Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: BlackHawk    20/08/2015    0 recensioni
-Non è il posto che fa per te- disse una voce alle sue spalle. Si voltò sorpresa verso l’uomo che le aveva servito da bere, il cui nome le sembrava di aver capito fosse Jet.
-E chi lo dice?- chiese Emma, inarcando un sopracciglio.
-Ti do un consiglio Emma. Finisci la tua birra e vattene da qui.- disse Jet, appoggiandosi al ripiano del lavandino alle sue spalle.
Era a braccia conserte e la fissava intensamente, come a volerle leggere dentro.
-Ho bisogno di un lavoro. Non è facile trovarne uno di questi giorni.- disse Emma, sorpresa che lui avesse sentito la sua conversazione con Kian e l’avesse chiamata per nome.
-Chi è Karen?- chiese lui, dopo un po’.
Emma prese un sorso di birra, sperando che scacciasse il nodo in gola che le si era formato. -Era la mia migliore amica. Lavorava qui. È stata assassinata due anni fa, ma non hanno trovato il colpevole.- rispose Emma, incapace di mascherare la rabbia.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Emma aprì gli occhi lentamente. Le faceva male la testa e aveva lo stomaco sottosopra.
La prima cosa che notò furono le pareti grigie della stanza e una luce bianca fastidiosa.
-Emma- la voce preoccupata di Jet la costrinse a spostare lo sguardo.
-Sei in ospedale Emma. Lui… lui ti ha sparato.- le spiegò Jet, con voce rotta.
-Cosa…-Emma si schiarì la voce.- cosa è successo?-
-Volevo farti una sorpresa e quindi sono venuto in ufficio. La segretaria non c’era e ho avuto una strana sensazione. Poi vi ho visti e….-
Emma gli strinse una mano. –L’ha uccisa lui.- sussurrò, con le lacrime agli occhi.
Jet annuì, come se sapesse già tutto.
–Dopo che ti ha sparato sono riuscito a togliergli la pistola di mano. Ho chiamato polizia e ambulanza, ma credevo…-
Emma lo vide piangere per la prima volta da quando lo aveva conosciuto.
-Per un momento ho creduto che ti avrei persa. Proprio ora che mi ero reso conto…-
-Di cosa?- chiese Emma, cercando di scacciare il nodo in gola che aveva.
-Di amarti, Emma.- disse Jet, puntando i suoi occhi lucidi in quelli di Emma. –Io ti amo. Non potrei vivere senza di te.-
-Ti amo anche io, Jet.- rispose Emma, stringendogli la mano più forte.
Le sue parole le fecero battere il cuore più forte. Jet l’amava e l’assassino di Karen era stato arrestato. Tutto si sarebbe sistemato.
-Da quanto tempo sono qui?- gli chiese poi, guardandosi attorno. Aveva la flebo attaccata al braccio e un tubicino nel naso che le mandava ossigeno. Lo tolse.
-Ferma, Emma.- la rimproverò Jet.
-Mi dà fastidio- gracchiò Emma, con voce roca.
Jet le porse un bicchiere d’acqua che lei scolò in un secondo.
-Sono le nove di sera. Ti hanno operata d’urgenza. Fortunatamente il proiettile non ha danneggiato organi vitali, ma dovrai rimanere qualche giorno qui.- le spiegò, mentre si sedeva su una sedia accanto al letto.
-Ho avvertito i tuoi. Sono qui fuori con tuo fratello e Serena. Prima sono passati anche Kian, James e le ragazze, ma stavi dormendo.-
Emma immaginò quanto si fossero preoccupati per lei.
-Lo hanno arrestato?-
Jet annuì. –Sì, ma ancora non ha confessato l’omicidio di Karen. Per adesso possono solo accusarlo di tentato omicidio.-
Emma spalancò gli occhi. –No! L’ha uccisa lui, me lo ha detto. L’ha uccisa perché Karen ha scoperto che lui vinceva le cause corrompendo i testimoni!-
Jet la guardò sorpreso.- Ma… come ha fatto a scoprirlo?-
-Si frequentavano.- mormorò Emma, distogliendo lo sguardo.
-Mi dispiace Emma.-
-Farò in modo che marcisca in galera. Deve pagare per tutto quello che ha fatto.-
-Il detective Keller vorrebbe parlarti. Mi ha chiesto di avvisarlo non appena ti fossi svegliata.- disse Jet, alzandosi.
-Intanto chiamo i tuoi genitori e tuo fratello.-
Emma annuì. Forse non era pronta ad affrontarli, ma doveva rassicurarli. Era viva e si sarebbe ripresa.
Vide Jet uscire dalla stanza e poco dopo entrò la sua famiglia insieme a Serena.
Sua mamma scoppiò a piangere non appena la vide.
-Tesoro!- esclamò, singhiozzando.
-Sto bene- la rassicurò Emma, sforzandosi di sorridere.
-No che non stai bene, Emma! Ti hanno sparato!-
-Calmati, cara.- disse suo padre, dandole un colpetto sulla schiena.
-Cosa è successo Emma?- chiese suo fratello.
-John… ha ucciso Karen.- iniziò a dire Emma. –Ha provato ad uccidere anche me e Jet-
-Ma perché l’ha uccisa?- chiese suo padre, mentre sua madre continuava a piangere ininterrottamente.
-È una storia lunga- rispose Emma, sospirando.
Guardò prima i suoi genitori e poi Nathan che stringeva la mano di Serena. Sospirò di nuovo e alla fine iniziò a raccontare.
***
Dopo aver raccontato tutto alla sua famiglia e aver parlato con il detective Keller Emma poté riposarsi un po’. Keller le aveva detto che John aveva appena confessato di aver ucciso Karen e che quindi sarebbe stato finalmente punito per il male che aveva fatto.
Jet era andato a prendersi qualcosa da mangiare perciò adesso era da sola e poteva riflettere su tutto ciò che era successo.
Non ci riuscì però, perché la stanchezza prese il sopravvento.
 
-Perché non mi hai detto che ti stavi vedendo con lui?- chiese Emma, voltandosi verso la sua migliore amica.
Erano sdraiate entrambe sul letto di Emma a e guardavano il soffitto, ma anche questa volta lei sapeva che si trattava solo di un sogno. Karen non era davvero lì.
Karen sospirò. –Come potevo dirti che mi vedevo con un uomo sposato che per di più era il tuo capo?-
-Avresti dovuto dirmelo- replicò Emma, scuotendo la testa.
-Lo so.- annuì Karen, dandole ragione.
-Se lo avessi saputo forse….-
-Non farti questo, Emma. Non è colpa tua.-
Emma non credeva che fosse colpa sua, ma pensava che se avesse saputo la verità le cose sarebbero andate diversamente. Decise di dirlo ad alta voce.
Karen scosse la testa. –Non è detto. Forse mi avrebbe ucciso lo stesso.-
-Non immaginavo che potesse essere un assassino. E mai avrei immaginato che riuscisse a vincere le cause illegalmente.-
-Già- confermò Karen, amareggiata. –Lo amavo, sai? Credevo che prima o poi avrebbe divorziato e poi avrebbe sposato me.-
Emma provò pena per lei in quel momento. John la riteneva una ragazza ingenua e l’aveva sfruttata nel peggiore dei modi.
-Comunque- proseguì Karen, con un tono meno afflitto. –Adesso potrai finalmente buttarti questa vicenda alle spalle. Potrai ricominciare a vivere.-
Emma non ne era sicura. Temeva che la polizia non riuscisse ad incastrare John per l’omicidio di Karen. Ma non si trattava solo di quello.
-Mi mancherai.- disse a Karen, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il viso.
-Anche tu Emma, ma sarò sempre con te.- la rassicurò la sua migliore amica.
Emma si costrinse ad annuire. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e poi sorrise.
-Un giorno ci rincontreremo.- disse, fiduciosa.
Karen le prese una mano. Sorrise e poi annuì convinta.
–Un giorno.-
 
-Kar- disse Emma, tirandosi su di scatto. Provò un dolore lancinante allo stomaco, perciò fu costretta a sdraiarsi di nuovo.
Jet tornò in quel momento con del cibo in mano.
-Emma hai bisogno di un dottore?- le chiese preoccupato, vedendo una smorfia di dolore sul suo viso.
Emma scosse la testa. –No, va tutto bene. Era solo un sogno.- rispose, delusa.
Avrebbe fatto di tutto pur di rivedere un’ultima volta Karen. Le avrebbe raccontato tutto quello che le era successo negli ultimi due anni e le avrebbe parlato di Jet, ma sapeva che non sarebbe mai successo.
Jet si sedette accanto a lei.
-So che fa caldo, ma non c’era nient’altro.- scherzò Jet, mostrandole un piatto di minestra.
-Minestra?- chiese Emma. –Non credo…-
-Sempre meglio di niente, no?-
Emma sorrise e scosse la testa. –D’estate la minestra proprio no.-
 Jet iniziò a magiare e lei lo osservò in silenzio.  Ma fu un silenzio breve.
-John…- iniziò a dire, attirando l’attenzione di Jet.- mi ha detto una cosa.-
-Alec lavorava per lui.- spiegò, non sapendo bene quale potesse essere la reazione di Jet. –Faceva da tramite. Metteva in contatto John con le persone che avrebbero dovuto testimoniare nei suoi processi, in modo che li potesse vincere.-
Jet posò il piatto su una sedia e poi guardò Emma.
-Non ne avevo idea.- commentò poi, passandosi una mano fra i capelli.
-È andato in Russia per questo motivo. John l’ha ricattato. Se non fosse partito, lui l’avrebbe mandato in prigione. Evidentemente non voleva più lavorare per John, che aveva paura di essere smascherato da lui.-
-Alec…-
-Ha sbagliato, Jet. Ha fatto così tanti errori che non bastano le dita di entrambe le mani per contarli. Però si è costituito e questo dimostra che vuole provare a rimediare. Dovresti parlare con lui.-
Jet scosse la testa con decisione.
-Devi, Jet. Hai passato così tanti anni a sentirti in colpa per lui e adesso non vuoi nemmeno parlargli?- insisté Emma.
-Tu non capisci Emma.-
-Invece capisco benissimo, Jet. È tuo fratello. I tuoi genitori vorrebbero che tu cercassi il modo di perdonarlo. Nessuno dice che tu lo debba perdonare subito, ma forse un giorno, quando lui avrà scontato la sua pena, potrete tornare ad essere una famiglia.-
Jet incatenò i suoi occhi a quella di Emma. –Ti amo così tanto.- disse, alzandosi.
Si chinò su di lei e la baciò delicatamente, nel timore di poterle fare male.
- Ti amo anche io. Ed è per questo motivo che voglio che tu lo chiami.- disse Emma, decisa.
-Credi davvero che sia possibile ricostruire la nostra famiglia, Emma? I miei genitori sono morti, mio fratello è in carcere a migliaia di chilometri da qui e io non ho più nessuno.-
Emma gli sfiorò una guancia con le dite e poi sorrise. –Hai me.-
Jet la baciò di nuovo e poi le chiese di nuovo: -Credi sia possibile?-
Emma si ricordò dell’ultima cosa che le aveva detto Karen prima che il sogno si interrompesse e poi sorrise di nuovo.
-Un giorno.-
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: BlackHawk