Trovai la voglia di riparlarle, quella sera, la notte di San Lorenzo. No, non c'erano stelle, o almeno non ci feci caso; Sentivo solo il rombo e vedevo solo un bagliore travolgente che mi escludevano momentaneamente la sua bellissima visione. "Scusami" le dissi. "Lo sai che non hai di che scusarti, eri arrabbiato e preso dal momento mi hai spinto" mi disse con quella sua voce tranquilla, che mi riempiva, soprattutto grazie a quel suo leggero accento Campano. "Ma ti ho ferita, mi sono arrabbiato inutilmente per colpa di un ubriacone a cui non volevo fare la carità, non so se riuscirò a perdonarmelo.." 'Calmo, non farti prendere dal panico, non lo sa quanto tieni a lei' pensai mentre le guardavo i bellissimi capelli ricci. "Ti ho detto di stare tranquillo non mi fa male, e poi non potevo permettere che ti facesse del male" 'Come?? Che mi facesse del male.. allora tiene a me!' In quel momento un lampo distolse il suo sguardo "Sta per piovere ci conviene rientrare" Mi disse. "Ma no aspetta... so che ti piace la pioggia" "Ma il tuo gesso si bagnerà.." "Capirai, tanto domani devo comunque fare un altro controllo, al massimo me lo rifaranno." Allora si avvicinò a me. Riuscivo a guardarle bene i suoi distrattissimi occhi color nocciola. "A che pensi?" "Penso che mi sto innamorando di te" La strinsi con l'unico braccio che avevo e la baciai. Quelle labbra che avevo tanto sognato.. quel momento che il mio cuore non poteva contenere. 'Anche se mi colpisse un fulmine non mi dispiacerebbe' Pensai col mio solito "ottimismo". Allora iniziò a piovere e sui nostri volti si mischiarono gioia e pioggia.. E non pensai più a nulla..