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Autore: AnimaScrittrice_    19/08/2015    0 recensioni
Avevo scelto di sopravvivere, vivere sarebbe stato troppo faticoso e comunque un vano sforzo. Cosa avevo da perdere? L'amore di cui narravano i miei libri era così lontano da quello che vivevo con Tyler. La mia famiglia non esisteva più ed io scomparivo giorno dopo giorno. Credevo di poter scrivere con Tyler la mia storia ma il destino aveva saputo scegliere meglio di me. Mi chiamo Hope SPERANZA ..che ha raddrizzato il mio cammino e rinforzato le mie ginocchia. La speranza che è stata più forte della mia paura.
Genere: Song-fic, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Selena Gomez, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Hope's pov. Tornai a sedermi sul divano con le bottiglie che perdevano goccioline d'acqua formatesi per il ghiaccio. Ormai non pensavo più a Ty..volevo solo bere. Finì per svuotare anche la sua birra e mandai Jake a prendermene altre, dovevo smettere di pensare o avrei perso i capelli. Persi il conto delle bottiglie che avevo bevuto dopo aver posato la quarta. Tutto cominciava a diventare ovattato e confusionale, tutto mi sembrava così esilarante e totalmente privo di senso che cominciai a ridere sentendomi la gola in fiamme. Feci scendere una mano lungo il collo di Ty che si voltò sorpreso per poi ridere e stringermi a sé. Sentivo il corpo scosso dal calore e la testa cominciava a girare quando mi sentì improvvisamente di sollevare. Ty mi poggiò sulle sue gambe e la sua lingua cominciò ad esplorarmi la bocca rincorrendo la mia. Sentì le sue mani che ripercorrevano, sotto lo stretto pantaloncino, l'interno della mia gamba e risi per il solletico che mi provocava la sua pelle a contatto con la mia. Risi tanto e mi sentì di nuovo i piedi piantati a terra ma le gambe cominciavano a rendere il tutto più difficile, tutto continuava a girare e la musica mi faceva impazzire, volevo solo stendermi e chiudere gli occhi ma una stretta al gomito mi accompagnò all'uscita aiutandomi a trascinare i miei piedi in modo che camminassero. Salì in auto e vidi una figura sbiadita muoversi, probabilmente intenta ad accendere il motore, la sua voce mi innervosiva,adesso volevo piangere. Sentì le porte aprirsi e qualcuno tirarmi fuori e condurmi ad una spiaggetta con del legno deposto a terra. "Ho freddo, tu no?" Dissi fregandomi le braccia nude con le mani. "Mettilo" mi diede il suo giubbotto e fui abbracciata e invasa dal profumo della colonia di Ty. Sentivo i miei tacchi sprofondare nella sabbia che pareva prendere le sembianze di un mostro che volesse divorarmi un piede da un momento all'altro. La vista pian, piano diventó leggermente più nitida e cominciai a vedere le onde che andavano a schiantarsi sulla riva e riconobbi i lineamenti di Ty impegnato ad accendere un fuocherello. Il vento tirava forte facendo danzare ciocche dei miei capelli nell'aria, riuscivo a sentire l'umidità scavarmi le tempie ma avevo anche tanto caldo. Ty si sedette a terra e fece segno di raggiungerlo. "Perchè non ti sei portata la bionda?" Dissi barcollando verso di lui. "Quanto hai bevuto?" Disse facendo una smorfia. "Poco visto che sono ancora lucida" almeno..questa era la mia convinzione. "A me sembra che non capisci quello che dici." Si concentrò sul legno ardente per poi far scivolare un braccio intorno alla mia vita tirandomi a sè. "Sono sobria invece" dissi allontanandomi da lui. "Shh" Si avvicinò e mi ritrovai direttamente sotto il peso del suo corpo. Sentivo le sue mani ovunque e le sue labbra si muovevano freneticamente, come sempre, i suoi baci erano veloci e freddi, non ricordo quando è stata l'ultima volta che tremavo per le emozioni che mi suscitava. Non capivo nulla era tutto così veloce e frenetico, quasi mi mancava il fiato perchè era questo quello che voleva, cercava di possedere il mio respiro. Mi sfilò il suo giubbino e fui presa da sgomento. Era sempre così prepotente, pretendeva tutto di me ma ormai sapeva che non avrei risposto a questo tipo di capricci. Gli misi le mani al petto e lo spinsi via da me con la poca forza e lucidità che mi restava. Cominciai a urlargli contro e si alzò lasciandomi stare. "Cogl***a" con un calciò mi buttò la sabbia addosso, riuscì a sentirla pizziccarmi la lingua. Di colpo scattai in piedi ma ebbi un capogiro per essermi mossa troppo velocemente e barcollai. "Bast***o" urlai con le lacrime agli occhi. Mi diede le spalle e lo sentì bestemmiare mentre passò le dita nei suoi capelli quasi per tirarli. "Portami a casa" dissi con voce tremante, mi sistemai il top nero e solevvai una spallina che era scivolata giù. Sembrava non sentirmi. Era rimasto immobile con le spalle rigide. Raccolsi il suo giubbino dalla sabbia e glielo buttai dietro le spalle, si girò di scatto e lo raccolse per poi trascinarmi per il polso che ormai non riuscivo a sentire più. Aprì la portiera e letteralmente mi buttò sul mio sedile facendomi cadere anche sul suo. Mi rimisi a sedere correttamente quando cominciai ad emmettere dei piccoli conati prima che lui salisse in auto e potesse sentirmi. Era fuori di sè e il modo feroce in cui cominciò a guidare mi mandava fuori di testa, volevo tornarnare a casa a piedi. Il viaggio fu silenzioso ma a riempire l'aria bastavano i suoi respiri profondi e nervosi che mi facevano venir voglia di urlargli contro di dover smettere. Finalmente arrivammo sotto casa e prima che potessi uscire fece scattare la sicura. Mi voltai a fissarlo preoccupata. "Avrei dovuto farmi la bionda, tu sei solo una mocciosa bast***a" disse urlando come un matto. Lo guardai così arrabbiata che le mie mani cominciarono a tremare, volevano reagire, tutto di me mi urlava contro di non subire, non questa volta. Non mi resi nemmeno conto che la mia mano era stata più veloce dei miei pensieri e la trovai subito bloccata dalla sua che cominciò a stritolarla facendo scricchiolare le mie fragili ossa. Dei gridi acuti soffocarono nella mia gola e delle lacrime mi bruciavano gli occhi, cercai di liberarmi dalla stretta e quando ci riuscì sentì una botta, forte quanto un destro, addormentarmi le labbra che adesso tremavano bagnate dal mio sangue bollente. Mi tirò uno schiaffo così forte che quasi non sentivo nemmeno più il naso. Sbloccai la sicura e mi buttai sull'asfalto freddo, sentì la portiera richiudersi e il rumore del motore urlare nelle mie orecchie. Mi alzai piano e rientrai in casa barcollando, temevo di prendere una storta da un momento all'altro, volevo solo piangere e urlare contro qualcuno. Aprì la porta con violenza facendola sbattere sulla parete. Catturai così l'attenzione di due figure sul divano che non riuscivo a mettere ancora a fuoco per il buio e la mancata lucidità. La camera era illuminata solamente dalla luce del televisore che trasmetteva un film stomachevolmente sdolcinato. Riaccesi la luce e misi a fuoco il viso di mia madre e quello del suo fidanzato Tom guardarmi perplessi. Stavano abbracciati con una ciotola di popcorn tra le mani. Mamma si alzò sorpresa dal mio volto. Capì solo poco dopo che era per il mio labbro che cominciava a diventare viola, alla fine non è che fosse così sorpresa. "Che hai fatto al labbro?" Disse prendendomi il mento tra le mani. "Che ca**o ci fa quello qui?" Dissi guardando in cagnesco Tom che rimase per la milionesima volta ferito. "È stato Ty?" Ignorò completamente quello che avevo appena detto "Esci da casa mia" dissi gettando mia madre dall'altra parte e indicando la porta. I miei occhi erano fermi nei suoi. Amareggiato raccolse il suo cappotto e fece un cenno a mia madre che rispose con un timido mezzo sorriso. Richiuse la porta e mamma cominciò a piangere per la vergogna "Che ti ha fatto ah? Che ti ha fatto? Perchè devi sempre comportarti così?perchè?" Mi fissava con gli occhi rossi e non faceva altro che indicarmi la porta e io volevo solo andare a vomitare il fuoco che mi scuoteva le viscere. Feci le scale correndo e mi chinai sul water, raccolsi in una mano i capelli e in un paio di minuti riuscì a liberarmi almeno un pò di quello schifo. Inizialmente non bevevo ma Ty mi costrinse a farlo perchè i suoi amici lo deridevano più di quanto deridessero me, per loro ero troppo "ingenua" per stare con lui. Mi lavai i denti e tolsi i tacchi che avevano completamente distrutto i miei piedi. Con un fazzoletto mi asciugai il sangue e misi un cerotto per poi proseguire verso la mia camera. Mi spogliai e mi misi a letto indossando solo una felpa. Ero stanca e ancora sbronza per cercare il pigiama quindi in due secondi le coperte mi trasportarono nella mia fantasia notturna. Mi svegliai sudata, cominciai a sentire caldo..i giorni di primavera andavano a scaldarsi sempre di più, avrei dovuto lasciare solo le lenzuola e togliere il piumone. Scesi al piano di sotto e trovai un biglietto sul bancone della cucina. Presi un bicchiere e lo riempì d'acqua corrente, appoggiai la schiena al lavandino e bevvi facendo scorrere gli occhi lungo le parole. Raggiunsi il bancone e strappai il biglietto. *Domani sera io e Tom diamo una cena importante, ti ho lasciato dei soldi sul tavolino del soggiorno, comprati qualcosa di elegante* Corsi in camera e raccolsi il cellulare. Feci scorrere un dito lungo i numeri della rubrica, avevo bisogno di Joice per queste stro****e eleganti. Non che lei vestisse così, in realtà lei vestiva come me, uno stile prettamente street o casual, a volte,ma aveva uno spiccato gusto per la moda in generale. "Hey tesoro" sentì finalmente arrivare la sua voce dopo almeno quattro squilli "Mi servi per dell'insano shopping" le sue risate riempirono la camera "Qualche funerale?" "Più o meno" "Ci vediamo al centro commerciale" "ok" dissi staccando la chiamata. Lei era la mia unica amica, non lasciavo entrare troppe persone nel mio cuore, quello è un posto ormai arido e perfino Joy è solamente un piccolo germoglio. Siamo amiche da quando sono diventata la ragazza di Ty, è quasi sempre presente e mi ascolta, cerco di fare la stessa cosa anche io ma certe volte mi lascia a fare i conti con l'amarezza della mia bocca per i suoi comportamenti da str***a sleale. Dopo la doccia lasciai i miei capelli scendere lungo le spalle,indossai una camicia bianca senza maniche infilata in un pantaloncino a vita bassa e delle converse. Misi solo un rossetto rosso e salì a bordo della mia auto, regalo di papà per i miei ormai passati diciotto anni, adesso ne avevo diciannove quasi finiti. Passai l'intero giorno a rovistare tra centinaia di capi che non mi convincevano. Tutto quello che mi attirava aveva catene o buchi. "Questo?" Disse Joy sollevando un vestito giallo appeso ad una stampella di legno. "Non voglio attirare i moscerini" "A te non piace mai nulla, non puoi mettere le cose che metti ogni giorno" "Senti a me non me ne frega nemmeno di andare a questa cena, quando mai mi hanno invitata ad una?" "È perchè sei acida" disse con noncuranza riposando il vestito Mi voltai verso di lei "Che ca**o significa?" "Proprio questo" mi indicò "Sono fatta così e non me ne frega, quel bas****o di un nero mi ha portato papà via, è grazie a lui se adesso babbo non vive più con me" "Ti capisco, adesso pensiamo al vestito ok? Che ne dici di questo?" Lo scrutai due volte prima di sbuffare e voltarmi per continuare a spostare altre stampelle. Presi uno nero che sembrava accettabile e a passo spedito andai verso i camerini superando Joy che mi guardava con aria interrogativa "Che schifezza è quella?" cominciò a seguirmi "Una che posso tollerare" la sentì sbuffare e dedicarmi diverse paroline da censura. Mi richiusi la tenda dietro e cominciai a sfilarmi i vestiti, tirai l'abito dalla stampella per indossarlo senza nemmeno guardarlo. Aveva ragione Joy, faceva schifo. "Come ti sta?" Disse scuotendo un pò la tendina che di scatto fissai per poi tornare a guardarmi allo specchio "Che cag**a" alla fine lo ammisi. "Joy andiamocene mi sono rotta" dissi levandomi quel coso da dosso ma non sentì più Joy. Mi stavo abbottonando la camicia per poi passare ai pantaloncini quando Joy spostò un pò la tenda per lasciar passare la sua mano che stringeva qualcosa di merlettato..e bianco, troppo bianco. "Che devo fare con questo bianco..non sono un'infermiera" "È bellissimo avanti provalo" "Ca**o Joy chiudi sta cosa che è appena passato qualcuno" lei si voltò per vedere chi fosse per poi voltarsi di nuovo seccata "Ah è solo un vecchio" scuotevo la testa pensando alla sua non curanza. "Posa sto coso" dissi alla fine esasperata "A te non piace mai niente" "Quante volte me lo devi ancora ripetere?" "Provalo e poi ce ne andiamo" glielo strappai dalle mani, ero stanca e lei richiuse la tenda. Feci cadere la camicia sulla sedia e cominciai a infilarmi il vestito e a sistemarlo ma mi fermai sorpresa da come mi stava sembrando carino. Lo portai giù più lentamente concentrandomi su come mi stringesse il corpo. Era completamente rivestito da decori merlettati, una fantasia elegante quanto bastava, le maniche arrivavano strette a tre quarti e la scollatura evidenziava la mia terza taglia. Lasciava scoperte le gambe al di sopra del ginochio ma non troppo sù e il merletto dietro si stringeva ai lati per lasciare nude le spalle. "Allora?" Disse impaziente. Aprì la tenda per guardare l'espressione compiaciuta e sorpresa di Joy. "Lo prendo" dissi alla fine. Uscite da lì ci dirigemmo verso il parcheggio, avevo comprato anche delle scarpe alte con i tacchi e una maglia per me che avevo visto in un altro negozio del centro commerciale prima di uscire. "Mi dici che hai fatto al labbro?" disse fissandomi "Secondo te?" "Che è successo?" "Stavo per schiaffeggiarlo ed è stato più veloce di me" dissi guardando avanti a me sentendo ancora gli occhi azzurri di Joy puntati su di me. "Tu perchè non sei venuta? Jake ha chiesto di te" Lei era seccata e rispose con tono annoiato "Mi sono scocciata di venire in quel posto di matti, voglio fare cose diverse, visitare altri posti" "Ty sceglie sempre il Moonlight, non ha ..fantasia" e l'amarezza stava ricominciando a parlare. Arrivammo alla sua auto e la salutai per raggiungere la mia. Gettai le buste sui sedili posteriori, feci scattare le sicure e mi appoggiai al sedile rilassando muscoli e nervi, la mia vita diventava peggiore ogni volta che mi alzavo dal letto, ormai mi ero abituata a così tante cose che quasi non reagivo più.
   
 
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