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Autore: ReVeNgE NiNeTAlEs    11/08/2015    0 recensioni
*Contenuti forti dal 23 esimo capitolo in poi*
*
ATTENZIONE! Human!PokèMoN
*
Questa è una storia di affetto materno, di amore coniugale, di pericoli e di demoni.
Questa è una storia drammatica raccontata in chiave comica nei primi 20 capitoli.
Questa è una storia di una Kitsune abbandonata a sé stessa, che riesce a sopravvivere solo grazie all'aiuto dei suoi amici PokéMoN e di alcuni umani, ma che poi tornerà nel suo mondo.
Questa è la storia che racconta come solo l'amore di una ragazza può salvare il Mondo dei PokéMoN.
Questa è la storia che spiega le conseguenze.
Questa è una storia di Rivoluzione.
Questa storia ha un inizio e una fine.
Questa storia si chiama Battle World New Revolution.
ReVvY
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Kyouhei, N, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
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Capitolo 22 BWNR


 
-Co-come sa…sarebbe a dire?! Ninetales, non dirmi che ti sei rammollita! Eppure eri così crudele, quando insieme distruggevamo gli umani!- esclamò avvicinandosi sempre di più Cortès, con la lingua che sfiorava le possenti zanne, pronte a scattare nel caso di un attacco da parte dell’ “Umano”.-Ma…ma insomma, tu che cosa vuoi?! Chi sei?!- domandò, saltandoindietro Nate, coprendo Beatriz con la sua felpa blu e nera. – Tu non la toccherai, né lei né il mio bambino!-.
-Cortès, ma che cosa stai dicendo? Io ti ho conosciuta un paio di anni fa, ed ero con Beatriz. Ricordi? Siete state voi Kitsune a raccontarci la verità su di lei…e su di me… insomma su di NOI! Non ricordi?!?- disse Ninetales, scodinzolando sospettosa.
Nate intanto abbracciava affettuosamente Beatriz, accarezzandola e dicendole: -Va tutto bene, stai tranquilla. Tu sei la cosa più bella che ho e non permetterò a una stupida Kitsune di portarti via da me!-.
In quella stretta così calda e affettuosa, Beatriz si sentì al sicuro come mai in tutta la sua vita.
Decise di chiudere gli occhi e lasciarsi coccolare dalle mani del ragazzo, così calde, così dolci, così…
-No, Ninetales, ti sbagli. Noi non ti abbiamo detto TUTTA la verità…-. 

+-+-+

La ragazza\volpe riaprì gli occhi e si stiracchiò intorpidita dal sonno.
Ma aveva davvero dormito? Era riuscita ad addormentarsi tra le braccia di Nate? Oppure… era solo un sogno?
Riuscì, seppur lentamente, a riprendere il controllo della vista.
Davanti a lei c’era una distesa sconfinata di alberi e di erba, edera velenosa, fiori selvatici e moltissime pietre arrotondate dall’azione erosiva delle piogge.
Cercò di scorgere il cielo. Non c’era. C’era solo un enorme telone verde, che permetteva di entrare sì e no a due o tre raggi di sole, deboli come la luce di un fiammifero in preda all’ umidità.
Somigliava al bosco dove si era accoccolata, però non era quello. E, come se non bastasse, si ritrovava vestita con una tunica bianca e leggera.
-Ma dove sono?- si domandò.
Mentre Beatriz cercava di capire dove si trovava, sentì alle sue spalle come un ululato, un grido…ed il pianto di una bambina o di un bambino.
Lei si alzò di scatto, facendo svolazzare quella strana tunica bianca. -C’è qualcuno in pericolo! Devo andare ad…- .
Mentre faceva il suo noioso solito monologo, * qualcosa o qualcuno le saltò appena sopra alla testa, facendo undeggiare i capelli della giovane Volpe in avanti, superandola solo dopo qualche secondo
e correndo avanti proprio davanti ai suoi occhi, senza nemmeno averla notata.
Beatriz sbattè due volte gli occhi, se li strofinò accuratamente, e solo dopo un minuto realizzò che quella che l’aveva appena “sorvolata” era UNA Demone Volpe a una coda.
-C…COSA!?!? Un’altra!?!- si stupì, balzando ancora più in alto.
-Ho deciso. La seguo! Forse se la convinco mi porterà a casa…o comunque mi aiuterà!- continò il monologo a pugni stretti, non pensando nemmeno che una delle possibili spiegazioni per quel luog
assurdo fosse: STO SOGNANDO E TUTTO QUESTO è UNA FINZIONE!
Era più eccitante pensare che tutto quello fosse vero… o almeno era quello che pensava Bea.
-Uff!  Va come un treno! Certo che è veramente veloce, sembra quasi me…anf anf…- pensava ad alta voce, mentre correva a perdifiato dietro a quella creatura, che in un certo senso le assomigliava.
I colori erano gli stessi della “versione primaverile-estiva” di Beatriz: marrone su tutto il corpo, giallo ocra e bianco sotto al petto e sulla punta delle code… in quel caso dellla coda.
Gli occhi della ragazza erano puntati sulla creatura che correva come un cervo davanti a lei, schivando pietre, arbusti e qualche piccola coppia di Pokèmon del bosco che intralciavano il cammino.
Ad un certo punto, la corsa della Volpe Marrone finì, e con lei finì quella di Beatriz. La Volpe sbucò davanti ad un castello enorme, lasciandosi alle spalle la distesa di alberi che oscuravano il sole.
La struttura aveva una magnifica copertura che pareva fatta interamente d’oro, che diventava pericolosa quando la si guardava a lungo, perché rifletteva i raggi del sole che si abbattevano potenti su
vetri e sulle rifiniture, accecando chiunque li stesse osservando.
Il portone era sigillato da delle imposte di legno ricoperto di bronzo, e quindi da lì non si poteva passare, sempre che passare fosse l’intenzione della Volpe.
Poi, come se si fosse appena svegliata, la giovane Kitsune si accorse che la creatura non l’aveva ancora notata…

                                                                                                                   +-+-+

Contrariamente alle più probabili previsioni, la Volpe riuscì a passare proprio dal portone principale.Cavalcando enormi falcate, la creatura color castagna giunse, sempre seguita a ruota da una Beatriz sempre più stranita (aveva passato anche lei il portone, ma come un fantasma), ad una porta
semi-aperta, dalla quale usciva un mormorio lieve e lugubre, quasi un lamento di dolore.
Con uno sguardo visibilmente preoccupato, la Volpe entrò nella stanza, e lo stesso fece Bea, sempre attraversando la parete.
“Ora ho capito, sto sognando!” esclamò nella mente la ragazza, vedendo che la sua “Doppia” non si accorgeva della sua presenza al suo fianco.
Quello che vide le fece fare uno scatto in preda allo spavento.
Un N giovane, piccolo, giaceva ai piedi di una specie di giaciglio a forma di letto,singhiozzando,  circondato da un trenino mezzo distrutto e da dei libri con la rilegatura rovinata, affiancato da un pallone da basket logoro con sopra inciso “Harmonia”.
Un carillon suonava un motivetto macabro.
Un canestro semi-distrutto giaceva in un angolo buio della stanza.
E N, meglio Natural, piangeva. Si sentivano chiaramente i singhiozzi. E in uno dei singhiozzi si riuscivano a sentire chiaramente le seguenti parole:

I Pokèmon stanno soffrendo.

 

+-+-+

Ninetales aveva intenzione di arrivare al nocciolo della questione in fretta, senza coinvolgere un innocente, cioè Nate.
- Come sarebbe che non ci avete detto tutta la verità? Spiegati meglio, oppure con un artiglio ti taglio via la lingua!- la minacciò, mostrando le zampe artigliate.
Intanto il giovane, che continuava ad accarezzare la fidanzata, ascoltava con interesse.
Non si era ancora accorto che la ragazza tra le sue braccia si era addormentata.
Cortès si era accomodata du una roccia, tra l’altro piuttosto aguzza , che si trovava accanto alla Volpe Dorata, e lui si domandò ridacchiando se non si stesse solo mettendo in mostra o se in realtà si
stesse distruggendo il sedere apposta.
-E tu che hai da ridere, umano?- lo rimproverò bruscamente la volpe Argentata.
-N..nulla!-.
-Meglio per te! E ora, ti spiego quello che vuoi TANTO sapere…-.
Ninetales fremeva. Si stava trattenendo, ma fremeva. E tanto.
 

+-+-+

 La Volpe marrone si chinò sul corpicino lungo disteso del bambino che, in preda alle convulsioni, cercò di alzarsi e di afferrare la pelliccia castana di lei.
La magliettina color arancione si allargava attorno al corpo troppo minuto per un bambino di quell’età, e i pantaloni facevano fatica a restargli aggrappati alla vita.
Debolissime le braccia e le gambe, il piccolo N faceva fatica a restare in piedi.
La Volpe gli diede un buffetto amorevole sulla fronte con il suo naso umido, poi lo lanciò piano in aria e lo fece atterrare sulla sua groppa, dove lui si aggrappò debolmente.
-Ti ha fatto saltare il pasto un’ altra volta, eh?- gli domandò la creatura, stupendo sempre di più la ragazza\volpe. La voce era proprio uguale alla sua!
Lei seguiva attentamente la scena, impersonandosi sempre di più nella Volpe a una Coda.
-Sì…- mormorò il bambino, debolmente come prima.
-Che razza di bastardo!- ringhiò, sbattendo gli artigli sul pavimento, producendo un suono simile a quello delle unghie su una lavagna. –Ma come può fare una cosa del genere a un bambino come te?! Cosa ti voleva obbligare a fare?-.
-Voleva che io convincessi il Pokèmon Leggendario Zekrom a passare dalla parte del team Plasma, ma non ci sono riuscito…eek…- tossì il piccolo, accasciandosi sul dorso della Kistune.
-Beh, intanto mangia.- gli disse, porgendogli una Baccapesca bella matura, uscita dalla pelliccia della coda.*
N cominciò ad ingoiare in malo modo i pezzi poco masticati della bacca, facendo delle smorfie con la faccia. La scena intenerì Beatriz.
Quei due parevano proprio mamma e figlio! E ora che ci rifletteva su…

 

*** Hello I’m Mz. Hyde! ***
Saaaaalve gente, ecco il nuovo capitolo! Spero che non vi siate incaXXati troppo con me per il ritardo, ma ho avuto poco tempo! XD ;)
Beh, temo di dover passare subitissimo alle spiegazioni di fine capitolo!

1mo:- Il noioso monologo: il monologo sarà anche noioso, ma è sempre meno noioso di quello del Team Rocket! È un monologo perché Beatriz parla spesso da sola.
2do:- la pelliccia della coda: la pelliccia è una specie di sacca per l’immagazzinamento di bacche (ho immaginato! LOL). La bacca NON è uscita dal buco del c**o!
Penso che sia tutto riguardo alle note, e comunque per ogni evenienza ci sono le recensioni.
A presto,  ReVvY!!!XD

   
 
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