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Autore: Heart    19/08/2015    12 recensioni
-Vieni qua, piccola. Sei al sicuro adesso. -Mormorò sottovoce. Era palese che la piccola era in stato di shock. Di sicuro quei maledetti la tenevano prigioniera e la picchiavano. La piccola era esitante, ma dopo concesse la mano scheletrica.
Fiction ispirata ad una storia vera.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sotto Lo Stesso Cielo
Capitolo 1
 
Le urla che si sentivano da quell'appartamento non erano del tutto normali. I vicini erano stufi di essere disturbati nelle ore notturne, alla fine qualcuno aveva chiamato la polizia. Le forze dell'ordine arrivarono alle tre in punto. C'era parecchia gente fuori ad aspettare il responso. Un uomo grassottello si precipitò verso la segnalata porta; bussò un paio di volte, ma nessuno rispose.
 
In fine prese la sua pistola e seguito da altri due uomini buttarono giù la porta. Le luci erano spente e si respirava un aria inquinata. Muniti di torcia e di coraggio si addentrarono dentro l'appartamento, riscontrarono ben presto sporcizia e diverse carcasse di animali sul terreno. La puzza di morte era allappante. Chiudendo bocca e naso con un fazzoletto entrarono si diressero in fondo dove erano situate le due camere. In una c'era un uomo accanto un tavolino sul quale era sparsa una sostanza bianca, di sicuro si trattava di droga. Il poliziotto cercò segni di vita nell'uomo, ma purtroppo era morto. Procedettero per ispezionar le altre stanze e trovarono una donna legata al letto, la maggior parte dei vestiti erano stracciati e aveva la pelle graffiata, forse l'uomo l'aveva picchiata e abusato di lei. I polizziotti perlustrarono tutto l'appartamento per i vari accertamenti, fino a che l'investigatore fece stare in silenzio i suoi uomini. Era come se qualcuno battesse i piedi a terra, piano ma forte allo stesso tempo.
 
Entrarono in una stanza, c'era solo un grande armadio e nient'altro. Sembrava che il rumore si fosse assopito, ma mentre uscivano ritornò più forte. L'uomo non perse tempo aprì l'armadio e   si accorse che sotto tutti quei vestiti c'era una botola. Grazie a una chiave l'aprirono e si  ritrovarono in una piccola stanza buia. L'uomo impallidì nel notare una piccola figura tremante in un angolo, era talmente piccola che sembrava irreale. Si allungò per toccarla, ma l'ombra sfuggì. Puntò la torcia verso l'ombra e fu allora che scoprì che si trattava di una bambina. Aveva gli occhi socchiusi e le labbra screpolate, il corpo rivestito di macchie rosse e nere, i capelli scompigliati, una metà corti e gli altri lunghi, come se fosse uno sfregio.
 
<< Vieni qua, piccola. Sei al sicuro adesso. >> Mormorò sottovoce. Era palese che la piccola fosse in stato di shock. Di sicuro quei maledetti la tenevano prigioniera e la picchiavano. La piccola era esitante, ma dopo concesse la mano scheletrica. Il detective non perse tempo e la trascinò alla luce, infatti lei chiuse gli occhi non più abituata.
 
I paramedici la coprirono con una coperta calda e la misero su una barella per portarla in ospedale.
 
Quella casa sembrava un vero mattatoio. La bambina avrebbe riscontrato un brutto trauma psicologico e  chissà che cosa le facevano d’inquietante, ma il detective non indagò oltre, perché immaginò che tra breve avrebbe avuto il riscontro dei medici. Chiuse gli occhi e si avviò verso l'ala  ospedaliera.
 
Giunto a destinazione si incontrò con il dottore, che lo informò della salute della piccola. La mattina dopo, gli assistenti sociali sarebbero venuti per portarla via e trovarle una nuova casa. Il referto medico diceva che la bambina veniva picchiata, infatti aveva diverse lesioni in tutto il corpo e non le davano da mangiare. Purtroppo non sarebbe stata né la prima, né l'ultima. Molti maltrattavano i bambini per i loro loschi piani. Ma non tutto era stato reso visibile, sono la piccola sapeva la cruda realtà, e le sarebbe rimasto per sempre nella sua mente, per sempre.
 
 
Tre anni dopo.
 
Il detective Izumi era in visita. Il caso della bambina era stato chiuso nello stesso mese, ma da quando l'aveva trovata la sua vita era cambiata. Non riusciva più a togliersi quegli occhi dalla sua mente. Affrettò il passo e giunse dinanzi a una villetta nella quale due anni fa era stata adottata la piccola. I genitori adottivi se ne erano innamorati e alla fine il tribunale gli aveva dato loro la custodia. La signora Higurashi aprì la porta con un grande sorriso, dando il bentornato all'uomo, che entrò con un cestino in mano.
 
<< La piccola si trova in giardino con mio marito, stanno costruendo una casa sull'albero >>, sorrise la signora, facendo segno di seguirla. E fu così che Izumi scovò la piccola intenta ad aiutare il suo nuovo papà, con il sorriso stampato in faccia, con quei grandi occhi azzurri.
 
<< Kagome vieni a salutare il detective Izumi >>, disse la  donna.
 
<< Ciao >>. Bisbigliò la piccola.
 
<< Ciao a te piccolina, guarda che ti ho portato. >> Affermò, porgendogli un cestino di paglia, al suo interno c'erano varie leccornie. A Kagome le si illuminarono gli occhi per la felicità, andava pazza per i dolciumi. Iniziò a saltellare fino a che non si addentrò nella sua nuova cassetta, intanto i grandi si sederono al tavolo.
 
La casa era accogliente e profumava di amore. Izumi era felice che la piccola si trovasse bene. Era stata una benedizione. Dopo tutto quel male, era arrivata il momento di vivere serena e senza ombre.
 
<< E' felice e noi lo siamo per lei. La nostra luce. >> Affermò il signor Higurashi, guardando la bimba leccare il suo lecca­lecca.
 
<< Hai ragione caro, lei ci ha salvato. >> Continuò la  moglie.
 
<< Non è stata lei a salvarvi, ma voi. Le avete dato una nuova vita, di sicuro se non fosse stato per voi, lei sarebbe ancora in una delle tante case famiglia >>, asserì il detective, passando la mano sulla barba ispida. I due coniugi  annuirono.
 
<< Si sa nulla di quell'episodio? >> Domandò  preoccupato.

 
 

<< No. Purtroppo sappiamo poco. >> ammise il signore.
Era successo più di sei mesi fa, quell'avvenimento aveva cambiato le carte in gioco. Un giorno la signora Higurashi era in cucina con la piccola, non era così spensierata come lo era (è) adesso, aveva sempre il broncio e piangeva di continuo.
 
Aveva lasciato la piccola seduta sul tavolo che faceva colazione quando suonò il campanello. Si apprestò a vedere chi fosse, quando sentì un rumore forte, come se qualcosa si fosse schiantato a terra. Corse in direzione della piccola e la trovò stesa sul pavimento, intanto il sangue iniziava a inzupparle i capelli. La corsa in ospedale fu frenetica. L'ipotesi era che la piccola avesse seguito le azioni di un  personaggio di cartone animato che volava e lei lo avesse copiato. Ricevette quindici punti sulla fronte. Da quel giorno Kagome non era più la bambina di prima. I suoi bronci si erano trasformati in sorrisi, e per la prima volta la coppia aveva sentito la sottile voce della figlia.
 
<< Quell'amnesia le ha dato una seconda opportunità. Un giorno ritorneranno, ma non sarà sola ad affrontarli. Ci saremo noi. >> Disse il signor Higurashi, stringendo la mano della moglie per darle forza. Erano consapevoli che il passato avrebbe bussato alla porta, ma speravano con tutto il cuore che tutto si sarebbe risolto.
 
Ma nessuno sapeva prevedere il futuro.
 
 
 
 
 
 
 
Buon Salve. Oggi sono in veste ufficiale, ma no, sto scherzando. Questa fiction è ispirata ad una storia vera, spero di realizzarla nei migliore dei modi. Infatti sarà una dura lotta, su con il morale. Presto arriverà anche il dodicesimo capitolo di Blue Velvet. Vi salute.Buona lettura. Heart
 
 
 
 
Continua…
 
 
 
 
 
Credit:
Guzza627
  
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