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Autore: Stella_cometa_2000    14/08/2015    0 recensioni
La mia storia è concentrata su Kim e Jason ma ovviamente ci sono anche altri personaggi che li accompagneranno durante la loro storia. Io amo questa coppia e spero che vi faccia emozionare anche con i miei capitoli, preparatevi ad un amore accompagnato dall'interesse per la danza e del canto.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jason
Ero a un millimetro dalle sue labbra quando una voce fece sobbalzare dallo spavento me e Kim, riportandoci alla realtà.
« Ragazzi! » mi voltai di scatto e vidi Brian avvicinarsi con le braccia allargate, come se si aspettasse un abbraccio.
« Che vuoi? » sbottai, aveva interrotto un momento fantastico anzi magico e di certo non ero contento.
« Stai calmo Jason » disse incrociando le braccia al petto « Ho una novità, mi sono iscritto al corso avanzato di canto! »
« Sono contento per te » risposi senza guardarlo.
« Tu devi essere Kim vero? Quando Jason ha raccolto il tuo libro un paio di giorni fa non abbiamo avuto la possibilità di presentarci. Piacere io sono Brian » disse lui allungando la mano verso Kim, lei arrossì e molto timidamente strinse la sua mano
 « Piacere mio » rispose Kim in un sussurro. Sbuffai, ero geloso tremendamente geloso. Era strano anche per me esserlo, insomma la conoscevo da così poco, eppure la volevo solo per me. Brian si mise a sedere vicino a me, poco dopo sentii una voce familiare avvicinarsi e altre dietro di lui. Mi voltai e vidi Dylan parlare con le amiche di Kim, ricordavo solo il nome di Becky perché avevo sentito la professoressa chiamarla per farle vedere dei passi. Tutti e tre si misero di fronte e noi .
« Piacere io sono Sam » disse una ragazza, evidentemente l’altra amica di Kim, ci stringemmo la mano e mi presentai anche io, per un attimo rimasi in disparte, non fisicamente, ma mentalmente. Ad un certo punto mi ripresi e guardai tutti i presenti, ridevano e parlavano, sembravamo un gruppo di amici e questo mi fece sorridere.
« Jason tutto okay? Sembri su un altro pianeta » disse Dylan muovendo la mano di fronte ai miei occhi.
« Mi dispiace per te amico mio, ma sono ancora qui e quindi ti romperò per sempre » risposi sorridendo, lui scoppiò a ridere e io feci lo stesso, quando stavo con Dylan mi sentivo bene, insomma lo consideravo un vero amico. Brian invece era sempre così strano, non parlava mai di se e non si interessava agli altri quindi diciamo che anche se sono passati due anni siamo ancora nella fase di conoscenza. Parlammo un po’ del saggio di inizio anno e dei professori, dovevo ammettere che non era il mio argomento preferito, ma la maggioranza aveva deciso, perciò rimasi in silenzio e ascoltai. Mi voltai verso l’orologio sulla parete e vidi che mancava poco alla lezione di storia della musica, perciò mi alzai salutai i miei amici e feci un sorriso a Kim, poi mi avvicinai a lei e le sussurrai all’orecchio « Dopo dobbiamo parlare » lei annuì e con passo veloce mi allontanai verso l’aula.
 
Kim
Vidi Jason andarsene, lo guardai fino a quando non svoltò l’angolo, ancora mi rimbombavano nella testa quelle parole. Ho paura che qualcuno possa portarti via da me. Dopo quella frase aveva cercato di baciarmi, avrei voluto tanto sentire le sue labbra  sulle mie, ma in realtà ero confusa. Ci conoscevamo solo da due giorni e non avevamo avuto neanche un appuntamento. In quell’istante mi chiesi se avrei ricambiato il bacio di Jason, forse lo avrei respinto perché non ci conoscevamo tanto oppure lo avrei baciato? Non sapevo la risposta e forse avrei dovuto trovarla, perché ero convinta che Jason ci avrebbe riprovato prima o poi e io dovevo essere pronta. Guardai il piccolo orologio sul mio polso e dissi agli altri che anche io sarei dovuta andare via, così mi alzai presi la mia roba e mi diressi nell’aula di storia dell’arte. Entrai e mi sedetti in terza fila, presi i libri e iniziai a sfogliare le pagine mentre altri studenti ancora dovevano arrivare, trovai un argomento interessante e iniziai a leggere. Passarono più o meno dieci, quindi minuti e quando alzai la testa vidi che il professore ancora non era arrivato e che nella stanza c’ero solo io. Misi i libri nello zaino e mi alzai, uscii dalla classe e andai in segreteria per chiedere informazioni, non mi sembrava normale starmene da sola lì dentro. Scesi le scale e finalmente arrivai, vidi la segretaria piegata su dei fogli, aspettai due o tre minuti poi decisi di interromperla.
« Salve, mi scusi ma per caso sa dirmi perché non c’è nessuno alla lezione di storia dell’arte? » chiesi con sguardo interrogativo.
« Come? Non lo sai? Il professore ha deciso di darvi l’ora libera per provare il saggio di inizio anno, visto che lui deve uscire prima per problemi familiari » disse la segretaria, io rimasi li a fissarla, perché nessuno mi aveva detto niente?  La ringraziai per l’aiuto e corsi nel salone dove facevamo le prove tutti insieme, di solito ci andavamo con tutte le classi dell’edificio. Entrai e vidi i miei compagni ballare e cantare, mi avvicinai al professore e lui mi guardò con uno sguardo da rimprovero.
« Mi scusi il ritardo, ma sono venuta  a sapere solo ora che dovevo venire qui » dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi, lui annuii e mi disse di andare dagli altri. Mi guardai attorno, in realtà non sapevo da chi andare, perché tutti i balletti e tutte le canzoni le facevo con altri ragazzi e con i miei amici. Alla fine decisi di appostarmi in un angolo, presi il mio Mp3 e mi misi le cuffiette poi appoggiai lo zaino a terra e iniziai a ballare. Sentivo solo la musica e tutto intorno a me sembrava essere sparito, arrivai alla seconda parte della coreografia e mi fermai, dovevo ricordarmi alla perfezione i passi di Jason perciò abbassai la musica e iniziai a provare con un andamento lento.
 Dopo un po’ di volte decisi di ballare con l’andamento standard, rialzai la musica e mi mossi con tutte le energie che avevo, chiusi gli occhi e mi immaginai Jason che ballava con me. Quando finì la canzone tornai alla realtà e scossi la testa. Ma che cavolo stavo facendo? Ero totalmente impazzita, un attimo prima non sapevo se volevo baciarlo e adesso me lo immaginavo ballare con me. Alzai lo sguardo e vidi che il professore era sparito, ma poi mi ricordai che la segretaria mi aveva detto che sarebbe uscito prima e quindi mi rilassai. Spensi l’ Mp3 e raccolsi lo zaino poi andai a sedermi sui divanetti affianco alla macchinetta, per tutto il resto della lezione rimasi a guardare gli altri provare. Quando sentii suonare la campanella mi alzai e mi diressi verso l’aula del corso avanzato di canto.
 
Jason
Mi sedetti al solito banco e aspettai Kim, ero impaziente di vederla, quando mi voltai però vidi Brian e sbuffai. Lui si mise a sedere dietro di me e iniziò a canticchiare qualcosa, poco dopo finalmente arrivò Kim che mi salutò con un enorme sorriso. Io ricambiai il gesto, feci per parlare, ma il professore entrò in classe e iniziò la lezione.
« Bene ragazzi,  oggi ripasseremo l’argomento della settimana scorsa, perché domani avete il test e vorrei che andaste tutti bene » disse puntando il dito contro di noi. Entrai nel panico, io la settimana scorsa ancora non frequentavo il corso e quindi sono meno avvantaggiato degli altri, poi non sapevo che c’era un test e quindi ancora dovevo prepararmi psicologicamente. Il professore iniziò la lezione e io mi concentrai tantissimo, volevo andare bene e non avere distrazioni. Poco prima che finisse la lezione il professore ci diede un foglio con scritto quale canzone dovevamo ascoltare per il giorno seguente. Finalmente la lezione finì e io chiesi a Kim se aveva voglia di prendere un caffè al bar vicino la scuola visto che ormai le lezioni erano terminate.
« Certo ma non voglio stare in giro troppo, ricordi? Domani abbiamo il test e voglio andare bene » disse le incrociando le braccia al petto, io le promisi che non saremmo stati via molto e così andammo insieme al bar. Dopo avere ordinato ci sedemmo in uno dei tavoli e dovevo ammettere che le sedie erano abbastanza comode, vidi Kim voltarsi verso di me in attesa che parlassi.
« Allora …. come pensi sarà il test di domani? » chiesi. Ma che cavolo sto blaterando?
« Penso che sarà abbastanza facile, la scuola è iniziata da poco e ancora non è giunto il periodo in cui ci tartassano » rispose lei sorridendo, io feci lo stesso e iniziai a guardarla, più lo facevo più mi rendevo conto di quanto fosse bella, ad un certo punto mi accorsi che la stavo fissando, così feci un finto colpo di tosse e mi passai la mano tra i capelli.
« In realtà Kim non so perché ti ho fatto questa domanda, volevo parlarti di tutt’altro » confessai, intanto arrivarono i due caffè e iniziammo a berlo a piccoli sorsi.
« Di cosa volevi parlarmi? » chiese lei incuriosita.
« Beh io volevo parlarti di quello che è successo prima o meglio di quello che stava per succedere » risposi, lei arrossì di colpo e si mise i capelli dietro l’orecchio.
« Immaginavo » disse lei sorridendo, fui sollevato nel vederla così rilassata, pensavo avrebbe iniziato ad urlarmi contro o che mi dicesse che non avrei dovuto cercare di baciarla.
« Ecco io ….. in realtà non so cosa dire perché mi sembra che i fatti parlino da se no? » chiesi, lei annuì ma poi vidi il suo sguardo intristirsi e capii che non avrei ricevuto una risposta carina.
« Jason io penso che dovremmo andarci piano, insomma non siamo mai usciti insieme e ci conosciamo da due giorni, la cosa mi sembra un po’ affrettata » disse quelle parole tutto di un fiato, ma non mi arrabbiai anzi decisi che la cosa migliore era accettarlo e cercare di conquistarla, anche se dovrò aspettare.
« Capisco e non ti giudico per questo, ma sappi che ti darò tutto il tempo che ti serve, posso aspettare » risposi sorridendo, Kim sembrò sollevata dalla mia risposta e così ritornò serena come prima. Parlammo per un altro po’ ma poi guardammo l’ora e decidemmo di tornare ognuno a casa sua per studiare.
 
Kim
La giornata sembrava fosse iniziata bene, ancora non avevo incontrato Jason, oggi non avevamo alcuna lezione insieme a parte il corso avanzato di canto, dopo aver fatto ginnastica per due ore consecutive, mi andai a cambiare e poi mi con passo veloce raggiunsi la mensa. Cercai Jason con lo sguardo, ma non lo vidi, aspettai dieci minuti e alla fine decisi di mangiare da sola. Presi un panino e mi misi a sedere, all’improvviso qualcuno si catapultò al mio tavolo e si sedette molto pesantemente, alzai lo sguardo e vidi Sam tutta sudata.
« Sam stai bene? » chiesi preoccupata.
« Io …… ho appena ……. ballato con Brian …… ma non avevo mai ….. faticato in questo modo » rispose lei riprendendo fiato ogni due parole che diceva.
« Madonna e hai fatto tutta sta fatica? » chiesi sconcertata.
« Beh in realtà …. ho dovuto correre per tutta la scuola ….. se no addio pranzo » rispose lei passandosi una mano sulla fronte per togliersi il sudore. Guardai l’orologio e mi resi conto che prima avevo aspettato Jason per più di dieci minuti e che tra poco sarei dovuta andare e lezione di chitarra. Iniziai a divorarmi il panino e intanto cercavo di parlare con Sam, a me non piaceva lasciare le persone di punto in bianco perciò le spiegai la situazione e le chiesi scusa se dovevo andare via subito. Presi i libri dall’armadietto e corsi verso l’aula, quando arrivai ancora mancava il professore e quindi non mi sarei beccata un rimprovero. Poco dopo arrivò e iniziò la lezione, per fortuna l’ora passò molto velocemente e in un attimo mi ritrovai al corso avanzato di canto. Mi sedetti al solito posto e come sempre Jason era lì vidi che mi sorrideva e io ricambiai il gesto.
« Perché oggi non sei venuto a pranzo?  Ti ho aspettato » dissi guardandolo dritto negli occhi.
« Scusa la professoressa di danza aveva bisogno di me e non sono riuscita ad avvisarti che non sarei venuto, mi dispiace » rispose passandosi una mano tra i capelli.
« Ah okay, tanto è venuta Sam a farmi compagnia quindi non sono rimasta da sola » dissi mettendomi i capelli dietro le orecchie. Jason non ebbe tempo di rispondermi perché il entrò in classe e subito si mise a fare l’appello.
« Bene ragazzi ora iniziamo il test, io suonerò delle note alla pianola e voi dovrete dirmi quali sono e sappiate che non vi lascerò molto tempo per pensare » disse guardandoci in modo severo, presi un respiro e aspettai il mio turno. Per ora a tutti era andata bene, anche a Jason, il professore fece fare il test ad altri tre ragazzi poi toccò a me.
« Bene sai dirmi che note sono queste? » disse suonando un breve pezzo di una canzone, immediatamente la riconobbi.
« Questi sono un: La minore, Do e Si » risposi con un sorriso a trenta due denti, il professore si congratulò con me per il mio ottimo lavoro e quando finì ci disse che ci avrebbe comunicato i risultati tra due giorni. Poco dopo iniziò un nuovo argomento, ad un certo punto prese una penna e la fece sbattere sopra un barattolo « Sapete dirmi che nota è questa?»
« Quel suono non può essere una nota » rispose Jason, io ci pensai un istante poi istintivamente risposi, il professore mi guardò e poi sgranò gli occhi come tutti i miei compagni del resto.
« Non ci credo! Kim te ne rendi conto che hai un dono fantastico? Hai l’orecchio assoluto » disse il professore entusiasta e io sorrisi imbarazzata. Dopo una lunga spiegazione su quanto era fantastico avere un orecchio assoluto, finalmente la lezione finì e io cercai di andarmene prima che tutti venissero da me a fare domande. Mi nascosi dietro ad una colonna, poi mi affacciai per vedere se era rimasto qualcuno e così uscii dal mio nascondiglio, ad un certo punto vidi Brian piombarmi davanti.
« Kim ho bisogno che mi aiuti, ho un problema che ti spiegherò dopo e ho assolutamente bisogno che mi insegne come usare l’orecchio assoluto e poi ho bisogno anche di altre cose sull’intonazione e sulle emozioni, sai sul palco rimango sempre immobile e sembro una statua » disse lui passandosi una mano tra i capelli imbarazzato, io accettai e gli dissi di seguirmi nella classe di danza.
 
Jason
Mi nascosi dietro ogni colonna mentre cercavo di seguire Kim e Brian, finalmente si fermarono nell’aula di danza e così mi avvicinai alla porta per sentire e guardare meglio.
« Bene prima di tutto lavoriamo sulle emozioni, questo è molto importante e va imparato prima delle altre cose » disse Kim mettendosi davanti a Brian. Ma che cavolo stanno facendo?
«Bene ora tu mi farai una domanda, io ti risponderò e cercherò di sembrare arrabbiata con te, così da trasmetterti paura, una delle tante emozioni che proviamo » disse lei avvicinandosi ancora di più a Brian, strinsi i pugni per la rabbia e cercai di restare calmo per non fare una scenata.
«Ora tu devi dire: Perché sei a casa mia perché perché  perché . Poi io dirò: Per portare i fiori i fiori ecco perché » disse Kim, Brian scoppiò a ridere.
« Davvero? Devo farlo? Come posso metterti paura con sta filastrocca? » rispose lui cercando si soffocare la risata.
« Si devi farlo e prendi la cosa seriamente okay? Se no me ne vado » disse Kim in tono serio, lui annuì e così iniziarono l’esercizio.
« Perché sei a casa mia perché perché  perché? » disse Brian cercando di rimanere serio.
« Per portare i fiori i fiori ecco perché » rispose Kim andandogli addosso e facendolo indietreggiare, aveva uno sguardo accusatorio.
« Kim mi fai paura se mi guardi così » disse Brian passandosi una mano tra i capelli.
« Bene ho ottenuto l’effetto che volevo, adesso devi riuscire a spaventare me forza » rispose Kim, rimasero a fare quell’esercizio per un ora e quando vidi che se ne stavano per andare mi affrettai ad uscire dalla scuola prima di loro.




RIECCOCI CON UN NUOVO CAPITOLO!! BACI A TUTTI <3
   
 
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