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Autore: skyewardlover    10/08/2015    1 recensioni
La consegna dei diplomi è alle porte, ma una notte molto importante attende il nostro branco.
La notte del ballo dell'ultimo anno.
Il liceo è ufficialmente finito e i nostri amici stanno per iniziare una nuova vita, forse separati.
La notte del ballo riporterà a galla ricordi di sconfitte, di amici persi, di paure mai scordate.
Ma porterà anche mille promesse per il futuro.
Un piano durato quindici anni sarà finalmente realizzato e i desideri di un bambino di terza elementare verranno esauditi.
Dalla storia:
"-Stiles? Ma che cosa ci fai qui?- esclamò Lydia incredula, ancora sulla soglia della porta.
- Cerco di non farmi sbranare dal tuo cane malefico!- esclamò il ragazzo, indicando la cagnolina indemoniata.
Lydia la prese in braccio, cercando di calmarla.
Prada smise di abbaiare e dimenarsi, ma continuò a guardare Stiles con occhi minacciosi.
- Ah non fai più la gradassa, ammasso di pulci!- la prese in giro Stiles e per tutto rimando, Prada gli ringhiò dietro.
- Stiles!- lo richiamò Lydia, per avere la sua attenzione. - Che ci fai qui?-
Stiles la guardò allibito.
-Cosa ci faccio qui? Cosa ci fai tu ancora a casa, lo sai che abbiamo un ballo?-"
[STYDIA]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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STILL THE PROM NIGHT
 


"Lydia, get up! Okay? You're going to dance with me.
I don't care that you made out with my best friend for some weird power-thing.
Lydia, I've had a crush on you since the third grade,
and I know that somewhere inside that cold, lifeless exterior there's an actual human soul.
And I'm also pretty sure that I'm the only one who knows how smart you really are."

 

 

 

Era una notte calda e tranquilla.

Il cielo limpido, le stelle talmente luminose da poterle contare una ad una.

Scott si domandò se quella fosse davvero Beacon Hills.

Dopo le cose terribili che erano successe negli ultimi anni, sembrava incredibile potersi finalmente godere una serata di gioia e pace.

La sera del ballo di fine anno.

 

-Sai, non credo che la cravatta vada messa in quel modo...-

 

Scott lasciò ricadere le braccia lungo le gambe, rinunciano a farsi il nodo alla cravatta.

Stiles lo guardava divertito sulla soglia della stanza, la spalla appoggiata alla porta.

L'Alpha rise nel vedere che, anche il suo migliore amico, aveva avuto qualche problema con la cravatta del suo completo.

 

-Ecco perché hanno inventato noi donne!- esclamò la madre di Scott, entrando in camera con un sorriso a trentadue denti.

 

Sistemò amorevolmente la cravatta del figlio e poi fece segno a Stiles di avvicinarsi.

Il ragazzo sorrise, leggermente imbarazzato, ma obbedì senza fare obiezioni, permettendo a Melissa di fare un nodo perfetto alla sua cravatta.

 

-Ma guardatevi!- esclamò Melissa, gli occhi lucidi per l'emozione.

 

-Mamma, ti prego.- borbottò Scott.

 

La donna si asciugò velocemente le lacrime, per poi abbracciare calorosamente il figlio e Stiles.

 

-I miei due bellissimi ragazzi!-

 

Scott e Stiles ricambiarono l'abbraccio, sorridendo.

Poi Melissa si allontanò velocemente, indicando loro la porta.

-Andate, andate. Non potete fare tardi al ballo, inoltre sto per mettermi a piangere come una fontana e non potete vedermi così!-

 

-Buona serata, mamma.- la salutò Scott ridendo, stampandole un bacio sulla guancia.

 

-Grazie, Melissa.- disse Stiles a mezza voce, stringendole forte la mano.

Quella stretta disse più di mille parole.

Stiles avrebbe sempre avuto un posto vuoto nel suo cuore, il posto che sarebbe sempre appartenuto a Claudia Stilinski.

Quel vuoto non si sarebbe mai riempito, ma l'affetto di Melissa rendeva il dolore un po' più sopportabile.

E a Melissa quasi scoppiò il cuore per la commozione.

 

Pochi minuti più tardi Scott e Stiles erano già sulla jeep, diretti a casa di Kira.

 

-Mi sorprende che Lydia abbia acconsentito di prepararsi in una casa che non fosse la sua!-

scherzò Stiles, mentre scalava di marcia.

 

Scott dovette mordersi la lingua per evitare di esultare.

Aveva aspettato un commento simile per tutto il pomeriggio, in modo da poter sganciare la bomba con disinvoltura.

 

L'Alpha si schiarì leggermente la voce e con noncuranza chiese:

-Come? Lydia non te l'ha detto?-

 

-Cosa avrebbe dovuto dirmi?- domandò di rimando Stiles, accostando sul vialetto di casa di Kira.

 

Scott prese il cellulare, mandando un messaggio alle ragazze per dire loro di uscire, in modo da fare crogiolare il suo amico nell'attesa.

Quando rialzò lo sguardo, gli occhi sgranati di Stiles erano piantati su di lui.

 

-Oh. Stamattina a scuola mi ha detto che non era dell'umore per venire al ballo.-

 

-Cosa? Perché?- chiese Stiles, insistente.

 

-Non me l'ha spiegato, ha semplicemente detto che ci saremmo visti domani alla cerimonia dei diplomi.-

 

Stiles rimase a bocca aperta, incapace di formulare una frase di senso compiuto.

Scott sorrise soddisfatto, girandosi dall'altra parte con la scusa di salutare Kira e Malia.

Le ragazze erano stupende, salirono velocemente in macchina, salutando raggianti i due ragazzi.

 

- Stiles, hai intenzione di partire o vuoi restare qui tutta la notte?- domandò Malia, visto che nella Jeep era calato un silenzio imbarazzante.

 

Stiles borbottò qualcosa, ma rimise la macchina in marcia, diritto verso la scuola.

 

Il parcheggio del liceo di Beacon Hills brulicava di gente.

Ragazzi che partecipavano per la prima volta al ballo, ragazzi che vi avrebbero preso parte ancora e ragazzi come loro, che avrebbero varcato la soglia di quella palestra per l'ultima volta.

Quando la Jeep si fermò, Kira e Malia corsero fuori.

Le gonne dei vestiti svolazzavano sulle loro gambe, gambe che correvano veloci verso le luci scintillanti della palestra.

Scott le seguì subito dopo, ma Stiles rimase bloccato a guardare i suoi amici.

Nonostante i suoi grandi piani, sapeva che quella sera avrebbe segnato la fine di un'era.

Era ben conscio di non poter evitare l'inevitabile.

Si sarebbero separati, avrebbero preso strade diverse. La vita avrebbe cercato di dividerli e a loro sarebbe toccato l'ingrato compito di trovare il tempo da dedicare agli amici del liceo, tra i mille impegni delle loro nuove vite.

Le parole del padre erano risuonate nella mente di Stiles per l'intero anno.

“Gli amici del liceo spesso vengono persi.”

Ma quella notte, guardando i suoi amici correre verso la musica proveniente dalla palestra, Stiles capì che a loro non sarebbe successo.

Quelli davanti a lui non erano semplici amici del liceo.

Erano gli amici della sua vita, amici che avrebbe portato con sé per sempre, anche se avrebbero vissuto ai lati opposti del paese.

Quella poteva essere l'ultima notte che passavano da liceali, ma non sarebbe stata l'ultima che avrebbero passato insieme.

 

Stiles sorrise, scuotendo la testa e riaccese la macchina.

 

-Stiles?- la voce di Scott lo richiamò, dietro di lui Kira e Malia che lo guardavano perplesse.

 

-Ragazzi entrate, io devo fare una cosa prima.- disse loro Stiles.

 

-Ma Stiles...- provò a dire Kira, affiancando Scott.

 

-Vi raggiungo tra poco. Entrate, forza!- li intimò Stiles, facendo gesto di sbrigarsi. -Non potete fare tardi.-

 

I suoi amici attesero un secondo, poi Malia e Kira si incamminarono verso la rumorosa palestra, mano nella mano.

Stiles e Scott si scambiarono uno sguardo d'intesa e l'Apha rise di gusto, facendo l'occhiolino al suo migliore amico.

Stiles ingranò la marcia e partì.

Sarebbe tornato alla festa, ma prima doveva fare una piccola tappa.

Quella notte doveva essere perfetta e mancava un'ultima cosa per renderla tale.

O meglio, qualcuno...

 

Una musica lenta e triste riempiva il salotto.

La piccola Prada dormiva beata tra le gambe della sua padroncina, che era immersa nella lettura di un libro.

La casa era avvolta dall'oscurità, la madre di Lydia aveva cercato in ogni modo di convincere la figlia ad uscire, ma non c'era stato verso di convincere la ragazza dai capelli biondo fragola.

Lydia sapeva che quella doveva essere una serata di festeggiamenti, di celebrazioni di vittorie.

Ma lei sentiva di non avere nulla da celebrare.

Così la ragazza più brillante della Beacon High School, la ragazza più popolare di tutto il liceo, aveva deciso di rimanere a casa, indossando un paio di pantaloncini corti e una maglia sgualcita.

Un libro e una piccola palla di pelo canina a farle compagnia.

Lydia si sistemò una ciocca di capelli, sfuggita dalla coda, dietro l'orecchio.

Una luce flebile si fece largo all'interno del salotto.

La ragazza alzò lo sguardo verso la finestra, per individuare la fonte di quel bagliore.

In quell'esatto momento, Prada si svegliò di scatto e saltò via dalle braccia della padrona.

La cagnolina corse verso la porta d'ingresso e iniziò a girare su se stessa come una trottola, abbaiando a più non posso.

 

-Prada ma che ti prende?- si lamentò Lydia, gettando il libro sul divano.

 

La ragazza non fece in tempo ad alzarsi, che sentì qualcuno bussare alla porta.

Istintivamente, un senso di allarme e paura si accese in lei.

Lydia aveva imparato a non farsi prendere alla sprovvista e a sospettare sempre dell'arrivo di qualcuno inaspettato.

Con cautela, si avvicinò allo stereo e lo spense.

A passi leggeri e silenziosi, raggiunse la porta d'ingresso a piedi nudi. Guardandosi attorno, alla ricerca di una via di fuga nel caso ne avesse avuto bisogno.

Ma quando aprì la porta, si rese conto che non c'era assolutamente nulla di cui avere paura.

Almeno, lei non doveva averne.

Lydia non riuscì nemmeno ad articolare una parola, che la piccola Prada si era già scaraventata sul povero malcapitato.

 

- Ma che...ehi, ehi...piano! A cuccia, borsetta a quattro zampe!- imprecò Stiles, saltellando sul posto, cercando di evitare che i dentini diabolici di Prada affondassero nella carne delle sue gambe.

 

-Stiles? Ma che cosa ci fai qui?- esclamò Lydia incredula, ancora sulla soglia della porta.

 

- Cerco di non farmi sbranare dal tuo cane malefico!- esclamò il ragazzo, indicando la cagnolina indemoniata.

 

Lydia la prese in braccio, cercando di calmarla.

Prada smise di abbaiare e dimenarsi, ma continuò a guardare Stiles con occhi minacciosi.

 

- Ah non fai più la gradassa, ammasso di pulci!- la prese in giro Stiles e per tutto rimando, Prada gli ringhiò dietro.

 

- Stiles!- lo richiamò Lydia, per avere la sua attenzione. - Che ci fai qui?-

 

Stiles la guardò allibito.

-Cosa ci faccio qui? Cosa ci fai tu ancora a casa, lo sai che abbiamo un ballo?-

 

“Oh Dio, non ancora”, pensò Lydia.

Aveva già avuto una discussione simile con sua madre, meno di un'ora fa.

Non aveva alcuna voglia di ricominciare la recita.

 

-Non ci voglio venire al ballo, Stiles.- sbuffò Lydia, rientrando in casa.

 

Stiles però non si lasciò abbattere, la seguì all'interno fino in salotto.

 

-Lydia non dire stupidaggini!- la rimproverò. - É dalle elementari che sogni il ballo dell'ultimo anno. Hai passato metà della tua vita a pianificare questo momento, non te lo puoi perdere.-

 

-Si, infatti.- disse Lydia, sedendosi sul bracciolo del divano.

Prada era al suo fianco e guardava Stiles con fare minaccioso, pronta all'attacco.

-Metà della mia vita ha girato intorno ad uno stupido evento scolastico. Non lo trovi deprimente?- domandò con biasimo la rossa, abbassando subito gli occhi verso il pavimento.

 

-Lydia...-

 

-No, Stiles.- sbottò Lydia, scattando in piedi di colpo. -Pensavo che questa serata sarebbe stata la più importante della mia vita. Volevo passare la giornata per negozi, a cercare il vestito perfetto insieme ad Allison, volevo essere accompagnata da un cavaliere che mi amasse, volevo divertirmi.-

 

E ripensare a tutto quello le provocò un'enorme fitta al cuore.

Per la mancanza di Allison.

Perché Kira e Malia erano sue amiche, ma non sarebbero mai state la sua Allison.

Provò una fitta al cuore, pensando a tutti i ragazzi che aveva avuto nella sua vita.

In prima superiore era convinta che sarebbe andata al ballo con Jackson, che sarebbero diventati Re e Reginetta, che avrebbero frequentato il college insieme e che sarebbero andati a convivere.

Ma quello non era amore.

Era solo finzione, una relazione di convenienza.

Come tutte quelle che aveva avuto nella sua vita.

Certo, prima di incontrare Allison, di fidarsi di Scott.

Prima di consegnare tacitamente il suo cuore a Stiles.

 

-Ma indovina un po'? Allison non c'è, non ho un vestito e nemmeno un cavaliere. Non voglio andare a quel ballo, mi ricorderebbe tutto quello che ho perso. Ai balli si va per festeggiare e, sinceramente, non vedo nulla nella mia vita che valga la pena di essere festeggiato.-

 

Detto questo, Lydia si lasciò cadere nuovamente sul divano, vicino a Prada.

Un sospiro triste le sfuggì dalle labbra.

 

Stiles aprì per poi richiudere la bocca numerose volte, con quel suo fare nervoso e allo stesso tempo un po' irritato. Tipico di quando non riusciva ad esprimere a parole quello che gli ronzava per la testa.

 

E, mentre aspettava che il ragazzo davanti a lei avesse un'illuminazione divina, la rossa si concesse di guardarlo sottecchi.

Aveva imparato a conoscerlo molto bene, negli ultimi anni.

Aveva imparato ad apprezzare il suo modo di fare isterico e a tratti schizofrenico.

Le piaceva il modo in cui Stiles si passava nervosamente la mano sulle labbra, il lieve tic che gli veniva all'occhio destro, quando stava per sparare una delle sue battute taglienti.

Adorava il fatto che fosse l'unico a trasmetterle calma, amava il modo in cui le dita di lui toccavano timidamente le sue.

Lydia aveva consegnato tacitamente il suo cuore a Stiles e il ragazzo, probabilmente, non se ne era nemmeno accorto.

Stiles era entrato nella sua vita nel modo in cui i ladri entrano in casa.

In punta di piedi, silenziosi.

E Lydia non era dispiaciuto farsi rubare il cuore da quel ragazzo balbettante dagli gli occhi castani.

Stiles e Malia si erano lasciati da un paio di mesi ormai, ma Lydia non aveva avuto il coraggio di farsi avanti.

Un po' per rispetto nei confronti dei due amici.

E un po' perché si era convinta di non meritare Stiles.

Lui l'aveva aspettata per così tanto tempo, lo capiva perfettamente se si era stufato di quell'attesa.

 

-Okay, si. Hai ragione. - la voce ferma di Stiles la riscosse dai suoi pensieri.

Lydia alzò lo sguardo sul ragazzo, mentre lui si sedeva sul tavolino di fronte al divano, dove era seduta lei.

-Questi ultimi due anni hanno fatto davvero schifo, ci sono capitate cose orribili e abbiamo perso tanto. Tu non vuoi andare al ballo e ti capisco, ma non rovinerai anche la MIA serata.-

 

-Stiles...-

 

-No, no ascoltami, Lydia. Non sei l'unica qui che ha sognato la sera del ballo per tanto tempo...

anche io l'ho fatto.-

 

Lydia cambiò posizione, sporgendosi leggermente dal divano.

-Come?-

 

-Sì, non te l'ho mai detto, ma é...Oh Dio, nella mia testa suonava molto meno imbarazzante!- esclamò Stiles, nascondendosi la testa tra le mani.

Lydia lo guardava scioccata, ma aspettò che lui continuasse.

 

-È dalla terza elementare che pianifico questa serata e tu non puoi mandare tutto a monte!-

sbottò Stiles, alla fine.

 

A Lydia mancò il fiato per un attimo e fu costretta a deglutire, per evitare di balbettare cose senza senso.

 

-Pianificare? Ma di che stai parlando?-

 

-Il mio piano di 15 anni per farti innamorare di me.- si giustificò Stiles, le guance rosse come i capelli di Lydia.

-É una lunga storia. Comunque, l'ultima parte del mio piano prevedeva che sarei riuscito ad avere un ballo con te.-

 

Gli sguardi dei ragazzi restarono intrecciati a lungo, avvolti soltanto dal rumore dei loro respiri e dai loro cuori che correvano all'impazzata.

 

-Stiles, io...- provò a dire Lydia.

 

-Se non vuoi venire al ballo per te stessa, va bene.- Stiles la interruppe di getto, le sue ginocchia toccarono subito il pavimento e le dita del ragazzo trovarono istintivamente quelle di Lydia.

-Ma, ti prego, fallo per me. Per quel bambino che ha una cotta per te dalla terza elementare.-

 

Lydia rise, gli occhi carichi di commozione e felicità.

Per certi aspetti, Stiles non avrebbe mai smesso di essere quel ragazzino di terza elementare.

Mentre per altri...beh, sarebbe sempre stato Stiles.

 

-Ma come faccio? Non ho un vestito...- provò a dire Lydia, abbassando lo sguardo sui pantaloncini del pigiama, in modo da nascondere le lacrime che illuminavano i suoi bellissimi occhi verdi.

 

-Okay beh, se Lydia Martin non vuole andare al ballo, allora sarà il ballo a venire da Lydia Martin!-

esclamò Stiles, tirandosi di colpo in piedi per poi spostarsi vicino al televisore.

 

-Stiles, cosa vuoi fare?-

 

Il ragazzo però si fermò davanti allo stereo, lo accese e alzò leggermente il volume.

Lydia lo guardò esterrefatta, mentre Stiles tornava a verso di lei con la mano protesa in avanti.

 

-Realizzo il mio sogno: ballare con te la notte del ballo di fine anno.-

Spiegò con il sorriso più bello e sincero che la rossa avesse mai visto nella sua vita.

Nessuno l'aveva mai guardata in quel modo.

Nessuno l'aveva mai vista, come la vedeva Stiles.

 

Adesso nemmeno Prada ringhiava più, si era appisolata nell'angolo del divano.

La cagnolina sapeva di avere lasciato la propria padrona in ottime mani.

 

-Non posso fare apparire magicamente un vestito e, per quanto lo vorrei, non posso riportarti Allison. Ma posso essere il tuo cavaliere, per questa sera.-

 

Lydia non avrebbe mai potuto desiderare di meglio.

Guardò il ragazzo con tanta gratitudine da riempirle il cuore e non si preoccupò di farsi vedere con gli occhi colmi di lacrime.

Strinse la sua mano in quella di Stiles, per poi trovare rifugio tra le braccia di lui.

Rimasero in silenzio per un tempo incalcolabile, il viso di Lydia nascosto nell'incavo del collo di Stiles, le mani appoggiate sul suo petto.

La ragazza sentiva il moro assaporare il profumo dei suoi capelli, le dita di lui che le sfioravano delicatamente la schiena.

 

-Così l'MIT, eh?-

Fu Stiles a rompere il silenzio.

 

Lydia si distaccò leggermente per poterlo guardare negli occhi, con sorpresa.

La lettera di ammissione alla Massachusetts Institute of Technology era arrivata solo due giorni prima, ma non l'aveva ancora detto a nessuno.

Come aveva fatto Stiles a scoprirlo?

Lui sembrò leggerle la domanda nella mente.

 

-Sapevo che avevi fatto domanda così, quando sono usciti i risultati, ho controllato la graduatoria su internet.- le rispose, facendo spallucce.

 

-Grazie.- sussurrò Lydia che, per la prima volta nella sua vita, era rimasta senza parole.

 

-Per cosa?- domandò Stiles, come se il suo gesto non avesse avuto nessun valore.

 

-Perché ti preoccupi per me...da sempre.- rispose Lydia, le mani che tremavano per l'emozione, contro il petto di Stiles.

 

Lui sorrise e poi le scostò dolcemente una ciocca biondo fragola dietro l'orecchio.

-Lo sai, ho fatto domanda anche io a qualche college.- disse, con la mano che indugiava ancora sulla guancia di lei.

-Sono stato preso dall'università di Boston, sembra avere uno dei corsi di criminologia forense più famosi del paese.-

 

Gli occhi di Lydia si sgranarono all'improvviso, era incredula.

 

-Stavo pensando di accettare e, visto che non saremo poi così lontani, potrei fare un salto a trovarti qualche volta.- continuò Stiles, tenendo gli occhi fissi in quelli verdi di lei.

 

-Lo faresti davvero?- chiese con urgenza lei, stringendo tra le dita la camicia di Stiles.

 

-Certo. Perché non dovrei? Sei una delle persone più importanti della mia vita, Lydia.-

Lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo, come se le sue labbra fossero fatte solo per dire quelle parole, come se le loro vite non potessero fare a meno di intrecciarsi.

 

Lydia non dovette pensarci su nemmeno per un secondo.

I suoi piedi si alzarono sulle punte, le sue mani si spostarono sulla nuca del ragazzo, le sue labbra si posarono su quelle di Stiles.

E Lydia pensò che, anche le loro bocche, sembravano essere fatte apposta per baciarsi.

Fu un bacio dolce, gentile, pieno di amore.

Un tocco nuovo per lei, qualcosa che non aveva mai provato in tutta la sua vita.

Baciare Stiles fu come baciare per la prima volta.

Si strinsero a lungo, le mani di lui erano ancorate sulla schiena della ragazza e sembravano non volerla lasciare andare mai più.

In quel momento, Lydia dimenticò tutti i ragazzi che l'avevano toccata, sfiorata, guardata.

Esisteva solo Stiles, ci sarebbe sempre e solo stato Stiles.

 

-Grazie, grazie, grazie.- sussurrò Lydia contro le labbra di lui, quando il baciò finì ed entrambi tornarono a respirare.

Lei sapeva che Stiles avrebbe capito per cosa lo stava ringraziando.

Lydia aveva sempre percepito le persone attorno a lei come stelle comete.

Bellissime ed importanti, ma sempre di passaggio.

Nessuno era mai rimasto, nessuno aveva mai avuto un ruolo fisso nella sua vita.

Nessuno...tranne Stiles.

Stiles era una stella. Anche se a volte poteva non vederlo, lui c'era sempre e ci sarebbe sempre stato.

L'aveva guidata fuori dall'oscurità.

Le era rimasto vicino silenziosamente.

 

-Non ti abbandonerò mai, Lydia.- le sussurrò Stiles all'orecchio.

 

Stiles era la sua stella.

 

-Vuoi andare al ballo?- chiese ridendo lui, sfiorandole il naso con la punta del suo.

 

-Tra cinque minuti.- rispose Lydia, il suo sorriso premuto sulla bocca di Stiles.

Le labbra ancora bramose del tocco di lui.

 

Quei cinque minuti si erano trasformati in dieci, poi in venti e così via.

Alla fine, arrivarono a scuola nell'esatto momento in cui le porte della palestra si stavano chiudendo.

Scott, Kira e Malia erano nel parcheggio, le guance rosse ed ebbri di felicità.

Il ballo era finito.

Ma Lydia e Stiles si tenevano per mano, le dita strette a quelle dell'altro, dita che promettevano un futuro ancora lungo.

Ancora insieme.

 

E tutto il resto aveva poca importanza. 

   
 
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