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Autore: ChiizuDreamer    17/08/2015    0 recensioni
Harmony Miiko è una ragazza di 15 anni, amante del canto e della musica da sempre. Il suo sogno è proprio quello di diventare una brava cantante per emozionare il pubblico: tale scopo l'ha indotta ad iscriversi presso una prestigiosa scuola privata, il Miracle Painting Institute...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odoroki no Kureshendo 


Settembre stava per giungere al termine, portando via con sé l'estate. Yui aprì gli occhi al suono della sveglia e sciolse l'abbraccio che la legava alla sua compagna di stanza per prendere in mano il cellulare e disattivarla, prima che la musica potesse svegliare la sua dolce Shizuka. Era domenica, e voleva che dormisse un altro po'. Lei non poteva rimanere, purtroppo: Katsuko l'aveva convocata assieme alle altre ragazze del gruppo in agenzia perché voleva parlare di alcune novità.

Dopo aver posato un bacio sulla testa di Shizuka si tolse le lenzuola di dosso e si alzò dal letto, camminando verso la porta del bagno cercando di non fare troppo rumore. Aprì il rubinetto dell'acqua e aspettò che diventasse calda prima di entrare in doccia. Dopo essersi lavata e asciugata, sempre provando a evitare di fare troppo rumore, prese gli occhiali e se li mise sul naso; poi si vestì con gli indumenti che aveva riposto sulla sedia della sua scrivania la sera prima: una maglietta del suo colore preferito, il rosso, lo stesso che avrebbe sfoggiato nei panni di idol, e dei jeans abbastanza normali. A quel punto decise di uscire, conservando in tasca il cellulare. Mentre stava per chiudere la porta, si ricordò di una cosa estremamente importante. Rientrò e sedette alla scrivania. Prese un post-it, una penna e iniziò a scrivere un messaggio:

“Sono in agenzia, se non rispondo ai tuoi messaggi è per questo. Ti auguro una buona giornata!”

Alla fine disegnò anche un cuoricino e poi poggiò il post-it sul cuscino, in modo tale che Shizuka lo notasse subito.
Adesso Yui era davvero pronta per uscire. Mise da parte le smancerie da fidanzatina e assunse il suo atteggiamento da vera senpai. Sollevò gli occhiali che ogni tanto scivolavano giù e, tenendo le mani in tasca, si avviò per i corridoi del dormitorio femminile, attraversò il cortile dove qualche studente si era seduto a ripassare o a godersi le ultime giornate di calore e raggiunse i cancelli. La domenica rimanevano sempre aperti per permettere agli studenti di entrare ed uscire in qualsiasi momento. Giunta alla fermata dell'autobus si fermò e si poggiò al muro.

Per ingannare il tempo, la ragazza decise di ascoltare un po' di musica.

Tirato fuori l'iPod e inseriti gli auricolari, selezionò uno dei brani presenti nella sua lista.

Potrebbe sembrare strano per una idol, ma la playlist di Yui era colma di pezzi di musica classica.

Quella era stata sempre una grande passione per lei, fin da piccola aveva sognato di poter tenere un concerto di musica classica tutto suo. La sua iscrizione al Miracle Painting, poi, ruotava tutta attorno al permetterle di diventare un'affermata pianista. E ciò le aveva permesso di conoscere Shizuka, una delle persone più importanti della sua vita. In quel momento partì un brano sull'iPod e Yui sorrise, trasportata indietro nel tempo da quelle note.

 

La ragazza con gli occhiali se ne stava seduta davanti al grande pianoforte a coda presente in sala musica: finalmente era riuscita a rimanere lì da sola, per allenarsi e diventare l'eccellente musicista che aveva sempre sognato di essere. Shizuka, la sua compagna di stanza e ormai sua grande amica e confidente, era l'unica a cui era permesso di assistere alle sue prove.

Il brano sul quale Yui aveva intenzione di concentrarsi maggiormente era uno che le dava del filo da torcere più degli altri. Per quanto provasse e riprovasse a suonare in modo corretto un passaggio della melodia, proprio non riusciva. Nonostante tutto continuava imperterrita a provare, sicura che prima o poi ci sarebbe riuscita; a dire il vero dentro di sé stava iniziando a scoraggiarsi, ma non poteva mostrare a Shizuka quella sua debolezza. Voleva che lei la vedesse sicura e forte, come un eroe, come un principe.

Erano passate due ore da quando Yui aveva cominciato l'allenamento e le dita stavano iniziando a farle davvero male. Ma man mano che provava, il suo modo di riprodurre le note sullo spartito era migliorato e, alla fine, la melodia risultò come voleva lei e come effettivamente doveva essere.

Quello fu uno dei momenti più emozionanti della sua vita, gli occhi le si erano illuminati e gli angoli della bocca si erano sollevati in un sorriso pieno di soddisfazione.

Provò a suonare quel pezzo ancora un paio di volte: finalmente c'era riuscita!

Shizuka si alzò dalla sedia in prima fila sulla quale era rimasta seduta per tutta la durata delle prove e si mise ad applaudire tutta contenta per la performance straordinaria di Yui: «Bravissima!» esclamò, tutta contenta «Sapevo che ci saresti riuscita!»

Shizuka si avvicinò alla sua compagna che adesso si stava massaggiando le dita distrutte da tutto quel suonare.

«Tu per me...» esordì timidamente Shizuka, restando a qualche passo di distanza da Yui «...sei un crescendo di sorprese!»

E dato che in seguito le due ragazze erano diventate più che amiche, Yui aveva deciso che non l'avrebbe mai delusa e avrebbe continuato a sorprenderla in tutti i modi possibili.

Per questo adesso si era ritrovata ad intraprendere una strada così insolita per lei, quella dell'idol.

Non era esattamente il suo genere, ma si divertiva a cantare e ballare e avrebbe fatto questo ed altro pur di vedere costantemente la soddisfazione sul viso di Shizuka.

 

Mentre era immersa in quei piacevoli ricordi, l'autobus arrivò e si fermò per farla salire. La ragazza si fece spazio fra la folla che riempiva il mezzo e si aggrappò a un palo continuando ad ascoltare la musica e a farsi gli affari suoi. Arrivata alla sua fermata scese e camminò come se nulla fosse verso il grattacielo che ospitava l'agenzia.

Camminando alzò gli occhi verso il cielo e notò che in lontananza vi erano dei nuvoloni grigi e neri che annunciavano un temporale. Distolto lo sguardo, si ritrovò davanti all'ingresso dell'edificio ed entrò, camminando verso l'ascensore che l'avrebbe condotta fino all'agenzia.

Quando bussò alla porta, Makoto andò ad aprire e le sorrise: «Yui! In orario come sempre!» le disse lasciando che la sua compagna entrasse.

Yui sollevò gli occhiali che erano scivolati un'altra volta e rispose: «Beh...devo dare il buon esempio in quanto senpai, no?»

Shino e Ichigo erano già lì, insieme a Katsuko; la donna stava guardando intensamente il cielo fuori dalle grandi vetrate dell'ufficio. Il vento stava smuovendo le nuvole sempre più vicine alla città.

«Sapete nulla di Harmony? È sempre così puntuale...» disse la manager, ad un certo punto, tornando con i piedi per terra.

Quella domanda fu un colpo per tutte: Katsuko non sapeva nulla del litigio che il gruppo aveva avuto, dal momento che nessuna, neanche sua nipote, gliene aveva parlato.

Gli sguardi di tutte raggiunsero il pavimento, dopodiché si fissarono negli occhi come a dirsi “che cosa dovremmo dirle adesso?”.

Furono attimi di panico. Nessuna sembrava volerle dire la verità: cosa avrebbe pensato Katsuko se avesse saputo che un gruppo formato da così poco tempo era già riuscito ad avere un litigio tanto rilevante?

Yui ruppe il ghiaccio e, schiarendosi la voce con un colpo di tosse, iniziò: «Non ti abbiamo detto una cosa, in effetti.» si grattò la nuca e raccontò dell'accaduto alla manager che non poteva credere alle sue orecchie. Se aveva scelto Harmony come leader c'era un motivo ben preciso. Secondo lei Harmony aveva quella determinazione, quella sicurezza che una leader di un gruppo idol doveva possedere a tutti i costi e rimase male quando seppe che si stava già facendo buttare giù in questo modo da una cosa del genere.

«Il fatto è» disse Shino, irrompendo nella conversazione «che Harmony non stava facendo niente con Ryosei! Stavano soltanto parlando!»

Katsuko annuì: «Ahimè queste cose sono ricorrenti in un mondo come quello delle idol. Harmony doveva aspettarsi un qualsiasi tipo di affronto.»

Shino rimase leggermente turbata da quelle parole, ma non disse nulla.

«È solamente colpa sua.» continuò Katsuko «O forse mia, che ho scelto la persona sbagliata come leader.» terminò, sospirando e mettendosi a braccia conserte. Il suo tono era chiaramente pieno di rabbia.

«Shino.» la chiamò dopo qualche secondo di silenzio «Da oggi sei tu la nuova leader delle Koe no Kaori.»

Ichigo mise una mano davanti le labbra, stupita da quelle parole. Yui sospirò, un sospiro pieno di dispiacere; Makoto, invece, non riuscì minimamente a riconoscere la zia: non l'aveva mai sentita parlare in quel modo, quel che aveva detto l'aveva quasi ferita. Sapendo di avere una certa confidenza con lei, le disse: «Ma che stai dicendo!? Non ti riconosco, zia.»

«Makoto.» la richiamò «Ti ho detto fin troppe volte che sul lavoro non mi devi chiamare zia.»

«Zia, Manager, che cosa vuoi che cambi?! Rimani sempre tu e adesso ti stai comportando in modo strano!»

Katsuko la ignorò e si rivolse nuovamente verso Shino: «Allora, non hai sentito quel che ti ho detto?»

Shino aveva tenuto gli occhi puntati sul pavimento per tutto il tempo: teneva moltissimo alla sua Harmony-chan e non sopportava che venisse detta una cosa simile su di lei. Per colpa sua, poi.

L'idea di essere la nuova leader del gruppo non la entusiasmava neanche un po'. Non poteva rubare il posto alla sua cara amica; certo, Harmony era sempre aggressiva con lei, la picchiava e la insultava, e quello non era esattamente un comportamento da amica. Ma nonostante tutto Shino le voleva davvero molto bene.

«Manager...» disse Shino, prendendo un po' di coraggio «...non voglio essere io la leader. La mia leader è Harmony!» pronunciando l'ultima frase, la ragazza alzò finalmente lo sguardo e mosse un passo verso la manager.

«Lei è la mia leader e io voglio essere la sua compagna e stare al suo fianco finché esisteranno le Koe no Kaori!» esclamò portando le mani al petto e stringendo un lembo della propria camicetta. I suoi occhi adesso erano lucidi e gonfi, sembrava che volesse scoppiare a piangere di lì a poco.

Katsuko non fece in tempo a risponderle che Shino era già corsa fuori dall'ufficio e adesso stava percorrendo velocemente le scale.

«Zi-...Manager.» si corresse Makoto «Penso che tu ti stia comportando proprio come Harmony. Dici che lei si sta abbattendo al primo affronto ricevuto, ma anche tu alla minima difficoltà te ne stai sbarazzando come se niente fosse!»

Yui non la lasciò continuare; mise le mani sulle spalle della compagna e la tirò piano piano indietro. «Non è il momento di litigare.» le disse, senza rimproverarla.

«M-ma lei...!»

«Davvero, Makoto. Non è il momento, ho detto.» Yui sorrise, sebbene anche lei fosse turbata dalla situazione.

Ad attrarre, all'improvviso, l'attenzione di tutte coloro che erano presenti nell'ufficio fu una luce abbagliante, seguita, qualche secondo dopo, da un rombo fortissimo.

Quel tuono spaventoso era l'annuncio dell'arrivo del temporale.

Shino stava correndo verso la scuola quando sentì il tuono. Poco dopo le cadde una goccia sul viso: era pioggia. In pochissimo tempo, le poche gocce si trasformarono in un violento acquazzone.

La strada era ancora abbastanza lunga, ma Shino non si diede per vinta e velocizzò la propria corsa verso l'istituto, dove era rimasta Harmony.

Aveva deciso che non le avrebbe permesso di abbandonare il gruppo per nessun motivo al mondo; sarebbe arrivata a scuola, l'avrebbe cercata, trovata e trascinata in agenzia anche con la forza, anche sotto la tempesta più violenta. Si sarebbe presa le urla e le botte di Harmony, ma non gliene importava nulla.

Quando arrivò davanti ai cancelli della scuola, si asciugò, o almeno, provò ad asciugarsi il viso, sul quale la pioggia e le lacrime si erano mischiate. Fu un tentativo inutile, dato che Shino era bagnata dalla testa ai piedi, niente si salvava. Né un indumento, né una parte del corpo.

Aveva il fiatone e il battito accelerato, dato che non si era fermata a prendere fiato neanche un attimo. Il cuore sembrava volerle uscire dal petto e così, esausta, poggiò un avambraccio al muro che fiancheggiava il cancello, provando a riprendere fiato.

“Harmony...adesso mi senti...” pensò.

Aspettò qualche secondo, sentiva che, possibilmente, se avesse avanzato anche di mezzo metro sarebbe morta.

Quando si sentì meglio, si trascinò dentro il cortile stringendo i pugni. Dato che si era scatenato il temporale, quel posto era vuoto, tutti gli studenti si erano rintanati nelle proprie stanze: una domenica rovinata!

Shino avanzò fino al dormitorio femminile, esattamente sotto la finestra della camera di Harmony, che dava sul cortile. Non aveva davvero la forza di entrare dentro, salire le scale e raggiungere la camera di Harmony. Così prese alcuni sassolini da terra e iniziò a lanciarli contro la finestra.

I primi tiri colpirono il muro, fu un vero fallimento; poi, però, Shino riuscì a colpire il davanzale in legno e poi anche il vetro.

“Se mi vedesse qualcuno verrei espulsa dalla scuola” si disse, ma non smise di lanciare le piccole rocce per attirare l'attenzione di Harmony, che era in camera ad ascoltare qualche canzone del suo cellulare e a ripassare inglese. Non sentiva il rumore dei sassi, ma vedeva qualcosa volare e fu quello a distrarla dalla lettura. Chiuse il libro e tolse le cuffie, per poi alzarsi dal letto e avvicinarsi alla finestra. Non la aprì per due motivi: innanzitutto la pioggia che c'era sarebbe sicuramente entrata in camera, bagnandola, e poi...quella persona stava tirando dei sassi e Harmony non voleva che la colpissero.

Guardò fuori e cercò di capire chi fosse a volerle rompere la finestra. Quando vide Shino spalancò gli occhi e pensò: “Ma che fa quella cretina?! Perché lancia sassi alla finestra?! E perché diavolo se ne sta sotto la pioggia!?”

Preoccupata, Harmony aprì la finestra, fregandosene di bagnarsi, e urlò, delicata e femminile come sempre: «CHE CAZZO STAI FACENDO!?»

Quando Shino sentì quella voce, che per le sue orecchie era soltanto musica, smise di lanciare le pietre. Le fece cadere a terra nuovamente e la guardò fissa: «Scendi subito! E non provare a dire di no!»

Harmony sussultò: «Scendere?! Per bagnarmi completamente come te?! Vai ad asciugarti, prima che ti venga una broncopolmonite!»

«HARMONY MIIKO!» le urlò, con rabbia e decisione «IO NON PERMETTERÒ

MAI A NESSUNO DI SOSTITUIRTI! QUINDI ADESSO MUOVI QUEL CULO E VIENI IN AGENZIA!»

Quando Harmony vide Shino così piena di convinzione diventò completamente rossa a causa dell'imbarazzo. Non voleva che qualcuno sentisse quel rimprovero.

Vedendo che Harmony non rispondeva, Shino continuò: «Non eri forse tu a parlare dei tuoi sogni? Della tua volontà di combattere sempre, a testa alta, nonostante tutto? Non sei di parola, Harmony! Tu sei la leader delle Koe no Kaori e devi comportarti come una persona degna di tale titolo farebbe!»

Harmony si sentì particolarmente toccata da quelle parole: erano tutte vere, d'altronde.

“Che diavolo sto combinando? Shino...ha ragione.” Harmony era davvero molto orgogliosa e normalmente non avrebbe ammesso tanto facilmente di avere torto. Ma in quel momento nel suo cuore non c'era proprio posto per l'orgoglio.

Mentre Harmony pensava, notò che Shino aveva smesso di parlare. Abbassò lo sguardo e spalancò gli occhi, spaventata: la sua amica era a terra. Che era successo? Si era sentita male? Harmony chiuse la finestra e uscì dalla propria stanza. Scese in fretta le scale e si precipitò in cortile, alzando il cappuccio della felpa che aveva addosso. Raggiunse Shino e si chinò su di lei, chiamandola.

«Shino...! Shino! Apri gli occhi, cretina!» le urlò, aggrottando le sopracciglia, quasi arrabbiata. In realtà, quella rabbia era solo un modo per cercare di mascherare la preoccupazione.

Harmony afferrò saldamente Shino e la aiutò a sollevarsi. Senza dire una parola, la tenne e la trascinò fin dentro al dormitorio. La stanza di Shino era al primo piano, ma non c'era modo di aprirla, dato che Shino, nella fretta, aveva lasciato la chiave in borsa, e quest'ultima era rimasta in ufficio...

Così Harmony cercò di farle salire le scale e la portò il più velocemente possibile in camera sua.

«Caspita, quanto pesi...perché non ti metti a dieta?!» disse Harmony a Shino mentre la aiutava a mettersi a letto.

Shino chiuse gli occhi, rilassandosi un attimo. Nel frattempo, Harmony riempì una bacinella con dell'acqua calda, prese un panno e tornò in camera con tutto l'occorrente per permettere a Shino di scaldarsi un minimo. Dopo averla asciugata come poteva, le mise un asciugamano sulla testa.

Shino notò quante attenzioni e cure le stava regalando Harmony che, tuttavia, manteneva il suo solito broncio. Non voleva che Shino pensasse che lo stesse facendo perché era preoccupata per lei, ma era inevitabile non notarlo: ad Harmony era salito il cuore in gola quando aveva visto la compagna accasciata sul prato.

«C-come ti senti ora?» chiese Harmony, borbottando a bassa voce.

Shino si strinse nella felpa che le aveva dato Harmony e rispose: «Non starò meglio fino a quando non ti vedrò nuovamente in agenzia insieme a noi, leader.»

Le guance di Harmony si colorarono di rosso. Shino osservò il suo viso, pensando che il rossore facesse un bel contrasto con gli occhi verdi della ragazza.

«N-non chiamarmi leader...» la rimproverò Harmony.

A quel punto, Shino riprese il discorso che avevano interrotto poco prima: «Perché non vuoi più fare l'idol? Io credevo che...tu, tra di noi...fossi quella che non avrebbe mai mollato neanche sotto minaccia di morte...»

Harmony ci pensò bene e aspettò qualche secondo prima di dare la sua risposta. In pochi attimi, ricordò molti momenti lieti, come la lettera che confermava la sua ammissione al Miracle Painting, i complimenti ricevuti da Katsuko, il fatto che fosse stata Shino a fare il suo nome alla manager. Sì, Shino.

Poteva essere una stupida cosa rosa fastidiosa e rumorosa, ma da lei era partita ogni cosa.

In un certo senso, Shino le aveva dato quella spinta in più che le serviva per iniziare quell'avventura.

Non la poteva deludere dopo tutto quel che aveva fatto per lei.

«Harmony...» riprese Shino «Io quando canto sul palco provo una splendida sensazione...mi si riempie il cuore di gioia e batte forte forte...» spiegò, prendendole la mano e portandola sul proprio petto, all'altezza del cuore «Tu...non provi lo stesso?»

Harmony arrossì un'altra volta, guardando la propria mano ora poggiata sul petto di Shino.

Provava quelle sensazioni? Non c'era alcun dubbio, certo che le provava.

E Shino lo sapeva benissimo, non voleva sentire alcuna risposta. Lo capiva dal sorriso che sfoggiava la sua leader quando cantava e ballava, anche durante le prove.

Harmony stava per rispondere, ma Shino la zittì, poggiandole sulle labbra un dito. Scosse piano la testa: «Conosco perfettamente la tua risposta. Non lasciarci...»

Harmony serrò le labbra e cercò di non piangere.

Non piangere, Harmony...non piangere. Ma era più forte di lei, non riuscì a trattenersi e si poggiò al petto di Shino, scoppiando in lacrime. In quel momento non pensava a quanto potesse essere imbarazzante e a quanto Shino avrebbe potuto prenderla in giro per il resto dei loro giorni. Aveva solo voglia di piangere e ora lo stava facendo.

Shino la strinse, per la prima volta Harmony non la stava riempiendo di colpi com'era solita fare.

Le due rimasero così, per un po', fino a quando Harmony riuscì a calmarsi completamente; passò circa una mezz'oretta, non di più, poi Shino vide della luce entrare dalla finestra: il temporale era cessato e adesso le nuvole si stavano spostando, lasciando spazio ai raggi del sole.

Harmony alzò la testa e parlò: «Scusa...» poi si asciugò le ultime lacrime, si stropicciò gli occhi e si alzò.

Shino sorrise, abbassando l'asciugamano che le copriva ancora i capelli, ormai per metà asciutti.

«Allora, torniamo in agenzia? Credo che le altre stiano aspettando con impazienza...»

Harmony annuì. Si lavò la faccia e si cambiò, dando anche a Shino dei vestiti puliti. Essendo Shino più alta, quasi tutti gli indumenti di Harmony erano un po' corti. Ma l'alternativa era rimanere con le sue cose ancora bagnate, e non era il caso.

Quando entrambe furono pronte, uscirono e raggiunsero in un quarto d'ora (in autobus questa volta) l'agenzia. Nel momento in cui le ragazze videro Shino tornare in compagnia di Harmony furono immensamente felici e le corsero incontro.

«Harmony! Sei tornata!» esclamò Ichigo che quasi non sperava più che Harmony potesse tornare da loro.

«Prometto che non vi abbandonerò più, ragazze...lo giuro...» face Harmony, portandosi entrambe le mani sul petto e guardando negli occhi tutte le sue amiche, una per una.

Katsuko, in tutto questo, era rimasta poggiata alla scrivania dell'ufficio, sorridendo.

«Non mi ero sbagliata. Vi ho studiate proprio bene.»

Makoto alzò la testa, sentendo quelle parole e il gruppo si voltò a guardarla.

«Era ovvio che non avrei sbattuto Harmony fuori dal gruppo per una cosa del genere.» disse la manager sorridendo, muovendo qualche passo verso di loro e mettendosi davanti ad Harmony.

«Posso solo immaginare quanto tu ti sia sentita distrutta da quel che ti è successo...e sapevo che Shino non poteva rimanere senza di te e ti sarebbe venuta a cercare.»

«Zia!» esordì Makoto «Avevi pianificato tutto!» terminò; le veniva quasi da ridere per aver pensato che Katsuko potesse agire davvero in quel modo stupido.

«Bentornata, Harmony.» disse Katsuko restando a braccia conserte.

Finalmente fra le Koe no Kaori era tornata quella bellissima atmosfera pacifica e gioiosa e Katsuko poteva esporre loro i programmi che aveva preparato per il mese di ottobre, che riguardavano delle apparizioni in alcune pubblicità e in un programma televisivo.

Nel primo pomeriggio, quando tutte ebbero finito, tornarono insieme al dormitorio.

Per rilassarsi, Yui si recò in sala musica. Sapeva che la domenica rimaneva spesso vuota, soprattutto nel pomeriggio. Lasciò la porta socchiusa e si avvicinò al pianoforte, prese posto e iniziò a suonare. Le piaceva tantissimo improvvisare, la aiutava a staccare un po' la spina quando si sentiva stanca, stressata o semplicemente quando era annoiata.

Mentre le sue dita scivolavano sui tasti bicolore della tastiera, la porta si aprì.

Era Shizuka, che la stava cercando. Sapeva che avrebbe trovato lì la sua Yui.

Entrò e, mentre avanzava, Yui non smise di suonare. Si fermò solo quando la compagna fu dietro di lei.

«Cattiva.» disse Shizuka avvolgendola in un abbraccio, lasciando che le sue braccia scivolassero lungo le spalle di Yui «Sei tornata e ti sei chiusa qua, senza nemmeno passare prima a salutarmi.»

Yui sorrise, spostando le mani dalla tastiera alle braccia di Shizuka, poi disse: «È stata una lunga mattinata.» sospirò «E poi...avevo promesso che non avrei mai smesso di stupirti. Non ti avrei stupita se fossi tornata in camera. Sarebbe stato troppo normale...non pensi?»

«Che stupida...»



- - - - ♪ ANGOLO AUTRICE - - - - 
Ehilà! Finora non mi ero mai presa un po' di spazio per parlarvi di Miracle Painting!
Dovete sapere che è una storia che ha subito tantissime trasformazioni e che Harmony è un personaggio che mi accompagna da quasi sei anni, ormai.
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati a leggere la mia storia fino a questo punto e spero vivamente che vi stia piacendo!
Continuate, d'accordo? 
p.s.: Il titolo di questo capitolo è in giapponese e vuol dire "Crescendo di sorprese".

Ciao! <3
 

  
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