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Autore: _odietamo_    21/08/2015    1 recensioni
[Storia partecipante al contest di ATR]
"Who will remember this last goodbye?
Cause is the end and I’m not afraid
I’m not afraid to die"
Tratto dal testo:
[...]Mi hai fatto uscire da quel tunnel cupo di tristezza ed apatia, che poi io non ci stavo nemmeno così male in quel pozzo d’oscurità, ma dopo che tu lo hai illuminato con la tua luce, da allora, ho la costante paura di non vederne altre e di sprofondare di nuovo nel buio totale.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Who will remember this last goodbye?
Cause is the end and I’m not afraid
I’m not afraid to die
-Black Veil Brides
 
In the end
 
 
Toronto, 11 agosto 2015
 
Cara Baka,
Okay, come inizio non è assolutamente uno dei migliori, ma sai quanto cavolo sia difficile per me scrivere, il solo esprimermi mi manda nel panico, così come tu che quando ti accorgerai che questo foglio non è carta riciclata invocherai le tue bizzarre parole che dovrebbero sostituire le parolacce mantenendo il tuo aspetto grazioso, la tua voce melodiosa, mi maledirai per essere stato così irrispettoso, poi però ti ricorderai in che contesto questa lettera ti è stata consegnata e le lacrime cominceranno a pungerti fastidiosamente gli occhi e inizierai a piangere come la bambina che sei. Wow, c’è proprio da dire che non scrivo come parlo, sarà il momento, la scarica d’adrenalina che mi scorre nelle vene, sembro persino una persona con una determinata cultura.
Sai, ti detesto, è ormai da mezz’ora che fisso questo foglio, con la mente vuota, ho così tanto da dirti senza sapere bene come farlo, mi stai rallentando tutto il processo sai? Sto qua, in questo buco d’appartamento che nemmeno posso permettermi, fisso quella maledetta corda, stretta all’esile lampadario, sentendomi in colpa per ciò che farò a breve, sentendomi in colpa sapendo di lasciarti sola al mondo.
Okay, non ci riesco a fare il poetico ed è inutile fingere con te, che sei la mia migliore amica, con te che con un solo sguardo mi capisci al volo, usando la scusa di vedere la mia “aura”. Eh cara principessina delle fate, a queste cavolate non ci ho mai creduto, specialmente perché a te non serve sentire la mia anima per capirmi.
Strano, appena mi sono seduto su questa sedia avevo così tante cose da dirti, invece adesso ho la mente vuota, ma dato che è quasi un’ora che sono qui mi sa che mi conviene incominciare.
Da dove iniziare? Dal principio? Mia cara baka non scorderò mai il giorno in cui ci siamo incontrati, su quella barca diretti su quell’isola infernale, i tuoi capelli d’un biondo slavato e gli occhi chiari, come i miei, sorridevi mite a B, ho subito pensato quanto fossi bella, ma non mi sono lasciato distrarre troppo da quelle futili riflessioni, mi concentrai sul gioco, volendo vincere a tutti i costi. Il risultato? Ti eliminai e alla fine anche io persi tutto. Non ci avevo nemmeno provato, a conoscerti, mi ero dimenticato di quel piccolo istante in cui ti avevo notata, avevo accantonato la cosa assieme agli altri mille pensieri.
Tecnicamente, quindi, la prima volta che ci incontrammo per me fu alla reunion organizzata da Chris qualche mese dopo, quando ormai ero guarito fisicamente, ma non mentalmente… Tu lo sai, sono abituato a essere l’emarginato di turno, quello che tutti disprezzano, quello che nessuno capisce, ma quella sera quando i nostri sguardi cozzarono lessi nei tuoi occhi comprensione, non serbavi rancore per me, stranamente, stavi lì con il tuo vaporoso abito bianco a chiacchierare con me come se nulla fosse, scoprendo di avere svariate cose in comune con me, per una volta non mi sentii un totale sociopatico.
Durante la pausa tra la quarta stagione e “All stars” i nostri incontri si fecero sempre più frequenti e quella che pensavo sarebbe rimasta “l’altra a cui piacciono i manga” è diventata l’unica persona in grado di avvicinarmi, l’unica persona a cui era concesso vedere il vero me stesso, la ragione per cui questo mondo corrotto mi faceva un po’ meno schifo. Cazzo baka, tu lo sai, io non ho mai vissuto per davvero, ogni notte andavo a letto sperando di non risvegliarmi mai più, non ci vedevo nulla di positivo, non me ne fregava niente di nessuno, non riuscivo a provare nulla, ero vuoto, anzi, lo sono tutt’ora, ma ho trovato una persona il cui vuoto combaciasse perfettamente con il mio, hai cambiato i miei giorni da sfide di sopravvivenza a vita vera. Mi viene proprio da pensare che tu sia davvero una principessa delle fate, sai? Perché hai fatto una vera e propria magia con me, sei stata la mia zattera per molto tempo, una ventata d’aria fresca proprio mentre stavo annegando. Mi hai fatto uscire da quel tunnel cupo di tristezza ed apatia, che poi io non ci stavo nemmeno così male in quel pozzo d’oscurità, ma dopo che tu lo hai illuminato con la tua luce, da allora, ho la costante paura di non vederne altre e di sprofondare di nuovo  nel buio totale.
Cos’è cambiato alla fine? Al termine di All Stars le nostre serate passate a mangiare pizza e a guardare anime o quelle stupide serie horror, che tu odi, ma vedi solo per farmi piacere, i pomeriggi passati per il centro, girovagando come sgangherati, senza soldi né speranze, alla costante ricerca di posti isolati, posti sconosciuti da tutti pronti a diventare nostri, osservarti disegnare paesaggi solo a te visibili, fumando distratto una sigaretta lasciandomi rimproverare nel momento in cui la gettavo a terra o accartocciavo una lattina di birra. Ballare con te nel cuore della notte in strada, venendo visti come pazzi da coloro che non sentivano alcuna musica e gli sguardi, tanti, quelle occhiate d’intesa, che solo noi due riusciamo a capire, il nostro linguaggio che lasciava fuori l’intero mondo, eravamo solo noi prima di quella maledetta serie. Dopo la mia eliminazione i tuoi occhi diventarono di ghiaccio, il tuo viso smorto… Qualcosa in te si era spento e, inizialmente non riuscivo proprio a capirne il motivo, non vedevo l’evidente, ero cieco senza di te a guidarmi.
Poco dopo la soluzione mi si presentò avanti, lasciandomi interdetto, il tutto si concentrava in una sola parola, anzi in un solo nome: Courtney.
La mia storia con Court fu probabilmente una delle più brevi in tutta la storia delle relazioni, durò giusto il tempo d’un bacio, quando mi eliminarono tra tutta quell’amarezza che mi portavo dentro c’era anche del sollievo, mi sentivo nuovamente depresso e il pensiero di rivederti mi dava speranza, tutto sarebbe tornato normale. Come dissi prima non fu così, la freddezza tornò la mia unica e fedele compagna di vita e quando provai ad affrontare con te l’argomento ricevetti una semplice risposta, una risposta che mi segnò nel profondo…
“Davvero non capisci? Non capisci quanto cavolo sia difficile saperti innamorata di un’altra? Sapere che non sono più io la tua priorità? Sapere che mi metterai da parte per riconquistare quella splendida e perfetta ragazza? Scott non lo capisci che sono innamorata di te?”
Madonna quanto mi sento stupido, ogni volta che ci ripenso mi sento davvero un’idiota, forse tra i due il baka dovrei esserlo io, non tu. Dopotutto non ci potrebbe essere un soprannome meno azzeccato per te, sei così intelligente, così sveglia, riesci ad esprimerti e ad influenzare le persone senza mai alzare la voce, senza nemmeno farti sentire. Cavolo non l’avevo capito, non mi ero reso conto dei tuoi sentimenti, avevo sempre cercato d’evitare d’immaginare una nostra possibile relazione, però non ti avrei mai messa da parte per Courtney, vero lei è sexy, spigliata, attira l’attenzione e, beh inutile negare l’evidenza, bellissima, vero, ma è maniacale, istrionica… Non è te.
Forse è vero, sono stato io quello cieco, ma non credo che tu sia da meno, non credo che tu ti renda conto di quanto tu sia stata importante per me, hai rimesso insieme i miei pezzi, mi hai insegnato a camminare di nuovo con le mie gambe, non sei stata la mia ancora di salvezza perché io ormai ero già affogato, sei stata come l’aria nel corpo d’un morto… Mi hai fatto rivivere, quando ero con te la vita mi sembrava sempre meno schifosa, il tuo sorriso era luce nella notte, mi hai trascinato fuori dall’oblio per poi rilanciarmi dentro a causa dell’amore. Già, l’amore, a che serve poi? Guarda dove mi ha portato, è proprio una grandissima fregatura, forse se non si fosse messo tra noi non sarei qui, forse se si fosse fatto notare ora saremmo al parchetto abusivo, dal vecchio tribunale, a baciarci e ad essere felici, ma tanto la vita non è fatta di forse.
Ti ho scritto questa lettera per un motivo preciso, volevo ringraziarti per tutto cosa hai fatto per me, ribadisco, forse non te ne rendi conto, ma è stato davvero tanto, il periodo passato con te è stato il più intenso della mia vita,negli ultimi attimi di coscienza penserò a tutte quelle serate, alle risate, ai pianti, a tutto ciò che abbiamo condiviso, per me sei stata tutto, sei stata una sorella, un’amica, sei stata la mia famiglia e forse questa nostra relazione non è mai stata solo amicizia, forse ci siamo sempre amati, senza nemmeno rendercene conto, ma come al solito sono riuscito ad incasinare tutto. Cazzo Dawn, mi dispiace di aver mandato tutto a puttane, mi dispiace per infliggerti anche quest’altra perdita, so perfettamente cosa succederà adesso: piangerai per un po’, ti sdraierai sul pavimento a fissare il vuoto e non vorrai più uscire di casa perché proprio dietro l’angolo c’è quel minimarket dove andavamo a comprarci i saikebon, poco più in là il centro e tra quelle viuzze, vicino al terminal il parchetto abusivo, dall’altra parte il vecchio ponte, forse sarà proprio lì che ti rifugerai, ma ti prego non commettere sciocchezze, sapevi anche tu che questo giorno sarebbe arrivato, con questo gesto migliorerò l’esistenza di entrambi, ti libero da questo dolore, da questo problema. Ti chiedo una sola cosa, principessa delle fate, vivi, vivi anche per me, non sprecare nessun giorno, vivi la vita che io non ho mai vissuto, sorridi, perché quando lo fai sei bellissima, combatti per le tue idee, ma questo non dovrei nemmeno dirtelo, perché so che lo farai comunque, esci dal tuo guscio, sii stupenda nella tua stramberia. Citando quell’autore dal nome impronunciabile che a te piace tanto mantieniti folle, comportati da persona normale* insomma diventa la perla che sei, il futuro è tuo, hai il mondo in mano, Dawn, sii così pazza da cambiarlo, so che lo farai. Non dispiacerti per me, non farlo mai. L’unico momento in cui ti concederò di pensare a me sarà quando ascolterai quella canzone, quella che, nonostante non lo ammetterai mai, adori anche tu.
“Perché questa è la fine e non ho paura di morire”
Addio Dawn, ti osserverò dall’inferno assieme agli altri angeli dannati e spero, un giorno, di notarti in cielo, con il tuo sorriso che tinge il cielo di rosa al mattino.
Ti voglio bene baka,
Scott.
Ps Parla a qualcuno di questa lettera e ti maledirò a morte dall’oltretomba <3”
 
Una goccia, due, tre. I fogli si stavano macchiando di gocce, gocce che non erano le sue lacrime perché si rifiutava di piangere per quel bastardo del suo migliore amico, non gliel’avrebbe data vinta, non più.
Sedeva, Dawn, al riparo dalla pioggia, sotto quel vecchio ponte abbandonato, dall’altra parte del fiume, osservava quel cielo piangere, piangere al posto suo. Strinse i denti, reprimendo quel fastidioso dolore al petto, socchiuse gli occhi mentre la playlist del cellulare cambiò brutalmente canzone, facendola sobbalzare.
Dannato Scott pensò la ragazza sarcastica riesce a essere onnipresente anche da morto…
Ascoltò il ritornello, canticchiandolo mentalmente, mentre i suoi occhi vagavano su quel cielo coperto di nuvole, nuvole che avevano smesso di far piovere. Una mezzaluna spuntò timida oltre queste ultime, Dawn non poté fare a meno di pensare che, quel satellite stagliato a metà, assomigliasse in maniera preoccupante al suo ghigno.
“Alla fine sei svanito nella notte, ma ci sarò io, ci sarò io a raccontare la storia della tua vita… Della nostra vita”
Accartocciò i fogli, ficcandoseli in tasca. Nulla importava in quella notte nera.
 
*Angolino Autrice*
Okay, questa storia è davvero una cosa a sento accettabile senza un minimo di senso, ma vabbè l’ispirazione non la comando io quiindi questo è il penoso risultato.
Allora è una one shot che partecipa al contest di ATR, con il tema passato, presente o futuro. Invece di fare una ficcy storica, fantascientifica ho optato per una storia contemporanea che riassume un’ipotetica amicizia tra Scott e Dawn, che però hanno partecipato al reality, quindi al posto di mettere come avvertimento “AU” ho optato per il “What if?” e successivamente tanti sintetici missing moments narrati da Scott. Mi sono ispirata al rapporto mio e della mia migliore amica, che ho omaggiato con le nerdate da otaku (vedi baka)
Per molti punti di vista Scott è terribilmente OOC, ma a me non dispiace, l’ho voluto rendere più umano.
Ok, la smetto di sproloquiare, la canzone di cui parla Scott, da cui prende il titolo la storia è “In the end” dei Black Veil Brides.
Va bien, ora vado,
Besiti,
Gwoww  
 
  
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