Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: LadyFrenny    23/08/2015    2 recensioni
-La serata da lei dimenticata, una delle più importanti della sua vita, risuonava nei ricordi di lui, non l’avrebbe mai dimenticata come l’Amore che ha scoperto di avere-
Tratto dal racconto fantasy “Viaggi al confine del sensato” piccola one shot con i segreti di una notte.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La festa a tema “Bianco&nero” si era rivelata portatrice di Amore se cosi si può dire.

Quella notte dopo vari scleri amichevoli, cibo e bambinate, sotto il cielo stellato che spiava ogni loro singola mossa, due ragazzi in particolare si lasciavano scivolare dalla dolcezza di quel momento tanto atteso.
Desi diede un lungo sorso alla bottiglia che trovò aperta sul tavolo, pronto a non prendersi la responsabilità delle sue azioni future. A dirla tutta non voleva affatto prendersele in quel momento, era come se qualcosa afferrasse il suo collo e lo stringesse, una lunga corda spessa che non lo lasciava respirare. Desiderio?
In quel momento il suo pensiero fisso era che desiderava qualcosa ma senza capire cosa. O forse lo sapeva?
Il suo viso era rosso, preferiva mille volte ammettere che fosse per il vino, ma era mai diventato rosso prima con del vino?
Quel rossore sul suo viso testimoniava che forse quel desiderio che teneva nascosto non era poi cosi falso come voleva far pensare. Qualche sorso e via, l’istinto lo avrebbe trascinato nelle sue voglie più profonde ed non avrebbe più avuto scuse. Scuse con se stesso.
Spingeva la ragazza per le spalle lento, sembrava volesse ricordare ogni attimo di quella notte che sperava fosse infinita. Lei lo fissava con i suoi occhi assonnati ma cosi forti che non avrebbero ceduto mai, impegnati com’erano a mangiarlo con lo sguardo in ogni suo singolo tratto. Frenny apprezzava tutto di lui ed anche troppo, avrebbe dato qualsiasi cosa per ritrovarsi nel momento che stava vivendo, non avrebbe mai sperato in ciò ma era lì e questo era tutto ciò che voleva. Desiderava dirgli cosi tante cose ogni giorno che lo vedeva, non bastavano anni per raccontarle tutte, così semplicemente non lo faceva.
Forse ora.. in una nottata sarebbe riuscita a raccontargli tutto ciò che si era accumulato in giorni di stenti.
E’ vero che era cambiato, così freddo da rimanere impassibile alla sua presenza ma anche cosi freddo da sciogliersi nel modo più tenero, un modo che nessuno avrebbe mai ricevuto l’onore di vedere. Di fronte a lei non c’era più nulla da sciogliere, c’era solo un giovane uomo vestito della sua fragilità. Lo aveva sempre saputo che dietro quel guscio apparentemente indistruttibile vi era un qualcosa di soffice, caldo, dolce.. se gli avesse detto cosa vedeva in lui avrebbe offeso il suo orgoglio? Eppure era cosi evidente la sua ricerca di affetto ed Amore, come era possibile che nessuno la vedesse?
Un pulcino appena uscito dal suo guscio e zampettante in modo goffo, non era tanto diverso dal suo modo di esprimersi ed approcciarsi alle persone, tutto ciò le struggeva dentro. Quella voglia immensa di prenderlo fra le sue braccia e stringerlo tanto da proteggerlo da tutto ciò che fosse al di fuori.
Lo aveva fatto, si era buttata ad abbracciarlo più forte che poteva quel pulcino di fronte a lei.
Il ragazzo si fermò proprio di fronte la porta che dava al corridoio, spiazzato dall’abbraccio.
Che quel messaggio di affetto e protezione lo avesse raggiunto? La ragazza sperava lo sentisse, aveva bisogno di esserlo. Era più forte di lei questo è vero, ma non abbastanza da difendersi dall’ostilità ed il pregiudizio delle persone e bastava per farle prendere la decisione di tenerlo stretto a se e fargli capire che lei era con lui davvero.
Senza esitazione si chinò leggermente a prenderla e tirarla su fra le sue braccia come se volesse rubarla dalla scena e portarsela con se. Chissà forse aveva percepito da quelle azioni che almeno una persona al mondo poteva essere un bastone su cui posarsi con completa fiducia. La porta della cabina della ragazza era ancora aperta, forse non l’aveva chiusa ma non importava, presero solo la bottiglia di vino ed il vassoio di dolcetti che le aveva portato prima di uscire sul ponte, erano diretti nella stanza di lui.
Un letto matrimoniale disfatto, era lì che la ragazza era seduta dopo essere stata posata.
Fissava imbarazzata delle mani che sbottonavano uno ad uno i bottini della camicia, scorgendo un petto abbronzato mascolino. Inutile dire che stringeva un cuscino fra le braccia piena di vergogna, nascondendo il viso sopra di esso di tanto in tanto. Quante volte lo aveva visto senza camicia? La domanda corretta era quante volte lo aveva visto indossarne una e la risposta era pari a zero, eppure in quel momento le faceva effetto osservarlo nell’impresa di sfilarla.
-V..vuoi del vino?- gli chiese porgendogli la bottiglia ancora nascosta dietro il cuscino.
Il ragazzo ormai a petto nudo afferrò la bottiglia cominciando a sorseggiare sperando che lo aiutasse maggiormente. Ne bevve meno della metà, si staccò dalla bottiglia e guardò la ragazza alla quale la riporse. Anche lei bevve, non perché non fosse sazia ma perché sperava che assieme al vino anche l’imbarazzo andasse giù. Tra un sorso e l’altro non si era accorta del viso del ragazzo, a pochi millimetri dalla bottiglia, poggiato sul letto con occhi lucidi. Ora fu lei a sgranare gli occhi lucidi, col viso divampante.
- ne v..vuoi ancora un sorso?- Abbassò la bottiglia spiazzata, una situazione del genere non era nel suo piano.
-No- Rispose lui.
-Ho..ho qualcosa in viso?- Ridomandò lei.
-Si-
La ragazza girò la testa cercando uno specchio, forse aveva dello zucchero sulla bocca di quel pasticcino che aveva addentato, solo che dopo essersi rigirata verso il ragazzo, le sue labbra avevano solo quelle di lui sopra posate dolcemente.
-Era un bacio- Precisò dopo averlo rubato in qualche secondo.
Qualcuno sentiva un rumore? Un bussare? Un picchiettare? Se la risposta è Si, proveniva dal cuore agitato della Rossa, la quale non si sarebbe mai aspettata un bacio da lui, quel bacio, quel piccolo e breve bacino, le aveva creato una sommossa di pensieri dentro.
-Non pensarci-
Desi leggeva nei suoi occhi il panico. Lo vedeva, era lo stesso che si poteva leggere nei suoi, solo che dopo tanta strada nemmeno lui poteva lasciare tutto alle spalle.
-Lasciati andare, con me, per favore-
Il suo sguardo, quello sguardo languido e deciso, quello che aveva posato su di lei, era qualcosa che la faceva convincere che tutto ciò non aveva nulla di sbagliato, nulla di impossibile.
Riuscì a calarle le spalline, delicato, impercettibile, il buio della stanza creava solo curve scure senza nulla di reale ma c’erano.
-Solo se resti..-
La ragazza avvolse le braccia in torno al suo collo, voleva stringerlo più che poteva, sentirlo vicino, no, attaccato a se, prima di rischiare di non poterlo più toccare. Lui nelle braccia di lei, a farsi coccolare dolcemente nell’attesa di andare avanti, volevano? Due corpi vicini, caldi, pelle a pelle, qualcosa di inspiegabile. Gli accarezzava la schiena con le dita, non aveva mai sentito una pelle più liscia di quella al tatto, allo stesso tempo dura, raccolta a seguire delle fasce muscolari toniche. Tutto il contrario di lei, sotto le mani del ragazzo si potevano sentire solo morbide curve da seguire, piene, tanto da addolcire le ossa più evidenti.
Erano opposti anche nel fisico, due facce di un medaglione spezzato, ma ora, cosa sarebbe successo con la loro unione? Due parti opposte, divise, due pezzi che come calamite si cercano, una volta provata la sensazione di essere uniti, completi, era possibile ridividersi?
Le mani dei due scorrevano una sulla pelle dell’altro, toccavano i lineamenti di un viso visto mille volte dentro un sogno, parti a cui non si dava importanza nel quotidiano, dei capelli morbidi e scompigliati, esploravano tutto ciò che si poteva toccare in silenzio, fino a saziare i propri desideri senza troppa fretta di vedere quello che a nessuno era dato farlo. Questo lei lo sapeva bene, nessuno poteva vedere quello che vedeva ora, gli occhi di una persona forte chiederle la resa. Si stava arrendendo sotto i suoi gesti amorevoli, bisognoso di ancora più Amore, tutto quello che poteva dargli, voleva spremerla fino all’ultima goccia e prendersi quello che non ha mai avuto il coraggio di chiederle in quegli anni.
Delle mani timide, quasi tremanti, accarezzavano il ragazzo che giaceva teneramente con il viso vicino al suo collo, forse sperava che quel tocco lo coccolasse senza stancarsi mai, all’infinito, mentre risaliva da giù piano piano fino ad arrivare alla pancia, dalla pancia al petto, dal petto al collo e dal collo di nuovo alla testa, la quale avvicino maggiormente a se per sentirne il profumo dei capelli. Uno di quegli odori freschi, col senso di libertà mischiato, qualcosa che ricordasse un bosco dopo la pioggia in pieno autunno, non si poteva descrivere ma era un qualcosa che inebriava il suo animo, così buono, da farla star bene dentro.
Si alzò da lei, non che non volesse più quelle carezze, ma qualcosa era cresciuto, nel suo stomaco, nella sua mente, nel suo istinto. Brividi, dietro la schiena, percorrevano il corpo fino alle spalle, non davano fastidio ma non erano nemmeno qualcosa che vorresti avere a dosso, fin dentro i pantaloni.
Questo fece: Sfilò la cintura, tolse il bottone, abbassò la lampo, cominciò a tirare giù il bordo dei pantaloni, era quasi sfilato dal tutto, ora non c’era più, era a terra. Un cuore invadeva la gola della ragazza, batteva all’impazzata, non resisteva a tante emozioni messe assieme, una mano calda, no due mani calde risalirono le gambe passando sotto della stoffa leggera, la gonna si alzò con esse finchè ritornarono giù portandosi dietro dell’intimo. Le gambe si rannicchiarono sotto gli occhi per nulla sorprese di lui che ora era preso dallo sfilare il suo, tranquillo, una tranquillità e naturalezza che spiazzerebbe anche la persona più imbarazzata del mondo.
Quella persona che si copriva gli occhi con le mani per paura di guardare oltre.
Si alzò per afferrare la coperta dietro di loro, la tirò su con uno strattone per posargliela sulle spalle ma non lo coprì del tutto scatenando una risata nei suoi occhi, accennata appena dalle sue labbra. Scivolò fra le gambe arrivando a toccarla ormai disteso, bacino a bacino, pancia pancia, intento a prenderle il viso fra le mani e cercava le sue labbra.
Ogni gesto, ogni movimento, ogni rumore, ogni gemito, era tutto nascosto dal protagonista della scena, un bacio lungo pieno di Amore, qualcosa di atteso, sperato, desiderato.
Le labbra di lui, grosse, morbide, perfette, si cingevano a labbra più piccole, fine, mozzicate. Una vera e propria danza passionale, un andare avanti ed indietro di emozioni reciproche, condivise. Era vero dire che le parole non servivano a volte, ed ora in quel momento.
Mai stati così vicini, quella sensazione di essere una parte dell’altro e continuare ad esserlo. Le sue dita lunghe, affusolate, scivolavano sulla guancia di lei come se avesse paura di perderne il contatto, accarezzandola senza nemmeno più accorgersene. Ogni gesto era pieno di dolcezza, delicato, ma anche forte come la passione che si respirava tutto in torno, qualcosa che erano sicuri, nessuno aveva mai provato, questo perché era il loro momento, un momento personale creato da due persone uniche al mondo.
Era diventata una questione di istanti, istanti sempre più voluti, più veloci, col cuore che voleva scoppiare come un palloncino con dell’acqua arrivato all’orlo, come per magia sembravano andare assieme, all’unisono, si erano resettati una seconda volta dopo la loro nascita, due orologi impostati sulla stessa ora.
Dei brividi che pervadevano i loro corpi caldi, piacevoli, e dei respiri affannosi che rompevano il silenzio che abbracciava la notte, nulla si opponeva a loro in quei minuti, anche le onde del mare erano lì a cullare il tutto senza voler disturbare.
Erano arrivati alla fine, dopo qualche ora di intimità completa, senza segreti nè paure.
Una fine ferma ai confini di un inizio diverso, qualcosa che era stato segnato fra le due anime opposte.
La stanchezza si posava sui loro occhi, sui loro corpi spogli, sulle lancette dell’orologio che continua a girare.
Desi posò stanco la testa sul morbido petto della ragazza, non era mai stata così calda quanto ora, persino le sue mani fredde ora che lo accarezzavano, avevano un tepore dentro che gli faceva venir più sonno. Con un braccio cercava di stringere quello che poteva, la testa si accomodava, l’altro passò dietro la schiena della ragazza per completare la presa, non aveva più intenzione di smuoversi da quella posizione.
Si scansò i capelli lunghi di lato, fastidiosi, si accomodò sotto la coperta beandosi del calore che ancora rimaneva incastrato lì sotto mentre un sorriso gli scappava sulle labbra sentendosi chiusa in una stretta che non lasciava vie di fuga, non che volesse scappare, sia chiaro.
-Mai.. mai ti lascerò- riuscì a sussurrare nascosto sulla pelle di lei.
-Ti Amo anche io-
Era tutto per lei, di nessun’altro, era lei che abbracciava ed era lui che voleva. Una mano passò fra i suoi capelli scuri, voleva accarezzarlo finchè gli occhi non avrebbero deciso di chiudersi, c’era ancora tanto Amore da dare, ma quelle piccole carezze compensavano la voglia di regalargliene ancora.
La loro stanza isolata dal mondo dondolava nel mare calmo, sotto un cielo colmo di stelle luminose di varie dimensioni, più splendenti del solito, due corpi fra loro legati giacevano nel letto dormienti aspettando l’indomani.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LadyFrenny