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Autore: Regina_TheAuthor    12/08/2015    1 recensioni
Dicono che il primo amore non si scorda mai, ed è vero.
Regina non ha mai dimenticato Daniel, mai ha cercato di scordare i momenti passati con lui.
Alla ricerca della felicità ha scagliato un sortilegio oscuro e distrutto intere popolazioni per andare in un mondo in cui ricominciare.
Ma cos'è accaduto veramente quando Whale ha riportato in vita il vero amore di Regina? Cosa ha provato perdendolo di nuovo?
Genere: Drammatico, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel, Henry Mills, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Henry era li. Aveva visto tutto, ma forse quel tutto non era ancora abbastanza.

Le mie mani avevano toccato le sue dita insanguinate e il mio cuore aveva nuovamente provato quello straziante dolore. Perderlo dopo averlo ritrovato era come un sogno  interrotto del quale, una volta continuato, si conosce il triste e inaspettato finale. Da tempo non sentivo pronunciare con dolcezza il mio nome. Esso era diventato così aspro e legato all'immagine della Regina Cattiva che sentirlo pronunciare dalle sue labbra mi faceva tornare bambina. Mi ricordava la foresta incantata nel tempo in cui speravo ancora nel sogno e nel lieto fine. Mi ricordava una diciottenne che andava a cavallo e si lasciava cadere sul prato verde e fresco sotto un cielo di stelle alla Collina delle Lucciole. Mi ricordava un cuore puro, un cuore che non ho più ma, mio malgrado, che vorrei avere. 
<< Lasciami andare... >>
 << No! Non voglio perderti di nuovo..io ti amo! >>
<< Allora ama di nuovo >>

Ero li, immersa fa le carte del mio ufficio a guardare la tazza fumante perfettamente allineata alla penna stilografica.
Mi rigiravo l'anello dorato sulle labbra cercando invano di concentrarmi sui nuovi impianti da costruire nella scuola pubblica.
Dopo quattro mesi e sei giorni passati dopo quell' incontro non passava altro giorno, altro momento, altro istante che io non pensassi a lui. 
Il rimorso mi tormentava mentre tutti quei se e quei ma laceravano la mia mente e ancora di più il mio cuore. 
Bussarono alla porta.
Mi ricomposi da bravo sindaco e dalla donna forte che credevo di essere << Avanti >> dissi con un inaspettato tono alto.
<< Hey mamma...sono io >> disse una voce bianca entrando dall'austera porta in legno sotto la scritta Magister.
<< Henry.. >> dissi alzandomi e andando verso di lui << che ci fai qui? >>
<< Volevo parlarti >> disse sedendosi comodamente sul divano.
<< Ti ascolto >> dissi non curandomi più neanche di fingere di concentrarmi sul lavoro e mi sedetti di fronte a lui.
<< Chi è Daniel? >> mi chiese con secca scaltrezza.
Rimasi li, immobile. Per la prima volta senza niente da dire. Forse per troppo tempo ho desiderato di parlare di lui che adesso ogni descrizione sì accavallava all'altra in maniera disordinata tale da annullarsi in un silenzio timoroso.
Stavo per chiedergli il perché di quella risposta, dove avesse sentito quel nome ma lui mi precedette, rovesciando il contenuto del suo zaino blu sul tavolo in vetro e sistemando al centro il suo libro di fiabe.
<< C'è anche lui qui dentro. Non se ne parla tanto e il suo nome è sempre accennato senza la sua storia. Il libro lascia intendere che è anche la tua di storia..è così? >>
Mi limitai ad annuire, consapevole che il mio sguardo in quel momento trasmetteva più tristezza e confusione di un cliente che mangia le lasagne di Granny.
<< All'inizio del libro l'autore ha fatto una dettagliata descrizione di lui però: capelli setosi di un castano chiaro, occhi di un verde-azzuro tenue e delle dolci braccia che accoglievano la donna dai capelli corvini e il viso da bambola. Eri tu non è così? >> disse con quel tono da saputello che aveva quando riusciva ad incastrarti.
Annuii nuovamente.
<< Lui è l'uomo che era nelle stalle? Quello con le mani insanguinate... quello per il quale soffochi le lacrime? >> 
Non riuscivo a credere che un bambino di appena undici anni mi stesse mettendo in quelle condizioni! 
<< Sei rimasto nelle stalle quel giorno?! >> dissi consapevole che  fosse la domanda più stupida che avessi potuto fare in quel momento. 
Mi guardò come avendo letto il mio pensiero.
Sospirai.
<< Pronunci il suo nome tutte le notti >> mi disse come per incitarmi a parlare.
<< Si, quell'uomo era Daniel e nel libro non se ne parla molto perché evidentemente si è ritenuto più importante lasciare spazio alle storie degli eroi... >> spiegai con un velo di tristezza nel tono
<< Ma lui non sembra cattivo >> insistette Henry
<< No, non lo era affatto. Era la persona migliore che ho mai conosciuto, ma è alle persone migliori che accadono le cose peggiori >>
<< È morto? >>
<< Già... >> mi lasciai andare
<< È stato ucciso. >> si corresse
Annuii.
<< Perché?Qual era la sua colpa?>>
<< Mi amava... >> dissi socchiudendo gli occhi sperando di poterlo ritrovare una volta riaperti. Ma così non fu. Avrei dovuto abituarmi all'illusione spezzata, ma ancora una volta ne ero rimasta delusa.
Lo guardai << Perché mi stai facendo queste domande? Perché vuoi parlarmi di questo? >>
Ricambiò il mio sguardo come se la risposta fosse ovvia << Dici di volermi bene, dici di fidarti di me e poter cambiare... >> fece una pausa << ...ma come posso io fidarmi della persona che sei e che sarai se non conosco la persona che è stata? Hai lasciato che i racconti della gente influenzassero il tuo nome anche ai miei occhi e non mi hai mai permesso di conoscerti davvero, nascondendoti solo e soltanto dietro la magia e la menzogna.. >>
Ciò del quale mi stava rimproverando era terribilmente vero. Avevo lasciato che tutto il resto mi offuscasse, perfino con lui.

Gli raccontai la storia di Daniel...e quindi la mia.

Quando finii il racconto, con mia grande sorpresa essendo riuscita a trattenere ogni lacrima, Henry mi abbracciò.
<< Meriti anche tu un lieto fine mamma >>
Guardai la parete opposta non ribattendo, convinta che la risposta avrebbe potuto ferirlo...o forse avrebbe ferito me. 
Ad ogni modo preferii stare in silenzio.
<< Pensi che lui possa essere il tuo lieto fine? >> mi guardò serio, ma ad ogni parola che proferiva rigirava, seppur involontariamente, il coltello nella piaga.
Ricambiai lo stesso sguardo serio ma esplicativo << Daniel non c'è più e per quanto nobili fossero...sono i miei sentimenti, se mai avrò un lieto fine non sarà con lui >> 
<< È se un modo ci fosse? >>
<< Nessuna magia può. E se ci fosse stata, non pensi che l'avrei usata durante questi anni? >>
<< Non la conoscevi! E non avevi la speranza! >> insistette convinto delle sue parole.
<< Credimi sei un degno nipote di tua nonna Henry >> dissi avvicinandomi alla finestra per prendere aria.
<< Il corpo di Daniel è ancora intatto nella tua cripta! Dividi il tuo cuore! Se il vostro amore era davvero così forte come dici funzionerà e un cuore basterà per entrambi! >> disse quasi esasperato << Serve solo che tu ci creda! >>

La sera Henry cenò con Emma e gli Azzurri ed io mi limitai ad un'insalata.
Quel tavolo in ciliegio era fin troppo grande solo per me.
Mi alzai non ultimando il pasto e raggiunsi la camera salendo per le scale e osservando le mie sinuose forme proiettate sul muro che stavano perdendo il loro fascino.
Mi poggiai alla finestra osservando le stelle, costantemente in grado di incantarmi. Quella sera però c'erano anche altre luci che mi affascinavano : le lucciole.
Ecco che ogni cosa me lo ricordava e una domanda mi si ripresentava cantilenante : e se funzionasse?
Chiusi gli occhi. 
Avevo solo un modo per scoprirlo.

Mi lasciai avvolgere dal solito fumo viola fino alla cripta.
Aprii la tomba in cristallo accarezzandogli dolcemente il viso.
<< Mi manchi... >> sussurrai
Lo feci come se non avessi più nulla da perdere: mi strappai il cuore dal petto respirando a fatica e lo divisi a metà perdendo quasi del tutto coscienza. 
Eppure, io sapevo esattamente cosa stava accadendo.
Mi alzai ritrovando in lui la forza, sperando.
Riposi metà del mio cuore nel suo petto e metà nel mio. 
Svenni.

Mi svegliai quando il sole già illuminava la stanza e un piacevole tepore riscaldava l'aria.
<< Te l'ho detto no? >> disse una voce conosciuta << l'amore è la magia più potente di tutte, in grado di sconfiggere qualsiasi cosa >>
<< Daniel >> chiamai il suo nome come se fosse l'unica cosa che volessi e potessi dire in quel momento.
I suoi occhi erano calmi e privi di qualsiasi sofferenza adesso.
<< Regina... >> sussurrò abbracciandomi 
<< Ti è bastato credere in noi >> 
<< Non farmi emozionare troppo >> dissi non smettendo di sorridere << Abbiamo un cuore solo adesso >>
<< Basterà >>


 
   
 
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