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Autore: Euphemia    24/08/2015    1 recensioni
{ AU || svariati pairing || possibile innalzamento rating || presenza di tutti i personaggi di soul eater, anche quelli di not }
Prendete i personaggi di Soul Eater, immaginateveli nell'Europa ottocentesca, più precisamente in Transilvania...
La DWMA è un'agenzia londinese che si occupa di fenomeni paranormali; quando però il loro migliore agente, Franken Stein, svanisce misteriosamente in Transilvania durante una missione, i giovani Death the Kid, Maka, Soul e le sorelle Thompson dovranno recarsi sul posto e indagare sui misteriosi fenomeni di scomparsa legati al villaggio di Câlnic e a un'antica leggenda che ruota attorno a un castello abbandonato... Come potranno far fronte al pericolo che minaccia la loro esistenza?
(ATTENZIONE: Non ho interrotto la storia, ho intenzione di continuarla e di finirla perché ci tengo molto. Tuttavia, riprenderò ad aggiornare appena finirà la scuola!)
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Black Star, Crona, Death the Kid, Maka Albarn, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In anima et sanguine 




 
Capitolo primo
Sparizioni in Transilvania
(Una missione per salvare Franken Stein?)


 
[Londra, Inghilterra - Sede della DWMA - Dicembre 1821]


"E muoviti, Kid!" 
Elizabeth Thompson se ne stava con la schiena appoggiata alla parete subito fuori l'entrata del bagno degli uomini, con le mani appoggiate sui fianchi, in attesa che il giovane dai capelli neri la smettesse di guardarsi allo specchio e di aggiustarsi freneticamente la frangia spostandola ogni volta di un millimetro pur di renderla perfetta e ordinata. 
"Non posso presentarmi alla vista del mio nobile padre finché non sarò perfettamente simmetrico, Liz. Capisci?" 
La voce di Death the Kid riuscì a oltrepassare la porta di legno di noce e raggiunse le orecchie della giovane, la quale, sbuffando, si portò una mano alla fronte e, scocciata, si scostò una ciocca di capelli biondi dal viso e alzò gli occhi azzurrini al cielo. Era stufa di dover sopportare le frequenti nevrosi del partner, specialmente quella mattina, durante la quale lui ne aveva avute più del solito. In quel momento, gliel'avrebbe rasata a zero, la frangia
"Andiamo, si tratta pur sempre del tuo paparino, no? Ti avrà visto in condizioni molto più asimmetriche di questa!" fece, pentendosi un attimo dopo delle parole che aveva pronunciato: anche una semplice, sciocca frase come quella avrebbe potuto farlo sprofondare nella nera pozza della depressione, e di certo non avevano tempo per aspettare che il corvino svuotasse tutte le sue lacrime e autocommiserasse il suo aspetto. "Voglio dire, sei pur sempre il figlio del Dio della Morte! Il tuo corpo è quello di un Dio, sei sempre perfetto, Kid!"
Liz si sforzò di rendere il suo tono di voce gentile e incoraggiante, nonostante sapesse perfettamente che, con molta probabilità, il commento successivo sarebbe stato su...
"Ah, sì? Vogliamo allora parlare di queste tre orride e asimmetriche strisce bianche che non si tingono nemmeno con la pece?" 
Fantastico, pensò la bionda, sospirando rumorosamente quando si accorse che la voce del corvino era piagnucolante e quasi spezzata. Guardò l'orologio da taschino che Kid le aveva lasciato prima di fiondarsi in bagno: non avevano molto tempo da perdere, considerando il fatto che, inoltre, il Sommo Dio della Morte li aveva convocati d'urgenza in Sede per una missione molto, molto importante.
La Death World Mysteries Agency, alias DWMA, era una sorta di Agenzia che, come diceva l'acronimo, si occupava dell'investigazione e della risoluzione di misteri e fenomeni il più delle volte paranormali che interessavano l'intero pianeta, volta alla ristabilizzazione dell'equilibrio e della pace. La Sede Centrale era situata a Londra, uno dei centri sociali più importanti d'Europa, ed era proprio lì che anche loro vivevano, in una sfarzosa tenuta che, forse, era fin troppo grande per solo tre persone. 
Già, tre: Patricia Thompson, la sorella minore di Liz, era, in quei momenti di pura follia, occupata a fare le boccacce davanti allo specchio appeso in corridoio - che il giovane figlio del Dio della Morte non aveva voluto utilizzare perché "aveva bisogno di privacy". I suoi rumorosi risolini accompagnavano i sofferenti lamenti di Kid, e la bionda trovava tutto questo alquanto patetico. Con un cenno di mano richiamò l'attenzione della sorellina, la quale, con un sorriso stampato sulla faccia, la guardò con i grandi occhi azzurri. 
"Pensaci tu, Patty..." fece, indicando con il pollice la porta dietro la quale Kid era intento a consumare inutili energie per rendere il suo aspetto impeccabilmente simmetrico.
"Agli ordini, sorellona!" sghignazzò la biondina e, con un calcio,  sfondò il legno di noce. 
Liz sospirò sollevata, quando sentì le minacciose urla della sorella; in casi disperati come questi, quando non ci riuscivano con le buone, solo lei riusciva a smuoverlo a modo con le cattive. 

 
~ • ~

Non ci misero molto a raggiungere l'ufficio di Lord Shinigami, nonostante le iniziali proteste di Kid - che, a quanto lui stesso sosteneva, non aveva ancora finito di aggiustarsi la frangia -, piantate in tronco da un' aggressiva Patty. Con innata compostezza, il corvino si schiarì la voce e bussò con le nocche della mano per otto volte di fila; solo pochi istanti dopo, una voce allegra e alquanto buffa - tipico, da parte di suo padre - raggiunse le sue orecchie e quelle delle due partner. 
"Avanti~" 
Kid non esitò ad aprire l'elegante porta d'ebano nero e lucido ed entrò nell'ampia stanza, seguito da Liz e Patty, che insieme fecero un grazioso inchino. 
L'ufficio di Lord Death era immenso: avrebbe potuto benissimo fungere da sala da ballo, se fosse stata tolta la mobilia che l'arredava sfarzosamente. Le pareti decorate di una delle più belle nonché costose carte da parati d'Inghilterra erano arricchite da numerosi ritratti di Re e Regine provenienti dal mondo intero, assieme a quelli del Dio della Morte in persona - tra questi, ce n'era uno che ritraeva lui assieme al figlio quand'era solo un bambino. Chiunque entrava, oltre alle colonne di marmo e granito, ai mezzi busti e alle sculture soprattutto italiane, poteva accorgersi della magnificenza del luogo anche alzando lo sguardo, così da poterlo farlo incontrare con gli affreschi raffiguranti scene mitologiche e importanti avvenimenti storici dipinti dai più famosi artisti di tutt'Europa. 
Al centro della stanza, seduto alla sua scrivania, il Sommo Dio della Morte sorseggiava del the, com'era sua consuetudine fare; spesso Patty si chiedeva come facesse ad ingurgitarlo così facilmente, nonostante l'ingombro della maschera bianca attraverso la quale faceva passare il liquido profumato e caldo. Ogni volta, ad accompagnarlo, c'era anche Spirit Albarn, uno degli agenti più fidati nonché più in gamba di Lord Death; tuttavia, quel giorno, l'uomo dai capelli rossi era stranamente assente. Al suo posto, invece, c'era Sid Barett, uno di coloro che spesso se ne andavano in missione senza tornare per mesi. 
"Ciao, ragazzi!" esclamò allegramente il Sommo Shinigami con un cenno della mano guantata di bianco. "Kid caro! Le tue strisce bianche oggi risplendono in particolar modo, sai? Sono proprio carine!~" 
Si accorse del sorriso leggermente imbarazzato e al contempo preoccupato di Liz, la quale lo guardava con un'espressione del tipo "non è il momento". Anche il viso del figlio sembrò impallidire, nonostante tentasse di mantenere un certo decoro, così, sospirando mentalmente, cambiò subito discorso. 
"Sono contento che siate venuti, e vi ringrazio per la puntualità! Ho bisogno di parlare con voi di una questione importante." 
"Di cosa si tratta, padre?" Il corvino sembrava essersi ristabilizzato dai suoi cupi momenti di depressione. 
"In effetti, si tratta di qualcosa di estremamente serio. Prego, accomodatevi pure." fece il Dio della Morte, indicando loro tre poltrone di velluto. 
Solo quando si sedette a poca distanza da lui, Kid potè notare lo sguardo serio e preoccupato di Barett; il collega lavorava lì da prima che nascesse, mentre lui era solo un giovane Agente entrato nella DWMA grazie al consenso di suo padre, una volta che aveva raggiunto l'età di sedici anni. Da allora erano passati tre anni, certo, ma il corvino aveva ancora tanta strada da fare; e solo ora che si era soffermato sul volto grave di Sid si era reso improvvisamente conto delle responsabilità e dei pericoli che gravavano sulle loro spalle.
"Perdonatemi l'irruenza, padre." lo sguardo di Kid adesso era rivolto direttamente al genitore. "Ma non posso fare a meno di notare l'assenza del signor Albarn." 
Il silenzio che seguì dopo fu leggermente appesantito da una crescente tensione, che fece rabbrividire Liz e smettere di sorridere Patty. Sid Barett abbassò lo sguardo. 
"Era proprio di questo che dovevamo parlare." La voce del padre risuonò improvvisamente seria, stonava con la sua buffa maschera da teschio. "Il signor Albarn è attualmente in Transilvania per una missione che, a quanto pare, abbiamo sottovalutato." 
"In che senso sottovalutato?" Il corvino incitò il padre a continuare il suo discorso. 
"Beh... Vi parlerò dopo dei dettagli. Per adesso dovete solo venire a conoscenza del succo del problema, suppongo." Il Dio della Morte si schiarì la voce. "Spirit Albarn è partito a Novembre per una missione in Transilvania assieme al suo partner Franken Stein."
"Franken... Stein?" ripeté Liz, portandosi un dito alle labbra. "Non è l'agente più forte della DWMA?" 
"Esatto, Elizabeth cara!" esclamò Lord Shinigami sorseggiando il suo the. "Un membro eccezionale, una perla per la nostra Agenzia! È stato proprio grazie al suo aiuto che siamo riusciti a risolvere casi parecchi pericolosi. Ma..." Il suo tono di voce tornò ad essere serio come quello di prima. "In Transilvania, nei pressi di un piccolo centro urbano di nome Câlnic... Stein è scomparso." 
"Cosa?!" i tre giovani agenti rimasero sconvolti a quella notizia del tutto improvvisa: come poteva l'uomo più forte del mondo essere semplicemente disperso?
"Di che missione si trattava, padre?" chiese Kid cupo e ancora turbato dall'affermazione del Dio. 
"Era una missione di terza categoria, quella più alta di classificazione, come ben sapete. Guarda caso, riguardava proprio strani fenomeni di scomparsa." 
"E Stein è divenuto una vittima..." sussurrò il giovane, accarezzandosi il mento con due dita. "Che ne è stato del signor Albarn?" 
"Oh, lui sta bene, fortunatamente! Vi aspetta lì in Transilvania." 
Un altro minuto di silenzio attraversò la stanza, prima che una delle due giovani ragazze potesse proferire parola. 
"'Vi aspetta?'" Liz mormorò, con i brividi che già cominciavano a salirle su per la schiena. "Significa che..."
"Eh già, signorina Thompson!" la interruppe Sid Barett con il suo tipico tono di voce irruento. "Dovrete recarvi lì il prima possibile."
"Prenderete il posto di Stein finché non riusciremo a capire cosa gli sia accaduto." continuò il padre di Kid. "Indagherete voi sui misteriosi fenomeni che interessano Câlnic. I dettagli vi saranno spiegati con calma, non preoccupatevi." 
"E invece sì che mi preoccupo," pensò Liz, più bianca di un lenzuolo. "qua ci scappa il morto!"
"Ah, dimenticavo. Non partirete da soli." 
In quel preciso istante qualcuno bussò alla porta dell'ufficio, facendo sussultare la già spaventata bionda, mentre sua sorella aveva preso a ridacchiare alla vista della sua faccia impaurita. Due agenti, un ragazzo e una ragazza, entrarono nella stanza non appena il Sommo Shinigami non li ebbe invitati ad entrare: lui, albino, era preceduto da lei, la giovane recluta che Kid ricordava essere entrata in Agenzia nel suo stesso anno. 
"Tempismo perfetto, ragazzi! Soul Eater Evans e la sua partner, la figlia del signor Albarn, vi accompagneranno. Anche loro sono diretti a Câlnic." 
Il corvino guardò i due intensamente negli occhi, prima di alzarsi e di porgere loro la mano. Li aveva già visti un paio di volte, tra i corridoi della sede della DWMA, ma non aveva mai avuto modo di parlarci di persona, dato che non avevano mai affrontato una missione assieme a loro; d'altronde, lui e le sue partner, Liz e Patty, facevano un'ottima squadra che poteva benissimo bastare a se stessa. 
"Il mio nome è Death the Kid," disse con fermezza "sono il figlio di Lord Death. E voi...?" 
La ragazza dai capelli biondo cenere, raccolti in due codini ai lati della testa, lo guardò con la stessa risolutezza negli occhi smeraldini.
"Albarn, Maka Albarn." 



L'essere era seduto su uno dei davanzali delle finestre del castello, e guardava l'orizzonte. Gli occhi freddi e distaccati erano fissi in un punto lontano, non sbatteva le palpebre neanche per un istante. Un insano sorriso, improvvisamente, si allargò sul volto: il suo piano era appena cominciato, e nessuno poteva fermarlo. Nemmeno la spada della giustizia del Dio della Morte.






Note dell'autrice
Vi avevo promesso che avrei pubblicato il capitolo a poca distanza dalla pubblicazione del Prologo, e quindi eccomi qui! Questo è il primo capitolo della storia, ed è parecchio lunghino rispetto al Prologo. Spesso tendo ad essere prolissa nelle descrizioni, dato che semplicemente le adoro, ed è per questo motivo che spero di non farmi prendere la mano e di scrivere capitoli abnormi man mano che procedo con la storia! Comunque, tornando a questo primo capitolo: viene posto per la prima volta il problema - parte del problema, che verrà spiegato meglio nel secondo capitolo. E niente, mi sono divertita a far sclerare Kid per la frangia, because I know how it feels *sigh* 
Non ho molto altro da dire, in realtà; spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, e naturalmente commenti e consigli sono ben accetti dalla sottoscritta! (Fra parentesi, se avete delle congetture sono davvero curiosa di sapere quali sono; tanto, in ogni caso, non vi farei mai spoiler, desidero vedere le vostre reazioni passo passo, mwahahah) 
A presto e grazie per aver letto fin qui! <3
Euphemia 
P.S. Sì, i disegni qui accanto li faccio io nel vano tentativo di mostrare parte dell'outfit che immagino indosso ai nostri cari personaggi e mi sto divertendo un sacco perché ci sono alcuni con abiti assurdi eh- basta non dico niente per non fare spoiler- 



  
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