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Autore: bisy    15/08/2015    5 recensioni
/The Legend of Zelda: Twilight Princess/
Vorrei proporvi uno dei momenti più toccanti di tutto il gioco, l'addio di Link al villaggio Tauro.
Dopo i crediti del gioco mi sono sentita troppo “svuotata” ed ho deciso di costruire questo Missing Moment, che rivela ciò che secondo me è accaduto prima dell'ultimissima scena.
Ah, e mi scuso con chi prima di me dovesse aver avuto quest'idea (ho controllato ma non ho visto niente di simile), basta che mi avvertiate e cancello subito la storia per evitare inutili doppioni nel sito.
Buona lettura, spero che qualcuno mi lasci una recensione ^.^
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Iria, Link, Midna, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Guardò i suoi vestiti, la sua immagine, e si accorse che ogni cosa di lui stonava con quell'ambiente. Cosa ci faceva l'Eroe dalla Tunica Verde in una fattoria, in un piccolo villaggio ai confini del nulla? Questo senso di estraneità lo confondeva, lo disorientava. Quella era la fattoria dove ogni giorno lavorava, quello era il suo villaggio, la sua casa. Tutto era cambiato, prima d'allora mai si sarebbe sognato di lasciare quelle terre conosciute per avventurarsi nell'ignoto. Si sentiva troppo in armonia con quel pacifico agglomerato di casupole, con l'aggraziato ruscello che ingentiliva il paesaggio con una tremolante pennellata azzurra, con gli abitanti, anche se un po' impiccioni...
Quello era il suo mondo! Perchè desiderare di allontanarsene? Perchè essere così assetati d'avventura, quando si ha davanti agli occhi tutto ciò che si ha di più caro?
Questi pensieri riempivano la sua testa di frastuono, quel giorno.
Link alzò lo sguardo d'oceano e vide lei. Il crepuscolo gliela ricordava e gli inondava il cuore di sconforto. Dove sei, Midna? Perchè mi hai abbandonato?
La sua Principessa adesso starà governando il suo Regno con la saggezza che la contraddistingue. Avrebbe donato la sua vita per poterla rivedere soltanto per un secondo, per poter godere della tiepida grazia del suo corpo minuto sul suo dorso di Lupo, per poter sentire di nuovo quella voce piena di malizia che lo faceva rinascere ad ogni sillaba che scandiva. Lui l'amava.
Mai più. Lei se n'è andata, frantumando lo specchio con la stessa crudeltà con cui ha pugnalato il suo cuore straziato.
Link si alzò, deciso, e con forza tirò le redini di Epona, infastidita da tanta foga immeritata.
La condusse alla Sorgente e slacciò le fibbie della sella e delle briglie con il fuoco nelle vene. Non ne poteva più. Prese una vecchia spazzola che Iria aveva riposto nell'incavo della corteccia di un albero ed iniziò a sfregare il lucido manto color miele della giumenta.
-Ce ne andiamo, Epona.

Una volta strigliata e sellata di nuovo, la lasciò riposare all'ombra e le mise vicino un po' di foraggio perchè si rifocillasse. Si diresse a passo spedito a casa ed aprì il vecchio baule che teneva in cantina.
Vi erano riposte tutte le sue armi. Le infilò in tasca velocemente e si mise lo Scudo Hylia sulle spalle, insieme alla vecchia Spada che mesi addietro gli aveva donato Moy, l'amico che considerava un padre oltre che un Maestro.
Uscì e si fermò poco prima di imboccare il sentiero per la Sorgente.
C'era ancora una cosa da fare.
Tornò indietro fino in fondo al villaggio e con il cuore negli stivali bussò alla porta di Iria, incerto.
Nessuna risposta.
Dove può essere andata? Non poteva certo partire senza salutare la sua amica d'infanzia.
Voltandosi, abbattuto, scorse l'immagine che indelebilmente lo avrebbe segnato per il resto della vita: tutti i compaesani, compresi i bambini, erano usciti dalle loro case e lo aspettavano all'ingresso del villaggio per dirgli addio. In prima fila c'erano Moy, la moglie con la figlia minore in braccio e il piccolo Colin, l'unico che abbia sempre creduto in lui. Erano come una grande famiglia per Link, e tutti in quel momento erano lì per lui. Avevano previsto che sarebbe partito.
Jagar e Kelly, col loro solito cipiglio; i piccoli Furio e Birbo, immancabilmente intenti a combinarne una delle loro; Serafica e Betty, che accarezzavano civettuole il gatto ignorando il povero uomo di casa e poi Fad, il capovillaggio Bod... c'erano proprio tutti.. Tutti tranne uno, anzi una.
Iria mancava all'appello.
-Dov'è Iria?
-Ti sta aspettando alla Sorgente, la raggiungerai dopo averci salutati. Vieni qui, ragazzo mio.
Disse Moy, visibilmente provato dallo sforzo di nascondere le sue lacrime. Si abbracciarono, come ai vecchi tempi, e uno ad uno tutti si congedarono da Link, chi porgendogli un regalo, chi semplicemente abbracciandolo e facendosi promettere un ritorno imminente. Quando fu il turno di Colin, Link s'inchinò profondamente davanti a lui e tutti imitarono il suo esempio.
-A te, mio piccolo Eroe, dono questa Spada, che mi è stata fedele alleata per molto tempo. Sono certo che chi l'ha forgiata sarà in grado di farti diventare lo spadaccino migliore che si sia mai visto.
-Ma... Link... non posso accettarla... e poi, mi avevi promesso che mi avresti insegnato a cavalcare, ricordi? Non te ne andare, ti prego!
E detto ciò, due lacrime rigarono il volto del bambino. Link lo abbracciò e gli sussurrò di non piangere, che presto sarebbe tornato a trovarli.
Salutò commosso gli altri bambini, porgendo loro le piccole spadine di legno che aveva intagliato per l'occasione, compresa Betty che, agguerrita, inaugurò il suo nuovo strumento di tortura fendendo l'aria con forza e colpendo accidentalmente la testa di Furio, che subito le dichiarò guerra e partì all'inseguimento brandendo la sua formidabile arma.
Sentendo il peso di ogni passo, Link si avviò verso casa.
Sapeva che non avrebbe mai più rivisto nessuno di loro.

Iria lo aspettava seduta su un masso, vicino ad Epona. Il vento scompigliava i suoi capelli e spargeva nell'aria il suo dolce profumo. Illuminata dalla luce del tramonto, sembrava aver perso la sua spensieratezza adolescente. Era già una donna.
Entrambi in silenzio, trafficavano tra le loro emozioni per scegliere quella più appropriata al momento. Iria fu la prima a prendere l'iniziativa e si avvicinò titubante al ragazzo, smuovendo le foglie coi suoi passi nudi. In quel fruscìo d'autunno i due si dissero un muto addio. La giovane dagli occhi scintillanti che si confondevano con l'erba strinse Link a sè come mai aveva fatto in tutti quegli anni.
Il contatto con le turgide forme di quel corpo conosciuto, ma mutato dal tempo e tutto da esplorare, lo scosse profondamente e la sua schiena venne percorsa da un brivido.
Lei fece scivolare verso l'alto le dita affusolate fino a sprofondare nei suoi soffici capelli e, sorreggendogli delicatamente la testa, gli impresse sulle labbra un lungo ed intenso bacio, a cui lui non potè ribellarsi.
-Ti ho sempre amato. Sempre.- disse soltanto, le lunghe ciglia ricurve irrorate di pianto.
Link salì agilmente a cavallo e le indirizzò un timido gesto di saluto con la mano. Diede al cavallo l'impulso per avanzare e sparirono al galoppo oltre l'oscurità, diretti dove il cuore li conduceva.
Iria pregò le Dee che vegliassero sul loro cammino e, giunte le mani al petto, attese con ansia il ritorno del suo Eroe.

 

 

 

 

_Fine_

   
 
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