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Autore: luckily_mellark    18/08/2015    2 recensioni
Per Percy il giorno del suo compleanno era sempre stato un giorno speciale.
Non tanto perchè fosse proprio il suo compleanno, ma piuttosto per una serie di motivi che lo spingevano a credere con convinzione che quella combinazione di numeri che era la sua data di nascita portasse con se un messaggio perenne della fortuna. Dal giorno in cui era venuto al mondo, il 18 Agosto era stato il giorno più bello dell'anno, ogni singolo anno. Era come quei livelli bonus nei videogiochi, in cui puoi raccogliere tutte le monetine che vuoi senza dover saltare in testa a nessun mostriciattolo petulante.
Ecco. Il suo compleanno era il suo giorno bonus. E di questo era convinto [...]
Quel giorno aveva sempre portato con se qualcosa di magnifico.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Poseidone, Sally Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per Percy il giorno del suo compleanno era sempre stato un giorno speciale.

Non tanto perchè fosse proprio il suo compleanno, ma piuttosto per una serie di motivi che lo spingevano a credere con convinzione che quella combinazione di numeri che era la sua data di nascita portasse con se un messaggio perenne della fortuna. Dal giorno in cui era venuto al mondo, il 18 Agosto era stato il giorno più bello dell'anno, ogni singolo anno. Era come quei livelli bonus nei videogiochi, in cui puoi raccogliere tutte le monetine che vuoi senza dover saltare in testa a nessun mostriciattolo petulante.

Ecco. Il suo compleanno era il suo giorno bonus. E di questo era convinto, più di quanto non fosse sicuro che la terra fosse tonda o che Atena lo avrebbe fatto fuori se avesse scoperto che lui e Annabeth se la spassavano da molto prima del matrimonio.

Quel giorno aveva sempre portato con se qualcosa di magnifico.


 

A cinque anni, mentre giocava con le macchinine sul pavimento di casa, Sally gli aveva presentato una torta minuscola di un colore blu acceso, sovrastata da un eccessivamente alta foresta di candeline altrettanto azzurre, che lui, da bravo bambino si era subito affrettato a spegnere soffiandoci sopra. Con un sorrisone che vantava qualche caverna per i dentini caduti si era imbrattato la faccia di panna cerulea, facendo ridere sua mamma. All'epoca la torta era piccola, solo per loro due, ma la felicità era immensa. A soli cinque anni si convinse che quello fosse stato il giorno migliore della sua vita.


 

A 12 anni, dopo un anno in un collegio per ragazzi difficili, una professoressa di matematica che non era ne una professoressa ne sapeva la matematica, e un disastroso anno da semidio, il 18 Agosto ricevette una fantastica mail dalla sua nuova amica Annabeth. Essere figlio di Poseidone aveva i suoi pro e i suoi contro, ma avere degli amici veri come la figlia di Atena o Grover, aveva solo ed unicamente aspetti positivi. La mail conteneva la foto della ragazza davanti ad un monumento famoso e un messaggio di auguri. Sorrise, arricciando il naso. Qualcuno quell'anno si era ricordato di lui. La torta era appena più grande, visto che a mangiarla sarebbero stati in tre, e anche se la compagnia di Gabe non era delle migliori, il cuore di Percy era pieno di gioia. Soffiò sulle candeline ed espresse un desiderio che ormai non ricordava nemmeno più. Quel giorno, si disse, stava festeggiando il più bel compleanno della sua vita.


 


 

A 15 anni, in piena adolescenza, con la minaccia della fine del mondo sulle spalle, e la responsabilità di salvarlo, Percy festeggiò per la prima volta in compagnia di sole persone fantastiche. Aveva sua mamma, un patrigno simpaticissimo, un fratellastro ciclope imbattibile a Monopoli e un cane tanto affettuoso quanto gigantesco. La solita torta azzurra lo aspettava sul tavolo, con le candeline già allineate e pronte per essere accese. Quando il campanello suonò e sua madre squittì, lasciando entrare l'uomo in bermuda e camicia hawaiana, al ragazzo mancò il respiro. E nonostante il peso che si portava dietro, il suo dilemma amoroso e la sua vita in pericolo, quell'anno, dopo aver festeggiato anche con Poseidone in persona, Percy non potè fare a meno di credere che quello fosse davvero il compleanno più entusiasmante della storia.


 


 

L'anno successivo, esattamente qualche ora dopo aver salvato il mondo, aver distrutto Crono, e rifiutato l'immortalità Percy dovette seriamente ricredersi su tutte le sue convinzioni dei compleanni precedenti. Con il cupcakes blu tra le mani spezzato a metà, sentiva il bisogno impellente di essere sincero sui suoi sentimenti verso la sua migliore amica. La guardò negli occhi giusto il tempo per arrossire fino alla punta delle orecchie e balbettare qualcosa che doveva assomigliare ad una misera dichiarazione d'amore. Lei si limitò a ridacchiare a minacciarlo. Il bacio subacqueo che seguì, oltre ad essere il migliore di sempre, lo rese certo di aver appena trascorso il giorno più emozionante della sua breve esistenza. Continuò a baciare Annabeth, come se il resto non avesse alcuna importanza.


 


 

Avere 18 anni, un sacco di amici, vecchi e nuovi, romani e greci, un tatuaggio sull'avambraccio, la patente, aver finito il liceo e aver sconfitto Gea, non impedì al semidio di provare un certo timore reverenziale verso il giorno che si apprestava a trascorrere. Non era tanto agitato per il suo compleanno, ma lo era per l'anniversario della sua relazione con la figlia della dea della saggezza. Aveva programmato una cena romantica a lume di candela in un ristorante non troppo distante da casa e un film accoccolati sul divano del suo appartamento. Così, quando i suoi desideri nascosti si avverarono, mentre Annabeth gli permetteva finalmente di sfilarle il vestitino nero che indossava per l'occasione a Percy mancarono ben più di un paio battiti. Quell'anno non c'era stato bisogno di soffiare su alcuna candelina, per decretare quel giorno il migliore in assoluto della sua vita.


 


 

A 22 anni, ogni mortale avrebbe etichettato come follia quello che lui stava per fare. Non aveva intenzione di aspettare nemmeno un nanosecondo in più. Nuova Roma era meravigliosa e seduto al solito caffè, nonostante fosse Agosto, Percy prese a sorseggiare una cioccolata calda mangiando una fetta di torta alla panna, rigorosamente blu. Aveva dovuto lottare con le unghie e con i denti, ma alla fine, i suoi occhioni verdemare da cucciolo avevano convinto la pasticcera a fargli una torta blu almeno per quel giorno. Aveva intenzione di aspettare che Annabeth finisse il suo esame al college e lo raggiungesse, prima di ordinarne una seconda fetta per lui ed una per lei. Era agitato, in trepidazione. Era il loro sesto anniversario, e lui, in quanto sfigatissimo semidio non ce la faceva più a portare avanti la loro relazione in quel modo. Quando lei si sedette e cominciò a mangiare, Percy si prese un paio di istanti per decidere se fosse effettivamente sicuro di quello che stava per fare. Essere il suo ragazzo era stato bello. Ma non sarebbe più potuta andare avanti quella relazione precaria tra loro. Cosi, quando si frugò in tasca, deglutendo a fatica, e si inginocchiò in mezzo alla folla accaldata davanti alla bionda, per poco non gli venne un infarto. “Annabeth Chase. Vuoi sposarmi?” nello stato d'ansia in cui versava, aveva mandato al tartaro tutto il bel discorso che si era preparato, e gli erano uscite solo quelle quattro misere parole. Dalla faccia attonita della ragazza tutto si sarebbe potuto dire, tranne quello che invece successe. Si alzò, per poi inginocchiarsi sulle mattonelle davanti a lui. Lo baciò come non aveva mai fatto prima. E fu un si chiaro come il sole. Quell'anno, il 18 agosto, fu il migliore che i due semidei avessero mai trascorso.


 


 

A 25 anni, Percy se ne stava seduto sul letto dell'appartamento che divideva da poco più di due anni con sua moglie.

“Annabeth ti vuoi sbrigare?” esasperato la chiamò, stringendosi la punta del naso tra le dita.

La voce tremante della ragazza lo raggiunse da dietro la porta del bagno “ho quasi finito, dammi un secondo ancora, ok?”

“non ce lo abbiamo un secondo. I ragazzi ci stanno aspettando per la festa e siamo già in ritardo. Va bene che è il mio compleanno, ma non mi pare il caso di farli aspettare. E poi dovresti seriamente smetterla di passare ore a prepararti. Sei bellissima così come sei”

la porta aprendosi lasciò vedere la figura slanciata della figlia di Atena in tutta la sua bellezza semidivina. I jeans scoloriti e la canotta grigia mettevano in risalto gli occhi della donna, che però non brillavano della solita luce spavalda. Sembravano insicuri, agitati.

“sei pronta?” Percy notò il cambiamento, inclinando appena la testa per la curiosità

“si” ammise lei, per poi correggersi e scuotere la testa “no. In realtà no”

“che succede Sapientona?”

“ho bisogno di dirti una cosa” cominciò la bionda, torturandosi le mani davanti allo stomaco

“ok” la tensione nella voce di lei scatenò l'insicurezza in quella di lui

“ma non devi dare in escandescenza” precisò, guardandolo negli occhi da sotto le lunghe ciglia appena truccate

“io non do in escandescenza”

“però ti distrai facilmente ed io ho bisogno che tu mi stia ad ascoltare” sbuffò annabeth, camminando su e giù per la stanza “forse è meglio se ti rimetti a sedere un attimo ok?”

Percy obbedì, guardandola percorrere ritmicamente il piccolo corridoio tra il letto e la parete

“noi abbiamo appena finito il college giusto?” era una domanda retorica, ma lui annuì, ricordando la cerimonia di qualche mese prima

“quindi” prese un profondo respiro “ saprai di certo dirmi quanto fa 1+1?”

la domanda lo colse di sorpresa ma non esitò a rispondere. Se non doveva distrarsi era meglio non imbarcarsi in scherzi idioti, nonostante la domanda gli sembrasse alquanto bizzarra “2”

“non in questo caso” buttò fuori la ragazza fissandolo. “in questo caso fa 3” gli sorrise appena, alzando gli angoli delle labbra rosee.

“non capisco” fu l'unica cosa che il semidio riuscì a rispondere, scuotendo la testa.

Lei alzò gli occhi al cielo, toccandosi la pancia e lanciando uno sguardo eloquente al marito che cominciava a metabolizzare la cosa

“tu” sentiva il cuore galoppare più veloce di BlackJack. Se la cosa che stava pensando fosse stata vera, sarebbe stata una notizia di proporzioni epiche. Gigantesche. Titaniche. Colossali.

“tu” fu l'unica cosa che riuscì a ripetere mentre lei, con gli occhi lucidi, gli passava una busta marroncina con la chiara etichetta Studio Medico Solace.

La sua faccia non doveva essere delle migliori se Annabeth aveva cominciato a piangere.

Meccanicamente si alzò per abbracciarla, posandole il mento sulla testa riccioluta. Al Tartaro il ritardo, gli amici e la festa.

“tu sei incinta” non sapeva da dove uscissero quelle parole, ma le pronunciò con voce atona.

Lei si limitò ad annuire, per poi aggiungere un flebile “non sapevo come l'avresti presa”

già... non lo sapeva nemmeno lui come la stava prendendo. Era pronto per una cosa del genere? Sarebbe stato in grado di gestire questa cosa? Francamente si ritrovò a pensare di essere terrorizzato. E ricordò anche di tutte quelle piccole volte in cui, da quando aveva sedici anni, si era ritrovato inconsciamente a pensare a quanto sarebbe bello avere una famiglia con dei piccoli eroi iperattivi con la sua Sapientona. Erano giovani, certo, ma erano semidei. E non potevano concedersi il lusso di aspettare troppo per crescere. E quello sarebbe stato un enorme passo in avanti.

Un sorriso a trentadue denti gli si formò in faccia, e forse era pazzo da legare

“Di Immortales! Sei incinta” la prese per le spalle e la allontanò da se quel tanto che bastava a guardarla negli occhi bagnati. Lei sorrise a sua volta

“diventeremo genitori”

“diventeremo genitori Sapientona!”

la testa gli vorticava a velocità supersonica e un paio di tubi esplosero nell'edificio, segno della sua incontenibile emozione. La baciò, premendo le sue labbra su quelle morbide della moglie

“ti amo” le sussurrò ad un orecchio, facendola stendere sul letto “e questo è il giorno più bello della mia vita”


 


 


 

avevano circa un ora e mezza di ritardo sulla tabella di marcia quando salirono in macchina. Ed un pensiero subdolo invase il cervello annebbiato di Percy

“sulla cartella c'era scritto Solace vero?”

lei annui

“non posso sperare che ti abbia visitato una donna vero?”

lei scosse la testa e la macchina fece una brusca sbandata.

“ti ha visto nuda?”

“bhe... “

“ora dovrò ucciderlo lo sai vero?”

risero insieme, lasciando che il tono giocoso, o quasi, di lui, riempisse l'abitacolo dell'auto.


 


 

Soffiando sulle candeline della gigantesca torta blu, Percy quell'anno espresse un desiderio che non si sarebbe mai potuto scordare.

Desiderò che da allora, ogni giorno, fosse migliore di quello precedente, per tutta la sua vita.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Angolino Autrice!


 

Buon PercyDay a tutti!

Mi sentivo in dovere di scrivere qualcosa di supersdolcinato in occasione del compleanno di Percy, et voilà, ecco a voi la malsana idea che mi è venuta in mente questa notte.

Lasciatemi un commento mi raccomando e non dimenticate di fare gli auguri al figlio del dio del mare!

Ora vado a festeggiare, perchè è il compleanno anche del mio ragazzo! Quindi Bye-Bye e alla prossima!


 


 

Un bacione e un cupcakes blu a tutti!

Luckily


 


 

 

   
 
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