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Autore: _Umi_    02/03/2005    6 recensioni
WOw!!! La mia seconda ff!! Stupendo!! Cmq questa è un antica leggenda grecoromana che ho scoperto durante una versione... spero vi piaccia...Recensite!!! Baci!! _Umi_
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Vi siete mai chiesti da dove derivino le storie di Saylor Moon? Ecco qui un’antica leggenda greco-romana che ha ispirato le gesta della nostra eroina…anche se io ho preso solamente lo scheletro della storia e l’ho arricchita un po’. Perciò le parole e le frasi sono mie, e non di qualche autore greco-romano, quindi potete sbizzarrirvi a commenti negativi!!

Dimenticatevi i personaggi di Saylor Moon, se no i nomi potrebbero confondervi un pochino le idee… io li ho riportati come erano nella leggenda.

Spero vi piaccia!

 

“…eccolo, sta per arrivare. Tra poco Elios sarà da me. E non importa quanto mi scosterò, lui sarà su di me. Non importa quanto mi negherò, lui mi affogherà ugualmente di baci e di carezze.

Baci e carezze indesiderati.”

La Dea della Luna, Selene, preparava il suo fragile corpo con questi pensieri alla venuta del Dio del Sole, suo fratello. Si era abituata al tocco rosso e dolente di quella mano poco aggraziata, si era abituata a sentire quel respiro prorompente sulla delicata pelle.

Quel respiro che anche quando si trovava da sola, nel silenzio, nella pace… riusciva a destarla e a richiamare sensazioni e ricordi spiacevoli.

E anche quella sera Elios arrivò.

Il tempo del tramonto e il tempo dell’alba. Erano questi i brevi periodi in cui si incontravano. Brevi momenti che lei viveva come eternità, eternità in cui la sua carne veniva lacerata. In cui il dolore sovrastava il piacere.

Ed eccolo arrivare. Come un maremoto si riversò su di lei. Spogliandola non solo dei suoi vestiti ma anche della sua dignità. Lo lasciò fare. Meno opponeva resistenza e prima finiva quello scempio.

E dopo aver preso da lei ciò che voleva, dopo averla usata come più voleva, così come era arrivato se ne andò. Soddisfatto della sua opera.

Selene, piangendo e raccogliendo quelli che erano i pezzi di un antico orgoglio e di una ancor più fragile dignità,  se ne andò. Guidando il suo carro nella volta celeste.

Così la Dea Selene viveva i suoi giorni, aspettando solamente una cosa: IL Novilunio.

Per sua grazia le erano stati concessi i giorni del Novilunio. Giorni in cui poteva rifugiarsi in qualche parte dell’universo lontana dall’impetuoso ed incestuoso desiderio del fratello. Quei cinque giorni in cui la natura, il silenzio e la pace erano i soli suoi amanti.

Quel beato Novilunio che finalmente arrivò.

Decise di visitare la Terra.

Sua sorella Eos, dea dell’Aurora, le aveva detto che esistevano delle grotte che riportavano la fama della più totale tranquillità. Nessuno vi giaceva e nessuno vi abitava, in quanto zone estreme e pericolose ai confini dell’Asia Minore. Queste grotte prendevano il nome di Latmo.

Quando Selene vi giunse si ritrovò in un oasi di eterea bellezza, dove né gli uomini né gli dei avevano intaccato la natura, preziosa e perfetta com’era.

La grotta era in realtà un giardino sotterraneo. Vi scorreva un ruscello, che con il rumore delle sue rigogliose e placide acque solleticava l’orecchio della Dea. E non solo, all’ombra di un Salice risplendevano delle candide rose, che ammaliavano ed ipnotizzavano con la loro penetrante ma delicata fragranza.

Selene, convinta di trovarsi sola, si spogliò delle vesti, e si avviò verso il ruscello per poter immergersi nelle frizzanti acque. Ma mentre giocava con l’immagine riflessa del suo corpo udì il chiaro rumore di passi.

-Chi è che disturba il bagno della Dea Selene?- chiese con arroganza, nonostante la violenza di Elios non era abituata a farsi vedere nuda.

-Mi dispiace mia signora. Non era mia intenzione spiarvi, credevo d’esser solo.- disse tranquillamente il giovane uomo portandosi in avanti in modo che la Dea potesse vederlo.

Selene allarmata dalla tranquillità con cui il ragazzo si avvicinava uscì dall’acqua afferrando le sue vesti e disse:

-Tu sei solo un mortale! Ma chi sei? E voltati, in modo che io possa vestirmi.-

Il ragazzo ubbidì alla Dea dicendo:

-Non rifiuto certo l’ordine di una Dea come voi…Sono Endimione figlio della Ninfa Calica e discendente del potente Zeus.-

-Del Padre Zeus? Bene ed ora dimmi cosa ci fai qui?- Il fiato le morì in gola quando vide il viso del ragazzo che si era voltato verso la sua interlocutrice. Era di una bellezza immane, aveva sentito parlare della ninfa Calica, si diceva fosse bella come l’aurora del mattino…

Suo figlio invece aveva la bellezza dell’incognita notte. I capelli scuri facevano da cornice al rude volto, i suoi occhi, portavano il colore delle acque più profonde. Occhi che nascondevano, rendendolo misterioso, l’animo del ragazzo.

Selene incantata da quel volto che le sembrava esprimere gentilezza sincera gli si avvicinò, aspettando una risposta.

-Mia signora cercavo riposo e pace in questo luogo, ed evidentemente anche voi.-

Disse Endimione, pensava che sua madre fosse la donna più bella del mondo, ma evidentemente si sbagliava. La ragazza che aveva davanti portava un vestito di seta argentata, ricadeva morbido sulle forme poco accennate della Dea, il colore dei capelli era lo stesso del vestito, argento, che come dei raggi lunari ricadevano sulla schiena in morbidi boccoli, la pelle era bianca perlacea. Su tutta questa bellezza sovrastavano poi gli occhi, azzurri come il cielo più limpido che avesse mai visto, quegli occhi così dolci e sereni nascondevano in realtà un mare di tristezza, che Endimione non poté non notare.

Tutta la figura risplendeva di luce propria, una luce degna della Dea della Luna.

-La Dea che hai davanti è stanca di vivere, e la pace poco la consola. Si trascina con il suo carro ogni giorno lungo la volta celeste, aspettando che arrivi il Novilunio.- disse Selene rivolgendo lo sguardo a terra, senza rendersene conto aveva appena rivelato al ragazzo il problema esistenziale della sua vita: la  monotonia.

- Mia signora spero che almeno il Novilunio porti conforto sul vostro bel viso. Con le lacrime negli occhi siete molto bella ma credo che se sorrideste sareste capace di resuscitare anche i morti…- Disse mordendosi la lingua, aveva parlato troppo lasciandosi trasportare dalle emozioni.

-Ma come osi rivolgerti in tal modo ad una Dea?- ma invece che della rabbia sul suo viso si sollevò un leggero rossore. Era divertita dalla sfrontata sincerità del ragazzo, la stava sorprendendo.

Quel ragazzo era veramente affascinante, non solo fisicamente ma anche con le parole.

-Mi sembra che voi siete degna di complimenti, per caso non siete abituata a riceverne?

Ma non voglio rattristarvi con questi bui discorsi.. venite con me. Accompagnatemi in una passeggiata. Per passare in modo più piacevole il vostro riposo.-

“Se gioco bene le mie carte riuscirò a non farla scappare, voglio conoscerla meglio. È troppo bella…”

-E di grazia, per quale motivo desiderate la mia compagnia?-

“Sta cercando di raggirarmi.. cosa faccio?”

-E di grazia per quale motivo non dovrei desiderarla?-

Divertita da quella risposta Selene allungò le esili dita verso la mano protesa di lui.

Passarono tutto il resto della giornata insieme. Camminarono visitando meglio quelle splendide grotte e discorrendo del più e del meno.

Selene non si sentì mai così. Quel ragazzo la faceva star bene senza pretendere niente in cambio.

Dal canto suo Endimione non capiva se quella della Dea era furbizia o una semplice ingenuità. La stava accompagnando da più di tre ore e scoprì che la donna era molto interessata ai fenomeni della natura terrestre di cui non sapeva niente. La ragazza spesso faceva domande che sembravano stupide all’apparenza, facendo sorridere il ragazzo. Ed ogni volta che Endimione sorrideva Selene sentiva una stretta allo stomaco.

Parlarono molto anche di loro stessi, ma Selene evitò di nominare Elios… stava troppo bene in compagnia di Endimione, e non voleva ricordare il fratello.

Visitarono anche il mare.

Endimione dopo averla sentita ridere, toccava il cielo con un dito in quei momenti, per lo scroscio delle onde, la vide rabbrividire a causa di un tuono.

Selene si rifugiò tra le sue braccia. Si sentiva incredibilmente protetta di fianco al petto di lui.

Ma ciò che aveva momentaneamente dimenticato, non aveva dimenticato lei.

Infatti Elios, intento a portare il Sole sul suo carro, vide la coppia e riconobbe ciò che considerava di sua proprietà in braccio ad un altro. Geloso stette a vedere. Si sarebbe vendicato di quell’affronto. Per di più da parte di un mortale!

I due ragazzi ignorando lo sguardo del Dio infuriato si rifugiarono in una cascina.

Dove Selene, una volta essersi asciugata dall’acquazzone che li aveva sorpresi poco prima, decise che era ora di salutare il suo compagno. Sentiva che se fosse rimasta solo altri cinque minuti il cuore le sarebbe scoppiato.

Ponderò bene le parole da rivolgergli, l’equilibrio che si era momentaneamente instaurato non doveva rompersi. Doveva ricordarsi chi era lei, e chi era lui.

-Bene ti ringraziò della tua ospitalità, mi hai fatto visitare queste splendide terre.

Ora posso dire do averle viste.- disse mentre spostava lo sguardo dagli occhi di lui all’esterno.

-Vuol dire che non ritornerete mai più?- rispose Endimione sentendosi morire dentro, non voleva assolutamente sentire la risposta, ma doveva farlo.

 -Non credo, sono pur sempre una Dea. E il mio incarico richiede tempo.-

Mentiva, e si sentiva un ignobile. Stava mentendo a colui che sentiva più vicino al cuore. Incominciò ad aver paura…cos’era questo rimorso? Perché non voleva lasciarlo?

-Ah.. eccolo il vostro problema… cara la mia”Dea”!-  Endimione si rivolse a lei in modo piuttosto sgarbato, calcando particolarmente il suo rancore sulla parola “Dea”. Pensava di aver trovato la creatura più incantevole dell’universo…e se invece lo avesse solo preso in giro?

-Ma di cosa stai parlando?!- Disse allontanandosi da lui e avvicinandosi sempre di più al muro.

-Di cosa mi domandate? Tu rifiuti i sentimenti e la felicità! Sei triste perché non dai la possibilità alle persone di volerti bene!! Sarò anche un mortale, ma non credo che oggi non sia successo niente!!- disse arrabbiato, lui che era calmo e tranquillo ora era arrabbiato. Ma aveva i suoi buoni motivi, lei stava scappando e lui sapeva che erano destinati a stare insieme…in un modo o nell’altro

Selene si trovava spalle contro al muro, solo poche ore prima avrebbe scagliato chissà quali colpi contro il ragazzo…ma ora non era in grado di reagire.

Poi tutto accadde in fretta. Endimione la prese per i polsi, senza stringere, così che Selene non potesse opporre resistenza e fuggire.

La Dea si sentì morire… lui, proprio lui, che a lei sembrava così gentile e che a lei piaceva così tanto stava per commettere l’errore di Elios?

Chiuse gli occhi e voltò il viso di scatto. Non voleva vederlo, non voleva sentire il suo respiro, non voleva rivivere nuovamente quella terribile sensazione…

-Guardami!- la voce era diventata più roca e si confondeva con i tuoni del temporale..

Un altro fulmine squarciò quei attimi interminabili.

-Guardami…ti prego…-

Il tono di voce che questa volta le stava parlando era calmo e gentile…

Era la stessa persona? Era tornato quello di prima?

Lentamente Selene, rimando giù le lacrime e voltandosi, lo guardò negli occhi… cercava di immaginare cosa volesse lui da lei.. ma non riusciva ad immaginarselo…

-Mi dispiace… ho reagito bruscamente…- disse guardando per terra. Tra i capelli scuri Selene riuscì a vedere i suoi occhi.. erano pieni di tristezza. Ma pensava realmente quello che stava dicendo?  -Vedi tu mi piaci molto…ed io pensavo, o almeno sognavo che stessi con me.. per sempre.. e quando mi hai detto che te ne andavi non ci ho visto più…- continuò senza alzare lo sguardo ma lasciando i polsi della Dea.

-Riconosco d’aver sbagliato…tu hai tutto il diritto di andartene, anzi, io non avrei dovuto rivolgermi così a te, ad una Dea…quindi vi prego di perdonarmi…-

Selene senza pensarci prese il volto del ragazzo tra le candide mani e lo baciò.

Quel tenero e candido bacio fu suggellato dalle sue parole:

-Mi dispiace averti dato questo dispiacere. Non mi ero accorta d’aver giocato con i tuoi sentimenti.

Comunque non è vero che non mi faccio amare.. e di questo ne potremo parlare meglio domani… visto che ora è veramente tardi.-

Lo baciò nuovamente, questa volta con più passione, e staccandosi gli sorrise. Poco dopo svanì nel buio della notte.

Endimione rientrò nelle grotte. Avrebbe passato lì la notte, ricordandosi di come l’aveva incontrata.

Ma quella sera non riuscì a dormire. Pensava solamente alla sua Dea. Aveva appena trovato il tesoro più bello, l’anima più pura. E non l’avrebbe lasciata per nulla al mondo. Neanche la morte potrà separarli.

Selene invece pensava alle azioni sconsiderate che aveva appena fatto… Lei si era lasciata trainare dalle emozioni…ma lei cosa provava per lui? Lo amava? Si…lo amava. E questo sentimento cresceva dieci volte più forte con la sua lontananza..

Ma come potrebbe vivere con un mortale? Scacciò subito quel pensiero, non era il momento.. ora doveva solo vivere e lasciar vivere. Finalmente aveva trovato la felicità, e non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via!!

 

Ma nel buio qualcuno tramava…Elios, geloso del mortale capace di toccare Selene,  decise di trovare un modo per dividere definitivamente i due, voleva troncare la relazione sul nascere. E camminando lungo la sua reggia trovò proprio quello che stava cercando…l’elisir delle lacrime.

Rise maleficamente rigirandosi la bottiglietta fra le mani…

-Lei è mia, solamente mia!!!- disse con un ringhio.

 

Il giorno dopo Elios prese il carro prima dell’alba e si dirise verso le grotte. Il giaciglio di Endimione. Egli dormiva ancora. Indisturbato Elios poté fare il suo incantesimo..

-Quando aprirai gli occhi e vedrai il viso della tua amata, cadrai come morto in un sonno eterno!!- Disse versando qualche goccia dell’elisir sugli occhi ancora chiusi di Endimione. E ridendo ritornò al suo carro volando verso il sole…un nuovo giorno stava per sorgere.. e Elios aspettava solo quello!!

 

Quando Selene si svegliò, si chiese se tutto quel che c’era stato la sera prima non fosse stato solo un sogno…ma no! Sentiva ancora le labbra bruciare, il cuore fremere, le mani tremare alla ricerca di Endimione.. si vestì e corse da Lui. Lui che era diventato il suo Dio.

Corse verso colui che le aveva rubato l’amore, corse per passare con lui un altro giorno, poi un altro giorno ancora… e con questo l’eternità…

Arrivò alle grotte ed entrò con il respiro che le soffocava in gola… Stava per rivederlo, era dalla notte precedente che gli mancava. Ed ora avrebbe potuto riabbracciarlo.

Entrò e lo vide. Era lì, sotto il Salice che posava le sue gentili fronde come per dargli riparo.

Dormiva come un angelo. Chissà se la stava sognando..

Gli si accostò. E decise, sentendo il profumo delle rose selvatiche ed il richiamo dei passeri già svegli, che era ora di destarlo dal suo sonno.

-Endimione? Svegliati mio amore. La tua signora è qui, per passare la giornata con te…-  disse scostandogli una ciocca di capelli dal volto per poi baciarlo sulla fronte.

Endimione aprì gli occhi e la vide.

Era bellissima, più della Luna, più del Sole e più di ogni astro lucente.

E con quest’immagine negli occhi si riaddormentò. Questa volta per sempre.

Selene non capendo cosa era appena successo cercò ancora di svegliarlo, inutilmente.

Così passarono ore… Selene disperata cercava di svegliare il suo tenero amante, ignara di quel che aveva fatto Elios.

 Eos, sua sorella, non vedendola tornare a notte inoltrata e sapendola ancora sulla Terra, decise di cercarla.

La trovò con lo sguardo perso nel vuoto, intenta a scuotere il corpo del giovane. Quasi che non volesse arrendersi. Capì subito quel che era successo. E cercò di parlarle.

-Non si è svegliato più…-disse rivolgendole il viso, ma non lo sguardo…perso ancora chissà dove…

-Io ho provato a svegliarlo…ma lui non si sveglia…- continuò.

- Selene…-disse cercando le parole giuste per darle quella orrenda notizia…

-Non so nemmeno perché… tu lo sai?- in quel momento la guardò…ed Eos vide tutta la tristezza e la disperazione che aveva negli occhi…

-Si… cioè…io credo che…credo che sia stato lui…- doveva dirglielo.. e tutto d’un fiato –ma io non sapevo niente… cioè..- continuò.

-Vattene.- disse con voce fredda.

- Selene…- cercando di giustificarsi, sapeva di non aver colpe.. ma difficilmente Selene era in grado di ragionare in quelle condizioni…

- Ho detto vattene!!- stavolta invece che fredda era irata.

Eos la lasciò sola con il suo dolore e si avviò verso casa.

Selene capì a che punto era arrivata la gelosia di Elios. Ed incominciò a piangere liberamente… Perché ora sapeva che non poteva portarlo indietro, e per di più non era neanche morto.

Se almeno fosse stato morto avrebbe potuto andare nell’Ade e vederlo.

Ma non può… è riuscito a dividerli…per sempre…

Lui non c’è più…e pianse… pianse…

Da quelle lacrime nacquero 50 figlie, 50 stelle, belle e brillanti come Selene, ma non potranno  mai vedere la luce del sole come Endimione.

Lui non c’era più…e lei?

Lei si arrese.

 

 

 

"Cosi parlò, e in quell'attimo sentì in suo

potere di sognare deliziosamente; così s'aggirò

per un oscuro passo, cercando finché trovò

il letto di muschio più molle e fondo, dove

si gettò e proprio mentre in aria

stirava le indolenti braccia, cinse - oh felicità! -

un fianco nudo: - Bel Cupido, donde viene questo? -

Una voce ben nota sospirò, 'Dolcissimo, son io!'.

A quell'estasi dolce, con un innamorato grido

tremarono l'uno di fronte all'altra.”

                                                                      John Keats

 

 

Allora???!!!???!!!

Che ne pensate???

Era questo il motivo dei miei ritardi nel pubblicare il sesto cap di “Tornando a casa”…

Cmq…Recensite?recensite?eh?eh?

Dai fai un opera buona…recensiscimi!!!Mi basta anche 1 ciao!!!

Vabbè non ti stresso più!!

“ma che non ti stresso più?! Devono recensire!!” nd l’altra me..

Ancora tu???Ma non ti avevo detto di andare in vacanza???!!! Nd me..

Scusateci…purtroppo ho due personalità… vado a strozzarne una…

Baci!!

_Umi_

  
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