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Autore: Helena Kanbara    19/08/2015    3 recensioni
[Quattro flashfic dedicate alle quattro OTP nella mia top list]
I – GALE: Gajeel ancora la guarda e finalmente capisce: ne hanno fatta di strada, da quel primo scontro.
II – GRUVIA: Gray non l’amava, forse, ma teneva a lei tanto da salvarla ogni volta che ne avesse bisogno.
III – NALU: Perché per lui ormai pensare sempre a Lucy è una cosa normale.
IV – GERZA: Vorrebbe che Erza lo odiasse, renderebbe le cose così facili da non farlo soffrire quasi più.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I – GALE
 
Illuminata dalla luce del pomeriggio che filtra attraverso le finestre della nuova gilda, Gajeel osserva Levy e quasi gli sembra di vederla davvero per la prima volta. Gajeel osserva Levy e la vede sul serio: ancora lì accanto a sé – come sempre – più piccola e fragile che mai. E ancora è forte dentro di sé, anche dopo tutti quegli anni, il senso del pentimento. Ancora arde nel profondo del suo cuore una fiammella d’odio verso se stesso che mai cesserà di ustionarlo, per quanto Levy si ostini a fargli capire di averlo perdonato per come l’ha trattata in passato – quando ancora faceva parte di Phantom Lord – e per quanto male le ha fatto, lasciandola in fin di vita legata al tronco di un albero. Levy è stata una delle prime persone in gilda a perdonarlo: lei che invece avrebbe dovuto volerlo morto, o comunque ferito come lo era stata lei.
Gajeel ancora la guarda e finalmente capisce: ne hanno fatta di strada, da quel loro primo scontro.
 
II – GRUVIA
 
Lluvia osserva Gray da lontano, come già troppe volte ha fatto da quando lo conosce. Quel giorno però c’è qualcosa di diverso, nel fondo dei suoi occhioni blu mare. Non sta squadrando il mago del ghiaccio come fa sempre, non gli sta ruotando attorno ogni secondo, comportandosi come la stalker pazza d’amore che gli ha sempre fatto credere di essere. Semplicemente si limita a guardarlo da lontano e lo fa perché ha bisogno di riflettere, all’improvviso. E lascia che la sua mente vaghi, che nessun altro pensiero a parte Gray possa occuparla – proprio come quasi sempre. Lo guarda e le ritorna in mente il loro primo incontro, quando ancora lei era parte di Phantom Lord e avrebbe dovuto ucciderlo. Allora le era bastato guardare Gray in faccia per capire che non sarebbe mai stata capace di niente del genere: le era bastato guardare i suoi occhi scuri per sentirsi le ginocchia molli come gelatina e il cuore che le si scioglieva nel petto come un gelato al sole. Lluvia aveva subito capito, Gray no. A Gray c’era voluto molto più tempo, ma alla fine anche lui si era abituato alla presenza costante della maga dell’acqua, tanto che qualche volta – quando Gray era davvero di buon umore – addirittura le capitava di non ricevere alcun rimprovero da parte sua. Anche Gray, per quanto odiasse ammetterlo, era cambiato – grazie a Lluvia e soprattutto, insieme a lei – e anche lui teneva alla blu: Lluvia non perdeva mai occasione per ripeterselo nei suoi momenti di sconforto, quando era più che convinta del fatto che il suo fosse un amore a senso unico, un sentimento non ricambiato che avrebbe solo finito per distruggerla. Gray non l’amava, forse, ma teneva a lei tanto da salvarla ogni volta che ne avesse bisogno. E l’aveva salvata così spesso che Lluvia tendeva addirittura a perdere il conto: aveva portato via la pioggia, l’aveva resa felice, era morto per lei…
Lluvia scuote la testa, non è più il momento di nuotare in quel mare di pensieri. Riporta gli occhi grandi su Gray e finalmente lo capisce: da quel loro primo incontro, ne hanno fatta di strada.
 
III – NALU
 
Natsu è sul letto di Lucy che osserva il soffitto bianco della casa di lei, e quando la mente ritorna più e più volte al viso sorridente della maga degli Spiriti Stellari, quasi non se ne rende conto. Perché per lui ormai pensare sempre a Lucy è una cosa normale. Proprio come è normale averla accanto, parlarle di tutto ciò che gli passa per la testa – per quanto stupido possa essere – o ancora mettere la sua incolumità ancor prima della propria e di quella di tutti gli altri, per quanto imbarazzante sia da ammettere. Per Natsu è tutto normale: ormai si è abituato così tanto alla presenza della biondina da quasi darla per scontata, alle volte. Il fatto è che Lucy è la sua famiglia, è una delle persone più importanti della sua vita e forse anche un pezzo piuttosto grande del suo stesso cuore. Natsu continua ad osservare il soffitto – cercando di distrarre la propria mente dal pensiero assillante di Lucy, che è uscita per delle commissioni decisamente troppo tempo prima e l’ha lasciato solo ad annoiarsi – e finalmente lo capisce, che di Lucy non riuscirà mai sul serio a fare a meno. Che, da quel loro primo fortuito incontro, di strada ne hanno fatta davvero parecchia.
 
IV – GERZA
 
Durante un’altra delle sue infinite missioni coi ragazzi di Crime Sorcière, Gerard lascia che il suo pensiero corra ad Erza. La gilda ha deciso di accamparsi per la notte e mentre tutti sono indaffarati coi preparativi, lui non riesce a fare a meno di pensare ad una delle maghe più forti di Fairy Tail, alla donna meravigliosa che conosce da sempre e che ha illuso e deluso milioni di volte. Gerard pensa ad Erza, ai suoi capelli rossi che gli hanno permesso di darle ciò che lei agognava disperatamente – un cognome, un’identità, un significato – la rivede nella sua mente più e più volte e prova ad immaginare cosa stia facendo in quell’esatto momento, lontana da lui migliaia di chilometri. Si chiede anche se non stia anche lei pensando a lui e subito spera di no: vorrebbe che Erza non pensasse mai a lui, se non con un sentimento d’odio a guidarla. Vorrebbe che Erza lo odiasse, renderebbe le cose così facili da non farlo soffrire quasi più. Vorrebbe non amarla, vorrebbe non essere costretto a starle lontano, vorrebbe non averle mai fatto del male.
Gerard osserva il sole morente di quell’ennesima giornata lontano da Erza e finalmente lo capisce, che le sue sono semplici utopie che mai troveranno realizzazione: non nella sua vita, non nel mondo che ha scelto di costruirsi attorno e nel quale esistere. Gerard capisce che non potrà mai stare vicino ad Erza come desidera, non senza danneggiarla e renderla parte di tutti i suoi difetti. Capisce che per far sì che Erza conservi tutta la sua bontà e purezza dovrà continuare sempre a lasciare le loro vite divise, come due binari paralleli che pur essendo vicinissimi finiranno per non incontrarsi mai sul serio. Gerard distoglie lo sguardo dal tramonto aranciato della sera e capisce che è meglio così, capisce che sia lui che Erza hanno fatto un sacco di strada dagli anni della loro infanzia. E capisce anche che quella strada non potrà mai più essere la stessa.

   
 
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