Lo sapeva bene Denise quando ha sposato Frank ma non ha avuto esitazioni: lo amava e avrebbe accettato quel vuoto assoluto quando lui partiva in missione aspettando, trepidante, il momento del ritorno. Il momento in cui, come in un sogno, lo avrebbe stretto nuovamente a sé cancellando con quell'abbraccio le paure e le angosce di mesi interi.

Essere la madre di un soldato sfalda tutte le tue certezze. Capisci il desiderio di tuo figlio di andare a combattere per la sua patria, per le sue idee, contro i nemici che minacciano. Forse fa bene, forse va in guerra per le ragioni sbagliate.

Non sei un politico, non sei un generale. Sei soltanto una madre.

"Quella mimetica non è un gioco!"

L'ammonimento di Frank suona, stranamente e profeticamente, sinistro mentre Denise aiuta il loro piccolo Jeremy a chiudere la zip di quell'uniforme così grande, così importante, così pesante ed un brivido le percorre la schiena mentre legge una luce di determinazione e di fierezza pura ad illuminare gli occhi su quel viso ancora bambino.

Questa volta non trepiderà soltanto per Frank. Questa volta pregherà perché anche Jeremy torni sano e salvo dalla sua prima missione.

Sarà dura da domani senza i suoi uomini.

Si accarezza la pancia, che ormai si stonda ogni giorno di più, e accoglie con un sorriso intriso di dolcezza e malinconia la mano grande di Frank che si appoggia sulla sua mentre il saluto di suo marito, carico di promesse, è anche per quella vita nuova che le sta nascendo in grembo.

Per la bambina frutto di un amore ritrovato, per la piccola che li unirà più che mai.

Anche Jeremy, così impacciato, così incasinato e così responsabile, avanza per abbracciare la sua mamma: imbarazzato come uno scolaretto al primo giorno di scuola. Il passato, zeppo di incomprensioni, di dolori e di tragedie sfiorate, soltanto un punto sbiadito all'orizzonte.

"Ti voglio bene!"

Dice soltanto, suggellando una pace che ristora entrambi. Allunga un album fotografico a Denise e poi inizia a spiegare con quel suo modo buffo di incespicare tra le parole:

"Per la bambina. Sono le nostre foto...Per quando sarà più grande!"

Ancora quel sesto senso sgradevole, quella sinistra sensazione che qualcosa si infrangerà per sempre, fa rabbrividire Denise. Tiene per se quei presentimenti e saluta i suoi uomini con lo sguardo asciutto e il coraggio di sempre.

"Fate attenzione laggiù!"

Soltanto dopo che il bus si allontana, dopo che le mani agitate verso la sua direzione svaniscono all'orizzonte, Denise, con gli occhi finalmente colmi di lacrime, non nasconde più la sua tristezza.

Essere moglie e madre di un soldato significa essere forti: nonostante la solitudine, nonostante una maternità negata.

Abbassa gli occhi lucidi sulla pancia che guizza e la tristezza si trasforma in speranza.

Non è sola stavolta. Stavolta ha quel pancione, pulsante di vita, ad aspettare con lei che Frank e Jeremy ritornino.