarke annuì.
«Tecnicamente la Corvonero non ci può stare al vostro tavolo...»
«Lo so» Clarke scrollò le spalle «È quello che le diciamo sempre»
Bellamy lanciò uno sguardo oltre le spalle della ragazza, che si girò e vide Tristan e Murphy avvicinarsi al tavolo Serpeverde.
«Nemmeno tu dovresti stare qui» la liquidò Bellamy secco, riaprendo il libro, e chinandosi su di esso, senza più prestare attenzione alla giovane Grifondoro.
«Bene» sbottò la ragazza senza tradire il suo risentimento per come era stata mandata via, mentre si alzava e se ne andava, superando i due Serpeverde senza degnarli di uno sguardo, mentre questi ridacchiavano sotto i baffi.
Quando i raggiunse il tavolo di Grifondoro, tutti i compagni iniziarono a tempestarla di domande, tutti tranne Raven, che la fissava in silenzio.
«Allora l'hai fatto?» chiese per l'ennesima volta Jasper.
«Si» mentì Clarke afferrando una pasticcino rosa da un vassoio lì vicino «Ora devo andare»
Camminò svelta per i corridoi in cerca di un fantasma disponibile ad aiutarla.
Avrebbe dato il filtro a Bellamy, ma l'avrebbe fatto a modo suo.
«Sir Nicholas!» esclamò felice vedendo il Fantasma di Grifondoro che le veniva incontro mentre si grattava annoiato lo squarcio tra testa e collo «Cercavo giusto lei!»
«Al suo servizio Clarke!» rispose il fantasma, lusingato di essere interpellato per un'avventura dalla ragazza, mentre risistemava la testa sul corpo.
«Ecco c'è un ragazzo di Serpeverde che mi piace un sacco» iniziò Clarke mostrando il pasticcino che aveva bagnato con la pozione del ''Tiri Vispi Weasley'' «Si chiama Bellamy Blake, mi chiedevo se tu potessi lasciarglielo sul letto...»
«Oh, un giovane amore...»sospirò il fantasma con una punta di nostalgia «Anche io una volta persi la testa per qualcuno...Lady Angelica de Delery! Che leggiadra fanciulla era!»
Clarke si schiarì la voce, riportando il complice alla realtà.
«Bene Clarke, sarà fatto!».
Clarke gli diede il dolcetto e lo ringraziò allontanandosi, fiera del suo ''Piano Vendetta 2.0'', nuovo e migliorato.
Bellamy avrebbe mangiato il dolcetto pensando fosse da parte di Anya o di una delle tante spasimanti estasiate, senza sospettare che Clarke centrasse in quella storia.
Certo, il Barone Sanguinario sarebbe stato più consigliabile per questo genere di cose, essendo della Casa Serpeverde, ma provava un certo astio per Clarke.
Nick-Quasi-Senza-Testa sarebbe andato benissimo, purché avesse cercato di farsi notare il meno possibile.
Però non andò esattamente come sperava.
Finita la lezione di Incantesimi con Corvonero, Clarke salutò gli amici e si diresse alla Torre Grifondoro, con l'intenzione di finire la tesina sulla storia del castello di Hogwarts che avrebbe consegnato il giorno seguente.
Salutò la Signora Grassa come suo solito, ed entrò, prima che questa la potesse avvisare del ragazzo che l'aspettava all'interno.
Seduto su una poltroncina davanti al fuoco, Bellamy si stava rigirando in mano il dolcetto della vendetta, e non appena sentì Clarke entrare, alzò lo sguardo, che incontrò quello della ragazza, impietrita sotto l'arco d'ingresso della Sala Comune Grifondoro.
«Era una gran bella idea, principessa» iniziò il maggiore dei Blake, indicando con un cenno del capo il dolcetto ormai sformato che teneva in mano «Te lo concedo. Ma di tutti i fantasmi del castello, tu hai scelto il più chiacchierone. Ti sei fregata da sola, purtroppo.»
Probabilmente il Serpeverde si aspettava una risposta da Clarke, magari una negazione, o una scusa, ma la ragazza non sapeva che dire, quindi lui proseguì.
«Ero in camera a studiare quando il tuo amico Non-Abbastanza-Decapitato...»
«Quasi-Senza-Testa» lo corresse Clarke con un filo di voce.
«Quasi-Senza-Testa» approvò il ragazzo «si è introdotto nella Sala Serpeverde, chiedendo di Bellamy Blake, la cotta della ''Signorina Clarke''.
Non ha fatto che blaterare dei tuoi innumerevoli pregi per un'ora abbondante, e io me lo sono pure dovuto sorbire! Murphy è scoppiato a ridere ed ha iniziato a urlare per i corridoi che ''La Cercatrice Bionda ha perso la testa per il Battitore Nero'', ma io non ci sono cascato...ti ho vista con Green e Jordan un po' troppo spesso perché possa essere un miserevole caso...Che hanno fatto a questo malcapitato pasticcino?»
Clarke sospirò.
Ecco fatto! Bel capolavoro Griffin!
Aveva mandato a monte il progetto ''Vendetta Stile Weasley'' di cui Jasper e Monty andavano così fieri!
E adesso aveva messo tutti nei guai.
«Filtro d'amore con una capello di Anya Parker dentro» confessò sedendosi composta sul tappeto, ai piedi del ragazzo.
Bellamy si curvò un po' di più, avvicinandosi alla Grifondoro e sfoderando il suo ormai abituale sorriso sghembo, che faceva sempre sospirare le novelline di Serpeverde.
Clarke s'irrigidì, un po' per la vicinanza, un po' per lo sguardo del ragazzo e un po' per il terrore che le cose potessero prendere una brutta, bruttissima piega.
«Che malvagità» esclamò invece Bellamy, ovviamente divertito «Cosa avrei mai fatto per meritarmi ciò, principessa?»
Clarke arricciò il naso.
Mi sta prendendo in giro?!?
Stava per urlargli contro che quello che aveva fatto a Charlotte era una malvagità e che lui si meritava un camion di dolcetti avvelenati e anche tutto il mal di pancia e tutta la dissenteria galoppante che questi gli avrebbero provocato, ma qualcuno che conosceva molto, troppo bene, la precedette.
«Perché non ti trovi un tuo soprannome, Blake?» chiese acido Finn varcando la soglia della Sala Comune Grifondoro «Non puoi stare qui»
Bellamy si sedette composto, appoggiando però la schiena sullo schienale della poltrona.
«E Reyers non può sedersi da Grifondoro» ribatté tranquillo «Più che la Casa dei coraggiosi di cuore, questa è la casa dei piccoli ribelli»
«Va via!» ordino calmo ma duro Finn, tirando su da terra Clarke con un gesto un po' troppo brusco, e spingendola alle sue spalle, cosi che la ragazza non stesse inerme in mezzo al conflitto.
«Un'altra piccola infrazione è l'idea di questo pasticcino al filtro d'amore» continuò Bellamy con una freddezza che con Clarke negli ultimi tempi non aveva mai usato
«Qualcuno potrebbe finire nei guai...».

«È una minaccia, Blake?» chiese Finn con una scintilla di pericolo negli occhi.
«Un avvertimento piuttosto...» rispose Bellamy posando il dolcetto sul bracciolo della poltrona e alzandosi in piedi, facendo qualche passo verso il Grifondoro.
Clarke d'impulso si piazzò tra i due, stendendo le braccia verso entrambi in modo che non si avvicinassero oltre una distanza di sicurezza.
«Basta!» esclamò dura, ma nessuno sembrò averla sentita.
«Perché non risolviamo la cosa alla vecchia maniera?» chiese Finn.
«Finn, ma che cavolo...» iniziò Clarke.
«Sala dei Trofei a mezzanotte» rispose Bellamy ignorando le proteste di Clarke, avvicinandosi nella sua direzione.
Era così vicino al Grifondoro, che la mano di Clarke, ancora rigida e pronta a separare i due in caso di tentata rissa, era appoggiata al suo petto, ed esercitava una pressione che mise la ragazza molto a disagio.
«Ci sarò» sibilò Finn maligno.
«Murphy è il mio secondo» annunciò il maggiore dei Blake «Scegli il tuo»
«Secondo?» chiese Clarke girando la testa verso Finn.
«Il duellante che prende il tuo posto se muori» spiegò brevemente il ragazzo, senza però staccare gli occhi da quelli di Bellamy.
Allora era di un duello che si parlava.
Clarke non lo aveva capito prima.
«Bene» esclamò allargando le spalle e voltandosi tutta verso Bellamy «Io sono il suo»
«Principessa coraggiosa» commentò il ragazzo avvicinandosi ancora di più, mettendola in soggezione più di prima.
«Che succede qui?» squittì Octavia superando il quadro della Signora Grassa.
Bellamy lanciò un ultimo sguardo a Clarke, poi ancora alla sorellina.
«Non tardate» disse superando Octavia e uscendo in corridoio.
«Allora?» ripeté la minore dei Blake.
Clarke e Finn si guardarono con intesa.
Nessuno dei due si sarebbe tirato indietro, ma Clarke annusò l'odore di guai, profumo che aveva imparato a riconoscere dopo anni di pasticci su pasticci nel mondo Babbano, dovuti più che altro ai suoi poteri magici.
Poi Finn voltò le spalle e se ne andò in camera, lasciando a Clarke l'onere di sistemare la faccenda.
La ragazza sospirò: era l'ora della verità.
«Abbiamo un problema» disse.











Come sempre, è l'ora dei ringraziamenti!
Grazie a chi legge, a chi recensice e un grazie a voi, preferitori e seguitori anonimi.
Grazie perché siete più di quanti io abbia mai immaginato, grazie perché aumentate di capitolo in capitolo e grazie, perché il vostro gesto vale mille recensioni (che sono comunque graditissime!)
Grazie a tutti voi! :-)

 

 

   
 
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