Red light, green light
 
Ciao, piccolo. Ehi, svegliati! Ora puoi smetterla di fingere di dormire, i tuoi genitori sono già usciti da un bel pezzo. Vanno al cinema e ti lasciano qui da solo, che bravi mamma e papà, sei proprio fortunato... ma non avere paura, ci sono qui io a pensare a te. Io non ti lascerò mai, piccolo.
 
Ti alzi dal letto e vai nel soggiorno. Scusami, io sarei qui! Perchè mi sorpassi senza nemmeno guardarmi? Eh? Ah, ho capito... guardare la tv fino a tardi è meglio che giocare con il tuo amico? Il tuo tenero e soffice amico di peluche? E mi lasci qui da solo?
Non hai idea di quante notti abbia passato su questa sedia, accasciato immobile, aspettando che tu dormissi per guardarti. Sei così innocente... sei così dolce, sai? E quando mi ignori mi piaci ancora di più... vuoi fare il duro, eh. Il ragazzo grande che non ha più bisogno dei peluche? Oh, ma io ho ancora bisogno di te. Non credere di essere il re in questa casa solo perché i tuoi genitori non ci sono. Di notte comando io. Scendo dalla sedia con un saltello e mi dirigo verso il salotto.
 
Hai acceso la televisione. Guardi i cartoni. Bah, sarò di parte, ma i peluche veri sono meglio, o no? E io, in particolare? Dopo tutte le notti in cui mi hai stretto a te non hai mai pensato che potevo avere dei sentimenti anche io? Ovvio che no.
Ma ti scuso, dopotutto siamo amici. Anzi, per dimostrati che non provo alcun rancore nei tuoi confronti, ti invito a giocare. Ti va? Non rispondi. Bene, chi tace acconsente. Giochiamo!
Non so tu, ma io adoro giocare a “Un, due, tre, stella”. Mh? Che ne pensi? Nessuna risposta ancora.
Sei sempre stato un bambino timido, perciò lo prenderò come un sì. Inizia a contare tu, io sto arrivando.
 
Con la luce spenta è così facile! Sei distratto? Farai meglio a tirare fuori un po’ di grinta, perché non mi piace vincere facilmente, piccolo.
Mi avvicino a te a piccoli passettini. Un passo falso, un piccolo rumore. Sobbalzi e ti volti verso di me. oh, si inizia a fare sul serio ora... ma ti avviso, io non perdo mai.
Prendi una torcia e la punti nella mia direzione. Non mi vedi? No, non mi vedi, sono ancora nell’ombra, quel cerchietto di luce non mi ha ancora sfiorato. E non lo fa. Torni a guardare i cartoni.
Eh no, stiamo giocando, non osare ignorarmi, ragazzino. Continui a fissare quello schermo, come se io non ci fossi nemmeno. Cambio di programma, piccolo, troppa tv potrebbe farti male... sai?
Cammino ancora verso di te.
Stavolta sei più preparato, ti volti di scatto dopo un paio di secondi. Accendi la torcia e me la punti contro.
Urli. Ehi, sono io! Plushtrap, il tuo pupazzetto preferito! Di che hai paura? È solo un gioco!
Non spegni la torcia. Prima o poi si scaricherà se fai così e sarebbe un peccato non poter giocare più insieme... spegnila, non puoi tenerla accesa così a lungo, stai imbrogliando. E a me non piacciono gli imbroglioni, ragazzo.
Finalmente la spegni.
Ci sono quasi. Pochi passi e sarò da te. Allungo una mano verso di te e non riesco a trattenere un sorriso soddisfatto. Ho quasi vinto. Ti ho detto che non perdo mai.
Poi, all’ultimo secondo, quella luce accecante dritta negli occhi. Che male, abbassala subito! E piantala di urlare! Stavo solo giocando!
Però aspetta... mi hai trovato... quindi... hai vinto tu...
Accidenti, stavolta mi è andata male. Peccato, ma sarà per la prossima notte. Domani i tuoi genitori escono a cena, giusto? Che bello! Finalmente staremo di nuovo insieme. E staccherò i fili della tv. Niente più distrazioni: voglio giocare con te tutta la notte. Vedrai, sarà divertente.
Perché adesso stai tremando?
Mi rimetto seduto sul pavimento nella mia solita posizione. Dai riportami in camera, per oggi abbiamo giocato abbastanza, sono stanco.
Ora mi riposo, così domani non mi batterai.
 
Buona notte, piccolo. Spero ti sia divertito con il Plushtrap.
 
N/A: Ciao a tutti, mi chiamo Cuddly e questa è la mia prima storia. Con questa festeggio l’entrata nella lista dei personaggi il caro Plushtrap. Spero che vi sia piaciuta.
 
A presto!