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Autore: ___Page    18/08/2015    3 recensioni
"Accomodandosi meglio tra le lenzuola, voltando il viso per poter vedere il suo, immerso nella penombra e rilassato nel sonno, con il naso immerso nei suoi capelli che sembravano tinti di luna, ancora una volta Yukino non poté non concedersi un piccolo bilancio di quello che era successo poco tempo prima e della scelta che aveva fatto. "
-Fanfiction ispirata allo spinoff "The Twin Dragons of Sabertooth"-
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sting, Eucliffe, Yukino, Aguria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRO E CONTRO



 
Yukino aveva sempre sperato di diventare un membro di Sabertooth e, come per tutte le decisioni che si trovava a dover prendere nella propria vita, la giovane maga non poteva impedirsi di fare un bilancio dei pro e contro che questo aveva portato.
Le umiliazioni subite durante i Grandi Giochi di Magia non bastavano a farle rimpiangere la sua scelta, fatta non una ma ben due volte.
A distanza di tempo, fare parte di quella gilda continuava per lei a essere motivo di orgoglio, soprattutto da quando Sting le aveva dato una nuova impronta. Non era più semplicemente una questione di prestigio, ora stare lì significava avere una casa e una famiglia.
E non erano le uniche due cose belle che la sua scelta le aveva portato.
Accomodandosi meglio tra le lenzuola, voltando il viso per poter vedere il suo, immerso nella penombra e rilassato nel sonno, con il naso affondato nei suoi capelli che sembravano tinti di luna, ancora una volta Yukino non poté non concedersi un piccolo bilancio di quello che era successo poco tempo prima e della scelta che aveva fatto.
Aveva temuto di avere sbagliato, di avere ceduto all’enorme sollievo di essere di nuovo a casa, di non averci riflettuto abbastanza.
Quando si era svegliata nel bel mezzo della notte, ancora ospite a casa dei due Draghi Gemelli che non volevano lasciarla sola, preda di un incubo, il ricordo della brutta avventura che si era appena conclusa, gridando che avrebbe preferito morire piuttosto che farsi cancellare il simbolo della propria gilda dalla pelle, tutto si era aspettata fuorché di ritrovarsi Sting sulla porta, mezzo nudo, affannato e preoccupato per le sue urla.
Si era scusata per averlo svegliato ma il Dragon Slayer non aveva proferito parola, si era avvicinato a lei e le aveva asciugato il volto umido di lacrime, sedendosi sul materasso, guardandola fissa e togliendole l’uso della parola.
Yukino lo aveva lasciato fare, incapace di opporsi, quando lui l’aveva obbligata a sdraiarsi di nuovo, aveva scostato le coperte e sollevato appena la canotta sulla sua pancia, per scoprire la tigre tatuata vicina all’anca. Si era chinato a baciare quel disegno a fior di labbra, un gesto di protezione che le aveva fatto chiudere gli occhi e perdere la ragione, mentre la maga immergeva le mani nelle ciocche bionde del proprio master, perché non si allontanasse da lei.
E Sting non aveva deluso le sue attese, aveva obbedito al muto ordine della sua nakama, spostandosi a baciarla sempre più su, fino alle labbra, e poi di nuovo sempre più giù, ben al di sotto del marchio.
Aveva capito, Yukino, che mai nessuno avrebbe più cancellato il simbolo di Sabertooth da lei, che Sting non lo avrebbe permesso e lo aveva amato con tutta se stessa mentre si lasciava amare. Al mattino si era preparata a liquidare il tutto come un momento di debolezza ma Sting l’aveva sorpresa di nuovo e le cose erano andate diversamente.
E di certo essere la donna del Master aveva i suoi contro.
Era più dura da digerire se doveva rimproverarla, era più estenuante aspettare il suo ritorno quando doveva andare a qualche importante riunione, era più angosciante vederlo preoccupato per qualcosa.
Ma erano momento rari, che non rovinavano la bellezza di quelli più belli e decisamente più frequenti e che non erano sufficienti a cancellare i pro che essere la donna di Sting portava.
Perché essere la donna di Sting significava dormire al sicuro tra le sue braccia e svegliarsi con il suo respiro sulla pelle.
Aveva sempre odiato mostrarsi debole, Yukino, ma essere la donna di Sting la faceva sentire più forte che mai anche quando era completamente indifesa sotto di lui.
Aveva sempre odiato ammettere ad alta voce le proprie paure ma con Sting non era stato necessario perché gli bastava uno sguardo per leggerle dentro. Sapeva fin troppo bene quale fosse la più grande di quelle paure e solo lui era capace di farla scomparire con un semplice tocco.
Quando si lasciava andare tra le sue braccia per dormire, Sting la stringeva da dietro e, in un gesto ormai meccanico ma immancabile, posava il palmo sulla sua pancia, in modo da coprire il tatuaggio sotto la sottile stoffa della sua canottiera.
Proteggendo quel simbolo che per lei contava così tanto. Quel simbolo che lui le aveva donato come suo primo compito da Master. Quel simbolo per difendere il quale Yukino sarebbe anche stata pronta a morire.
 
  
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