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Autore: LaMusaCalliope    18/08/2015    2 recensioni
Oggi è 18 agosto e ciò vuol dire che è il compleanno di Percy e l'anniversario della Percabeth.
Vedremo come il Campo Giove ha intenzione di festeggiare il più potente semidio del mondo! AUGURI, TESTA D'ALGHE!!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Frank/Hazel, Jason Grace, Nico/Will, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~Era il 18 agosto e Percy vagava per il Campo Mezzosangue più depresso che mai. Nessuno lo aveva fermato per salutarlo, quando lui si avvicinava gli altri scappavano; sembrava quasi che lo stessero evitando, e proprio il giorno del suo compleanno!
La mattina aveva fatto colazione come al solito, seduto da solo al tavolo di Poseidone, mangiando i suoi pancakes blu. Aveva salutato Annabeth con un bacio e poi lei era scappata via con la scusa di doversi occupare del progetto della biga per la corsa, dimenticandosi non solo il suo compleanno, ma anche il loro anniversario.
Allora si era diretto all’arena, impugnando la sua spada di bronzo celeste, lunga quasi un metro, Vortice. Lì aveva trovato Jason e Nico che si esercitavano. Alla vista del figlio di Ade gli vennero in mente le sue parole pungenti “Tu non sei il mio tipo”; che assurdità! Lui, il grande Percy Jackson che non era il tipo di qualcuno, lui che veniva sostituito da un figlio di Apollo medico … incredibile!
I due semidei interruppero il combattimento all’improvviso non appena lo videro e se ne andarono, Jason nella sua capanna e Nico nell’infermeria, probabilmente da Will, il figlio di Apollo in questione.

Percy era seduto sulla riva del laghetto delle canoe, depresso. Faceva scattare la penna, trasformandola in Vortice, poi di nuovo penna e ancora in Vortice. La sua ragazza lo ignorava, preferendo a lui il progetto di una biga, il suo migliore amico scappava non appena lo vedeva, e nessuno si era ricordato del suo compleanno. Ripensò a quando, un anno fa, tutti avevano temuto quel giorno. Tutti credevano che lui fosse l’eroe della Profezia, che la sua lama avrebbe distrutto o salvato l’Olimpo; così era stato, almeno in parte. Il semidio iniziò a pensare alle cose più tristi, che lui non era mai stato L’eroe ma UN eroe fra tanti, che non contava nulla, non era il più potente, non il più coraggioso. Era solo Percy.
- Solo Percy … - sussurrò mentre la penna diventava per l’ennesima volta spada.
- Non è vero, non lo sei – Nico si era appena seduto vicino a lui. Era meno pallido e magro, non aveva più quelle ombre scure sotto gli occhi e con la maglia arancione (Will lo aveva forzato a indossarla) non era più tanto tetro e faceva meno paura. Gli ricordava il ragazzino vivace che era un tempo, prima della morte di Bianca. Grazie a Will sorrideva più spesso.
- Sì? Davvero? Credevo che anche tu la pensassi così, io non sono il tuo tipo, no? – Nico alzò gli occhi al cielo e sorrise, subito due tenere fossette si crearono agli angoli della sua bocca.
- Avanti, Percy! È storia vecchia. Comunque – il figlio di Ade fece una pausa per cercare le parole giuste – tu non potrai mai essere SOLO Percy, tu sei Perseus Jackson, figlio di Poseidone, l’eroe dell’Argo II! Tutti la pensiamo così. Se non sei tu l’eroe, allora chi? Pensaci. – Percy lo fece. Pensò a chi era più coraggioso e forte di lui, chi aveva vissuto più imprese. Gli vennero in mente molti semidei tra cui Jason, Reyna e lo stesso Nico. Fece per parlarne col figlio di Ade ma questi lo interruppe. – Percy, hai sconfitto un minotauro a dodici anni, hai battuto Crono, uccidendo quello che era stato il tuo primo amico qui al Campo, hai perso la memoria a causa di Era, sei sopravvissuto al Tartaro e prima hai ucciso un gigante. Hai guidato il Campo per uccidere Gea. Ti sembrano cose da nulla? Io non credo. Quando ti ho conosciuto ho pensato  “Cavolo, questo sì che è un eroe! Lui potrà proteggere mia sorella!” e, so che non è andata esattamente così, ma so che tu faresti di tutto per i tuoi amici, è il tuo Difetto Fatale. E poi ricordati cosa è successo un anno fa, cosa ti hanno chiesto gli dei. Non succede tutti i giorni che Zeus proponga agli altri semidei di far parte della combriccola dei dodici! Non diventare più depresso di me, il giorno del tuo compleanno, okay? -  il figlio di Poseidone guardò Nico e sorrise. Pensò a quanto fosse cambiato, a quanto la vicinanza di Will gli avesse fatto bene. Percy annuì e il figlio di Ade fece per andarsene. – un’ultima cosa. Se fossi in te mi farei trovare stasera nella tua capanna, alle sette. Per quell’ora dovrebbe venirti a prendere Annabeth per portarti al padiglione. Io non ti ho detto nulla. Auguri! -  e se ne andò, lasciando Percy a rimuginare su quelle parole, molto più tranquillo e sereno di prima.

Annabeth si presentò alle sette, puntuale come al solito. indossava la maglia arancione del Campo Mezzosangue e un paio di jeans al ginocchio. Era bella come sempre, i ricci che le ricadevano sulle spalle, gli occhi grigi illuminati dal riflesso del sole che tramontava all’orizzonte, e le sue labbra posate su quelle di Percy che gli ricordavano quel giorno di un anno fa, il loro anniversario.
- Auguri, Testa d’Alghe! – la figlia di Atena sorrise e a Percy sembrò che il mondo fosse diventato più luminoso, più bello.
- Anche a te, Sapientona. – si baciarono ancora, come se fosse la prima volta.
- Andiamo, Testa d’Alghe. Ci stanno aspettando. – Annabeth prese la mano di Percy e iniziò a trascinarlo per tutto il Campo, fino al padiglione, proprio come aveva detto Nico. Ciò che non si aspettava però era che tutti i semidei erano lì ad aspettarlo, alcuni provenienti dal Campo Giove (intravide Dakota, Frank, Hazel e Reyna).
 Tra le colonne c’era uno striscione con scritto “Buon compleanno Peter Johnson”.
- Oh no, il signor D. Di nuovo. -  Percy non fece in tempo a commentare che venne accerchiato dai semidei che lo aspettavano. Tutti volevano fargli gli auguri e stringergli la mano. Arrivò Jason, sorridente, gli occhiali storti che gli cadevano da una parte.
- Hey, Bro! – e lo abbracciò, dandogli una pacca sulla spalla. – Auguri! Scusa per oggi, bro. Ordini della tua ragazza. – Jason si allontanò per salutare Reyna. 

La festa fu tutta una grande confusione, c’erano ragazzi che spuntavano e gli facevano gli auguri, i fratelli Stoll che non facevano altro che rifilargli degli scherzi. I figli di Apollo erano tutti in un angolo che suonavano i loro strumenti, dalla chitarra all’ukulele, dai flauti alle cetre. Will non faceva parte del gruppo. Dopo aver salutato Percy, era andato in infermeria a prendere del nettare e dell’ambrosia.
Percy stava parlando con Frank, facendosi raccontare del Campo Giove quando Annabeth li interruppe.
- Scusami, Frank. Posso rubarti il festeggiato per qualche secondo? -  il ragazzo annuì e lei se ne andò con Percy che la seguiva.  Uscirono dal padiglione, passarono per il bosco e si ritrovarono al laghetto delle canoe.
Annabeth si sdraiò sull’erba fresca di rugiada e Percy accanto a lei. Guardarono le stelle come tante altre volte. Percy riconobbe quelle che aveva imparato e la costellazione della Cacciatrice, dedicata a Zoe. Annabeth posò la sua testa su di lui che iniziò ad accarezzarle i capelli. Poi al figlio di Poseidone venne un’idea. Tirò in piedi la ragazza e la trascinò sulla riva del lago.
- Percy, che vuoi fare? L’acqua è ghiacciata! – ma Percy non rispose e continuò a trascinarla fino a che l’acqua non gli arrivò in vita. E allora si tuffarono. Percy ricreò la bolla d’acqua e, proprio come l’anno scorso, si diedero il miglior bacio subacqueo di tutti i tempi.


ANGOLO AUTRICE: E sono tornata in questo fandom, dopo un po' di tempo. Questa volta è una Percabeth e devo dire che è stata una lotta contro il tempo, volendo pubblicarla oggi stesso. Spero vi piaccia e alla prossima!
 
   
 
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