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Autore: Alice_Leonetta    18/08/2015    6 recensioni
Dal testo:
"E’ tutto così strano, ma allo stesso tempo, così perfetto. I bei ricordi non scompaiono mai". Ciiiiiiiao! Già, sono di nuovo io. Questa è una OS *ma daiiiii*, ed è praticamente un capitolo in più della mia storia 'Io&Te, per sempre'. E' una specie di continuo, solo che è una OS. Lo so, non mi so spiegare. Comunque spero che passerete a leggerla perchè mi farebbe davvero piacere. *alza le mani* L'idea non è stata mia, ma di Luna... non ricordo come si chiami su efp, ma comunque sappiate che mi ha aiutato molto e la vorrei ringraziare moltissimo, perchè non solo mi ha aiutata a scrivere questa OS -essendo a km di distanza- ma anche perchè AMA la mia storia (Io&Te, per sempre). Detto questo, spero che darete un occhiata, e se vi piace lasciate una recensione! Bacioni e alla prossima!
#Alice_Leonetta
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“COME IN UNA CANZONE CHE SI RIPETE ANCORA UNA VOLTA”
 
Lasceremo alle spalle le parole scontate, persi nelle ore
di mille giornate. Lascerò la mia pelle agli sbalzi d’umore…
Domani è un altro film, e cambiamo il finale!
-DOMANI E’ UN ALTRO FILM (Dear Jack)
 
 
Lentamente apro gli occhi, i raggi del sole entrano dalla finestra aperta. Leon dorme come un ghiro, ci credo che non si accorge del baccano che stanno facendo Jorge e Luna in soggiorno. Mi alzo lentamente, cercando di non svegliarlo. Apro la porta, per poi richiuderla dietro le mie spalle. Percorro il corridoio, trovandomi in soggiorno, dove vedo i miei due bambini che litigano. Jorge è sdraiato sul divano, e Luna ha le ginocchia sul petto del fratello, sta cercando di togliergli il telecomando dalle mani. “Lascialo! Ieri lo hai avuto tu!” grida Jorge. “Non è vero! Non ho visto i cartoni”. Sorriso scuotendo la testa, e passandomi una mano tra i capelli avanzo verso di loro. “Ehi, ehi, ehi” sussurro togliendo la bambina da sopra suo fratello e mettendola a terra. “Fate piano. Papà sta dormendo” dico afferrando il telecomando dalle mani di Jorge e poggiandolo sul basso tavolino di vetro. Mi siedo sul divano accanto a mio figlio, mentre Luna mi sale in braccio. “Dovete smetterla di fare questo baccano tutte le mattine. Mamma e papà la sera non riescono a dormire, quindi la mattina vorrebbero dormire un po’ di più”. “Ma mamma… perché non riuscite a dormire? State male?” chiede con quella sua vocina da angelo, Luna. Gli sorriso spostandole una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio. “No tesoro, non stiamo male. E’ solo che la mamma deve pulire la casa, e papà continua a lavorare fino a tardi mentre voi dormite”. Lei annuisce, poi lancio uno sguardo all’orologio sul camino. Sono le otto e trenta. “Vi va di fare colazione?”. “SI’!” gridano in coro i bambini correndo in cucina. “Shhh. Papà dorme”. Quando entro in cucina, vedo che si sono già seduti ai loro rispettivi posti, così prendo le loro tazze per la colazione e metto due cucchiai di zucchero. “Mamma. Oggi andiamo a comprare quel gioco che mi piace tanto?”. “Va bene, tesoro. Ma lo devi chiedere anche a tuo padre”. “Sì, mamma” risponde Jorge strofinandosi l’occhio con il dorso della mano, mentre sua sorella minore sbadiglia. Nel frattempo che il loro latte si riscalda, preparo del caffè per me e mio marito. “Jorge, hai finito i compiti di matematica? Lo sai che mancano poche settimane all’inizio della scuola?”. “Ma mamma! Le moltiplicazioni sono difficili!”. Rido, mentre verso il latte nelle loro tazze, e gliele poggio davanti; poi prendo il pacco di cereali dalla dispensa e lo metto sul tavolo. “Ti aiuterà tuo padre, dopo che avrai fatto colazione, e nel pomeriggio andremo a comprare il gioco. D’accordo?”. Infila una cucchiaiata di latte e cereali in bocca, ed annuisce. Mentre sorseggio del caffè, vedo mio marito entrare in cucina. Anche appena sveglio, con gli occhi assonnati e i capelli tutti scompigliati, è sempre l’uomo più bello del mondo. Mi sorride strofinandosi l’occhio come suo figlio. Si vede che Jorge è la sua copia spiccicata. Ricambio il sorriso mentre gli porgo una tazzina con del caffè, e prima di berlo mi lascia un dolce bacio a stampo sulla bocca. “Blè!” esclama il nostro bambino guardandoci, mentre noto che Luna si è messa le mani davanti agli occhi. “Finito? Posso guardare?”. Io e Leon ridiamo, poi si avvicina a nostra figlia e, togliendole le mani, anche a lei lascia un bacio sulla bocca. “Papà! Non mi piace il caffè!”. Leon si siede accanto a lei ed io faccio lo stesso, poggiando sul tavolo anche due cornetti. “Amore… Jorge ha qualcosa da chiederti” gli dico mentre da’ un morso al cornetto. Insieme fissiamo nostro figlio che ingurgita un’altra cucchiaiata di latte e cereali. “..el …riggio andare a com…re il …co che mi …ace tanto?”. “Che ti ho detto tante volte? Non si parla con la bocca piena” lo rimprovera Leon. “Scusa, papà, ma è una cosa importantissima!”. “Sentiamo”. “Nel pomeriggio possiamo andare a compare il gioco che mi piace tanto?”. Mio marito si lascia andare ad una risata, buttando la testa indietro. Io sorrido nel vedere Luna che rimane perplessa dalla reazione del padre. “Papà… perché ridi così?” domanda la bambina. “Oh, tuo padre è sempre stato un bambino, per quanto riguarda le risate!”. Vedo Leon che riduce gli occhi a due fessure, guardandomi. Mi mordo il labbro inferiore “Ah si? Vediamo allora la mamma!”. Allunga le mani, e inizia a muoverle dove soffro maggiormente il solletico. Così non vale! “No! Leon… Fermo! Basta!”. Sento che i bambini sono scoppiati a ridere, e vedo la faccia di mio marito con un ghigno soddisfatto una volta tornato composto! “Quanto sei scemo!” esclamo sorridendo e dandogli una pacca sulla spalla. “Mamma! Non si dicono le brutte parole!”. “Scusa, Tesoro. Hai ragione”. Luna sorride scansando la tazza oramai vuota. “Papà, dopo mi puoi aiutare con le moltiplicazioni? Mamma non ci crede che sono difficili!”. Leon si volta lentamente verso di me, con un sopracciglio alzato e la faccia sconvolta. “Ma come? Le moltiplicazioni non sono difficili? Mi stupisco di te!”. Mi schiarisco la voce “Bhè, non mi sorprende che per te i calcoli di terza elementare siano difficili… dopotutto, non prendevi ripetizioni?”. Sorride come se avesse perso la sfida, ma non la guerra. “Già, ma sai… la mia insegnate non era molto brava. Stava tutto il tempo sdraiata sul letto”. “Leon!”. Ride, lasciandomi di nuovo un bacio sulla bocca e guardandomi come una volta. “Vai a vestire Luna, altrimenti vedi chi sarà sdraiato” dico indicando la  bambina con la mano. Si alza sorridendo, poi prende nostra figlia in braccio, mettendola a capo sotto. “Andiamo, Principessa… la mamma non è in vena di scherzi, questa mattina”. Mi alzo prendendo le tazzine e le tazze della colazione dei bambini. “Amore, vai a vestirti anche tu, ma prima lavati i denti”. “D’accordo, mamma” risponde Jorge scendendo dalla sedia e correndo in bagno. Poggio le tazze nel lavandino, ed iniziando a lavarle, penso che non mi stancherò mai della vita che ho.
 
 
Crecimos juntos habia todo por hacer,
y caminamos, habia tanto que aprender...
-CRECIMOS JUNTOS (Violetta 3)
 
 “Paaaaaapà! Hai fattooooo?”. Poi dicono che le donne ci mettono sempre molto per prepararsi! E’ mezz’ora che Leon è in bagno, ed è mezz’ora che io e Luna non facciamo altro che urlargli di muoversi. “Muoviti! Altrimenti zio Federico e zia Francesca si arrabbieranno”. Abbiamo chiamato anche i nostri amici per passare un pomeriggio tutti insieme, come ai vecchi tempi… ed anche perché Luna non la smetteva di dire che voleva giocare con Zoe e Diego, i figli di Francesca e Federico. “Eccomi, eccomi!”. Leon arriva in salotto con una camicia bianca sbottonata fino al secondo bottone, e le maniche arrotolate fino al gomito. “Papà, dobbiamo andare al centro commerciale, non ad una sfilata” dice Jorge facendo ridere me e Luna, mentre Leon si limita a sorridere. “Andiamo, Campione!”. Mio marito prende nostro figlio per mano, mentre io tengo Luna in braccio. “Guido io” dice lui, così gli lancio le chiavi della macchina, e dico alla bambina di raggiungere suo padre mentre io chiudo la porta di casa. Salendo in macchina, sento che Jorge e Luna litigano per chi deve sedersi davanti così dico: “Nessuno dei due si siede davanti. Su, tutti e due dietro”. Insieme sbuffano, ed io gli chiudo lo sportello una volta che sono saliti. Leon mette in moto la macchina, così prendo un cd e lo inserisco. Io e mio marito ci guardiamo, mentre ‘(I can’t) forget about you’ inizia. Toglie il tettino dalla macchina, così facendola diventare una decappottabile. In poco tempo arriviamo davanti al centro commerciale, e quando scendiamo dalla macchina, vediamo Federico e Francesca seduti su una panchina –accanto all’entrata- con i loro due bambini sulle gambe. “Zoe!” grida Luna correndo in contro alla sua amica “Diego!”, lo stesso fa Jorge con il bambino. Zoe e Diego hanno la stessa età di Luna, essendo gemelli. Solo che loro sono nati in Dicembre, mentre Luna è di Agosto. Io e Leon raggiungiamo i nostri amici e li salutiamo. “Ludmilla e Diego saranno qui fra poco, mentre Nata e Maxi hanno detto che non possono venire. Però questa sera a cena ci sono!” ci informa Francesca. “E Camilla e Brodway?”. “Arrivano”. “D’accordo. Entriamo?”. “Certo”. “Jorge, Luna!” grida Leon richiamando i nostri figli che stanno giocando. Insieme ai nostri amici entriamo dentro l’edificio, ed un’aria fresca ci invade tutti. Siamo in Agosto, e fa davvero caldo. Leon prende Luna in braccio dicendole: “E tu cosa vuoi per il compleanno?”. “Ma papà… il mio compleanno non è oggi”. “Sì, ma è tra qualche giorno. Non vuoi il regalo in anticipo?”. La bambina sorride ed annuisce velocemente, così si avvicina all’orecchio del padre mettendo una mano davanti alla bocca. Sulla faccia di Leon compare un’espressione stupita “Wow! E’ bellissimo! Ma non credo che qui li vendano, Tesoro”. “E dove lo possiamo comprare?”. “Non lo so… aspetta che chiediamo alla mamma. Amore… sai per caso dove si compra un unicorno?”. Io, Francesca e Federico scoppiamo a ridere, mentre Leon e Luna ancora aspettando una risposta. “Bhè, non saprei. Forse nella ‘Fattoria Arcobaleno’! che dici tu, Fran?”. La mia amica mi guarda ancora con un sorriso sulle labbra “Sì, penso che lì ci siano degli unicorni. Ma è molto lontano, da qui”. Sul viso di Luna compare un’espressione delusa “Già, è molto lontano da qui. Perché non scegli un regalo che possiamo comprare qui, nel centro commerciale?”. “D’accordo. Ci penso e poi ve lo dico” risponde poggiando i piedi a terra. “Va bene, Tesoro!”. Io e Leon ci guardiamo sorridenti, poi mi prende la mano e mi lascia ancora un bacio a fior di labbra. “Mamma! Vedi che anche zia Violetta e zio Leon fanno come te e papà!” esclama Zoe indicando me e Leon. Francesca e Federico ci guardano sorridendo “Eh sì, ma la loro storia è molto da quella nostra, che vi abbiamo raccontato ieri”. “Perché è diversa?” domanda questa volta Jorge. “Perché è stata molto travagliata”. “Che significa ‘travagliata’?”. “Fran! Secondo te un bambino di nove anni può sapere che significa ‘travagliata’!”. “Quasi dieci!” dice Jorge. “Scusa, hai ragione. Bhè, Tesoro… ‘travagliata’ significa che è stata piena di complicazioni, e molto sofferta”. Jorge guarda Francesca poi me e Leon “E perché è stata così?”. Mio marito mi guarda… è triste? “Te lo raccontiamo un altro giorno, d’accordo?” dico accucciandomi alla sua altezza per guardarlo negli occhi. Lui annuisce, poi raggiunge sua sorella ed i suoi due amici. Guardo Leon con le mani nelle tasche e la testa bassa. “Ehm… noi andiamo a controllare i bambini” dice Federico prendendo sua moglie per un braccio e trascinandola lontana da noi. “Ehi…” sussurrò. Leon alza la testa, ed io mi rispecchio ancora nei suoi occhi. “Che succede?”. “Nulla”. “Piantala di fare così”. Caccia fuori l’aria dai polmoni, passandosi poi una mano sul viso. “Sono solo un po’ di sensi di colpa”. Gli sorrido prendendogli il viso fra le mani “Quanto sei scemo”. Ricambia il sorriso per poi afferrarmi per i fianchi e far combaciare le nostre labbra. “LA VOLETE FINIRE!” grida Luna con le mani davanti agli occhi.
 
 
Dicono di noi che siam satelliti impazziti
alla ricerca di un pianeta nuovo, per ricominciare.
-TUTTA D’UN FIATO (Benji e Fede)
 
 Suono al campanello di casa, ed in pochi secondi la porta si apre, rivelando Olga con il grembiule e la faccia sporca di farina. “Vilu! Leon!”. “Ciao, Olga” dico entrando in casa con Jorge per mano, mentre Luna è –di nuovo- in braccio a Leon. Se prende questo vizio, poi sarò io a prendermela con lui! “Olga!” grida la bambina scendendo dalle braccia del padre per correre verso la domestica. “Ciao, piccolina! Ma come sei cresciuta! E anche tu… siete diventati grandi!”. “Olga, siamo passati tre giorni fa” dice Leon ridendo. “Bhè, in tre giorni si cresce, eh! Venite in cucina, bambini. Ho fatto la torta al cioccolato!”. Mentre Jorge e Luna gridano un ‘Sì!’ correndo in cucina davanti ad Olga, io busso alla porta dello studio di mio padre, aspettandomi un ‘avanti’, ma senza successo. “Tuo padre è uscito un’ora fa. Fra qualche minuto sarà di ritorno”. Mi volto verso la provenienza della voce, e vedo Angie che scende le scale a mo’ di modella. “Ciao, Angie!”. Una volta arrivata davanti a noi, l’abbraccio e lei mi lascia un bacio sulla guancia. “Dov’è andato papà?”. “Oh, è uscito con Roberto. Non so di preciso dove siano andati”. Annuisco per poi sedermi sul divano di pelle bianca insieme a mio marito e mia zia. “Come mai siete passati?”. “I bambini continuavano a ripetere che volevano venire, così eccoci qua”. “Sì, e poi Jorge voleva farvi vedere il nuovo fucile”. Angie scoppia a ridere spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Allora restate a cena?”. “No. Ci siamo messi d’accordo con gli altri per andare a mangiare una pizza”. Angie annuisce “Va bene, allora domani a pranzo”. “Ovvio! Domani è domenica!” esclama Leon aprendo le braccia davanti a sé. La domenica a pranzo veniamo sempre a mangiare a casa di mio padre. “Giusto”. “Mamma! Luna mi ha spiaccicato tutta la torta in faccia!” piagnucola Jorge entrando di corsa in salotto con del cioccolato sul viso. “Non è vero! E’ lui che ha iniziato!”. “Bugiarda! Sei tu che mi hai lanciato la torta!”. “Non è vero!”. “Ehi, ehi, ehi… basta” dice Leon alzandosi e –naturalmente- prendendo il braccio Luna e per mano Jorge. “Andiamo a lavarci”. Salgono le scale per poi dirigersi in bagno. Vedo mia zia che mi sorride scuotendo la testa. “Come sua madre!”. “Non è vero!”. Alza un sopracciglio ed un angolo della bocca. “Ok, forse un po’”. Qualche minuto dopo, Leon e i bambini tornano da noi. “Eccoli qui, come prima!”. Mio marito si siede nuovamente accanto a me, mentre io prendo Luna sulle gambe e Jorge si siede vicino ad Angie. Un rumore di chiavi che vengono inserite nella serratura cattura la nostra attenzione, ed un secondo dopo entrano in casa mio padre, seguito da Roberto. “Nonno!” gridano in coro i bambini, correndo verso mio padre. “Ehi! Che ci fate qui?”. “Volevano venire” rispondo sorridendo, vedendo mio padre prendere in braccio Luna. Se non la finiscono, tutti e due, giuro che li decapito! “Sì, e io ho anche un fucile nuovo!”. Jorge mostra il nuovo gioco a suo nonno, il quale mette a terra la bambina e si accuccia accanto a suo nipote. “Wow! Ma è davvero un bel fucile! Me lo presti? Ci sarebbe una certa persona che mi sta antipatica”. “E chi è?”. Mio padre si avvicina di più a Jorge, sussurrandogli all’orecchio qualcosa. “Davvero?”. “Sì”. “Gli sparo io!” grida il bambino correndo verso Leon con il fucile puntato. “Papà!” esclamo guardando mio padre. Lui alza le mani avanzando verso di noi, ed accomodandosi accanto ad Angie. “Restate a cena?”. “No, andiamo a mangiare una pizza con gli altri”. “Ah, d’accordo”. Continuiamo a parlare per un po’… “Si è fatto tardi. Dobbiamo passare anche a casa per cambiarci”. Io e Leon ci alziamo dal divano, e mio marito chiama i bambini che stanno giocando nel cortile sul retro, per poi tornare… indovinate… con Luna in braccio! “Ci vediamo domani, allora” dice Angie salutandoci a tutti e quattro. “Certo”. “Salutate il nonno” dice Leon mettendo giù la bambina, che insieme a suo fratello, corrono da mio padre, il quale li stringe forte a sé, tutti e due insieme. “Anche Angie”. Fanno lo stesso con mia zia, poi insieme usciamo dalla casa “A domani”. “Buona cena”.
 
 
Anche con la gioia di sapere che dovunque ce ne andremo,
non ci lasceremo mai!
-IO NON HO FINITO (Braccialetti Rossi)
 
 “Francesca, mi passi la coca-cola?”. Siamo a cena insieme ai nostri amici, stiamo mangiando una pizza. Ci sono anche Maxi e Nata con il loro bambino tutto riccioluto, Felipe. “Allora? Come mai questa rimpatriata?” domanda Ludmilla versandosi un po’ di coca-cola. “Come ‘come mai’? Non ti andava di venire?”. “Certo che mi andava! E’ solo che non lo facevamo da un po’”. “Appunto per questo! Era troppo tempo!”. “Sicuri di non avere nessuna notizia?” domanda Maxi dando un morso alla sua pizza. Mi acciglio, mentre Leon si volta verso di me. “Che genere di notizia?”. “Non so. Un viaggio, una nuova casa… o un altro bambino!”. “MAXI!” gridiamo insieme io e Leon sgranando gli occhi. “Oh andiamo! Sfornate figli come pane!”. “Siamo solo a due! Come anche Francesca e Federico!” esclamo puntando la mano verso i miei due amici. Francesca abbassa la testa sorridendo timidamente, per poi voltarsi verso Federico. “Bhè, veramente…” inizia guardandoci uno per uno. Camilla –che in questo momento sta bevendo dell’acqua- la sputa tutta in faccia a Diego, che chiude gli occhi appena in tempo. E mentre tutti scoppiamo a ridere, tranne lo spagnolo, Francesca dice: “Non era il modo in cui avrei voluto dirvelo”. Sorride timidamente, come la prima volta che ci ha detto di essere incinta di due gemelli, come da bambina. “Fran! Quando avevi intenzione di informarci!” grida Camilla prendendo dell’altra acqua. “NO! NON PENSARCI NEANCHE!” dice Diego puntandole un dito contro. “Aspetta prima la risposta”. “Non lo so, non di certo in questo modo!”. Passiamo una serata all’insegna delle risate, come quand’eravamo piccoli… solo che ora abbiamo dei figli. Alla fine della cena, insieme ai bambini, usciamo dal locale dirigendoci al parco di fronte. “Vi ricordate quanti bei momenti abbiamo passato qui?” chiede Ludmilla guardandosi intorno con gli occhi che luccicano. E’ vero. Siamo stati troppo felici qui. Ci sono troppi ricordi: le altalene gli scivoli, le macchinine… E’ tutto così strano, ma allo stesso tempo, così perfetto. I bei ricordi non scompaiono mai. Guardo i miei amici, poi i nostri figli, ed infine Leon… è tutto come ho sempre sognato.
 
Like in a song qui recommence encore une fois.
-CRECIMOS JUNTOS (Violetta 3)
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciiiiiao bella gente! Allora… che pensate di questa Os? E’ un capitolo in più della storia ‘Io&Te, per sempre’ *come se non si fosse capito. Pff*. Comuuuunque…. Vi piace? Premetto che l’idea non è stata mia, è stata della ROMPI… SCATOLE ^-^ DI LULU’. Ti piace? Devo ammettere che mi ha aiutato tanto. Per la scelta del titolo, della storia, e dei nomi. Ti piace la sorpresa?! :D Vi spiego… inizialmente il nome della bambina doveva essere Zoe, solo che poi l’ho cambiato in Luna :* Come vi pare l’amicizia che ancora c’è fra i ragazzi? E German che ancora ce l’ha con Leon? Ahahahhahhahaha fantastico! Ma Camilla che sputa l’acqua sulla faccia di Diego è la migliore! Devo scappare… Fatemi sapere che pensate della storia! Bacioni e alla prossima!
#Alice_Leonetta
P.S. Luna… spero ti basti! :*
  
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