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Autore: _Ayucchan    13/08/2015    0 recensioni
La piccola Dahila è nata e cresciuta Londra, o almeno così si presuppone visto che su suoi documenti di nascita, il luogo di provenienza era stato lasciato in bianco. Aspettò per molto tempo in quella culla, collocata in uno dei molti orfanotrofi di Londra, attendendo la persona giusta. Quella persona si chiamava Joh, e non avrebbe tardato ad arrivare.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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In un epoca abbastanza lontana da oggi, nel mondo si espandeva un clima di pace. Ovviamente non sarebbe durato per molto tempo, tranne per un isola sconfinata dal mondo. Era talmente piccola che non riuscivi a scorgerla dalla cartina geografica, ma se la trovavi era più grande di quanto ci si aspettasse. Il nome di quest'isola era Eirene, che in greco significa Pace. L'isola era caratterizzata da enormi valli che si espandevano ovunque, i laghi erano pochi e si incentravano nella parte nord dell'isola. I mari che la circondavano erano cristallini, se ti sporgevi infatti potevi vedere il tuo riflesso. La cosa più bella che l'isola offriva erano le sue terre fertili come poche, si poteva coltivare di tutto e di più; la cosa più buona per il popolo locale era la vastissima quantità diversa di frutta, e secondo alcune indagini, l'albero del melo veniva considerato sacro . Il popolo è sempre stato diviso in tre tribù dal principio : Gli Ahma, I Tornhu e infine i Leaca. Queste erano le tre tribù principali che gestivano e amministravano l'isola; non erano in lotta tra di loro anzi se una tribù aveva bisogno, l'altra era disposta ad aiutare. Ovviamente nacquero tribù più piccole, una di queste era la tribù dei Drakon; all'inizio nessuno fece caso a loro in quanto era una tribù come gli altri. Il loro albero genealogico però, iniziò a crescere e non fu l'unica cosa in quella tribù, il desiderio di lasciare la loro terra era all'inizio molto fievole ma pian piano le cose cambiarono e il desiderio aumentò. Le tre tribù principali, non ostante il terreno producesse cibo per tutti,volevano il raccolto solo per loro. Così molte tribù pativano la fame; questo perché si era insediato un pensiero diverso, quello di pensare a se stessi invece che agli altri. Così in un giorno come gli altri Joh, un membro dei Drakon, decise di protestare. Joh era un uomo sulla ventina, era abbastanza alto; aveva i capelli neri come un corvo erano molto ricci , e gli arrivano fino al collo. Aveva preso i capelli dalla madre, mentre gli occhi erano di un verde corallo come le sponde del mare che circondavano l'isola. Aveva folte sopracciglia, un naso un po' schiacciato, le labbra carnose color rosato e la sua carnagione era leggermente abbronzata. Quel giorno vestiva con la solita tunica grigiastra che gli arrivava fino al tallone, simbolo della sua tribù. Aveva visitato come di solito le stradine vicino alla sua capanna, per osservare com'era la situazione in giro. Come al solito c'erano vecchiette che erano sul punto di morire , bambini che pativano la fame e quel che potevano fare era piangere. Oggi sarebbe stato il giorno, se l'era ripromesso Joh, doveva fare qualcosa; la situazione del popolo gli stava a cuore, così prese coraggio e iniziò ad incamminarsi verso la casa degli Ahma. Il palazzo si estendeva fino al cielo, i colori di quell'edificio erano dei più vivaci e andavano dall'ora al verde smeraldo; appena arrivato li Joh fece un lungo respiro, bussò e ci vollero almeno cinque minuti prima che qualcuno si degnasse ad aprire. L'uomo che aprì era ridotto veramente male, ovunque volgevi lo sguardo potevi intravedere solo ematomi, poi con una voce molto flebile chiese a Joh cosa volesse dal palazzo e lui gli rispose che sarebbe tutto finito. Entrò senza invito, chiese al servo dove fosse il suo capo e lui controvoglia gli mostrò la strada. Salì tre scalinate, poi camminò dritto per il corridoio che sembrava essere infinito. C'erano diverse porte, ma una era più grande di tutte, quindi decise di bussare e aspetto che qualcuno rispondesse.
"Avanti"
Joh, aprì la porta che scricchiolò senza temere avanzò; vide un uomo grasso, con capelli ricci più dei suoi era intento a mangiare le sue unghie. Poi disse che non si aspettava di ricevere simili visite da un paesano comune come gli altri. Joh cercava di mantenere la calma totale, infondo arrabbiarsi con persone del genere non portava a niente e lui lo sapeva meglio di chiunque altro.
" Sono qui per dirti le cose come stanno fuori dal tuo palazzo. Molti abitanti stanno morendo poichè tu fai l'egoista. Ti rendi conto che abbiamo cibo in quantità, ma tu sei talmente grasso che mangi per cento persone?."
Joh disgustato osservava quella figura gradassa: si rivoltava nel letto matrimoniale, mentre continuava a mangiare come un porco, fregandosene delle parole che aveva appena sentito. Poi si girò, analizzò il ragazzo dall'alto in basso fece verso che somigliava ad un mugulio aspettò due minuti poi disse:
"Tu ragazzo non mi piaci, potresti scatenare una rivolta. Il popolo per quanto mi riguarda sta benissimo, non si è mai lamentato. Solo perchè uno di loro viene qui al palazzo, senza neanche un invito formale , dovrei credere a questa cazzata. Ora te ne andrai con uno dei miei schiavi non mi interessa dove andrai, ma lo farai o ti decapiterò prima che tu dica qualcosa."
 Joh non ebbe il tempo di controbbattere, ma avrebbe tanto voluto spaccare la grassa testa che aveva dinanzi. Fu scortato da uno schiavo, trascinato come se fosse stato un sacco di patate verso il porto. Poi li, fu costretto a salire sulla scialuppa e ad andarsene, non poteva neanche salutare la sua famiglia. Ma non sarebbe stato un addio, Joh portava sempre una mappa con se, avrebbe tracciato la strada. Sarebbe ritornato più vendicativo che mai, avrebbe sciolto le tre tribù e avrebbe fatto si che la pace regnasse di nuovo. Fu un lungo viaggio quello che dovette affrontare Joh, il mare all'inizio era abbastanza calmo, quindi era facile riuscire a dirigere la scialuppa; poi iniziarono le turbolenze e Joh addormentandosi, lasciò al destino la sua meta. Quando si sveglio era arrivato in un porto, così decise di fermarsi in quella città. Camminando in giro, notò che la lingua parlata era totalmente incopresibile per lui, quidi decise di girare per le strade ed osservare la situazione circostante. In pochi miuti aveva scoperto l'esistenza di cose che non avrebbe mai immaginato, vide per la prima volta le macchine, i semafori, le luci abbaglianti della città, gli abiti strani che la gente locale indossavano. Joh non aveva una casa, non sapeva parlare la lingua, così decise che per quella notte sarebbe dovuto stare sotto ad un ponte. Si stese su un cartone che aveva trovato, sava morendo di freddo, ma cercò di non pensarci e di addormentarsi di nuovo. Il giorno successivo, con le nuvole in cielo, Joh decise di visitare ancora una volta quella città, senza pensarci attrversò la prima strada che gli capitò davanti; rischiò di essere investito, ma per fortuna la macchina si fermò in tempo. Il conducente chiese se si era fatto male, ma Joh non capendo decise di andarsene senza dire niente. Così visitò alcuni edifici senza nessun motivo, poi visitò qualche museo, e infine decise che doveva ritornare dove aveva alloggiato la scorsa notte. Mentre camminava alla ricerca di quel posto, notò che si era perso, quindi era costretto a cercarsi un nuovo riparo. Infondo la città era abbastanza grande, sarebbe riuscito a trovare qualcosa al caso suo. Mentre ricercava notò una spece di baracca con il nome di "Anglea", Joh conosceva quella lingua era la sua madrelingua. Entrò nel posto, notò che era abbastanza angusto; negli angoli c'erano molte ragnatele e per terra la polvere era molto visibile, i tavoli erano sistemati in modo confusionario e le sedie non erano molto invitanti. Davanti a lui c'era un bancone sistemato orizzontalmente con diversi sgabelli, decise di sedersi sul secondo, poi aspetto che qualcuno si facesse vivo. Un uomo uscì dalla porta che si trovava a destra del locale; era alto all'incirca 1.80, aveva i capelli color grigio ormai consumati dall'età, occhi schietti e indagatori color nocciola, il suo volto era consumato dalle rughe. L'uomo riempi un bicchiere di birra, lo appoggiò sul bancone poi, fece il giro fino ad andarsi a sedere vicino Joh ; lo analizzò ancora una volta da vicino poi con sicurezza disse:
"Tu non sei di queste parti, vero?" 
" Tu parli la mia lingua, lo avevo immaginato visto il nome del locale."
" Vieni da Eirene, sei sicuramente di li, stanno scappando in molti visto la situazione corrente. Io sono scappato ho trovato riparo qui in Inghilterra. La lingua che non comprendi è l'inglese. Io conosco quella lingua perchè fin da piccolo ero affascinato da queste terre. Ora vivo qui a Londra, se vuoi, posso insegnarti io come parlare questa lingua."
"Grazie, questa lingua sono certo che mi sarà d'aiuto. In verità, io non sono scappato, mi hanno cacciato. Quindi ritornerò e rifonderò la pace, lo giuro."
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Sono ancora io u.u con un altra storia, niente questa mi è nata ieri in sogno ed è una figata u.u . Spero che vi piaccia e spero lasciate recensioni
Ci vediamo al più presto c: Ja nee
  
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