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Autore: truppappa    12/08/2015    7 recensioni
[AU]
Blaine Anderson, a soli 35 anni, è già un cantante sulla via del tramonto. Si trova a Tokyo per girare una pubblicità per una nota marca di whiskey. Non parla il giapponese e odia un po' tutti.
Kurt Hummel ha 25 anni ed è pieno di vita. Anche lui è a Tokyo, per motivi ben differenti, e anche lui non parla il giapponese.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Uhm...okay....Ciao?
Per farmi del male ho guardato quando ho aggiornato l'ultima volta questa storia e quando ho letto quel "24/06/2015" mi è preso male perchè...insomma, vi ho fatto aspettare veramente tantissimo per questo nuovo capitolo e mi sento in colpa.
Questi quasi due mesi sono stati abbastanza pesanti per me, a parte qualche piacevole pausa (tipo: il Giffoni, aver finalmente visto quel cucciolo di Darren Criss, aver FINALMENTE visto AmonAmarth) e non sono riuscita a scrivere molto. Tutto ciò che scrivevo lo cancellavo perchè non ero per niente soddisfatta e sinceramente non sono nemmeno troppo convinta di questo capitolo, ma hey!  è venuto fuori così quindi...niente, spero di leggere qualche vostra recensione :)

Grazie 
Ale

 




 
Sorrisi





Blaine cammina con lo sguardo rivolto verso il cielo e le mani infossate nelle tasche posteriori dei jeans, il Colosseo si erge davanti a lui e sono passati ventisette minuti da quando Kurt l'ha chiamato. 


Secondo l'orologio digitale posizionato sul taxi, sono passati esattamente ventisette minuti e quarantotto secondi da quando Kurt ha chiamato Blaine.
Il castano picchietta nervosamente i piedi sul tappetino dell'auto e «Manca ancora tanto?» chiede all'autista, che lo guarda dallo specchietto e «Non vedi che siamo bloccati nel traffico di Roma?» risponde in un inglese maccheronico.
Kurt rotea gli occhi e incrocia le braccia al petto.
Sta anche per mettersi a sbuffare, ma improvvisamente il suo cellulare comincia a squillare.
«Blaine!» esclama rispondendo al telefono senza guardare nemmeno chi è il mittente.
«Kurt» sussurra il moro «è passata mezz'ora e io...beh, io sono qui davanti al Colosseo e faccio finta di guardare il tramonto»
«Perchè stai facendo finta? Il cielo è bellissimo, ha delle striature rosa fantastiche» dice Kurt guardando fuori dal finestrino.
«Sinceramente non mi importa molto del tramonto...preferirei guardare te, ad essere sincero»
«Blaine...lo sai che-» comincia a dire Kurt, ma «Aspetta...come fai a sapere che il cielo è rosa qui a Roma?» lo interrompe il riccio.
«Cosa? No...cioè...guarda che non so come sia il cielo lì...ho solo descritto un tipico tramonto» mente Kurt.
«Oh...» mormora Blaine e il suo tono di voce giunge deluso all'orecchio di Kurt.
«Sai, per un momento ho pensato che...no vabbè, lascia perdere. Sono un idiota» continua poi il moro concludendo il tutto con una piccola risata amara.
«Cosa?» chiede Kurt, anche se ha capito perfettamente ciò che voleva dire Blaine.
Il riccio rimane in silenzio per qualche istante e Kurt riesce a sentire il suo respiro irregolare attraverso il telefono.
«Pensavo mi avessi seguito a Roma, ecco...» sussurra poco dopo Blaine con voce tremante.
«Blaine?» lo chiama allora il castano «Non stai piangendo, vero?»
«No» sussurra il moro, ma Kurt riesce a sentire un piccolo singhiozzo dall'altro capo del telefono.
«E...tu? Quando partirai con Sebastian?» continua poi il riccio.
«Siamo quasi arrivati!» esclama a quel punto il tassista a gran voce, sempre con quell'accento che fa rabbrividire Kurt.
«Sei...sei già con lui?» chiede allora Blaine dopo aver sentito una voce esterna. Una morsa gli stringe dolorosamente il petto.
Kurt nel frattempo guarda con occhi sgranati il Colosseo dai finestrini dell'auto e apre la bocca come un pesce in cerca d'ossigeno.
«Oddio» sussurra, estasiato dall'imponenza del monumento.
«Ehm...è un "Oddio si, sono con Sebastian" o un "Oddio no, non sono con Sebastian"?» chiede Blaine, riportando Kurt alla realtà.
«No!» esclama Kurt allora «Cioè...non sono con lui»
«E chi era quello che ha parlato prima?» domanda con curiosità Blaine.
«Il tassista che mi sta accompagnando all'aeroporto» risponde immediatamente Kurt e proprio in quel momento il taxi si ferma.
Kurt ringrazia velocemente il tassista e lo paga, poi riporta la sua concentrazione alla chiamata con Blaine.
Il Colosseo è enorme ed è pieno di gente davanti...non sarà facile trovare Blaine, pensa il castano mentre si mordicchia il labbro inferiore.
«E quindi...sono in aeroporto» dice mentre guarda a destra e a sinistra alla ricerca di una zazzera di capelli scuri e ricci.
«E io sono davanti al Colosseo» ribatte Blaine.
«Descrivimi tutto ciò che vedi» tenta allora il più giovane.

«Vedo una strada trafficata e tanti motorini. Vedo un ragazzo con una camicia gialla che sta abbracciando una ragazza con i capelli blu»
Blaine arriccia il naso e sospira al telefono e fa un passo in avanti.
«Vedo questo edificio imponente, che mi fa sentire così piccolo...e poi sono circondato da persone, persone che arrivano da tutto il mondo. In questo momento di fianco a me c'è una comitiva di giapponesi» ridacchia Blaine «e sto pensando a quando eravamo a Tokyo»
«A cosa pensi esattamente?» chiede in un soffio Kurt.
«Penso a quando dicevi che i giapponesi hanno il pene piccolo» risponde Blaine sorridendo e la risata di Kurt giunge cristallina alle orecchie di Blaine, quasi come se non ci fosse un cellulare a separarli.
«Forse avevi ragione comunque» aggiunge poi «perchè questi giapponesi non mi sembrano molto dotati...e poi uno di loro ha questi pantaloncini rosso fuoco che-»
«Che gli stringono il culo in una maniera orribile» conclude Kurt.
Blaine aggrotta le sopracciglia e «Kurt?» lo richiama.
«Blaine» dice il castano e proprio in quel momento una mano si appoggia sulla spalla di Blaine, che si volta e quasi urla quando si trova davanti proprio Kurt.
Kurt che lo sta guardando con quei suoi occhi che lo faranno impazzire per tutta la vita probabilmente.
«Dimmi che non sei un'allucinazione» bisbiglia Blaine accarezzando una guancia di Kurt, che sorride e scuote la testa.
L'attimo dopo le loro labbra sono premute assieme in un bacio veloce e disordinato.
«Mi dispiace» mormora Kurt quando Blaine si allontana leggermente per riprendere fiato.
«Sei qui, l'importante è questo» sussurra il riccio prima di riappropriarsi delle labbra di Kurt.


Kurt appoggia il mento sul petto nudo di Blaine e accarezza la sua leggera peluria con la punta delle dita.
«Stavo pensando che è strano» dice poi di punto in bianco.
Blaine alza leggermente la testa dal cuscino per poter guardare negli occhi Kurt e «Cosa?» chiede.
«Che siamo qui. Insieme...nella stessa camera d'albergo...e...forse è una cosa stupida, ma stavo pensando che non potrò aspettarti nel cuore della notte fuori dal corridoio perchè...si, insomma...siamo già insieme» risponde Kurt in un sussurro.
«Non è una cosa stupida» lo rassicura Blaine passando una mano sui suoi capelli lisci. Kurt socchiude gli occhi beandosi di quel contatto.
«Sono così felice. Dannatamente felice» dice allora Kurt.
«Anche io, Kurt, anche io. E adesso raccontami un po' perchè hai cambiato idea e soprattutto come hai fatto con Sebastian»
«Ehm...ecco...io...» balbetta Kurt.
«Kurt, ti prego, dimmi che non sei scappato da Torino senza avvertire Sebastian»
«Io...uhm...diciamo che...è stata una cosa improvvisa, una decisione dell'ultimo momento e...»
«E?»
«E...no, non l'ho avvertito...non io perlomeno»
«Non tu? E chi altro?»
«N-nick» sussurra Kurt affondando la testa nel petto di Blaine e vergognandosi come un ladro.
«Scusa» mormora poi «in quel momento Sebastian era l'ultimo dei miei pensieri»
Blaine, a questa piccola confessione, non può far altro se non gioire internamente.
«Immagino che sia la volta buona che mi licenzi» dice poi con un piccolo sorriso.
«Blaine» dice con tono serio il castano alzando la testa «credo che a breve vivremo sotto i ponti. Io girerò con i capelli lunghi e sporchi e tu avrai una barba piena di pulci e ti darai all'alcool e poi-»
Il riccio zittisce Kurt spingendolo con la schiena sul materasso e baciandolo.
Il più piccolo ride nel bacio e «Tu non ne hai idea, vero?» chiede Blaine, senza fiato, quando i loro denti si scontrano.
«Non ho idea di cosa?» chiede confuso Kurt stringendo i ricci del moro tra le mani.
«Di come mi fai sentire...mi fai sentire così vivo e...il mio cuore non ha mai battuto così forte in vita mia» sussurra il moro, il suo fiato caldo che si infrange sulle labbra socchiuse di Kurt.
«Credo di saperlo, sai?» risponde il più piccolo prendendo una mano di Blaine e poggiandosela sul petto, proprio all'altezza del cuore.
Blaine riesce a sentire i battiti impazziti del cuore di Kurt e chiude gli occhi, assaporando quel momento di felicità.


«Insomma...dovrei ringraziare per tutta la vita Jeff e Nick, mh?» domanda Blaine dopo che Kurt finisce di raccontargli dettagliatamente tutto ciò che è successo a Torino subito dopo la sua partenza.
Kurt, seduto a cavalcioni sul grembo del più grande, si abbassa e gli bacia la mascella.
«Dovremmo ringraziarli per tutta la vita» lo corregge poi mentre Blaine chiude gli occhi godendosi i tocchi leggeri delle labbra di Kurt sulla sua pelle.
Una melodia comincia a farsi spazio nella sua testa riccia quando la bocca del castano si posa delicatamente sulle sue labbra.
Una melodia lenta e dolce come le labbra che si muovono su di lui.



Sebastian si porta una mano al petto mentre cerca di respirare normalmente.
«Tutto bene, signore?» chiede gentilmente una hostess notando la sua fronte sudata e i suoi occhi serrati.
Il ragazzo si aggrappa con la mano libera al bracciolo e «Ho bisogno d'aria» sussurra a denti stretti.
«Ma siamo appena decollati, signore» gli fa presente la ragazza guardandola accigliata.
«E io ho bisogno d'aria» ripete Sebastian cercando di scandire per bene le parole.
«Ma-»
«Ma un cazzo» sbotta Sebastian.
«Si calmi, signore. Non c'è alcun bisogno di essere così sgarbati» interviene una voce maschile all'improvviso.
Sebastian guarda dall'alto al basso lo sconosciuto con un'occhiata veloce e «Non pensavo esistessero hostess maschi» dice.
Il ragazzo alza un sopracciglio, incrocia le braccia al petto e «E io non pensavo esistessero persone così maleducate» ribatte prima di girare le spalle a Sebastian e allontanarsi.
«Coglione» borbotta il castano, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'hostess ancora al suo fianco.


«Blaine?» risponde Wes acciuffando il cellulare che stava sul comodino di fianco al letto.
«Wes?» bisbiglia Blaine.
Wes accende l'abat-jour, strizza gli occhi quando legge l'ora segnata sulla sveglia digitale e «Blaine? Perchè mi stai chiamando alle due di notte?» chiede mentre cerca di soffocare uno sbadiglio con la mano.
«Wes, tu sei il mio manager, ma sei anche il mio migliore amico, giusto?» gli domanda il riccio.
«Certo» risponde prontamente lui.
«Allora...ti farò una domanda e tu dovrai rispondere come se tu fossi solo il mio manager, okay?» sussurra Blaine.
«Perchè stai parlando a voce così bassa?» gli chiede allora Wes.
«Perchè sono chiuso nel bagno e cerco di non svegliare Kurt»
«Kurt?!» esclama confuso Wes spalancando gli occhi «Quel Kurt?»
«Quel Kurt, proprio quel Kurt» conferma Blaine e Wes se lo immagina mentre sorride da solo chiuso nelle quattro mura del bagno.
«Ma non doveva tornare in America con Sebastian?»
«Teoricamente...»
«Vabbè...ho capito, mi racconterai tutto poi. Fammi questa domanda, dai, che poi me ne torno a dormire»
«Okay...ehm» si schiarisce la voce Blaine «Kurt si è addormentato un'oretta fa e io...io semplicemente mi sono messo a scrivere una canzone-»
«Questa è una cosa positiva, Blaine» lo interrompe Wes.
«Si, ma non è questo il punto...»
«E quale sarebbe il punto?»
«Il punto è: voglio fare un nuovo cd, voglio lavorarci per bene...non voglio fare una porcata. Ma...ho firmato un contratto con l'azienda Smythe per girare un tot. di pubblicità, giusto?»
«Giusto»
«Si potrebbe annullare questo contratto in qualche modo? Non sono sicuro di voler continuare a fare questa cosa...voglio solo pensare alla mia musica. E adesso tu devi dirmi cosa ne pensi, come manager» dice Blaine.
«Io...» mormora Wes, leggermente spiazzato perchè proprio non si aspettava una domanda del genere.
«Wes...dimmi qualcosa, qualsiasi cosa» lo prega Blaine.
«Penso che...queste pubblicità ti portano un sacco di soldi, Blaine» risponde sinceramente allora.
«Lo so...altro da aggiungere?» soffia Blaine.
«Non direi...»
«E...cosa ne pensa invece Wes, il mio migliore amico?» chiede allora il riccio.
«Lo vuoi fare per Kurt? Vuoi lasciar perdere la pubblicità per allontanarlo da Sebastian?»
«No...sinceramente sono abbastanza sicuro di fare un favore a Sebastian licenziandomi. Penso che mi odi parecchio in questo momento»
«Quindi lo fai per allontanare te stesso dall'ira di Sebastian?» chiede ridendo Wes.
«No» ridacchia Blaine «lo faccio solo per me stesso. Perchè non voglio continuare a fare una cosa che non mi piace. Perchè mi sembra di aver ritrovato la mia passione. Perchè sono certo di poter fare un buon lavoro questa volta. Perchè era da anni che non ero più così ispirato. Perchè mi sono innamorato così tanto che non riesco a pensare a nient'altro che non sia Kurt e la musica che lui mi ispira»
Rimangono entrambi in silenzio dopo questa confessione di Blaine.
Blaine perchè aspetta un cenno da parte del suo amico, Wes perchè è a corto di parole.
«Hai veramente perso la testa per Kurt, vero?» gli chiede dopo qualche minuto.
«Si» soffia il riccio.
«E allora, dato che sono anche il tuo migliore amico, ti dico una cosa: segui il tuo cuore, fai quello che vuoi, ma...stai attento, ti prego. Kurt è giovane, molto più giovane di te...magari non vuole le stesse cose che vuoi tu»
«Lo so...»
«Okay...allora...devo chiamare Smythe e dirgli di sciogliere il contratto?»
«Si»
«Sei sicuro?»
«Sicuro»
«Okay. Sappi che non sarà così semplice. Buonanotte, Blaine»
«Lo so. Buonanotte, Wes. Grazie»
Wes chiude la chiamata e riappoggia il cellulare sul comodino.
"Domani sarà una lunga giornata" pensa mentre si gira su un fianco e cerca di riaddormentarsi.


Kurt sente una leggera pressione sulla sua schiena e nasconde la testa sotto al cuscino, mugolando qualche parola senza senso.
«Kurt» sussurra la voce calda e roca di Blaine al suo orecchio.
«Mmpfh» borbotta il ragazzo mentre Blaine comincia a lasciargli piccoli baci umidi sul retro del collo e sulle spalle.
«Kurt?» lo chiama ancora il riccio cercando di alzare il cuscino da sopra la sua testa.
«Blaine...» mormora il ragazzo, che sorride sulla sua pelle.
«Ti va di esplorare la città?» chiede Blaine a quel punto.
Kurt alza le palpebre con una certa fatica e tira fuori la testa da sotto il cuscino.
«Adesso?» chiede mentre si gira per poter guardare Blaine negli occhi.
«Adesso» conferma il più grande e Kurt pensa che gli occhi di Blaine splendono così tanto che potrebbero fare invidia al sole.


«Lo sai che sono solo le quattro del mattino, vero?» chiede Kurt dopo aver sbadigliato sonoramente senza nemmeno coprirsi la bocca con la mano.
Blaine stringe la presa sul fianco dell'altro ragazzo e «Certo!» trilla allegro.
«E...dove stiamo andando esattamente?»
«Non lo so?» offre come risposta Blaine «Mi era sembrato di capire che ti sarebbe piaciuto continuare con le nostre passeggiate notturne...ma forse ho frainteso tutto»
«No! No!» si affretta a dire Kurt fermandosi in mezzo alla strada «Amo questa nostra...uhm...tradizione?»
«Io amo tutto con te» sussurra Blaine prima di accarezzargli una guancia con la punta delle dita.
Il più giovane, sentendo le parole di Blaine, sorride. Sorride con uno di quei sorrisi piccoli e imbarazzati, dove i denti non si vedono, ma che fanno impazzire il moro.


Sebastian ha capito una cosa: non deve chiudere gli occhi per nessuna ragione al mondo.
Perchè? Semplice, perchè se chiude gli occhi, riaffiorano solo immagini di lui e Kurt.
«Quanto sono idiota» sussurra tra sè e sè, muovendosi a disagio sulla poltroncina e guardando fuori dal finestrino.
Dopo una manciata di minuti, stanco di guardare il cielo blu e le spesse nuvole, tira fuori il cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni.
Si guarda intorno per controllare che nessuno lo stia guardando, e accende il telefono.
Si morde con forza il labbro inferiore mentre digita nervosamente un nuovo messaggio.

A: Kurt 
Kurt, sei un pezzo di merda. Vaffanculo. Hai voluto rovinarmi la vita? Bene, adesso io rovinerò la tua. 


Sebastian guarda il tasto d'invio, ma alla fine non lo preme e cancella tutto.

A: Kurt
Kurt, perchè mi hai fatto questo? Io ti amo. Ti amo ancora e ti amerò per sempre. Torna da me, ti prego.


«Patetico» borbotta cancellando anche questo messaggio «sei davvero patetico»
«Non è consentito l'uso del cellulare in volo» dice con tono duro lo stesso hostess di prima, comparendo all'improvviso al fianco di Sebastian.
«Ancora tu?» chiede acidamente Sebastian mentre continua a tenere in mano il cellulare e pensa a cosa scrivere in un nuovo messaggio.

A: Kurt
Kurt, sto tornando in America, a casa. A casa nostra. Non è ancora troppo tardi per-


«Ho detto che non è consentito l'uso del cellulare!» esclama indignato l'hostess afferrando il telefono dalle mani di Sebastian.
«Hey!» si lamenta il ragazzo cercando di riprendersi ciò che gli appartiene «Ridammi il mio cellulare!»
«No» lo liquida l'altro ragazzo allontanandosi. Il petto di Sebastian si gonfia, carico di odio, e si alza dal suo posto inseguendo l'hostess.
«Idiota!» urla facendo girare tutti i passeggeri che lo guardano con sguardi a dir poco confusi.
Si girano tutti si, tranne il diretto interessato, che continua ad andare avanti senza fermarsi.
«Idiota, parlo con te!» urla ancora Sebastian «Non siamo mica a scuola dove i professori sequestrano i cellulari ai loro alunni! Tu non puoi! Ridammi il mio telefono!»
«No!» gracchia l'altro ragazzo fermandosi e affrontando Sebastian, che lo raggiunge con gli occhi leggermente iniettati di sangue.
«No? Sei uno psicopatico! Dov'è un superiore, qui? Io ti denuncio! Io ti faccio perdere il lavoro!» gesticola Sebastian avvicinandosi pericolosamente.
L'hostess rimane immobile, il pomo d'adamo è l'unica cosa che si muove in lui.
«E adesso ridammi il cellulare» sussurra Sebastian a due centimetri dalle sue labbra.
Il ragazzo, senza fiatare, glielo ridà e Sebastian lo guarda un'ultima volta con uno sguardo d'odio, poi torna a sedersi.


«Thad, stai bene?»
Thad alza lo sguardo notando la sua collega che lo guarda con una smorfia preoccupata dipinta sul suo volto.
«S-si» sussurra distogliendo lo sguardo.
«Hai fatto solo il tuo lavoro» continua la ragazza sedendosi di fianco a lui «lo sanno tutti che non si possono usare i cellulari in volo»
«Si, ma forse avrei semplicemente dovuto ripeterglielo una terza volta e non sequestrargli il suo maledetto telefonino...» borbotta il ragazzo.
«Thad, quello lì è un pazzo, okay? Non farti troppe paranoie come fai di solito...» conclude la ragazza dandogli una pacca su un ginocchio prima di lasciarlo nuovamente solo.


«Blaine?»
«Mh?»
«Ti suda la mano» ridacchia Kurt stringendo un po' più forte la mano del riccio nella sua.
Blaine arrossisce sotto la luce artificiale dei lampioni e «Scusa» sussurra «è che sono emozionato a dir la verità»
«Emozionato? Perchè ci siamo persi o...» chiede il più giovane guardando le strade deserte intorno a loro.
«No, perchè ho deciso di smetterla con le pubblicità di Sebastian» dice Blaine.
«Stai scherzando?» domanda Kurt mentre Blaine smette di camminare e si posiziona di fronte a lui.
«No, non sto scherzando» dice il riccio poggiando le mani sulle spalle di Kurt.
«Ma-»
«Vuoi venire a vivere sotto ai ponti con me?» chiede Blaine interrompendo il castano e guardandolo con occhi divertiti.
«Sei un cretino» lo riprende Kurt prima di scoppiare a ridere.
Il moro sorride e «E tu sei il cretino che verrà a vivere sotto i ponti con me» gli dice.
«E comunque ho pensato di ricominciare a suonare seriamente» aggiunge poi.
Kurt si sporge e fa incontrare brevemente le loro labbra.
«Perchè lo fai?» chiede il castano subito dopo essersi allontanato con la bocca.
«Perchè voglio farlo» risponde sinceramente il riccio.
«Non lo stai facendo per me, vero?»
«No, lo sto facendo perchè voglio tornare a fare quello che amo fare e...devo ringraziare solo te se ho ritrovato la cosiddetta ispirazione»
Kurt non aggiunge niente, si limita a guardare Blaine con uno sguardo che il riccio non riesce a decifrare.
«Tutto bene?» chiede allora Blaine.
«Sei felice, Blaine?» chiede a sua volta Kurt con un tono di voce serio e basso.
«Credo di non essere mai stato così felice in vita mia, nemmeno quando ho suonato per la prima volta in uno stadio» sussurra Blaine, che rimane piacevolmente travolto dalla lingua di Kurt che entra prepotentemente nella sua bocca.
«Mai stato più felice» ansima poi in mezzo al bacio cercando aria.
E Blaine potrebbe aver cominciato ad amare i denti di Kurt.
Potrebbe aver cominciato ad amarli soprattutto quando li sente scontrarsi contro i suoi quando sorridono entrambi mentre si baciano.
Potrebbe amarli davvero tanto questi denti. E questi baci. E Kurt.


Sebastian legge il giornale, o meglio, finge di leggere il giornale mentre lancia qualche occhiata all'hostess che adesso sembra essersi trasformato in un morto vivente mentre serve bibite agli altri passeggeri.
Dio, Sebastian vorrebbe tirarsi uno schiaffo da solo perchè si sente veramente un idiota. Ha urlato come uno psicopatico contro un ragazzo che in realtà non aveva fatto niente di male, se non il suo lavoro.
"Tutta colpa di Kurt" pensa amaramente.
«Gradisce qualcosa da bere?» gli chiede proprio in quel momento l'hostess, interrompendo i suoi pensieri.
Sebastian storce il naso mentre guarda quel caffè che sembra una poltiglia acquosa e «No, grazie» risponde.
«Da mangiare?» chiede ancora l'hostess.
«Vorrei...» comincia a dire Sebastian guardandolo negli occhi «Vorrei sapere il tuo nome»
«P-perchè? Per lamentarsi d-del mio lavoro?» chiede immediatamente il ragazzo balbettando e sbiancando in faccia.
 «No, voglio solo sapere il tuo nome per scusarmi» ammette Sebastian.
«Cos-»
«Sono stato davvero maleducato e io di solito non sono così, davvero...solo che...mi hai preso in un momento un po' particolare della mia vita e-»
«Thad» lo interrompe il ragazzo con un accenno di sorriso sulle labbra.
«Thad» ripete piano Sebastian pensando che il sorriso di Thad è veramente tenero.




 












  
  
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