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Autore: Midori No Esupuri    18/08/2015    0 recensioni
[WARNING: MYSTRADE AU // PROF!MYCROFT]
Va bene che il divorzio lo ha letteralmente distrutto e si sente solo, ma perchè si è ritrovato a chiedere di uscire al professore di diritto di suo figlio Kevin?
#prompt suggerito sul gruppo WhoLindtLock Drabble.
Dal testo:
Lo avrebbe ascoltato per ore parlare della sua materia, nonostante avessero seguito gli stessi studi di Giurisprudenza all'Università e il Diritto fosse sempre stato noioso per lui. Non ricordava di essersi mai sentito così a proprio agio nemmeno con Katy, o con qualsiasi altra ragazza, e si sorprese nel constatare che riusciva a parlare del divorzio con oggettivo distacco, come se fosse capitato a qualcun altro.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'arte dell'improvvisazione

Parlando della sua vita, Gregory la dipingeva come semplice: armoniosa nonostante lo stress ed i pericoli del suo lavoro, certo, ma che comunque valeva la pena di essere vissuta grazie alla presenza di una bella donna dedita ad aspettarlo a casa e i sorrisi dei suoi figli. 
Quindici anni di matrimonio erano andati in fumo da circa sei mesi, senza che lui potesse fare qualcosa per evitarlo, proprio perché aveva tardato ad accorgersene. Rincorrere criminali in giro per Londra non gli lasciava molto tempo per dormire, figurarsi se aveva le energie sufficienti per tornare a casa e adorare sua moglie, giocare con i figli, o uscire fuori a cena. Se anche avesse avuto la possibilità di vivere una giornata lunga settantadue ore ne avrebbe passate settantuno a lavorare, lasciandosi gli ultimi sessanta minuti per litigare con Katy. 
Il suo matrimonio, inizialmente tanto perfetto, si era sbriciolato fino a far cadere nel vuoto i suoi tentativi di cucinare al posto della moglie, di accompagnare i figli a scuola, o di presenziare alle partite di calcio. La colpa pareva essere - a detta di sua moglie - solo sua, poiché ogni volta che si prendeva un impegno con lei o con i figli, che fosse una cena o un pomeriggio al parco per giocare, finiva sempre per trovarsi al lavoro pochi minuti prima dell'orario stabilito. Katy doveva aver trovato molto ironico fargli trovare i documenti per il divorzio proprio sulla scrivania del suo ufficio, a Scotland Yard, sotto gli occhi di tutti. 
Comunque, in sei mesi, aveva scoperto i tradimenti della donna che sentiva di amare come il primo giorno, e ovviamente era stato un particolare molto rilevante nella decisione di mandarla al diavolo e rifarsi una vita. Solo che non aveva calcolato di rifarsi una vita con tutt'altro tipo di persona. O meglio, era abbastanza ovvio che non cercasse qualcun altro come Katy, ma... Andare al ricevimento dei docenti di suo figlio e tornare a casa con la promessa di un appuntamento era... Strano. Soprattutto considerando che la persona con cui si sarebbe dovuto vedere tra circa mezz'ora era un uomo. Incredibilmente educato, posato, con il corpo appena robusto ma comunque fasciato da splendidi completi gessati, di vecchio stampo, tanto che aveva persino dei gilet con lucidi bottoni decorati. Aveva rovistato nel disordinato armadio in camera, provando all'incirca una dozzina di camicie e altrettanti pantaloni, finendo per scegliere una giacca nera, dei jeans comodi e una camicia leggera, bianca. Niente cravatta, oltre a dargli fastidio la riteneva inutile per una cena tra due uomini della stessa età. Troppo formale. 
Quel che non sapeva, tuttavia, era che Mycroft conduceva una vita formale in ogni sua circostanza, che aveva appena allacciato le sottilissime stringhe di un paio di scarpe lucide sotto dei pantaloni grigi antracite, e ora si accingeva ad annodare con un largo triangolo perfettamente equilatero la propria cravatta di un grigio lieve, pallido come la sua pelle.
L'incontro era fissato per le venti e trenta davanti ad un ristorante di recente apertura, o almeno così credeva Gregory che non lo aveva mai sentito nominare. Era stranamente agitato, erano le otto in punto ed era già vestito di tutto punto, seduto sulla poltrona del salotto, la TV accesa col volume muto. Tornò in bagno per darsi una controllata veloce, spruzzandosi ancora un po' di profumo, poi guardò la tv cercando un notiziario e controllò l'orologio. Le venti e quindici. Poteva partire di casa, gli piaceva essere in anticipo quando riusciva. 
Guidò per circa dieci minuti, c'era un grande parcheggio subito prima del locale e Gregory capì il motivo solo vedendo l'insegna. Aveva completamente sbagliato abbigliamento! Il ristorante era lussuoso, non troppo affollato, e con molte probabilità non poteva nemmeno permettersi un bicchiere d'acqua lì dentro. Deglutì, sentendosi estremamente a disagio: non faceva in tempo a tornare a casa a cambiarsi, e comunque uno stile troppo elegante nom faceva per lui, non si era messo un completo nemmeno per il ballo scolastico del liceo!
-Buonasera.
Quasi saltò sul posto nel sentire la voce calda e profonda del docente, nel voltarsi verso di lui venne travolto dalla nebbia scura dei suoi occhi... E dalla bellezza della sua figura, avvolta in un impeccabile completo grigio s
curo. 
-Cristo.- inveì, senza potersi controllare. -Scusi.- mormorò, portandosi una mano alla bocca e tossendo appena. 
-Non si preoccupi. Prego, le faccio strada. 
Entrarono dentro il locale, il professor Holmes aveva riservato per loro uno splendido tavolo appartato, non troppo vicino alla finestra, nell'area fumatori. Ottimo, almeno avrebbe potuto fumare per calmarsi, se ce ne fosse stato bisogno. E ce ne sarebbe stato, eccome.
La cena non fu così traumatica come pensava. Mycroft, che aveva insistito affinché Greg lo chiamasse per nome invece che 'professor Holmes' come uno studente spaurito, era un abile oratore ed era molto acculturato, per il mediocre poliziotto - ormai non poteva evitare di sentirsi tale, in confronto all'elegante commensale - era veramente un pozzo di sapere. Lo avrebbe ascoltato per ore parlare della sua materia, nonostante avessero seguito gli stessi studi di Giurisprudenza all'Università e il Diritto fosse sempre stato noioso per lui. Non ricordava di essersi mai sentito così a proprio agio nemmeno con Katy, o con qualsiasi altra ragazza, e si sorprese nel constatare che riusciva a parlare del divorzio con oggettivo distacco, come se fosse capitato a qualcun altro. 
-È evidente che non abbia notato il suo impegno, Gregory. Non deve prendersela, per quanto poco mi è stato permesso di capire del sesso femminile ho potuto supporre che... 
Parlava e parlava, le sue labbra sottili si muovevano rapide e sicure mentre Gregory le fissava, rapito, con il bicchiere di vino in mano. Cos'era, il terzo? Il quarto? Uhm, no, c'era una bottiglia vuota vicino a quella ormai a metà, su un lato del tavolo.
Dio, gli girava la testa. Forse era il vino, non era minimamente abituato a berlo e comunque non gli era mai piaciuto. Forse era per il fatto che aveva mangiato poco e niente, stando attento ai prezzi sul menù, o forse era per la presenza sempre più particolare di Mycroft. Kevin ne parlava ogni giorno, male quando gli dava voti bassi, bene quando a prendersi un impreparato era l'antipatico di classe, o l'altezzosa ragazza che faceva avances a tutti. Aveva destato in Greg una notevole curiosità, suo figlio, e adesso poteva dire di averla completamente soddisfatta visto cosa poteva offrire quel docente. 
-Ho forse detto qualcosa che non va?- domandò improvvisamente Mycroft, Greg sussultò e scosse il capo. Doveva sembrare alquanto pensieroso. 
-No, mi scusi, uhm, io stavo... Stavo... Ragionando. 
-Se sta ragionando nei riguardi del conto, le posso assicurare che non sarà lei a pagare. 
-Cosa?- saltò su l'altro, avvampando. -Guardi che posso benissimo permettermi i prezzi di questo posto, e comunque potremmo divi... 
-Non sia ridicolo, non può permettersi questo posto.
Gregory si morse il labbro inferiore, a disagio. 
-Come agente di Scotland Yard il suo stipendio è alto, ma non abbastanza. Mi permetta di saldare il conto anche per lei. 
A nulla valsero le affermazioni dello yarder, che cercò di convincere Mycroft che aveva un bello stipendio, che potevano e anzi, dovevano dividere il conto, perché il professore uscì vittorioso dal ristorante dopo aver scelto su quale delle proprie sei carte di credito fosse più opportuno addebitarlo. Era meglio smaltire il vino, prima di mettersi alla guida, e Mycroft acconsentì a sedersi con Greg su una panchina lungo la strada.
-Senta, come..- chiese il poliziotto, arrendendosi una sigaretta. -Come ha fatto a capire che sono un agente di Scotland Yard? Non gliel'ho detto, mi sembra. Kevin le ha parlato di me? 
-Suo figlio difficilmente apre bocca durante le mie interrogazioni, figuriamoci per parlare della sua famiglia. È evidente, tuttavia, che abbia delle difficoltà nel reagire alla sua separazione con sua moglie.
Greg strabuzzò gli occhi. 
-E questo come lo sa?! 
Mycroft piegò le labbra in un sottile sorriso, lo yarder avvertì una strana scarica elettrica nel vedere quel semplice gesto. 
-Il suo distintivo sporgeva appena dalla tasca, quando è arrivato.- spiegò. -Per il suo matrimonio finito, se posso cortesemente osservare la sua mano... 
Tese la propria, pallida e affusolata, Greg appoggiò il palmo contro la mano di Mycroft e rabbrividì, era più fredda di quanto si aspettasse.
-Come vede, la sua fede nuziale presenta dei... 
-Ah, stia zitto.- biascicò Greg, provato dal vino e dalla voce di quell'uomo dall'affascinante intelligenza. Si avvicinò a lui, la testa che vorticava per l'alcool ingerito. 
-Prego...?- mormorò Mycroft, ovviamente preso in contropiede da quella mossa così sfacciata. Non poté aggiungere altro, perché Greg catturò le sue labbra in un bacio molto poco casto, umido e lungo. Travolgente. 
-La prossima cena, nel mio appartamento.- sussurrò lo yarder sulla sua bocca lucida, per poi alzarsi e barcollare fino all'auto. Alzò una mano. 
-Buonanotte, professore.
  
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