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Autore: fefi97    21/08/2015    1 recensioni
Chris e Vince sono una coppia di lunga data, una coppia in "crisi", perché per Vince non é una crisi, per Chris lo è anche troppo.
Vince ha quarantanni, é un poliziotto pragmatico e scorbutico, un pò orso, che ama Chris più della sua stessa vita, ma non é bravo a dimostrarlo.
Chris ha trentaquattro anni, é un attore, o almeno ci prova, é irruento, genuino, allegro, dolce e sfacciato insieme,tutto cuore, esattaemente il contrario di Vince. Ama Vince, ma a volte si chiede se sia ricambiato.
Dopo un litigio che porta Chris a chiudersi ottusamente dentro il bagno, Vince ripercorrerà mentalmente i passi della loro storia, a partire da quando era cominciata, dieci anni prima, intrecciando i ricordi ai momenti difficili del presente.
Riusciranno a superare la loro "crisi"?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ANTEFATTO
 
 
Sono quasi nove anni che Vince abita con Chris, e sono nove anni che la prima cosa che fa quando mette piede in casa è estrarre la pistola dalla fondina e togliere i proiettili infilandoseli in tasca, per poi riporre l’arma nel primo cassetto del mobiletto vicino all’ingresso, a doppia mandata.
Sono nove anni che Chris gli rompe l’anima con questa storia, sfinendolo con nomignoli come “ piedipiatti iperprotettivo” o “ Vincy il paranoico”. E Vince sa che il suo compagno ha ragione, che in fondo basterebbe mettere la sicura alla pistola e che di certo Chris non è così idiota né tantomeno depresso da spararsi per sbaglio, ma che ci può fare, lui è veramente un po’ paranoico e iperprotettivo  quando si tratta di quel rompiballe di Chris.
Tuttavia, è da un po’ di tempo che le cose sono cambiate. Un tempo Vince tornava a  casa, urlava il nome di Chris mentre in contemporanea smontava la sua pistola d’ordinanza e ignorava pazientemente le prese in giro cantilenanti di Chris, che gli chiedeva se per caso pensava di stare con un bambino di cinque anni o si era scordato che lui era più giovane solo di sei anni. Quando Vince si rompeva di sentirlo straparlare, lo acchiappava per la nuca e lo zittiva con un strameritato bacio di bentornato a casa, che Chris gli concedeva sempre con un sorrisetto supponente e dolce insieme, gli occhi azzurri socchiusi e brillanti felicità.
Ora è tutto diverso e le prese in giro e il sorriso forzato di Chris sono solo una pallida imitazione di quelli di un tempo.
 Da qualche mese sono entrati in una sorta di “crisi”, espressione tirata fuori dalla tristissima consulente di coppia da cui Chris lo aveva trascinato e che Vince odiava con tutto il cuore. Per il poliziotto pagare una vecchia emotivamente repressa perché gli dicesse una parola futile e dolorosa insieme come “crisi”, era una totale perdita di tempo. Ragion per cui aveva spinto per non andarci più dopo appena due sedute, cosa che naturalmente non aveva aiutato molto i rapporti con Chris.
Vince sinceramente non capisce cosa ci sia che non vada. Chris ultimamente ha cominciato a lamentarsi del loro rapporto, del fatto che Vince sia sempre al lavoro, che non si apra mai con lui, sul fatto che invece non incoraggi lui, Chris, nella sua carriera di attore, che non vada mai a vederlo a teatro. E’ arrivato persino a rinfacciargli di non starlo mai ad ascoltare e, col senno di poi, Vince deve ammettere che non sia stata propria una buona mossa replicare a questo uscendo di casa sbattendogli la porta in faccia.
Okay, Vince in fondo sa, anche se non lo vuole ammettere, che il suo personalissimo rompiscatole ha ragione, che questi problemi ci sono e sono soprattutto colpa sua e del suo carattere da orso di montagna, ma sa anche che lui ama Chris quanto per un uomo sia umanamente possibile amare un altro uomo, lo ama di un amore assoluto e disarmante e che farebbe qualsiasi cosa per salvare il loro rapporto, senza ricorrere all’aiuto di una stupida consulente che di loro non sa proprio un cazzo.
-Chris! – chiama Vince ad alta voce, non appena la porta di casa si chiude alle sue spalle, le mani e gli occhi già indaffarati nello smontare la pistola. Un tempo non c’era bisogno di chiamarlo, Chris sarebbe già stato lì ad aspettarlo nell’ingresso, ma ora è tutto diverso  – Sono a casa! –
-Oh, ciao! – la testa perennemente incasinata di Chris fa capolino dalla porta del salotto e a Vince basta dare un’occhiata di sfuggita al suo sorriso luminoso e sincero per dimenticarsi della pessima giornata che ha avuto al distretto, tra due casi di omicidio ancora irrisolti e una rapina a mano armata.
- Hai forato qualche chiappa? – gli chiede Chris con disinvoltura, prendendo come al solito in giro il suo essere un “diligente piedipiatti”.
-No, idiota. – risponde Vince alzando gli occhi al cielo. Dopo aver riposto la pistola, avanza verso di lui, lo afferra per la nuca e gli stampa un bacio su quella boccaccia petulante, come al solito. Solo che gli occhi di Chris non brillano come al solito  e nemmeno il suo sorriso è come al solito e questa è una cosa che Vince trova terribilmente frustrante.
-Come è andata al lavoro? – chiede Chris, sgusciando rapidamente via dal suo abbraccio. Troppo rapidamente, pensa Vince, aggrottando le sopracciglia scure.
-Al solito – brontola, mostrandosi come sempre poco disposto a mettere Chris a parte del suo mondo. Gli dispiace vedere gli occhi azzurri dell’altro incupirsi indispettiti, ma Vince è un uomo pragmatico, non sentimentale, ed è convinto che proteggere Chris dalla merda che lui è costretto a vedere ogni giorno sia molto meglio che non ferire i suoi sentimenti.
-Attento a non seccarti la lingua con tutto questo monologo, eh! – lo prende in giro Chris, recuperando comunque subito il suo bel sorriso e Vince un po’ lo ama e un po’ si sente in colpa, perché sa che il compagno sta facendo del suo meglio per non litigare, perché Chris può leggere negli occhi verdi dell’altro quanto quella giornata sia stata pesante e quanto abbia bisogno  solo di stare tranquillo con lui, nella loro casa.
Chris si sporge di nuovo, posando delicatamente le labbra su quelle secche e piene di taglietti del compagno, la barba scura di Vince che gli gratta leggermente le guance lisce, come quelle di un bambino.
- Avanti stupido brontolone, andiamo a mangiare. –gli dice, prendendogli una mano e tirandolo in direzione della cucina.
 
 
 
-Come sta Robbie? – gli chiede distrattamente Chris mentre, alcuni minuti dopo sono seduti a tavola.
Vince smette di cercare di farsi una ragione della carne dannatamente dura cucinata da Chris e alza i piccoli occhi verdi in direzione del compagno, improvvisamente glaciale.
-Robbie? – ripete, con voce inespressiva.
Chris ricambia lo sguardo, perplesso.
-Si, Robbie, il tuo collega, il nostro migliore amico.- precisa, un po’ confuso.
E il tuo ex ragazzo, pensa Vince e nemmeno lui sa perché è così incarognito. Insomma non è una novità il fatto che Chris prima di diventare il suo Chris è stato il Chris di Robbie.  E’ stato Robbie in fondo a farli conoscere, il che forse non è stata proprio una buona mossa da parte sua, visto che nel giro di appena due settimane Chris era passato dalle sue braccia a quelle di Vince. Ovviamente Robbie non l’aveva presa molto bene all’inizio, dal momento che il suo migliore amico di una vita, collega e fratello di sangue, e il suo ragazzo avevano deciso di spezzargli in simultanea il cuore.
Sono passati esattamente dieci anni da quando Chris e Robbie stavano insieme e Vince è consapevole che Robbie ora non è altro che un buon amico, il migliore, per entrambi, ma in questo periodo, in questo periodo di “crisi”, una domanda del genere da parte di Chris è in grado di gettarlo nella gelosia e nella paranoia più totale.
-Che ti importa di Robbie?- sbotta brusco, mandando a schiantare la forchetta nel piatto con un fastidioso tintinnio che fa inarcare un sopracciglio chiaro a Chris. Dio, perché Chris deve essere così fottutamente arrapante anche quando fa quelle facce pseudo arrabbiate?!
-Okay, Vince quale è il tuo problema? – domanda con una punta di irritazione nella voce solitamente gioiosa e piena di dolce allegria.
- Senti, lascia stare. – taglia corto nervosamente Vince, che da buon orso di montagna qual è le discussioni le evita come la peste. Le discussioni con Chris poi.. quelle sa di perderle in partenza.
-No non lascio stare! – Chris sbotta in una breve risata priva di gioia – Cristo, la colpa è tua se siamo messi così, se abbiamo un sacco di rabbia repressa e di rancore dentro di noi! Forse saremmo riusciti a risolvere i nostri cazzo di problemi di coppia se avessimo continuato ad andare dalla dottoressa Roberts come avevo detto io! –
-Ma quali cazzo di problemi e problemi..! – abbaia Vince, che sta cominciando ad averne abbastanza. Ovviamente è Chris che insiste sul fatto che stanno attraversando una “crisi”, Vince non la pensa affatto così.  – Mi sembra solo che tu ti diverta a fare la povera mogliettina incompresa e trascurata, io non li vedo tutti questi problemi! –
-Ah si? – salta su Chris, il viso pieno e morbido arrossato dalla rabbia – E non è un problema per te il fatto che praticamente a casa non ci sei mai? Non è un problema il fatto che tu non mi parli mai del tuo lavoro, che praticamente non mi parli di niente? –
Vince sbuffa. Queste cose gliele ha già sentite dire troppe, troppe volte.
-Non è un problema che tu non mi ascolti mai, come adesso? Non è un problema che tu non sia mai venuto a vedermi a teatro, nemmeno una fottuta volta? – Chris gli sorride, ma sorride amaro – Robbie aveva un sacco di difetti, ma almeno non si credeva superiore solo perché era uno stramaledetto poliziotto, almeno un minimo di incoraggiamento me lo dava! –
-Ancora con Robbie? – si infiamma Vince, il cui orgoglio non riesce a reggere neanche per un istante il confronto con un altro uomo.
La cena è completamente dimenticata, ci sono solo loro due, Vince e Chris, due idioti innamorati in “crisi”.
-Scusa se non mi entusiasma il fatto che tu voglia fare l’attore, dato la paga da cani che ti danno e l’ambiente di merda che ti circonda! – continua Vince, alludendo agli spettacoli di seconda categoria con cui Chris tira avanti esibendosi in un malfamato teatro di Brooklyn. Cristo, lui Chris lo appoggerebbe anche se decidesse di farsi prete, ma quando sei un poliziotto paranoico che ama avere tutto sotto controllo non è facile convivere con la paura che succeda qualcosa all’uomo della tua vita.
-Io non voglio fare l’attore! Io sono un attore! – urla Chris, infuriato.
-Non è questo il punto Chris! – Vince si porta le dita massicce alle tempie, cercando di darsi una calmata, mentre l’altro lo guarda con gli occhi azzurri fiammeggianti, il petto che si ingrossa a ogni respiro affannoso.
-Chris – comincia Vince, in un tono che sa di forzata calma – So di non essere perfetto, so che a volte stare con me è paragonabile a stare con un orso, ma io ti amo, non può bastare? – e la sua voce si è alzata nel porre quella domanda, non riuscendo a non far trasparire la sua rabbia perché, sul serio, perché cazzo non basta!
Chris lo guarda, gli occhi lucidi e un sorriso strano sul volto, mentre scuote ritmicamente la testa.
-No, no Vince. Non può bastare quando l’unico momento di tutta la giornata in cui penso che in fondo mi ami è quando ti degni di dirmelo! – esclama, e, cazzo, per Vince fa male sentirselo dire. Davvero è così incapace di far vedere a Chris quello che prova, quanto sia essenziale il suo piccolo casinista per lui?
Poi, prima che possa capire cosa sta succedendo, Chris si alza con un casino assurdo da tavola e, da piccolo drammaturgo qual è, fa la sua drammatica uscita di scena, uscendo dalla cucina sbattendosi la porta alle spalle.
Vince impreca tra i denti, ma gli è subito dietro, inseguendolo quasi comicamente sulle scale di casa loro. Quando infine Chris, con il cipiglio di un bambino, si chiude a chiave dentro il bagno, davvero Vince non sa se ridere o piangere.
-Chris! Chris, cazzo, apri questa merda di porta! – urla battendoci contro il pugno massiccio e forse riuscirebbe anche a sfondarla, se non fosse che sente i singhiozzi di Chris vibrare attraverso il legno e sa con certezza che quella sciagura del suo ragazzo sta piangendo davanti alla porta.
Vince si prende i capelli scuri tra le mani e, davvero, che giornata di merda.
-Chris, smettila di piangere e apri questa porta! – abbaia e forse, ma solo forse, usare un tono così brusco non è esattamente d’aiuto.
-Fanculo! – urla infatti Chris, piuttosto prevedibile. Sul serio, Vince non ha mai conosciuto una persona dalla parolaccia facile come Chris, anche se all’apparenza sembra un angioletto timido e dolce.
Passano venti minuti buoni a urlarsi contro come due perfetti deficienti, finché Vince non si arrende e non si lascia scivolare con la schiena lungo la parete di legno, le braccia abbandonate lungo le cosce piegate e gli occhi chiusi, ma pieni di immagini, immagini di loro.
Immagini di loro prima di questa stupidissima, merdosissima “crisi”.
Gli occhi pieni di ricordi, di loro.
E, semplicemente, Vince comincia a ricordare.
 
 
 
 
ANGOLINO
 
 
Ciao!
Non so bene come questa storia mi sia venuta in mente, so solo che ci tengo e ho paura di fare un gran casino, ma spero che comunque possa essere apprezzata da qualcuno!
Credo che la storia avrà più o meno dieci capitoli ( questo è solo l’antefatto) e ricalcheranno la storia d’amore di Vince e Chris, alternando i ricordi ai momenti presenti di “crisi”, sia mai che riescano a risolverla XD
Magari è banale dirlo, ma questa è una storia slash, la coppia è omosessuale, quindi pregherei gli omofobi o chi non è comunque di larghe vedute di cambiare storia e di non lasciare commenti  dispregiativi, grazie.
Beh spero che l’antefatto vi sia piaciuto, spero di aggiornare presto! Se ne avete voglia lasciatemi qualche impressione, sono aperta a suggerimenti e critiche costruttive!
Un bacione, Fede!
  
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