Capitolo 22
BWNR
-Cortès, ma che cosa stai dicendo? Io ti ho conosciuta un paio di anni fa, ed ero con Beatriz. Ricordi? Siete state voi Kitsune a raccontarci la verità su di lei…e su di me… insomma su di NOI! Non ricordi?!?- disse Ninetales, scodinzolando sospettosa.
Nate intanto abbracciava affettuosamente Beatriz, accarezzandola e dicendole: -Va tutto bene, stai tranquilla. Tu sei la cosa più bella che ho e non permetterò a una stupida Kitsune di portarti via da me!-.
In quella stretta così calda e affettuosa, Beatriz si sentì al sicuro come mai in tutta la sua vita.
Decise di chiudere gli occhi e lasciarsi coccolare dalle mani del ragazzo, così calde, così dolci, così…
-No, Ninetales, ti sbagli. Noi non ti abbiamo detto TUTTA la verità…-.
+-+-+
Ma aveva
davvero dormito? Era riuscita ad addormentarsi tra le braccia di Nate?
Oppure…
era solo un sogno?
Riuscì,
seppur lentamente, a riprendere il controllo della vista.
Davanti a
lei c’era una distesa sconfinata di alberi e di erba, edera
velenosa, fiori
selvatici e moltissime pietre arrotondate dall’azione erosiva
delle piogge.
Cercò di
scorgere il cielo. Non c’era. C’era solo un enorme
telone verde, che permetteva
di entrare sì e no a due o tre raggi di sole, deboli come la
luce di un
fiammifero in preda all’ umidità.
Somigliava
al bosco dove si era accoccolata, però non era quello. E,
come se non bastasse,
si ritrovava vestita con una tunica bianca e leggera.
-Ma dove
sono?- si domandò.
Mentre
Beatriz cercava di capire dove si trovava, sentì alle sue
spalle come un
ululato, un grido…ed il pianto di una bambina o di un
bambino.
Lei si alzò
di scatto, facendo svolazzare quella strana tunica bianca.
-C’è qualcuno in
pericolo! Devo andare ad…- .
Mentre
faceva il suo noioso solito monologo, *
qualcosa o qualcuno le saltò appena sopra alla
testa, facendo undeggiare i capelli della giovane Volpe in avanti,
superandola
solo dopo qualche secondo
e correndo avanti proprio davanti ai suoi occhi,
senza nemmeno averla notata.
Beatriz
sbattè due volte gli occhi, se li strofinò
accuratamente, e solo dopo un minuto
realizzò che quella che l’aveva appena
“sorvolata” era UNA Demone Volpe a una
coda.
-C…COSA!?!?
Un’altra!?!- si stupì, balzando ancora
più in alto.
-Ho deciso.
La seguo! Forse se la convinco mi porterà a
casa…o comunque mi aiuterà!-
continò il monologo a pugni stretti, non pensando nemmeno
che una delle
possibili spiegazioni per quel luog
assurdo fosse: STO SOGNANDO E TUTTO QUESTO
è UNA FINZIONE!
Era più
eccitante pensare che tutto quello fosse vero… o almeno era
quello che pensava
Bea.
-Uff! Va come un
treno! Certo che è veramente
veloce, sembra quasi me…anf anf…- pensava ad alta
voce, mentre correva a
perdifiato dietro a quella creatura, che in un certo senso le
assomigliava.
I colori
erano gli stessi della “versione
primaverile-estiva” di Beatriz: marrone su
tutto il corpo, giallo ocra e bianco sotto al petto e sulla punta delle
code…
in quel caso dellla coda.
Gli occhi
della ragazza erano puntati sulla creatura che correva come un cervo
davanti a
lei, schivando pietre, arbusti e qualche piccola coppia di
Pokèmon del bosco
che intralciavano il cammino.
Ad un certo
punto, la corsa della Volpe Marrone finì, e con lei
finì quella di Beatriz. La
Volpe sbucò davanti ad un castello enorme, lasciandosi alle
spalle la distesa
di alberi che oscuravano il sole.
La struttura
aveva una magnifica copertura che pareva fatta interamente
d’oro, che diventava
pericolosa quando la si guardava a lungo, perché rifletteva
i raggi del sole
che si abbattevano potenti su
vetri e sulle rifiniture, accecando chiunque li
stesse osservando.
Il portone
era sigillato da delle imposte di legno ricoperto di bronzo, e quindi
da lì non
si poteva passare, sempre che passare fosse l’intenzione
della Volpe.
Poi, come se
si fosse appena svegliata, la giovane Kitsune si accorse che la
creatura non
l’aveva ancora notata…
+-+-+
Contrariamente
alle più probabili previsioni, la Volpe riuscì a
passare proprio dal portone
principale.Cavalcando
enormi falcate, la creatura color castagna giunse, sempre seguita a
ruota da
una Beatriz sempre più stranita (aveva passato anche lei il
portone, ma come un
fantasma), ad una porta
semi-aperta, dalla quale usciva un mormorio lieve e
lugubre, quasi un lamento di dolore.
Con uno
sguardo visibilmente preoccupato, la Volpe entrò nella
stanza, e lo stesso fece
Bea, sempre attraversando la parete.
“Ora ho
capito, sto sognando!” esclamò nella mente la
ragazza, vedendo che la sua
“Doppia” non si accorgeva della sua presenza al suo
fianco.
Quello che
vide le fece fare uno scatto in preda allo spavento.
Un N
giovane, piccolo, giaceva ai piedi di una specie di giaciglio a forma
di
letto,singhiozzando, circondato
da un
trenino mezzo distrutto e da dei libri con la rilegatura rovinata,
affiancato
da un pallone da basket logoro con sopra inciso
“Harmonia”.
Un carillon
suonava un motivetto macabro.
Un canestro
semi-distrutto giaceva in un angolo buio della stanza.
E N, meglio
Natural, piangeva. Si sentivano chiaramente i singhiozzi. E in uno dei
singhiozzi
si riuscivano a sentire chiaramente le seguenti parole:
I
Pokèmon stanno soffrendo.
+-+-+
- Come
sarebbe che non ci avete detto tutta la verità? Spiegati
meglio, oppure con un
artiglio ti taglio via la lingua!- la minacciò, mostrando le
zampe artigliate.
Intanto il
giovane, che continuava ad accarezzare la fidanzata, ascoltava con
interesse.
Non si era
ancora accorto che la ragazza tra le sue braccia si era addormentata.
Cortès si
era accomodata du una roccia, tra l’altro piuttosto aguzza ,
che si trovava
accanto alla Volpe Dorata, e lui si domandò ridacchiando se
non si stesse solo
mettendo in mostra o se in realtà si
stesse distruggendo il sedere apposta.
-E tu che
hai da ridere, umano?- lo rimproverò bruscamente la volpe
Argentata.
-N..nulla!-.
-Meglio per
te! E ora, ti spiego quello che vuoi TANTO sapere…-.
Ninetales
fremeva. Si stava trattenendo, ma fremeva. E tanto.
+-+-+
La
magliettina color arancione si allargava attorno al corpo troppo minuto
per un
bambino di quell’età, e i pantaloni facevano
fatica a restargli aggrappati alla
vita.
Debolissime
le braccia e le gambe, il piccolo N faceva fatica a restare in piedi.
La Volpe gli
diede un buffetto amorevole sulla fronte con il suo naso umido, poi lo
lanciò
piano in aria e lo fece atterrare sulla sua groppa, dove lui si
aggrappò
debolmente.
-Ti ha fatto
saltare il pasto un’ altra volta, eh?- gli domandò
la creatura, stupendo sempre
di più la ragazza\volpe. La voce era proprio uguale alla sua!
Lei seguiva
attentamente la scena, impersonandosi sempre di più nella
Volpe a una Coda.
-Sì…-
mormorò il bambino, debolmente come prima.
-Che razza
di bastardo!- ringhiò, sbattendo gli artigli sul pavimento,
producendo un suono
simile a quello delle unghie su una lavagna. –Ma come
può fare una cosa del
genere a un bambino come te?! Cosa ti voleva obbligare a fare?-.
-Voleva che
io convincessi il Pokèmon Leggendario Zekrom a passare dalla
parte del team
Plasma, ma non ci sono riuscito…eek…-
tossì il piccolo, accasciandosi sul dorso
della Kistune.
-Beh,
intanto mangia.- gli disse, porgendogli una Baccapesca bella matura,
uscita
dalla pelliccia della coda.*
N cominciò
ad ingoiare in malo modo i pezzi poco masticati della bacca, facendo
delle
smorfie con la faccia. La scena intenerì Beatriz.
Quei due
parevano proprio mamma e figlio! E ora che ci rifletteva su…
***
Hello I’m Mz. Hyde! ***
Saaaaalve
gente, ecco il nuovo capitolo! Spero che non vi
siate incaXXati troppo con me per il ritardo, ma ho avuto poco tempo!
XD ;)
Beh, temo di dover passare subitissimo alle spiegazioni di
fine capitolo!
1mo:-
Il
noioso monologo: il monologo sarà anche noioso,
ma è sempre meno noioso
di quello del Team Rocket! È un monologo perché
Beatriz parla spesso da sola.
2do:- la
pelliccia della coda: la pelliccia è una specie
di sacca per
l’immagazzinamento di bacche (ho immaginato! LOL). La bacca
NON è uscita dal
buco del c**o!
Penso che sia tutto riguardo alle note, e comunque per ogni
evenienza ci sono le recensioni.
A presto, ReVvY!!!XD