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Autore: Inquisitor95    21/08/2015    2 recensioni
Che succede quando Capitan America viene invitato a cena da Tony Stark per il suo primo e unico appuntamento? Un elegante momento tra due amanti segreti che non possono rivelare la loro relazione con attimi di scherzo e di serietà riguardo il loro rapporto. In un clima di serenità dopo l'ultimo pericolo per la Terra i nostri supereroi si prendono una pausa per vivere la loro relazione senza problemi. Andrà tutto come previsto?
[Eventi successivi e ispirati alla mia fan-fiction The Iron Lord]
["Piccolo" Momento STONY]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Avengers Assembly'
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 “Dinner with Tony Stark”

 

 

 

Faccio passare la cravatta per l'ultimo nodo e infine la giro ancora una volta affinché possa cadere direttamente sul petto. La sistemo meglio e infine giocherello col nodo che si trova appena sotto il mio collo per stringerla in modo che anche quel dettaglio sia perfetto. Mi guardo allo specchio mentre mi accerto della precisa posizione centrale della suddetta cravatta. I capelli biondi sono rivolti verso sinistra, perfettamente rigidi e modellati grazie al gel, i miei occhi sono azzurri e vivi come non mai visto che la serata si prospetta una delle più belle della mia vita. Lascio scendere lo sguardo lungo il mio corpo, la camicia bianca e stretta visto il mio fisico muscoloso, abbottono le maniche e ancora una volta torno a sistemare la cravatta in maniera quasi ossessiva, è di un nero scuro come l'ossidiana, sembra risaltare i miei occhi e il mio viso pallido.

Sospiro cercando di rilassarmi, non può andare nulla storto. Non voglio che qualcosa vada male ma so che non può accadere. Devo quindi convincermene. Indosso un pantalone grigio scuro come le scarpe i cui lacci sono già annodati Anche la giacca è abbinata al colore del completo, si trova stesa sul letto, il mio letto. O almeno quello che fino a due mesi fa, durante lo scontro col Signore di Ferro, era mio.

Questa stanza mi rievoca parecchi ricordi, la prima volta che ho fatto l'amore con Tony è senza dubbio quello più importante. La prima di una lunga serie in effetti. Mi sposto ciondolando in maniera impacciata, Tony avrebbe dovuto prendere una misura più grande del vestito, ma credo che l'abbia fatto apposta visto quanto egli trovi interessate il mio corpo. Mi avvicino alle finestre, New York è tempestata di luci nella notte, è inverno ormai e fa freddo, tuttavia Jarvis fa in modo che dentro l'attico ci sia piacevole calore, la pioggia non batte più sul vetro com'è stato per tutto il pomeriggio.

Mi concedo pochi istanti appoggiando un braccio al vetro e la testa su di esso per rilassarmi. « Tony Stark... mi hai scombussolato la vita! » dico tra me e me.

Il rapporto che ho con Tony non saprei come classificarlo, di certo facciamo tanto, troppo sesso. Che per lui è tale anche se so che prova molto affetto e attrazione non solo fisica per me, io invece la penso diversamente: so di essere innamorato di Tony e vorrei molto più di quel rapporto che sembra privo di sentimento, cosa che comunque è solo apparente. Le nostre giornate insieme sono piacevoli e non sempre abbiamo risvolti sessuali, spesso stiamo insieme mentre mi alleno, mentre lui pensa al progetto Stark Ultron. Ma siamo solo all'inizio di questa cosa e non so che risvolti ci saranno. Quello che so di me e lui è che stiamo bene.

Siamo felici l'uno con l'altro. E come mi sono ripromesso, per lui ho fatto dei cambiamenti nella mia vita, per esempio il fatto stesso che ci vada a letto senza un rapporto stabile. Nella mia epoca non sono certo che avrei potuto fare una cosa del genere con una donna, forse mi sto finalmente ambientando anche se questa cosa mi ha cambiato. Tony mi ha cambiato.

Una voce echeggia nell'aria e quasi sobbalzo, come ogni volta che sono assorto nei miei pensieri e Jarvis mi parla, la sua voce da Intelligenza Artificiale mi ricorda molto quella fredda e tagliente del Signore di Ferro che cerco di dimenticare quasi come se fosse stato un incubo. « Signor Rogers? Ho condotto la ricerca che mi aveva chiesto. »

Sono improvvisamente interessato a ciò che Jarvis dice, una cosa interessante della tecnologia è che si può usare per cercare tutto in pochi istanti. I dati sono disponibili al mondo intero se si dispone di una IA potente come Jarvis. « Hai trovato qualcosa? » chiedo speranzoso in un sì.

Sono solo preoccupato per un amico. Non dovrebbe esserci nulla di male in questo. Semplicemente voglio sapere che sta bene dopo che l'ho quasi ammazzato. « No, signore. » risponde infine. « Ho scandagliato i dati e i registri del Pentagono, della CIA e dello SHIELD cercando notizie. Nessun risultato riguardo Vladimir Lensherr. »

Ovvio! So che non è uno sprovveduto e cerca di non lasciare tracce di sé, mi stupisco del fatto che persino allo SHIELD sia sfuggito, Nick Fury era parecchio interessato a lui visto il suo legame col Signore di Ferro. Immagino che sia un bene che non compaia, sospiro e sorrido. « Grazie Jarvis. »

« È stato un piacere, signore. »

A quel punto sono anche pronto per andare via, ritorno un attimo nel bagno e mi accerto di essere totalmente al meglio di me, prendo una boccia di profumo dal lavandino e comincio a spruzzarmene un po' addosso, un regalo di Tony. Dice che rende il mio odore ancora più maschile e questo lo eccita maggiormente, immagino sia un bene visto che quando stiamo a letto insieme non ci annoiamo mai.

Esco poi dal bagno spegnendo la luce e prendendo la giacca lasciata sul letto, la indosso e senza abbottonarla ed esco dalla mia stanza chiudendo la porta alle mie spalle. Sono certo che Tony mi stia già aspettando e infatti lo trovo seduto sulla poltrona, ha le gambe incrociate e gli occhi castani puntati su di me, segue ogni mio passo con un sorriso.

Mi fermo a pochi metri da lui e incrocio la braccia con un sorriso in volto, osservo i dettagli del suo vestito: è di un nero metallico e chiaro, sagoma il suo corpo, inoltre ha una cravatta argentea e sotto di essa una camicia di una tonalità molto più scura del nero del completo. Quando mi fermo lui mette il piede a terra e si dà una piccola spinta per alzarsi, si avvicina a me e mette una mano attorno alla cravatta, la stringe e mi spinge contro di lui, le sue labbra desiderano le mie e non manco di donargliele, sono morbide e piacevolmente calde; porto le mie mani verso l'alto, ne poggio una sul suo viso in modo che non possa sfuggire da me mentre l'altra la poggia sulla sua spalla. Ormai questo genere di bacio non mi scandalizza più.

Ci separiamo per pochi istanti restando vicini, la sua barba è ispida, contorna il suo mento provocando in me una reazione di totale desiderio. Sento il suo respiro sul mio volto e lo aspiro come se fosse ossigeno, mi piace il suo alito.

« Stai bene in tiro, Capitano! » la sua frase si riferisce al mio attuale stile, tuttavia dai suoi occhi capisco il doppio senso, le sue mani si spostano verso il basso, percepisco il suo tocco delicato tra le mie gambe, la sola stoffa dei pantaloni lo blocca, tasta dolcemente mentre gli concedo un altro bacio.

« Non sarebbe meglio uscire di casa ora? La prenotazione è alle nove se non sbaglio, non vorremo mica tardare? » no, ho già ritardato una volta a un appuntamento e la mia vita ha ruotato intorno alla causa. Tony sorride e spezza quel contatto di cui presto sento la mancanza, il ristorante non può aspettare, il resto possiamo invece rimandarlo fino alla fine della serata. O almeno vorrei concluderla in quel modo.

« Hai ragione Capitano. È meglio andare o non ci faranno entrare! » non credo che lo farebbero visto che non tutti hanno il privilegio di ricevere una prenotazione da Anthony Stark. Comunque entriamo nell'ascensore, l'attimo prima che le porte si chiudano vedo le luci spegnersi.

Sono in ansia. Questo è effettivamente il primo appuntamento in tutta la mia vita. Sono fortunato di averlo con la persona che amo però resto comunque in agitazione e non vorrei che nulla lo rovinasse. L'ascensore scende velocemente e restiamo in silenzio fino a che non decido di rompere il ghiaccio, mi sento in imbarazzo senza capire il perché visto che sono ormai abituato alla presenza di Tony.

« Come procede il progetto Stark Ultron? » chiedo, le porte si aprono nuovamente e percorriamo il gigantesco ingresso in stile moderno della grande torre, poche luci sono accese e delle segretarie si trovano oltre le scrivanie, ammiccano a Tony e alcuni sguardi vengono anche riservati per me.

Ovviamente nessuno sa di noi due. Non sono certo di come il mondo potrebbe prendere questa notizia e non mi pongo ancora il problema. Tanto meno a Tony importa. « Sul serio vuoi parlare di Stark Ultron al nostro primo appuntamento? Queste cose non si fanno, verginello! » mi punzecchia.

Arriviamo all'uscita della torre e le doppie porte di vetro si aprono lasciandoci la possibilità di scendere i gradini che ci portano ad una lunga limousine nera che ci aspetta, prima mi infastidiva il punzecchiarmi di Tony, ma adesso non direi che la parola “verginello” mi rispecchi. È una parole estranea.

« Devo forse ricordarti con chi vai a letto? » gli chiedo mentre entriamo nell'automobile, lui si sposta dall'altro lato per entrare dall'altra portiera, saliamo entrambi nella limousine nell'attimo in cui sbuffa con un broncio in viso. Quella persona sono proprio io. Non manca di rispondermi.

« Di certo non il rigido Capitan America! » non sono una persona rigida, tanto meno quando sto con lui. Però senza rendermene conto lo faccio evidentemente. « E per me resterai sempre il mio verginello! » sono suo. Questo mi piace. Mi fa sentire importante per lui.

« Va bene... » dico sussurrandolo appena, chiudiamo le portiere e ci troviamo comodi una volta che ci sediamo, ci troviamo su due sedili opposti e lui mi guarda con occhi curiosi. « Ho qualcosa che non va? Mi guardi con una faccia... » alludo alla sua espressione e scuote appena il viso.

« Non posso semplicemente guardarti? Voglio dire in fondo sei un bello spettacolo, non quanto me ovvio! » comincia a canzonarmi, faccio un mezzo sorriso mordendomi le labbra.

« Certo che puoi guardarmi. Lo sai che mi piace quando lo fai... » cerco di essere dolce, d'altronde è questo il lato migliore di me e non sono ancora riuscito a capire se a Tony piace, immagino di sì visto come i suoi occhi brillano.

La sua espressione non resta però seria, è atipico di lui evitare di essere il cinismo in persona! « Mi chiedevo una cosa: voglio dire se questo non turberà il tuo delicato equilibrio mentale... » scherza ancora sul fatto che non sono riuscito a controllare me stesso durante l'ultimo scontro in cui il mondo ha rischiato di essere sottomesso, cerco di ignorare la sua battuta però. « So che mi ami, voglio dire... anch'io mi amo. Molto in effetti e so che sono insostituibile, ma vorrei sapere cosa ti aspetti da noi due, in un futuro più duraturo ovviamente. » non riesco a nascondere nulla, tanto meno i miei sentimenti per lui. Non so mentire.

Resto a pensare pochi istanti, Tony mi capisce molto meglio degli altri forse proprio per il nostro legame intimo. Non voglio mentirgli, voglio essere sincero, per questo pochi giorni dopo gli eventi di Londra gli ho detto quanto lo amassi. La sua espressione era di ghiaccio, poi ha riso e mi ha dato dello stupido, aggiungendo però l'aggettivo “adorabile”.

« Quello che voglio da noi? È quello che desidero da tutta una vita: una persona con la quale costruire un futuro, un matrimonio e una famiglia perfetta... » riconosco quanto possa essere difficile visto che siamo entrambi due uomini, però è esattamente quello che voglio, e se devo scegliere la persona in questione direi che Tony è il meno adatto, però questo è amore. « So bene che vista la tua posizione non vuoi far sapere ad altri di me e te, e mi sta bene... » mi interrompe bruscamente alzando una mano e cominciando a parlare serio in volto come se fosse arrabbiato per ciò che ho detto.

« A me non importa nulla di quello che gli altri possano pensare di me e te. Se qualcuno ha da ridire, se la vedrà con me! » questo è inaspettato, di certo Tony non vuole impegnarsi in qualcosa di serio vista la busca rottura con Pepper, inoltre essendo lei un'importante membro della Stark Industries è ovvio che stiano ancora in contatto.

So quanto lui soffra. Ma io riesco a farlo sorridere. « Ma come? Il grande Tony Stark, playboy che rivela al mondo di avere una relazione con un uomo, nientemeno che Capitan America? Non me l'aspettavo! » dico cercando di farlo ridere, accenna un sorriso e fa poggiare i suoi occhi altrove.

La limousine sfreccia velocemente tra le strade e gli incroci di New York, i vetri sono oscurati e persino dall'interno si hanno difficoltà nel vedere fuori viste le ombre della notte. Restiamo per pochi secondi in silenzio e poi lui ritorna a rispondermi. « Non dico che non voglio che gli altri sappiano di me e te. Aspiriamo tutti a passare la vita con la persona che amiamo... » fa una piccola pausa. « È solo che non è il momento. E poi ci sarebbero numerosi suicidi se si sapesse che sto con un uomo. Sai quante ragazze perderebbero per sempre la speranza? Non posso mica deluderle così! » fa una battuta, neanche io sono pronto per rivelare i miei sentimenti per lui. Il resto del viaggio fino al ristorante viene riempito di sguardi intensi tra me e lui. Infine la limousine si ferma.

« Cerca di sorridere, Capitano. Due Vendicatori a cena in un ristorante sono il miglior show che queste persone possano vedere... » dice lui, sospiro e spero che almeno dentro staremo tranquilli e privi di persone che, senza saperlo, potrebbero rovinare l'appuntamento.

Apro la portiera e ci troviamo nel bagliore dei flash. Le persone sembrano indicarci mentre percorriamo un corridoio formato in modo da permetterci di attraversare fino all'ingresso. Tony è chiaramente a suo agio al centro dell'attenzione, alza le mani e comincia una specie di balletto mentre avanza, le persone impazziscono per lui ma non mi accorgo di essere anch'io desiderato: in molti mi indicano, vedo le loro bocche muoversi e urlare il mio nome, non riesco ad udire altro però, mi sposto sorridendo appena e in imbarazzo, alzo la mano per salutare quelle persone che cercano di afferrarmi con le loro mani. Dopo che ho percorso mezzo corridoio vengo fermato da Tony. Mi indica qualcosa, una ragazza con i capelli corti con gli occhiali sul naso che ha in mano una macchina fotografica, sento il braccio di Tony che si poggia sulla mia schiena, sorrido all'obiettivo e viene poi scattata la foto. La ragazza sfugge via tra la folla.

« Accidenti non ho guardato l'obiettivo! » riesco a sentire Tony che lo dice. « È un peccato! » dispiaciuto di non essere venuto come lui voleva nella foto. Tipico di lui.

Ritorniamo a percorrere il percorso fino a che non ci troviamo dentro il ristorante. Le porte si chiudono dietro di noi e posso ammirare il meraviglioso stile: è come essere entrati in un'antica sala di un qualche tempio greco, ci sono colonne, architravi e altri dettagli come anfore e statue di dei greci, nel mezzo del ristorante c'è una grande fontana dall'acqua limpida, intorno ad essa ci sono tavoli disposti in un qualche modo che mi sfugge. Sono rotondi e attorno ad essi ci sono dei grandi divani che seguono la forma circolare, solo una fetta di essi è vuota così da poter permettere l'ingresso alle persone per sedersi.

Mi concentro sulle tende e il drappeggio nella sala, Tony si avvicina al caposala vestito elegantemente. « Non c'è bisogno che io dica chi ha fatto la prenotazione... » fa uno di quei sorrisi spavaldi che mi piace, il caposala sfoglia l'elenco con la mano tremante infine trova il tavolo prenotato a nome “Stark”. Alza gli occhi e sorride al mio compagno.

« Vi prego di seguirmi da questa parte, signori! » ci porta quindi al nostro tavolo che però non si trova in quella bellissima sala. Ci spostiamo verso un arco in pietra coperto da una tenda rossa, molte persone ci guardano di sottecchi, sorridono e ci indicano, sento i loro sussurri. « Capitan America! Iron Man! » ci invocano.

Non pensavo di essere ancora un simbolo amato da questo paese, di certo quest'epoca è diversa dalla mia, durante i miei anni la gente mi amava perché rappresentavo l'America in battaglia, l'oppositore alla guerra. Ricordo ancora i teatrini che ero costretto a fare. Lontano dal vero campo da battaglia.

I miei pensieri si spezzano quando finalmente siamo al nostro tavolo, stesso stile moderno di quelli attorno alla fontana, questa sala però è molto diversa: è costituita da stanze separate, tende che ne coprono o no l'ingresso. Veniamo lasciati soli dal caposala e Tony afferra il drappeggio e lo tira per chiuderci dentro la stanza. Si avvicina poi a me tirandomi per la cravatta come quando eravamo ancora nell'attico alla Stark Tower e mi stampa un bacio sulle labbra, ovviamente non rifiuto mica e lo spingo contro la parete.

Cerchiamo però di controllarci e poco dopo ci separiamo, ci sistemiamo i vestiti e rimetto la cravatta al proprio posto. Ci sediamo ai lati apposti, tuttavia il divano è circolare quindi siamo seduti vicini allo stesso tempo. Il caposala infine ritorna, porta due menù e poi ci lascia nuovamente.

« Allora? Che te ne pare? Non l'ho scelto troppo romantico ma neanche troppo semplice. Lo stile greco mi piaceva... » dice Tony senza guardarmi negli occhi, legge il suo menù e quindi imito il suo gesto leggendo le varie pietanze.

Una cosa che non mi piace di questa serata? Il fatto che Tony mi abbia come suo ospite. Questo significa che pagherà lui per me... e non voglio! Dovrei essere io quello che offre la cena. « È un bel posto! » mi limito a dire. « Non avevo idea che ti piacesse lo stile greco... »

« Ci sono molte passioni che non conosci di me, Capitano...! » allude a qualcosa e sorride, sento poi un contatto sotto il tavolo, il suo piede sbatte contro la mia gamba, alzo gli occhi dal menù e lo fisso stranito.

« Ti prego dimmi che non lo stai facendo per davvero!? » chiedo io in un misto tra sarcasmo e divertimento. Lui scoppia a ridere e termina il suo gesto. Alza le mani e le poggia dietro la testa con aria innocente.

« Non è di tuo gradimento? » chiede.

Sto per rispondergli quando il caposala entra nella stanza spostando appena le tende. Ha il volto chinato e sembra intenzionato a dirci qualcosa. « Chiedo scusa... potrei chiedervi un favore? » fa una breve pausa. « Mia figlia, Mya di quindici anni, stravede per Capitan America e per Iron Man... se potessi avere i vostri autografi... »

Credo che per Tony sia l'apice della serata, escludendo il fatto di essere con me. Sorride e prende in mano una foto di Iron Man nella sua sfavillante armatura, prende la penna dal caposala che nel frattempo mi passa una mia foto, la riconosco subito: è molto antica di fatti è in bianco e nero, eravamo a New York, ma si parla di settant'anni fa. Una delle mie ultime apparizioni come “cartellone di propaganda”. Mentre Tony riempie la sua foto di scritte io mi sento nostalgico. Poi mi viene passata la penna e mi limito a scrivere la dedica per la ragazza e la mia firma. Il caposala sparisce ancora una volta, spero che non ci siano altre interruzioni anche se è molto improbabile.

« Hai già scelto qualcosa? » chiede lui, ritorna composto sul tavolo, ne approfitto per fare un gesto che voglio fare: mi allungo verso di lui e gli prendo la mano, la stringo leggermente e ne accarezzo il dorso, gli provoca un sorriso.

« Prendo quello che prendi tu! »

Lui ne approfitta per fare una delle sue battute, ride e a malincuore fa ridere anche me. « Io voglio prendere solo te! E l'unico modo che hai tu per farlo è... » indica un gesto con la mano, la stringe come se impugnasse qualcosa e fa su e giù. Mi sento improvvisamente a disagio!

« Intendevo da mangiare! » mi separo da lui tornando a poggiarmi con la schiena sul divanetto e lui ride.

« Andiamo Capitano, non dirmi che non hai mai fatto questo... » imita nuovamente il gesto e sbuffo quasi imbronciato. « Dimmi i tuoi più oscuri segreti! » Non voglio parlarne. È un momento abbastanza intimo che una persona ha con se stesso. La mia reazione col mio silenzio però gli forniscono una risposta più che sufficiente. « Certo che sì! Non riesco a immaginarmi il nostro Capitan America nel mezzo di una sega! » lo guardo appena mentre lui mi deride.

« Non dirmi che questo è il meglio che sai fare!? » lo sfido, non è uno degli argomenti che avevo in mente per la serata ma lui continua a ridere e a prendersi gioco di me. Poco dopo torna il caposala per prendere le nostre ordinazioni. Un menù di pesce per entrambi con dell'ottimo vino bianco è la finalità che riusciamo a raggiungere. Nel frattempo avremmo molto di cui parlare. Tony si avvicina a me e mi affianca restando seduto sul divano, lo seguo col viso e ci diamo un bacio troppo breve, resto con le mani ferme sul tavolo mentre le sue cercando la parte più intima del mio corpo, è quasi piacevole ma inopportuno visto che il caposala potrebbe ritornare.

« Ti piace così tanto toccarmi tra le gambe, Stark? » gli chiedo in una attimo in cui le nostre labbra smettono di cercarsi, inclina il viso nascondendolo nel mio collo, sento le sue labbra che mordicchiano la pelle. È molto piacevole!

« Quando si ha qualcosa di grosso tra le gambe è inevitabile che gli altri lo desiderino, non ti sembra giusto come ragionamento? » ritorna a respirare e a baciarmi, mi fa impazzire ma ancora una volta siamo costretti a separarci.

« Non sai da quanto aspettavo questo momento... ti confesso che sono in ansia. Voglio dire il nostro primo appuntamento... » continuo il discorso sviando qualunque argomento sessuale. Lui sembra incuriosito dalle mie parole.

« Come mai? Voglio dire, attrazione sessuale a parte, stiamo “insieme” da due mesi ormai. Non dovresti essere in imbarazzo, e sì che sono bello e così affascinante che neanche Capitan America ha saputo resistermi, però... » lascia la frase in sospeso mentre si fa dei complimenti da solo, penso al modo in cui ha detto “insieme”, chiaramente non implica un fidanzamento. Ed è proprio ciò che vorrei io.

« È solo che è il mio unico appuntamento. Voglio dire... il primo in assoluto. E stare qui, con la persona che amo è... strano! » non ho problemi nel dirglielo, improvvisamente mi sento rilassato, tranquillo perché so che Tony mi capirà.

Il suo sguardo infatti diventa luminoso, sorride appena e scuote il viso. « Quanto sei stupido! Eppure sai cosa? Ti voglio proprio per questo tuo lato da santerellino, verginello! » mi punzecchia ancora una volta e ridiamo insieme.

Subito seguono i piatti portati da un cameriere, questo fa in modo che i discorsi tra me e Tony siano più leggeri visto che non ho intenzione di farli ascoltare da orecchie altrui. Parliamo di argomenti più piacevoli e tranquilli, il fatto che vuole modernizzare la Stark Tower con una nuova insegna dedicata ai Vendicatori, o anche il fatto che presto comincerà a far edificare la sua vecchia tenuta a Malibù. Il primo piatto va via, il secondo lo segue poco dopo insieme al contorno e infine arriviamo al dolce. Sto già esplodendo e sto bene così ma Tony mi fa gli occhi dolci per convincermi.

« Suvvia Capitano, una fetta di torta non farà del male a quel bel culetto che ti trovi! » ovviamente siamo solo io e lui quando lo dice. Mi convince insistendo e una volta che terminiamo il dolce siamo entrambi sazi.

« Non avrei dovuto mangiare così tanto... » dico tra me e me. Tony sorride mentre con uno stuzzicadenti tortura la propria dentatura, spesso però vedo che le sue labbra sembrano richiamare altro, potrei anche fraintendere io.

« Anch'io non avrei dovuto farlo. La colpa è tutta tua, mi hai convinto tu a mangiare il dolce! » mi punzecchia scherzando. Sorrido della sua battuta infine divento serio. C'è una cosa che mi assilla da tutta una serata.

« So che rischio di essere ripetitivo... ma non sei mai chiaro su ciò che provi per me! » non è nelle tonalità di Tony esserlo, spesso cerca di sviare il discorso, ma perché? Non prova lo stesso sentimento che provo per lui e l'ho capito, ma è davvero solo per quello o mi nasconde altro?

« Ti ricordi chi ha fatto il primo passo? Questo dovrebbe essere abbastanza chiaro. Quindi non credo sia necessario che ti crei dei dubbi riguardo i miei sentimenti... » dice, elude ancora una volta la mia domanda, mi sfugge un sorriso e chiaramente si chiede il perché.

« No, non puoi cavartela così, Stark. Voglio una risposta, una sincera. Non importa se farà male! » non mi importa davvero, ho già rinunciato a molto di me e delle mie idee sul lato sentimentale e della coppia, non avrei mai fatto l'amore con lui se così non fosse stato.

Sospira. « Quanto è curioso il nostro Capitano. » continua a non rispondere ma infine cede. « Io provo un affetto particolare per te. Non è solo sesso va bene, ma ti ho già detto che non provo lo stesso che provi per me. Forse perché ho paura di impegnarmi con te come potrei averne con chiunque. Cerca di capirmi... » ci provo. Lo voglio davvero capire.

Ingoio quella pillola amara chiedendomi se cambierà presto idea, mi esce però un sorriso e gli stringo nuovamente la mano come all'inizio della serata. « Voglio che tu abbia tutto il tempo necessario per capire cosa provi per me. Nel frattempo stiamo passando comunque molto tempo insieme... » ed è questo che mi rende maggiormente felice, però non posso che chiedermi anche quando questo non mi basterà.

« Grazie! » è una parola forzata, apprezzo però lo sforzo e infine chiudo gli occhi e gli sorrido. Sono stanco di dover nascondere i miei gesti amorosi, voglio andare a casa.

« Che ne dici se torniamo alla Stark Tower? Comincio a sentire un po' di caldo e... » faccio una pausa nel quale riapro gli occhi puntandolo contro i suoi scuri. Mi fissa intensamente. « Questi pantaloni cominciano a starmi stretti... » alludo volontariamente alla zona del cavallo e lui scoppia a ridere compiaciuto di ciò che ho appena detto, una risata sincera mi piace sempre. Vedo del desiderio in lui.

« Come vuoi Capitano, non mi tiro indietro! » dette quelle parole ci alziamo dal nostro tavolo pagando il conto, la serata diventerà di certo più movimentata.

 

  
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