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Autore: semplicementeme     31/01/2009    6 recensioni
Pensava.
Cosa che ormai le capitava spesso nelle ultime tre settimane.
Pensava a ciò che era capitato quel giorno.
Il giorno in cui, per la prima volta in vita sua, aveva disubbidito al volere del Fato.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hotaru/Ottavia
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nuova pagina 1 Il bacio della Morte

Neve. Neve tutto attorno.

La città era ricoperta da un manto soffice color arancio per effetto del sole ormai morente. Tutto era avvolto in una drappo incantato nel parco cittadino.

Su di un’altalena stava una ragazza.

I lunghi capelli neri circondavano un ovale perlaceo. Gli occhi color ametista spiccavano come due gemme in quel viso da fata. Le labbra piegate in un’espressione triste.

La giovane si dondolava silenziosa. Lo sguardo perso in lontananza. Pensava. Cosa che ormai le capitava spesso nelle ultime tre settimane. Pensava a ciò che era capitato quel giorno. Il giorno in cui, per la prima volta in vita sua, aveva disubbidito al volere del Fato. Si era rifiutata di baciare un umano. Si era rifiutare di dare il bacio della Morte ad un semplice umano.

Non se ne accorse ma non era sola. Da lontano un uomo la osservava. Rapito. Estasiato. Incantato dalla sua bellezza. Voleva avvicinarsi ma non osava. Temeva di vederla andare via. Svanire nel nulla come era accaduto quel pomeriggio. Lui sapeva. Lei era venuta li per portarlo via.

No. Non poteva restare fermo immobile. Doveva raggiungerla.

Deciso, ma allo stesso tempo impaurito, avanzava verso Hotaru. Il bavero del cappotto sollevato. Gli occhi verdi fissi sulla figura della ragazza. Riuscì a compiere pochi passi poi si bloccò. Hotaru aveva sollevato il viso e lo fissava con occhi pieni di lacrime.

- Cosa vuoi? Va via.

La voce di lei era quasi un sussurro. Le lacrime scendevano copiose e lei non faceva nulla per trattenerle. Era distrutta. Lei lo aveva salvato e lui... le veniva incontro.

Ma l'uomo non era dello stesso avviso. La osservava colpevole.

No. Non poteva andarsene. Era li per affrontarla. Non si sarebbe fermato. Riprese la sua marcia.

La sua marcia funebre.

- Non andrò via. E tu non potrai fare nulla. Non questa volta Hotaru.

Le sue parole furono una stilettata al cuore per Hotaru. Ormai Akira era a pochi passi da lei. Si fronteggiavano. Solo pochi passi li dividevano. Due, forse tre.

Hotaru aveva lasciato l’altalena e guardava con occhi carichi di dolore Akira. Chinò il capo sconfitta. Non poteva reggere quegli occhi di giada. Non poteva reggere il suo sguardo. No. Non ne era capace.

- Va via. Ti prego.

La voce resa roca dalle lacrime mentre, ormai, tremava preda della disperazione. Fu un attimo. Si ritrovò stretta dalle braccia di lui e solo in quel porto sicuro riuscì a dare sfogo a tutto il suo dolore.

- Sai è strano. Ogni uomo sfugge la morte... io, al contrario, la inseguo.

A quelle parole la giovane alzò il viso e fissò Akira. Le labbra di lui erano atteggiate in un dolce sorriso mentre la guardava come se fosse stata l’essere più bello del creato. Le sue mani presto accarezzarono il suo viso portando via le tracce di lacrime.

- Hotaru... so chi sei ma non ho paura... so che devo morire. Ormai il mio tempo è arrivato. Continuare a vivere è una sofferenza. Per me e per te. La malattia... mi sta consumando. Se mi ami, se davvero mi ami come dici... allora esaudisci il mio desiderio. Regalami il bacio della Morte perché se la morte ha i tuoi occhi ed il tuo sorriso, se la morte ha il tuo profumo e la tua dolcezza, allora sono un uomo fortunato.

Era ferma. Immobile. Incapace di articolare una parola. Una semplice parola. Un sì. Un no. Non era capace di nulla. Allora fu lui a interrompere quello stato di immobilità chinandosi e baciando le labbra della donna che amava.

Dolci come il miele.

Soffici come la seta.

Delicate come una carezza.

Erano queste le labbra della Morte.

No.

Erano queste le labbra di Hotaru.

Quando si separarono lei gli regalò un dolce sorriso…

Poi fu solo il buio.

Hotaru Tomoe.
6 gennaio 1982 - 25 gennaio 2008
Nella morte ha trovato il suo ultimo atto d’amore.



16 giugno 2008

- Non so che dirle signor Akaruto. La sua guarigione ha dell'incredibile. Potremmo parlare di un miracolo. Il suo tumore è praticamente sparito. E' come se... come se non fosse mai stato malato.

Akira sorrise tristemente. Il medico si sbagliava, lui era stato davvero malato e soprattutto era stato davvero miracolato.

- No, si sbaglia dottor Kumikazewa. Il mio è un vero miracolo.

Così dicendo si alzò dalla poltrona ed uscì dallo studio del suo medico. Guardò fuori dalla finestra e chiuse gli occhi lascindosi baciare dai raggi del sole. Sorrise, come se quel sorriso fosse diretto al suo angelo dagli occhi color ametista..

 

Salve gente!

Da quanto non pubblico qualcosa su Sailor Moon? Da tanto, vero? Eccomi tornata con questa one-shot scritta per un concorso a cui ho partecipato. Spero che possa piacervi. Un bacio, spero di poter tornare presto...  ispirazione permettendo.


   
 
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