LA VITA, LA MORTE E...L'ASCENSORE
8%
di possibilità....8%....8%.....8%....
Quell'
“8%” risuona nella testa di Leo ormai da diverse settimane e non
riesce a trovare un modo per non rimuginare in continuazione sul quel
“8%”.
E'
la sera della vigilia dell'intervento di Leo, quello che dichiarerà
ufficialmente o la guarigione definitiva oppure l'assopimento
perpetuo. Vi era una probabilità del 50% per entrambi i casi.
Esattamente come era accaduto con l'operazione di Davide il “bello”
dei braccialetti rossi.
Non
sopportava più tutte queste percentuali, operazioni,
grafici...voleva vivere una vita senza malattie terminali e
senza...matematica! Sì avete letto bene...matematica! L'unico
vantaggio di tale situazione era che sia nel primo che nel secondo
caso non avrebbe più sentito parlare di percentuali di probabilità
di sopravvivenza, operazioni chirurgiche, chemioterapie, cancro...
Dei
braccialetti invece non se ne sarebbe mai scrollato di dosso sia da
vivo che da morto, nel caso in cui l'intervento non dovesse andare a
buon fine e passasse quindi a miglior vita, lui veglierà su di loro.
Sempre.
“Leo...non
so se riuscirò a vivere senza di te.”
“Cris
ce la farò...te lo prometto.”
“Mancano
così poche ore al tuo intervento...”
“Lo
so...e voglio passarle insieme a te...abbracciato a te e inalare il
tuo profumo fino in fondo all'anima...così quando mi faranno
l'anestesia mi addormenterò insieme a te e mi risveglierò con
te...”
Poi
Leo inspira profondamente prima di pronunciare queste parole: “Se
dovessi morire voglio che la mia anima, quando si risveglierà
nell'aldilà, il primo aroma che senta sia proprio il tuo e che
rimanga con lei per l'eternità.”
A
queste parole Cris scoppia a piangere e si distende sul lettino di
fianco a Leo e si abbracciano. Leo con una mano accarezza i capelli
della ragazza e quest'ultima, dopo essersi asciugata le lacrime con
una mano, gli esplica in tono solenne: “Leo c'è una cosa che devo
dirti...ti ricordi quando ti dissi che avevo un ritardo e avevo
spesso la nausea?”
“Sì..”
risponde Leo, capendo già dove vuole andare a parare Cris, e questo
gli fece gelare il sangue.
“La
Lisandri ha voluto che facessi il test di gravidanza, perché aveva
capito che questi disturbi non erano legati all'anoressia, essendo
anche già guarita, ed è risultato positivo... aspettiamo un bambino
Leo!”. Le ultime parole Cris le gridò, forte quanto basta per far
venire un infermiere in stanza e dire ad ambedue di abbassare il tono
della voce per non disturbare gli altri pazienti.
Ora
è a Leo che cominciano scendere le lacrime..."aspettiamo un
bambino, Leo!” queste sono state le ultime parole pronunciate da
Cris...se non sopravviverà non potrà mai conoscere suo figlio,
vederlo crescere...potrebbe diventare orfano di padre ancora prima di
venire al mondo...a questo pensiero Leo piange più forte e Cris,
comprendendo pienamente i sentimenti del leader dei braccialetti e
cosa gli passasse per la testa in quel momento, con tono fermo e
deciso gli esplica: “Leo, se tu non dovessi farcela, dirò al
nostro bambino che suo padre era forte, coraggioso e grintoso...era
un leone.” Anche dopo aver concluso la frase, Leo continua a
guardarla fissa nei occhi come se stesse ancora soppesando le parole
della giovane, poi lei proseguì: “per una vasta pluralità di
ragioni vorrei che stabilissimo ora il nome della nostra futura
piccola creatura...”.
“Cris...io
vorrei, al nostro futuro, figlio di affibbiargli il nome Davide. Se è
femmina, il nome che mi piacerebbe attribuirle è quello di mia
madre.” “La ragazza” annuisce con il capo e Leo, lentamente
mette una mano sulla pancia di Cris e l'accarezza. Nel compiere quel
gesto i due innamorati si guardano e si sorridono non dicendosi
niente, poiché in momenti come quelli le parole non servono.
Si
stanno aprendo le porte della sala operatoria e un Leo quasi privo di
sensi, a causa dei tranquillizzanti che gli hanno iniettato, sta
entrando disteso in barella, spinto da quattro medici tra i quali
Carlo che, si vede perfettamente, aveva appena finito di piangere.
Per lui, Leo, è quasi come un fratello minore, e la sua perdita
sarebbe un dolore atroce.
Prima
di addormentarsi sotto l'effetto dell'anestesia Leo ripensa alle
serata precedente trascorsa con Cris e al suo profumo che gli è
rimasto addosso e non se ne va: Cris è sempre con lui anche nei
momenti più difficili.
Nel
frattempo gli altri braccialetti, inclusa Cris, sono riuniti in sala
d'attesa fuori dalla sala operatoria dove Leo si sta sottoponendo al
delicato intervento: gli hanno promesso che sarebbero stati li fuori
ad aspettarlo anche tutta la vita se era necessario...il leone si
sente più forte ed invincibile se ha i suoi amici della foresta
vicino.
Sono
trascorse ormai due ore da quando il leader dei braccialetti ha
varcato la soglia della sala operatoria ma ancora nessuna novità per
il leone è ancora tutto fermo e stabile. Tutti i braccialetti sono a
sedere senza dire una parola, in attesa del verdetto finale: Toni
continua a sospira perso nel vuoto oppure lancia occhiate o accenni
di assenso a Davide...Davide è stato sempre con Leo e ed era con lui
e Cris anche la sera prima, e il “bello” è l'unico dei
braccialetti, oltre a Leo, ad essere a conoscenza della gravidanza
“della ragazza”. La suddetta non l'ha ancora riferito a nessun
altro...ha preferito rimandare a dopo l'intervento di Leo,
soprattutto perché vuole dare la mastodontica notizia insieme a lui,
cercando quindi di convincersi a tutti i costi che il suo ragazzo
riuscirà nell'impresa. Flam è seduta in braccio a Chicco, Vale e
Nina attendono con ansia tenendosi per mano – si sono messi insieme
tre giorni prima – e Rocco sta gironzolando avanti e indietro per
la sala, benché stare a sedere lo agita ancora di più. L' unica che
non è insieme a loro è Bea: li avrebbe raggiunti più tardi,
successivamente ad una visita di controllo con la Lisandri.
Cris
sta attendendo il padre di suo figlio immobile davanti alle ante
della sala operatoria, fissando un punto non precisato davanti a sé,
come se volesse scorgere ogni singola cosa, anche piccola, persino
attraverso la porta chiusa della sala.
Intanto
era arrivata anche Asia, la sorella maggiore di Leo, che chiese se
c'erano notizie del fratello, e i braccialetti all'unisono fecero
cenno di no con la testa. C'era un posto vuoto di fianco a Toni e si
sedette lì e chiuse gli occhi emettendo un profondo espiro. Dagli
occhi serrati scese qualche lacrima: quelle lacrime lasciarono
trapelare la sofferenza, che si porta dietro come un fardello ormai
da anni. Vedendola, anche i braccialetti, involontariamente la
imitarono, eccetto Cris che di fronte a quella porta era una statua
di sale, scettica a qualunque cosa accadesse intorno a lei in quel
momento.
“Lo
stiamo perdendo!” grida uno dei medici. L'intervento non sta
andando bene. I medici stanno facendo tutto il possibile, Carlo non
si lascia sopraffare dallo sconforto e continua a lottare, incita gli
altri colleghi: “Forza! Possiamo ancora farcela!” continua e
ripetere imperterrito, forse più per non dover convincersi che la
fine di Leo era vicina, che non ce l'avrebbe fatta e che non avrebbe
mai visto suo figlio venire al mondo. La Lisandri gli aveva riferito
della gravidanza di Cris il giorno prima del “grande intervento”.
Dalla
sala d'attesa si capisce che c'è fermento dall'altra parte e
cominciano tutti a preoccuparsi e si fiondano davanti alla porta,
sperando che qualcuno porga delle novità, frenando l'istinto di
voler fare irruzione. Cris che aveva ormai capito che Leo non sarebbe
sopravvissuto al calvario esplose in un pianto isterico gridando a
squarciagola: “NOOOOOOOO! NON LASCIRMI LEO!! NON LASCIARMI!!! IL
NOSTRO BAMBINO....NON LASCIARLO”. I braccialetti e Asia si voltano
meccanicamente verso Cris....rimasero sbigottiti nell'udire le ultime
parole intrise di pianto della giovane. Fu Vale a parlare per primo:
“Ha...ha detto...il nostro bambino? Ma allora questo significa che
Leo...” non riuscì a concludere la frase che cominciò anche lui a
piangere a dirotto, pensando che Leo, il suo migliore amico,
probabilmente non avrebbe mai potuto conoscere suo figlio. Anche agli
altri braccialetti balenò nella mente lo stesso pensiero del vice –
leader e si strinsero tutti in un abbraccio, tranne Cris, che
continuava a piangere disperatamente sempre con il viso rivolto in
direzione delle ante della sala operatoria e Asia era corsa fuori a
sfogare tutta la sua frustrazione.
Intanto,
Davide si accomiatò da quella situazione, anche se comprendeva
pienamente i sentimenti dei suoi amici, non riusciva a reggere a
vederli in quello stato, e si recò in un luogo ove sapeva che di lì
a poco avrebbe incontrato Leo.
Leo,
lentamente, apre gli occhi e si trova in un luogo a lui noto, un
luogo dove ha vissuto, forse, alcuni, dei momenti più importanti
della sua esistenza, tuttavia, non riesce a capire perché si trova
proprio in quel luogo in quel momento...lui era in sala operatoria
con Carlo e gli altri medici che lo stavano sottoponendo ad un
intervento che avrebbe stabilito definitivamente se doveva continuare
a vivere ed invecchiare senza più chemioterapie e recisioni sul
corpo o se dovevi mettere fine alla sua vita...ma ora si trovava
proprio lì...perché?...
“Questo
è un ascensore Leo.”
Il
leader riconobbe quella voce ma....non poteva essere lui...o forse
sì...
“Sono
qui Leo.”
Il
“leone” ruotò lentamente la testa di 180° e vide Davide a
sedere dietro di lui in un angolo dell'ascensore. Leo sgranò gli
occhi per lo stupore.
“Cosa??
Non...non posso crederci! Davide ma...tu non sei...” non riuscì a
terminare la frase, era senza parole...troppe efferatezze in così
poco tempo.
Poi
Davide riprese a parlare: “Sì sono morto...e ora lo sei anche
tu...”.
“Da...davvero??....Ma
dove ci troviamo di preciso? Non può essere l'ascensore
dell'ospedale questo...”.
“Infatti
non lo è...anche se è identico a quello...questo è un ascensore
che nel mondo terreno non troverai mai...come vedi non ha pulsanti
perché non sei tu a decidere il piano, è lui che stabilisce se
condurti al piano di sotto, quindi all'inferno, o al piano di sopra,
in paradiso. Ora siamo al primo piano quello ove tutti entrano quando
l'anima si stacca dal corpo defunto, poi a seconda di come hai
vissuto la tua vita decreta se farti scendere al piano terra o al
secondo piano, che corrisponde al paradiso.”
“Ah...e
allora come mai tu sei ancora qui? Non dovresti più essere qui fermo
al primo piano da un pezzo?”.
“Infatti
ero salito in paradiso, e dall'alto vi osservavo...avevo visto che
fra voi braccialetti erano sorti momenti di tensione e Lilia aveva
bisogno del mio sostegno perché stava per nascere Allegra e dovevo
starle vicino. Sapevo che la mia presenza, anche se non concreta ai
suoi occhi, l' avrebbe aiutata a superare il travaglio e dovevo
rimettere a posto i cocci caduti nel rapporto tra i
braccialetti...chiedilo a Toni, lui può testimoniare!”.
“Toni??
Cosa c'entra Toni??”.
E
qui Davide scoppia in una risata. “Toni mi vede, mi sente...ti
ricordi quella sera sull' isola di San Nicola quando che tu volevi
compiere il tuo viaggio con la canoa che ti aveva regalato Nicola e
ad un certo punto lui ti disse: sei il re delle grandi cazzate?”.
“Sì..”
rispose Leo un po' scombussolato per ciò che stava accadendo.
“Sono
stato a suggerirgli di dirtelo!”.
“Ah!!!
Ora comprendo meglio alcuni strani atteggiamenti “del furbo!”.
Poi
l'ascensore cominciò a salire, Leo guardò Davide e si scambiarono
un grande sorriso.
“la nostra amicizia è nata proprio in un ascensore e mi hai accollato il soprannome "del bello” del
gruppo dei braccialetti rossi in un ascensore, ti ricordi'”.
“Si
certo come potrei dimenticarlo!....Davide io sarei dovuto diventare
padre, ma...”.
"Leo
non devi parlare al condizionale perché tu SARAI PADRE. La tua anima
non è morta! tu da lassù vedrai Cris, vedrai tuo figlio, e potrai
vegliare su di loro. Sempre. E potrai tornare sulla terra e
sostenerli se dovessi intravedere delle complicazioni.”
“Ok
amico!” Rispose Leo allegramente, poi riprese: “Ma anche a coloro
che scendono all'inferno è concesso risalire sulla terra?”.
“Assolutamente
no! Loro sono dannati! Se potessero riprendere l'ascensore e risalire
sulla terra allora sarebbero tutti evasi dalle porte dell'inferno e
sarebbe completamente vuoto!” rispose Davide sorridendo. Leo
ricambiò il sorriso era troppo felice di averlo rincontrato
nuovamente. Non poteva crederci. Invece era proprio lì, bello e
sorridente.
“Davide...c'è
anche Nicola lassù?”.
“Si...tra
poco lo vedrai...”
Il
cuore di Leo si riempì di emozioni al pensiero di rivedere di nuovo
quello che per lui è stato come un padre.
Le
porte dell'ascensore si aprirono e si trovarono di lì a pochi metri
di fronte ad un elevato cancello d'oro. Con circospezione si
avvicinarono e il cancello del paradiso automaticamente si aprì e i
due amici varcarono la soglia del giardino dell'Eden e Leo trovò
davanti a sé nientepopodimeno che Nicola, pronto ad accogliere il
leone in un forte abbraccio.
Ciao!!
Eccomi con questa nuova fanfiction!! Vorrei ringraziare una mia
carissima amica anche lei, come me, grande fan di braccialetti rossi,
che mi ha dato l'idea per stilare quest'opera, quindi tutto ciò lo
devo a lei.
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