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Autore: EvelynJaneWolfman    16/08/2015    3 recensioni
Ognuno di noi ha piu maschere nell'anima, alcune sono gentili, altre malvagie, e tutte sono fragili come il cristallo. Dawn lo sa bene, ma per la prima volta si ritrova davanti una maschera più dura delle altre: quella di Scott
{Tratto dal testo};
Si trattenne dal riderle in faccia, davvero credeva che avrebbe accettato lei ed il bambino? Sciocca, pensò, e qualcosa all'altezza del cuore lo fece sudare freddo: senso di colpa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Inizio col dirvi che questa è una prima parte del primo capitolo di una storia che ho iniziato a scrivere, non sapevo se continuarla a scrivere e pubblicarla o no, quindi ho preso questo piccolo estratto per vedere cosa ne pensate. Non pubblicherò la storia presto perché ne ho un'altra da finire e voglio concentrarmi su quella, ma più avanti pubblicherò un'altra shot da POV di Dawn, bhe spero che la storia vi piaccia. Buona lettura!!

«Cosa ci fai qui?» Chiese il rosso, sorpreso dalla visita di quella ragazza bionda che non vedeva da due mesi e che, invano, cercava di togliersi dalla mente; ricordava ancora il profumo della sua pelle, il sapore delle sue labbra ed il leggero dolore causato dalle sue unghie che penetravano la carne delle spalle. Scott scosse il capo, doveva riprendersi, cacciarla, mandarla via.
«Io devo dirti una cosa importante.» La bionda aveva uno sguardo deciso, la schiena dritta ed il mento alzato. Non se ne sarebbe andata, dedusse lui, non l'aveva nemmeno invitata ad entrare, la ragazza però non sembrava curarsene e se ne stava sotto il portico con quell'espressione decisa che poche volte aveva visto comparire sul suo volto dolce e gentile.
«Va bene, di quello che devi dire e sparisci.» Sbottò spazientito. Una parte di lui gli gridava di far entrare la ragazza, abbracciarla ed amarla come aveva fatto due mesi addietro, ma quella orgogliosa e crudele che usava come scudo e che ormai aveva il sopravvento su di lui gli ordinava di sbarazzarsi presto di quella distrazione e tornarsene dentro ad ammazzare topi ed a godersi della pace lasciata dalla partenza dei suoi genitori.
«Sono incinta Scott.» Gli rivelò calma. Quella notizia lo aveva colpito come un pugno nello stomaco, ma non diede a vederlo, anzi, indossò la maschera di stronzo e si affrettò a risponderle.
«Quindi che vuoi ora?» La ragazza non batté ciglio alla sua risposta fredda e dura, come se si aspettasse esattamente quello da lui e questo lo fece imbestialire, ogni cosa che faceva o diceva sembrava non avere effetto su di lei, come se sapesse sempre prima di lui cosa avrebbe detto o fatto.
«Nulla, non voglio nulla. Ho solo pensato che dovevi saperlo.» Gli rispose lei, con ancora sul viso quell'espressione decisa e fiera.
«Bene, ora puoi andartene.» Si tirò indietro per chiudere la zanzariera e lei dalla sua vita quando la ragazza parlò di nuovo.
«Rimarrò a Yellowknife, Scott. Resterò fin quando non ci accetterai ed accetterai te stesso, quello vero, quello che ti ostini a tenere dentro.» Si trattenne dal riderle in faccia, davvero credeva che avrebbe accettato lei ed il bambino? Sciocca, pensò, e qualcosa all'altezza del cuore lo fece sudare freddo: senso di colpa. Scacciò quella sensazione e tornò a fissarla freddamente.
«Davvero vuoi rimanere in questo posto di merda?» Rise. «Bene, fai pure, ma non credere che alla fine il tuo sforzo avrà  l'effetto sperato.»
«Puoi mentire a te stesso, Scott, ma non a me.» Replicò dolcemente lei, una dolcezza che aveva il potere di ucciderlo.
«Davvero? Te lo dice la mia aura?» La prese in giro lui.
«I tuoi occhi mi parlano prima della tua aura.» Gli rispose, poi si voltò e su allontanò lentamente.
Scott rimase pietrificato sulla soglia di casa. I suoi occhi gli parlavano prima della sua aura? Si toccò l'occhio sinistro con una mano, come se toccandolo potesse capire se era vero o no. Chiuse la mano a pugno ed entrò dentro, sbattendo la zanzariera e la porta. Maledetta Dawn! Perché? Perché si era infilata nel suo cuore? Stava così bene da solo con il suo dolore ed il suo odio, poi era arrivata lei e bastava solo il suono di quella voce dolce e calma per spegnere un risentimento che durava da talmente tanto tempo da non sapere quando esattamente avesse iniziato a provare quei sentimenti oscuri. Ed ora … un bambino, la maschera voleva davvero non saperne nulla, ma l'altra parte di sé stesso cercava di riemergere dal buio della sua anima, urlandogli di rincorrerla ed accettare quella possibilità di essere felice, ma lui aveva paura e da codardo preferiva restare nascosto nella sua oscurità.
Lei aveva detto che sarebbe rimasta affinché lui li accettasse, ed accettasse sé stesso, ci sarebbe riuscita? Quella parte nascosta di Scott pregò di si.

  
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