PROLOGO

"Dove ti eri cacciato? Lo sai che non si fanno attendere le donne?" Disse lei fuori dalla porta ormai da un quarto d'ora.

Lui sbuffó, ma andò a baciarla, almeno per farsi perdonare. Lei sorrise quando erano ancora ad un soffio di distanza: "Come fai a farmi sciogliere sempre eh?"

"È un talento natulare, piccola" ridacchió lui. Le prese la mano: "Andiamo?"
Caricó il borsone dei vestiti di lei sulle sue spalle. E così il ragazzo di terza liceo scentifico, pluribocciato, e lei, la ragazza più carina del secondo anno, andarono verso la casa di lui, sul Mar Ligure.

Il ragazzo abbassò il volume della radio: "Hey, perché quel faccino pensieroso?"

Lei alzò il suo sguardo rivolto al vuoto dietro finestrino per guardare il viso di lui così perfetto: "Ho litigato con mio fratello: è troppo geloso! Se non c'erano dei problemi per i miei genitori se stavamo un weekand insieme, non capisco perché ce ne debbano essere per lui"

"Abbi pazienza, ha da poco accetato la relazione tra la sua sorellina e il suo migliore amico. Poi...anche io sarei geloso di mia sorella minore se fosse bella come te" e con questo riuscì a rubare un sincero sorriso dalle labbra della ragazza.

Il loro viaggio fu molto tranquillo, tra chiacchiere e canti stonati.

"Questa è bella alza!" urló lei. E in quel momento le note di Thinking Out Loud invasero il piccolo abitacolo.

"Lo faccio solo per te, se no avrei già cambiato stazione" borbottó lui.

"Sta zitto, fammi ascoltare che è bellissima"

Lui sorrise alla strada al pensiero della sua ragazza al suo fianco. Avrebbero passato due giorni completamente da soli e la cosa lo elettrizzava. Era la prima volta che portava una ragazza nella sua casa di famiglia al mare, era una cosa seria. Stavano insieme da 5 mesi circa, e anche se il suo migliore amico, nonché fratello della sua amata, non fosse d'accordo, lui pensava di aver trovato il vero amore. Finalmente qualcosa di serio. Qualcuna che gli aveva messo la testa a posto.Sì, sentiva che con quella ragazza ci avrebbe passato il resto della sua vita.

Lei attirò l'attenzione: "Senti qui: 'Scusami sorellina, a volte sono troppo protettivo...Ti voglio bene, divertiti. Ma mi raccomando stai attenta' "

"Lo conosco troppo bene il mio migliore amico" ridacchió lui in risposta.

"Che gli scrivo?" E mentre ci rimuginava su, l'autista stava in silenzio a guardare la strada.

"Allora...che ne dici di: 'Sì, non ti preoccupare, piuttosto fai te il bravo. Ti voglio troppo bene fratellone'?"

"Penso sia perfetto. Ora però alzo io il volume!" E sparò a volume spacca timpani Eminem.

Passarono un'altra oretta ed erano quasi atrivati. Si erano già addentrati nelle piccole cittadine costiere. Il cielo si era fatto più scuro, ma il tramonto era mozzafiato.

"Amore, guarda!" Disse lei indicando la distesa azzurro-aranciato che rifletteva i colori di un cielo ancor più bello.

Appena lui si fermò al semafono, approfittò di quella piccola pausa e baciò le labbra della sua passeggera: "Ti amo"

"Anche io"

La macchina si rimise in moto. Ma solamente fino all'incrocio successivo.