Driiiiin Driiiiin.

Il telefono squillava.

Sam stava cercando di fare i compiti, seduto alla scrivania. L’operazione era resa difficile da suo fratello che gli sbaciucchiava il collo e Sam che, invece di allontanarlo, gli accarezzava la testa, cercando di fare i compiti e dargli attenzione, contemporaneamente.

“Rispondi al telefono, Sam.” mormorò Dean.

Cosa? Ah sì, il telefono.

Con Dean che ti baciava il collo era difficile concentrarsi.

Era Ovidio, che chiedeva di passare la linea perché c’era qualcuno che cercava lui e Dean.

“Ciao Sam, disturbiamo?” era George. Aveva l’abitudine di parlare anche per suo fratello Fred, come se fossero una cosa sola.

“A dire la verità sì.” Sospirò Sam, a occhi chiusi, mentre Dean aveva affondato la testa sul suo collo.

Ci fu un silenzio imbarazzato dall’altra parte. Sam poteva immaginarsi George guardare il fratello imbarazzato e un po’ in colpa.

“Vieni…al punto…George…” disse Sam, con voce spezzata. Quella frase, detta in quel modo, suonò quasi oscena.

“Ehm…volevamo chiedere a te e a Dean se volevate unirvi a noi al party di domani. Faremo una piccola festa.”

“Ok…dicci a che ora.” Disse Sam.

George stava per dirglielo, ma all’improvviso Dean attaccò la cornetta, salendogli a cavalcioni, alla ricerca di un bacio vorace.

Sam non si oppose a questo attacco focoso e reagì solo ricambiando, con un gemito.

“Credo che dovremmo richiamare tra un po’, Fred.” Disse George.

“Lo farai tu, non di certo io.” Disse Fred, allarmato all’idea di trovarsi anche lui in una situazione imbarazzante.

George lo guardò con aria maliziosa. “Potremmo ingannare anche noi il tempo, nell’attesa.” E dicendo così saltò addosso a Fred, cominciando a baciarlo e a spogliarlo contemporaneamente.
 
 
 
 
*

Era sabato e Dean e Sam erano due dei ragazzi più trendy del gruppo in materia di abbigliamento. Avevano deciso con il loro gruppo di uscire fuori per una merenda. Uscirono tutti per andare al mc Donald ad ordinare panini, hamburger e patatine, ma Dean e Sam restarono in macchina ad aspettare. Non volevano perdere un’occasione per restare da soli.

Dean faticava a far raffreddare i bollenti spiriti. Guardò Sam al suo fianco, vestito interamente di nero, con i suoi bei jeans neri e deglutì.

“Penso sia meglio uscire. Fa caldo.” Disse.

“Ed è proprio questo il bello!” disse Sam, languido, bloccandolo sul posto.

Dean si morse il labbro e si avventò su Sam. i due presi da troppa foga caddero dai sedili. Il primo a cadere fu Sam e Dean gli cadde sopra.

“Ouch. Stai bene? Ti ho fatto male?” gli chiese Dean preoccupato, facendo per alzarsi, ma Sam lo trattenne a sè, impedendogli di alzarsi.

“Mi piace questo trattamento violento. Mi eccita.” Disse Sam, cingendogli la vita e tirandolo a sé.

I due si baciarono appassionatamente, ancora sdraiati sotto i sedil, purtroppo però in quel momento arrivarono i loro amici e li videro.

“Dean? Sam?” domandò Charlie, sorpresa.

I due si staccarono subito, costretti comunque a muoversi adagio per via della posizione in cui si trovarono, imbarazzati al massimo per essere stati appena colti in flagrante.

Tra i presenti, Cas, pallido e bianco come un cencio.

“Sentite, possiamo spiegarvi…noi…stavamo…” disse Sam, passandosi una mano sulla bocca, mentre Dean si risistemava meglio la maglia.

“Potete…rifarlo?” chiese Ruby, incuriosita.

Dean e Sam la guardarono basiti e increduli, per poi guardarsi tra loro, ancora stupefatti.