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Autore: Sabaku No Konan Inuzuka    18/08/2015    4 recensioni
{ Percabeth | One shot| tanto tanto fluff | per il compleanno del nostro figlio di Poseidone preferito }
In cui Percy ha la febbre e Annabeth si prende cura di lui.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdAutrice: Ehilà! Come va? :3 Ehm… allora, oggi è il compleanno di Percy, AUGURI PERCYY!!! *festeggia*. Ehm, no okay. Oggi è il compleanno di Percy e ho deciso di inaugurare la nuova resurrezione di questo computer con questa pessima OS! Lo ammetto: Non è il mio massimo. Non mi piace per niente ma è così ricca di fluff, badate al fluff! :3 Questa idea è nata tempo fa ma l’ho messa in pratica stasera… non nel modo i cui volevo (uno molto peggiore), ma ehi, eccola! Ricca di fluff, apprezzate almeno questo :) Fatemi sapere…



 

Di fazzoletti, vampiri e sciroppi troppo amari

 
La stanza era semibuia, qualche timido raggio di sole flirtava attraverso le tendine, il pavimento era costellato di fazzolettini accartocciati, il letto sfatto e sulla sinistra, proprio davanti alla televisione accesa, delle coperte stavano placidamente ammassate.
Quando Annabeth aveva aperto la porta si era dovuta sforzare di non lasciar cadere la mascella. Guardò Sally a occhi sgranati, lei si limitò a stringersi nelle spalle e mimare con le labbra un “Ha la febbre” piuttosto esitante. Lei annuì ed entrò a passo lento nella stanza, quasi avesse paura. Si chiuse la porta alle spalle il più delicatamente possibile con l’intento di non dare fastidio, ma un pigro mugugno le suggerì che il suo piano non era andato a buon fine. Quando mai.
<< Testa d’Alghe? >> chiamò, avanzando qualche passo. Un grugnito fu la risposta, e solo allora Annabeth capì che quel mucchio di coperte ammassate altro non erano che il suo Percy.
Il figlio di Poseidone avrà avuto addosso almeno tre coperte, una delle quali sulla testa; portava tanti di quei maglioni che più che un pomeriggio di Agosto sembrava una sera di Dicembre. Tre scatole vuote di fazzoletti giacevano abbandonate ai suoi piedi, il piatto con il pranzo era ancora semipieno, ma la cosa che più di tutto sorprese Annabeth era il film che stava guardando: Twilight. Perché mai guardare Twilight? Evitò di fare domande e si accovacciò accanto a Percy.
<< Ehi >> sorrise.
Percy tirò su col naso. << Ehi >>
Aveva un aspetto orribile. Era pallido in viso con le guance rosee, gli occhi verde mare gonfi e arrossati, i capelli corvini sbucavano in tutte le direzioni da sotto la coperta e aveva il naso sporco. La voce era otturata dal raffreddore, la schiena gobba, le ginocchia al petto, espressione assente, bocca schiusa e quasi spariva sotto tutti quei maglioni. Non avrebbe dovuto, ma ad Annabeth venne da sorridere comunque a quella scena. Anche in quello stato Percy le faceva tenerezza. Sorrise dolcemente, sfilò un fazzolettino da una scatola piena e gli pulì il naso rosso come fa una mamma con il proprio figlio.
<< Allora? Quanto hai? >> domandò.
<< Non lo so >> grugnì Percy. << ma sicuramente troppo per una persona normale >>
La figlia di Atena ridacchiò e scosse la testa, avvolse Percy in un tenero abbraccio e gli stampò un bacio sulla guancia. Percy si accomodò tra le sue braccia, chiuse gli occhi e posò la testa sulla spalla di lei. Annabeth gli passò una mano tra i capelli facendo scivolare giù la coperta, lui mugugnò nuovamente e lei sorrise ancora: erano sopravvissuti persino al Tartaro, eppure adesso lui si faceva mettere in ginocchio da un po’ di febbre. Assurdo.
<< Come mai guardi Twilight? >> si decise a chiedere poi, dando voce alla sua curiosità.
<< Non c’era nient’altro >> borbottò lui a bassa voce, ma non si degnò neanche per un istante di aprire gli occhi: tra tutti quelli che aveva provato in vita sua, Annabeth era indubbiamente il cuscino più comodo. << ma almeno adesso so che Bella sceglie Edward… mi dispiace per Jacob. >>
La figlia di Atena inarcò un sopracciglio: << Ti piace? >>
<< No. E’ una barba… anzi, una tortura. Credo che mi abbia regalato quattro decimi. Come fa a piacere questa roba alla gente? >>
Lei rise. << Sai, non ne ho idea. Ora forza, Testa d’Alghe, torna a letto. Ti porto un po’ di brodo? >>
Percy arricciò il naso, finalmente aprendo gli occhi per guardarla. << Brodo? Quand’è che sono invecchiato? >>
<< Idiota >> borbottò Annabeth, mentre lo aiutava ad alzarsi e lo metteva a letto.
Gli rimboccò le coperte e fece per andare da Sally quando Percy la bloccò per il polso. << Non andare >> mormorò tirandola verso il letto. << resta qua… >>
La figlia di Atena sospirò, ma sedette comunque e gli accarezzò i capelli. << Va bene, ma solo cinque minuti. >>
Il figlio di Poseidone fece una smorfia. << Non ho fame. >>
<< Okay, allora... lo hai preso lo sciroppo? >>
<< Sciroppo? >>
<< Sì, per il raffreddore >>
<< No… >>
Non sembrava molto contento. Annabeth annuì e si alzò dal letto sfilando – con sommo dispiacere di entrambi – le mani dai capelli di Percy e se ne andò. Quando tornò aveva in mano un cucchiaio e la bottiglietta contenente lo sciroppo. Percy sgranò gli occhi e si mise subito seduto.
<< Cosa? Sul serio, Sapientona? Lo sciroppo adesso? >>
Lei si strinse nelle spalle: << E quando vuoi prenderlo, sennò? Tranquillo, sono solo tre cucchiaini >> sorrise sorniona. << tua mamma mi ha detto che non ti piace >>
<< Come? >>
Percy si sentì avvampare più di quanto la febbre avrebbe mai potuto fare. Perché sua madre doveva spifferare tutto proprio ad Annabeth? Stava male e aveva fatto pure una figuraccia con la sua ragazza, splendido. Poteva andare peggio?
La figlia di Atena sedette sul letto e versò un po’ di sciroppo nel cucchiaino. << Forza ora, apri >> ordinò.
A quanto pare sì, si rispose Percy. Ciononostante aprì la bocca e mando giù il primo cucchiaio. Un sapore amaro e sgradevole gli invase la bocca e scivolò lungo la gola, costringendolo a una smorfia che fece ridere Annabeth.
<< Non ti piace proprio, eh? >> rise.
<< No, è amaro! >> si difese Percy arricciando il naso.
Ci impiegò più di cinque minuti a convincere Percy a mandare giù gli altri due cucchiai, ma bene o male alla fine c’era riuscita. Posò la bottiglietta e se ne andò nuovamente, ignorando le domande di Percy, e tornò ancora una volta con qualcosa tra le mani, stavolta un termometro.
<< Ti senti meglio? >> domandò cauta, sdraiandosi al sua fianco.
Percy scosse la testa e prese a rigirarsi sul letto. Strattonò a dovere le coperte e fece mille giri finché non si ritrovò con la testa sul grembo della figlia di Atena, e solo allora si poté definire comodo. Nel mentre, Annabeth gli stava misurando la febbre.
Se stare male significava essere coccolato e vezzeggiato da Annabeth in quel modo, allora Percy avrebbe dovuto ammalarsi più spesso. Non seppe per quanto tempo rimase lì a bearsi delle sue attenzioni, della mano di lei morbida tra i suoi capelli, degli occasionali baci sulla fronte e ad ascoltare la sua voce che, miei déi, aveva un suono così bello! Da quand’è che la voce di Annabeth era così melodiosa? Le palpebre presero a farsi pesanti e non ci mise molto ad addormentarsi, per una volta senza incubi da semidio. Ma del resto, come fanno gli incubi a raggiungerti quando ti addormenti tra le braccia della persona che ami?
Annabeth accarezzò distrattamente la guancia di Percy, studiando il suo viso addormentato: le labbra schiuse, il respiro regolare, l’aria così pacifica… quando il Bip! metallico del termometro la fece sobbalzare. Si affrettò a sfilarglielo dalle labbra per non svegliarlo, ma rimase impietrita dinanzi al risultato dato dallo schermo. Percy mugugnò sollevando un occhio. Ci mise un po’ a capire la situazione, ma quando ci arrivò riuscì a domandare, con voce impastata dal sonno: << Quanto ho? >>
Lei non poteva crederci. Davvero? Davvero Percy l’aveva fatta preoccupare per questo? Sembrava stesse morendo, ci mancava davvero poco che scrivesse il testamento! Come aveva…
<< Annabeth? >>
<< Trentasette e due… >>

 
  
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