Creak.
Il suono cola viscido lungo le pareti, sporcando di umido il silenzio immacolato; rimbalza come una pallina sulle mura della stanza, perdendosi nel corridoio e verso l'ingresso.
Come olio, viscido olio per motori, gli eco dei suoi passi schizzano disgustosi sulle pareti e tornano indietro, unendosi a quello che ancora cade sul pavimento, lasciandosi alle spalle una pozza di stridii sempre più insopportabile. C'è troppo silenzio qui. Passi, altri passi. Qualcuno sta correndo, ancora eco, pianti e grida. Vengono inghiottiti da un silenzio complice. Non c'è nessuno che possa urlare con lui, o sentire i suoi richiami. C'è troppo sangue qui. Cola lungo le pareti, schizza intorno alle scarpe, posandosi sui bei disegni attaccati sui muri; sporca i colori tenui dei pastelli ed il candore dei fogli, si è posato anche sulle lentiggini di Jimmy e si confonde per qualche attimo prima di scendere. Ha paura. Striscia malamente le gambe paralizzate dal terrore, è caduto in un'esplosione di cremisi e rumore, tingendo la camicia azzurra di un brutto colore che non andrà più via.
È qui.
È dietro di lui.
Sorride.

Foxy rotea lentamente il collo, dondolando la testa.
Non è andata così, ma è l'unico modo in cui riesce a immaginare la scena; non conosce altro modo di ricordare. Jimmy dorme beato, nascosto nel suo petto. È ora che i bambini vadano a letto.

La telecamera posta fuori dal Covo del pirata ha un guizzo metallico prima di iniziare a spostarsi.
Creak.